E’ domenica mattina e come al solito Mara e io ci incontreremo all’alba. Viviamo insieme da due anni, siamo entrambe fidanzate con due bei ragazzi.
Sono già in casa quando arriva Mara. Abbiamo passato la nottata con il rispettivo partner. Io sono un po’ stanca, alienata, e la mia amica non sembra star molto meglio.
“Cos’è quella faccia?” le domando.
“Non lo so, è un periodo pesante. Lui è tutto preso, ma io…”
“Ti capisco benissimo, mi sta capitando la stessa cosa.”
La faccio sedere accanto a me sul divano, ma devo alzarmi perché trilla il campanello del microonde: i cornettini sono pronti. Facciamo sempre colazione la domenica mattina a quest’ora.
Li offro a Mara, per poi mangiarne io stessa.
Lei è confusa, ma io so bene cosa mi succede. E’ che quando la mia amica si avvicina provo un intenso desiderio di baciarla, spogliarla, di toccare la sua pelle. Credo di essere proprio innamorata della mia coinquilina.
Seduta al suo fianco, mi accorgo di essere addirittura bagnata. Stamani, poi, lo sono piĂą che mai.
Mara nota una chiazza evidente sui pantaloni grigi della tuta.
“Sei zuppa” mi fa.
Io fingo di non afferrare il concetto.
“Hai delle perdite? Forse un’infezione.”
“Un’infezione?”
“Se non ti vergogni posso dare un’occhiata.”
Io non voglio che scopra che sono eccitata, ma l’idea di mostrarmi nuda mi stuzzica troppo.
“Certo” affermo tremolante.
Mi alzo in piedi, Mara mi tira giù i pantaloni e la vede davanti a sé, poiché non ho indossato le mutandine per stare in casa.
Sfiora le grandi labbra. Sussulto.
“Stai tranquilla” mi dice.
Con la delicatezza che solo una mano femminile potrebbe avere, mi infila un dito nella vulva. E’ calda e madida. Sospiro.
“Ti piace?” mi chiede.
“Sì” ammetto candidamente.
Lei esamina il liquido. E’ trasparente: la mia topetta scoppia di salute.
“Mi sembra tutto in ordine” conferma Mara. Poi attende che mi rivesta, ma io non ho la minima intenzione di farlo. Resto lì impalata, con la vagina bollente e zuppa a pochi centimetri dal suo viso.
Inaspettatamente mi propone:
“Vuoi che ti masturbi?”
Io abbandono la testa all’indietro facendole intuire che voglio godere. Mi mette dentro l’indice. Spinge sul punto G. Mi gira la testa, devo sedermi. Il mio fidanzato, quello sfigato, non sa nemmeno cosa sia il punto G.
Mara mi massaggia con energia, e io godo rumorosamente. Non credevo potesse fare una cosa del genere a me, alla sua migliore amica. Evidentemente non le dispiace. Inizio a palparle le tette: è molto prosperosa, ha un seno invidiabile, tondo, sembra disegnato. Continuo ad ansimare e la sfilo la maglia, il reggiseno. Con le palpebre socchiuse espira e schiaccia le labbra sul clitoride gonfio come un palloncino, succhiandolo. Sono emozionata, scombussolata, sento il calore che si concentra attorno al movimento della sua lingua; nel frattempo Mara persevera all’interno, adesso con due dita. Sento un fiume percorrere la mia passera che schizza dappertutto, con il liquido trascinato fuori dalla sua vigorosa masturbazione e lancio un urlo, fortissimo: “Aaaah!” E’ un orgasmo tremendo che coinvolge tutta la vagina, mi scuote l’intero corpo.