“Quando arrivò all’orgasmo fu un’esplosione di sensazioni incredibili, non ero mai riuscita ad avere un orgasmo anale così, quell’uomo mi fece provare una…”
In chat avevo conosciuto Armando, un imprenditore sessantotenne di un paese vicino
al mio e con lui avevamo cominciato una conoscenza virtuale. Gli avevo spiegato che noi eravamo una coppia con marito cuckold e che non facevamo mai incontri organizzati. Le nostre avventure erano solo occasionali e casuali.
Aveva capito perfettamente quello che ci intrigava e aveva voluto continuare comunque a chattare con me, con la speranza che un giorno la nostra conoscenza sarebbe potuta sfociare in una frequentazione.
Armando ogni giorno diventava sempre più ossessionato da me, diceva che io lo facevo impazzire dall’eccitazione, che mi desiderava, che mi cercava ovunque andasse.
Mi raccontava anche che quando faceva sesso con la moglie pensava a me, diceva che se un giorno mi avesse incontrata mi sarebbe saltato addosso ovunque mi trovassi, anche in mezzo alla gente.
Sinceramente mi piaceva molto come uomo, avevo avuto modo di vederlo in foto, era un bel maschione mediterraneo alto un metro e ottantanove centimetri per novantotto chilogrammi di peso, capelli bianchi con qualche filo ancora grigio, barba incolta e molto villoso. Poi, dal suo atteggiamento, anche se solo attraverso la chat, si avvertiva che era una persona molto decisa, autoritaria, sicura di se.
Devo dire che ero molto intrigata da quell’uomo e ogni volta che chattavamo riusciva sempre a farmi eccitare, aveva capito benissimo quali erano le parti del mio corpo più sensibili e continuava a descrivermi quello che avrebbe fatto se mi avesse incontrata.
Un mercoledì, verso le tredici, ero andata a fare la spesa in un supermercato del mio paese. Mentre giravo per i reparti, il mio sguardo si incrociò con quello di Armando, mi guardò fissa negli occhi, lo riconobbi subito, avendolo visto anche in volto nelle foto che mi aveva mandato in chat e mi tremarono le gambe.
Lui conosceva solo il mio corpo, non gli avevo mai mostrato il mio volto, proseguii senza voltarmi e mi fermai ad uno scaffale per prendere delle cose quando sentii una mano sulla pancia e un’altra che si insinuava sotto la minigonna tra le mie cosce e mi attirava verso di se, sentii tutta la sua eccitazione sulle mie natiche e una voce roca che mi diceva finalmente ti ho presa vaccona, ora sei mia.
In un attimo ero completamente bagnata e i miei capezzoli nudi sotto la camicetta sembravano due chiodi che volevano bucarla. Gemevo al suo pesante palpeggio, mi sentivo venir meno quando improvvisamente si fermò, mi cinse il fianco con il suo braccio e mi disse: “andiamo”.
Mi lasciai trasportare, senza proferire parola e giunti in una zona più appartata adiacente il parcheggio, al riparo da occhi indiscreti, dopo avermi spinta contro il muro, cominciò di nuovo a palparmi tutta e a baciarmi in bocca. Liberò poi il suo cazzo duro dai pantaloni e mi ordinò di prenderlo in bocca, mi teneva per i capelli e mi imponeva il ritmo mentre continuava a spingerlo in gola e a ripetermi che ero una zoccola. Continuò fino a quando non avvertii il suo sperma riempirmi la bocca. Mi obbligò a ingoiare tutta la sua venuta dall’odore forte e dal sapore aspro.
Dopo quell’orgasmo si ricompose e mi disse: “andiamo a casa”, non volevo, nonostante la forte eccitazione e l’attrazione che provavo verso quel maschione, la mia parte razionale aveva paura di rimanere sola con lui. Se era un maniaco? Cosa potevo sapere di cosa avrebbe fatto di me? In fondo lo conoscevo solo via chat.
Mi fece salire a bordo del suo SUV e mi portò in una strada di campagna, la mia paura cominciava ad aumentare, lo supplicai di portarmi indietro ma lui mi infilò la sua manona callosa tra le cosce e mi disse di stare tranquilla che ci saremmo solo divertiti un po’. Dopo una ventina di minuti di cammino arrivammo ad una casa di campagna.
Appena entrati le sue mani enormi cominciarono di nuovo a prendersi cura del mio corpo, mi toccava con forza tra le cosce, mi palpava l’interno e mi masturbava, era cosi forte, cosi deciso, in men che non si dica ci ritrovammo in camera da letto lui completamente nudo e io, per suo ordine, con addosso solo le autoreggenti e le scarpe con il tacco da tredici.
Mi ha spinta sul letto e mi ha penetrata con forza, ho urlato ai suoi affondi decisi, era grosso e mi faceva saltare ogni volta che entrava dentro di me, continuava a dirmi che ero una puttana, che lo avevo fatto arrapare per mesi e adesso mi avrebbe sbattatuta come meritavo, come una puttana da strada.
Il suo linguaggio triviale, la sua decisione, il suo fisico possente è villoso su di me, il suo odore di maschio mi stavano facendo impazzire, non mi controllavo più, gli dissi che ero la sua puttana, che lui era il mio padrone e avrei obbedito ai suoi desideri. Si eccitò ancora di più e i suoi colpi divennero ancora più decisi urlava e rantolava come un animale in calore. Scivolava dentro di me come un’anguilla tanti erano stati i miei orgasmi.
Quando mi ero abituata alla sua irruenza mi disse: “girati puttana” e dopo avermi messa a pecora passò la sua mano rasposa sulla mia figa inzuppata di orgasmi e con i miei stessi umori bagnò il mio buchetto, lo penetrò con due dita facendomi urlare di dolore e sopravanzare sul lettone.
Mi assestò un forte ceffone sul culo urlandomi: “sta buona vacca” e continuò a penetrarmi più velocemente, gemevo per il dolore che mi procurava, ma poi mi abituai a quella penetrazione e fu allora che sentii il calore della sua cappella che premeva e mi entrava dentro le viscere. Fu deciso nella penetrazione e dopo un dolore lancinante iniziale mi abituai alla sua presenza dentro di me. Le sue mani mi tenevano forte per i fianchi mentre mi possedeva, lo sentivo tutto dentro, mi stava dominando fisicamente ma mi aveva completamente presa anche la testa. Quando arrivò all’orgasmo fu un’esplosione di sensazioni incredibili, non ero mai riuscita ad avere un orgasmo anale così, quell’uomo mi fece provare una sensazione mai provata prima.
Mi abbandonai sfinita sul letto sotto il peso del suo corpo possente che mi teneva per le mani, sentivo il suo respiro affannoso e la sua lingua che mi leccava i lobi, li succhiava e continuava a ripetermi che ero la sua puttana.
Avvertivo il calore del suo cazzo che, ancora dentro il mio ano, lentamente perdeva vigore e ne usciva, sentivo il suo sperma che colava e mi bagnava tutta la figa, il mio buchino violentato era tutto un fuoco.
Queste sensazioni mi avevano dato un forte appagamento, mi sentivo completamente rilassata e mi feci prendere ancora e ancora e ancora da quell’uomo che mi aveva dato per la prima volta un piacere mai provato prima, anche se non ero una verginella e che ancora non era sazio di me.
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