Si recita solo a copione,
non son consentite volate.
Chi vuole, può fare il gigione.
Costumi di scena soltanto.
Le maschere ? Sempre le stesse:
di risa, di scherno, di pianto…
Le voci ? tonanti… sommesse…
La luce dipende dal sole.
Fondali tracciati a piacere.
Le frasi, soltanto parole.
Le trame, soltanto chimere.
Intorno ‘ pieno di gente,
sul palco, invece, nessuno.
Son tutti vestiti di niente.
Ed ecco che s’alza qualcuno,
si pone sul capo qualcosa,
qualcosa brandisce la mano.
Assume sul palco la posa,
e dice: io sono sovrano,
mi spetta corona e mantello,
mi spetta d’avere la corte.
Dispongo di questo di quello,
di dritto di vita, di morte.
E s’ode un bisbiglio: che bello !
E come gli dona l’orpello.
Che voce, che grande potenza.
Per me, gli vo’ far riverenza.
E tutti s’inchinan plaudenti.
Son teschi che battono i denti.
Visualizzazioni:
168