Mi chiamo Samir e vengo dal Senegal.
La mia fama di fattorino scopatore è già più che diffusa. La mia giovane età mi consente di poter scopare le mie clienti senza dover rinunciare ad incularmi, si può dire ogni sera, Licia e sua madre.
Ci tengono proprio, quando finisco tutto, mi guardano con atteggiamento di rimprovero perché sanno che fotto alla grande chiunque passi a tiro ma, quasi come se richiedessero un risarcimento aprono le cosce e via, sera dopo sera, loro godono, io anche e guadagno tra paga e mance una bella sommetta.
L’altro mercoledì mi dicono di andare in una via molto elegante, dove non ero mai stato a consegnare 2 pizze ed un vassoio di piccola rosticceria.
Ad aprire arriva un signore sui 50 anni, stempiato con una pancetta prominente e due occhialini rotondi che mi fanno subito pensare ad un professore di matematica.
La percentuale di consegne fatte a donne è di circa il 90 per cento per cui ci sta che ogni tanto sia anche la volta di qualche uomo, quando capita consegno la pizza, incasso un euro di mancia, e giù per le scale.
Così stavo facendo anche questa volta ma il marito mi dice che mi vuole offrire un caffe che è di origini campane e che lo sa fare con l’antica tradizione napoletana.
Io non capisco ma mi siedo dove lui mi indica in una sedia simil trono color ocra dove in effetti sprofondo anche in maniera un po scomoda.
Il padrone di casa sparisce nella stanza accanto che ritengo sia stata la cucina perché sento che armeggia con stoviglie e , penso , la caffettiera.
Ad un tratto avverto una presenza alle mie spalle ma non faccio in tempo a girarmi perché due mani affusolate mi cingono ed accarezzano il collo ed una lingua bagnata mi stuzzica l’orechio destro.
È la moglie del professore o presunto tale, ora gira intorno a me, è una cavallona esagerata, con un fisico mozzafiato ed almeno 10 anni più giovane del marito.
Si siede sopra di me, mi sussurra di non preoccuparmi che suo marito non tornerà perché in realta sa che lei mi scoperà e prima che possa balbettare qualcosa, con una mossa abilissima, mi estrae il cazzo dai pantaloni, si scosta le mutande da un lato e si mette a smorzacandela.
Comincia quindi a dimenarsi, con un ritmo stupendo, ne veloce ne piano ed il mio cazzo apprezza molto.
Le afferro quindi i fianchi ed incoraggio il suo movimento. Scopiamo cosi in maniera scomoda ma fantastica e lei viene almeno 3 volte.
Mentre sto ancora completando la mia opera e, finalemente, anch’io sto venendo, scorgo il marito guardone che fa capolino dall’uscio della cucina con un cazzetto in mano ricoperto di peli tanto è che, a malapena si capisce che è un cazzo.
Povera signora, che vita grama ti fa fare questo stronzo, beccati questo bel cazzone nero per stasera e non pensare più a nulla.
Vengo dentro di lei e mi ricompongo, il marito anche lui è venuto, mi viene il dubbio se pensando alla moglie o pensando a me. Del caffe nemmeno l’ombra, ringrazio esaluto.