Come sono arrivato a tutto questo? è realmente questo quello che volevo?
Queste e altre mille domande mi tormentavano, mentre difronte allo specchio, mi toglievo
feci umane allo specchio.
I più saranno disgustati da questa premessa, ma voglio cominciare dal principio, per cercare di far capire cosa mi è passato per la mente e spero che qualcuno si ritrovi nel racconto, sarebbe la conferma che non sono l’unico matto.
Non starò qui a descrivermi fisicamente in quanto non c’è nulla da dire, l’unica cosa che importa ai fini del racconto è che sono incredibilmente insicuro di me, con una bassissima autostima, tutto questo mi fatto sempre credere che io non possa meritare una donna,
non ne sono all’altezza, l’unico rapporto che possa avere con una così superiore creatura, non può essere diverso dalla devozione.
per anni ho maturato delle fantasie e sviluppato delle perversioni, fino ad arrivare a vent’anni, quando decido di farmi fardello del mio ruolo e di contattare un Mistress, che speravo potesse rendere reali tali fantasie.
il racconto di oggi non riguarda il primo incontro che ho avuto con La bellissima Donna che ha accettato di avermi ai suoi piedi, bensì il terzo incontro dove ho deciso di spingermi oltre.
Mi trovo nella camera d’albergo seduto sulla poltrona, fisso ossessivamente la porta e l’orologio in attesa che il momento tanto atteso arrivi, ho il cuore in gola e il respiro affannoso mentre ripenso a quello che le devo chiedere, nella speranza che possa accettare le mie umili richieste.
Mentre sono seduto ad immaginare ciò che da li a poco sarebbe accaduto, all’improvviso un suono rimbomba nella stanza, qualcuno bussa alla porta, quel suono
legnoso si fa spazio nella mia mente e mi fa balzare alla porta. Poi mi dico:
“è presto presto per impazzire di gioia potrebbe essere del personale dell’hotel che so io”, invece quando apro la porta eccola li.
Si para davanti a me bella come sempre, bionda occhi, occhio di ghiaccio e un sorriso straordinario che racchiude quanto piĂą di bello si possa sperare in una Donna,
per il racconto la chiameremo Sara ed ha all’incirca 32 anni.
Per mia richiesta il “rapporto”, non si svolge con insulti e umiliazioni, ma c’è un normalissimo scambio verbale.
La faccio entrare, mi salutiamo e ci scambiamo baci sulle guance come buoni amici,
fatti i convenevoli le spiego come cosa avrei voluto fare (con mio enorme sforzo),
in volto non è affatto turbata dalla mia richiesta, anzi con il suo bellissimo sorriso rassicurante mi chiede:
“ne sei sicuro? non vorrei che fosse troppo intenso sei ancora un novizio”,
si stava preoccupando per me temeva che defecarmi in bocca sarebbe stato troppo. Mi faccio coraggio e le dico di sì, si avvicina guadandomi in faccia e mi dice:
“non vedo l’ora di cagarti su quella faccia innocente”.
Si avvicina al letto, posa la borsa e si toglie il vestito che le arrivava sino alle ginocchia,
l’abito scorre velocemente verso il pavimento, ma io posso godermi ogni centimetro che scorre lungo il suo corpo prefetto scoprendo poco a poco la pelle ambrata ricoperta di bellissimi tatuaggi.
In un attimo era li stesa sul letto in intimo, tenendo i piedi fuori dal letto, i nostri incontri sono sempre caratterizzati da un prestabilito ordine che va in crescendo.
io sono seduto dal pavimento ho a un centimetro dalla faccia un paio di converse n. 36
vecchie e logore (ero felice che Sara avesse accolto le mie richieste telefoniche),
erano ancora allacciate, ma potevo sentire quello che per i più è considerata puzza di piedi, per me è un aroma che mi trapana il cervello. Mentre mi fissa dal letto mi dice:
“sei contento? le ho messe appositamente per te, ci vado in giro da tutto il giorno
e ho i piedi sudatissimi, sai non li lavo da due giorni, che ne dici di toglierne una e annusare? così mi dici se ho fatto un buon lavoro”.
Ne slaccio solo una, non voglio che l’aroma dell’altra si perda inutilmente, mentre scopro il tallone, noto che non aveva messo i calzini e grazie a quella giornata caldissima i piedi erano bagnatissimi, Sara non mentiva, aveva i piedi luridi e non aspettava altro che glieli pulissi.
Sara legge nel mio sguardo l’apprezzamento del momento, e con sguardo malizioso mi dice:
“coraggio che ne dici di iniziare a pulirli? con la lingua ovviamente e mi raccomando di passare bene in mezzo alle dita”,
non me lo faccio ripetere due volte mi avvicino al mignolo e lo accarezzo timidamente con la lingua, subito dopo infilo la lingua tra le dita, una alla volto voglio essere sicuro di aver pulito perbene tutto lo sporco che c’è prima di passare al successivo.
