“Orso era impassibile, io sentii un imminente voglia di fare pipì, sentivo anche un nodo ai testicoli, e dall interno, come se una fune legata al mio…”
Mamma mi aveva castigato, erano le 4 del pomeriggio e avrei dovuto
trascorrere il resto della giornata chiuso in camera.
Allora la TV c’era solo in salotto, la play non esisteva, telefonini men che meno, PC non se ne sapeva niente, insomma ai miei tempi un castigo era propio un castigo, oggi un castigo è farti uscire di casa.
Fra le persiane alcuni raggi pomeridiani penetravano nella stanza, disteso sul letto, pensavo a come avrei trascorso tutto quel tempo sino a l ora di cena.
Avevo alcuni giochi di società, macchinine di ogni marca e colore, il lego era un classico poi sullo scafale in alto da anni abbandonato, il mio orsachiotto di peluche.
Sul petto aveva un alone spelacchiato, era dovuto al fatto che premendo quel punto emetteva un ruggito e sicuramente ne avevo abbusato nella mia tenera età.
Lo presi con delicatezza, provai a premere sul petto e riconobbi subito quel suono dimenticato da tempo.
Aveva ancora un bel pelo, folto e lungo, lo pettinai con le dita dalla testa alle zampe, e mi soffermai giusto alle estremità di queste, misi l’orsetto sul letto, e ne unii le zampe, fu allora, dovuto alla fantasia di un bimbo di 12 anni o forse la pubertà, che da tempo bussava alla mia porta, accompagnata da centinaia di facchini carici di testosterona, o forse perchè semplicemente ero già porco da piccolo, fatto stà, che stè zampe unite creavano una fessura.
Mi eccitai solo soletto nella mia cameretta, introdussi un ditino fra quelle zampe pelose del mio orsachiotto e lo trovai piacevole, anzi trovai piacevole tutto l’orsachiotto, non lo vedevo più come un giocattolo dell’infanzia, non lo riconoscevo più come l’orsachiotto che mi accompagnava nelle notti oscure.
Il mio cazzetto dritto dritto e le fantasie di un addolescente mi fecero intuire un altro modo per giocare con il mio ritrovato amico d infanzia.
Mi alzai e mi svestii senza fretta, chiusi a chiave la stanzetta e sulla serratura ci appoggiai la mia camicetta, io e il mio orsetto non volevamo occhiate indiscrete.
Disteso sul letto con la sua linguetta fuori e quei occhioni a palla, mi sembrò bellissimo e sexy, mi avvicinai e cominciai a strusciarli il mio uccellino sulla testa, sulle guancie, ma quando la mia cappellina fuoriuscita entrò a contatto con il pelo, un brivido molesto mi percorse il pube fino all ombelico.
Che sensazione, ci riprovo ed effettivamente era fastidioso, un fastidio che da fastidio ma che ti invita a riprovare.
Orso mi guardava interrogandosi cosa stessi facendo, ma io lo ignoravo, e continuavo a esperimentare con il suo pelo.
Non credo sia stato voluto, o forse il destino già sapeva che ero bisex, fatto stà che a un certo punto girai il mio orsetto di culo ne apri le zampe e vi infilai il cazzetto duro duro e ricchiusi le gambe del peluche, in quella posizione, io in piedi e orso girato di schiena a 4 zampe sul mio letto cominciai a dimenarmi senza chiedermi che sesso fosse orso e se sopprattutto approvasse il nostro nuovo gioco.
È propio così, in quel momento non pensavo se fosse femmina o maschio, io mi concentravo su quelle nuove sensazioni e a quell età dove tutto è quasi sconosciuto non ci vuole molta fantasia per eccitarsi, non è come adesso che tutto e visto e rivisto.
Con un orecchio teso verso la porta, e il cazzetto infilato in mezzo alle coscie di orso, mi lasciavo trasportare da uno stato di coscienza di natura fisica o psichica, ancora oggi non ho capito cosa induca all’orgasmo, la mente o il corpo.
Orso era impassibile, io sentii un imminente voglia di fare pipì, sentivo anche un nodo ai testicoli, e dall interno, come se una fune legata al mio ombelico venisse tirata con forza verso il pube.
Mi tenevo la punta dell uccello e saltellavo in punta di piedi, ma sentivo mamma in corridoio, non potevo uscire tutto nudo e correre in bagno con l alza bandiera in vista, anche se ancora non era un gran cazzo era pur sempre il mio amico segreto e non volevo conoscesse mamma sull attenti.
Alla fine dovetti lasciarmi andare, sentii una gran fitta su per il cazzettino e quando pensai a cosa avrei raccontato a mamma…..una goccina trasparente, ma propio misera, fece capolino sul mio glande, tentennò un attimo e poi scivolo giù fino alle palline.
Orso aveva gli occhi sgranati, io la bocca spalancata, lo stomaco ancora converso un peso sulle palline e un cazzettino duro duro da esplodere e che mi faceva male talmente era consistente.
_Orso! Esclamai, ma cosa è successo ?
Scompigliato sul letto mi osservava muto, toccai con le dita quella goccia magica, tastai la consistenza ne annusai l’aroma e ne degustai il sapore.
_Questa si che è una sega!!!
Orso non fu felice della mia nuova scoperta, mamma si domandava come mai un vecchio peluche fosse tornato a dormire con me, il segreto non fu mai svelato anche se apparsero due nuovi aloni spelacchiati, per quanto faccia memoria, non so dire che fine fece il mio orsetto, spero solo che mamma non lo habbia gettato nei cassonetti raccolta giocattoli senza lavarlo.
Sono sicuro che tutti abbiamo scoperto la nostra pubertà in modo un po’ bizzarro, io l ho raccontata sul ridere, ma fatto stà, che tutto è andato come narrato. :)))
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