Mentre sono a metà dell’opera lancio uno sguardo a Sara, sembra rilassata e io non desidero altro. continuo l’opera di pulizia sino ad arrivare all’alluce che Sara mi invita a succhiare e così faccio le succhio l’alluce e proseguo su tette le dita, dopo poco Sara si alza e si siede sul bordo del letto e mi appoggia tutta la pianta del piede in faccia, posso sentire l’umidità della pianta del piede sulla guancia, dopo averlo sfregato un pò sulla faccia, lo fa scorrere lentamente verso la bocca per permettermi di pulirle il resto del piede. Dopo poco il piede è pulito e ha perso gran parte del suo straordinario profumo. A quel punto Sara mi porge l’altro piede che era ancora con la scarpa allacciata e con tono amorevole mi chiede: “ti va di ricominciare?”,
domanda scontatissima.
Dopo poco entrambi i piedi sono puliti
Mi invita a stendermi sul letto per andare avanti col programma stabilito e io eseguo,
lei sale sul letto, cammina verso di me fino a mettersi sopra la mia testa, si gira mostrandomi il suo bellissimo sedere non ho altri aggettivi per descriverlo se non perfetto si piega lentamente, sedendomisi in faccia, sono totalmente immerso in quello spettacolo posso sentire il decoro del perizoma, grattarmi il mento.
solo gli occhi sono fori da li vedo i suoi bellissimi capelli biondi che le corrono lungo la schiena, sino ad un tatuaggio a tema egizio che ha propria alla base della schiena e che in quel momento si trova proprio di fronte a me.
Ogni tanto si solleva per permettermi di respirare, di volta in volta con un dito si sistema il perizoma, la pausa è brevissima e torna subito a togliermi il respiro con il suo peso, qualche volta è troppo, mi sento soffocare e mi prende il panico, ma mi trattengo, non voglio disturbarla e costringerla ad alzarsi.
Ad un tratto mi non so neanche io dove ho trovato il coraggio, mi esce dalla bocca una punta di lingua, che le accarezza il perizoma.
Sara se ne accorge, dopo essersi sollevato mi dice:
“Ma lo vuoi leccare?”
faccio cenno di sì, a quel punto si alza si abbassa il perizoma, che mi scorre in viso e dice:
“Per fortuna mi stavo annoiando, mi raccomando fai un buon lavoro”.
mentre diceva questo si sedeva sul mio viso, iniziai avidamente a leccarle l’ano,
la sensazione di quelle piccole grinze liscissime sulla punta della lingua mi faceva impazzire, ho continuato a leccare quel delicato fiore per circa 10 minuti, poi Sara mi dice:” possiamo cambiare posizione?”
Ovviamente acconsento, si mette in ginocchio sul bordo del letto, e abbassa la schiena,
in quel momento vedo aprirsi difronte a me uno spettacolo straordinario, con le mani le allargo leggermente le natiche e le do un timido bacio nell’interno della chiappa, vicino all’ano, poco dopo ne segue un’altro propio sull’ano e ricomincio a leccarlo con cura.
Dopo poco che la cosa stava andando avanti, la sento gemere, tolgo per un secondo il viso da quello spettacolo e noto che si stavo toccando.
Forte di questo torno a leccarle l’ano con ancora più vigore, ogni tanto lo succhio per variare, ma ad un tratto Sara riesce s stupirmi nuovamente, sento la lingua che viene spinta indietro e vedo che nell’eccitazione Sara stava spingendo come se dovesse fare la cacca. Sono eccitatissimo continuo a leccarle mentre la sento che spinge, ogni volta che
il suo ano spingeva verso l’esterno lo leccavo tutto attorno o lo succhiavo.
Ad un tratto Sara mi disse con la voce visibilmente cambiata per lo sforzo e l’eccitazione,:
“leccalo anche dentro! infila la lingua e vedi se trovi qualcosa di tuo gradimento”.
la spinta dopo miro a quel bellissimo buco e ci infilo la lingua, posso sentire il muscolo dell’ano non offrine alcuna resistenza, Sara mi stava facendo entrare.
inizialmente non sentivo alcun sapore in quanto, tranne dietro precisa richiesta, Sara era pulitissima, ma ora che ero dentro al suo ano avvertivo un sapore amaro e la cosa mi faceva impazzire.
Ad un tratto senti con la lingua qualcosa all’interno che si faceva strada, ovviamente
capii subito di cosa si trattava.
potevo sentire lo stronzo scivolarle fuori e salire sulla mia lingua, continuai a leccare la punta dello stronzo, ero fuori di me.
Ad un tratto Sara si alzo e mi disse:
“sei sicuro di voler andare avanti? perché io sto per esplodere e ce ne sarà veramente tanta”.
le faccio cenno di si, mi sorride e si avvicina al bagno, si ferma sulla porta e dice:
“cominciamo che sarà un boccone duro da mandar giù”.
Fine prima parte.
ci tengo a sottolineare la storia è vara al 100%
a breve arriverĂ la seconda parte, fatemi sapere nei commente
se devo pubblicarla.