“”La voglio in bocca, ti faccio venire con un pompino”; detto fatto, mi tolgo dalla figa, si inginocchia e me lo prende nuovamente in bocca…”
Era un caldo pomeriggio d’estate e mi trovavo nella mia piscina a
godermi l’acqua fresca che mitigava il caldo esterno, quando mi squilla il cellulare. E’ Laura, una mia amica, che mi avvisa che passa a trovarmi per organizzare la sua festa del compleanno. Dopo dieci minuti, infatti, ecco che suona alla porta di casa. Le apro e, visto il caldo, la invito a fare un bagno in piscina. Accoglie positivamente l’invito e tolti i già pochi vestiti indossati, rimane in bikini; premetto che Laura è una ragazza molto, molto carina, alta 1.65, mora, ed un fisico ben proporzionato, con le curve al posto giusto. In bikini però non avevo mai avuto l’occasione di ammirarla e rimango stupito dal suo corpo; il costume, rispetto alle sue misure, è più piccolo, e contiene a fatica il suo seno, una quarta abbondante. Ci tuffiamo in piscina, rinfrescandoci dalla calura, schizzandoci con l’acqua; io, però non riesco a togliere gli occhi dal suo fisico, e lei, ovviamente se ne accorge: “Ti piace il mio corpo, vero?” mi dice in modo malizioso. Io fingo disinteresse, ma arrossisco, colto sul fatto. Da lì, ogni suo movimento, diventa provocatorio e non perde occasione per strusciarsi su di me, provocandomi delle sensazioni di piacere. In uno di questo movimenti, si avvinghi a me da dietro, poggiando il suo corpo sulla mia schiena; sento il suo seno sulla schiena, mentre le sue mani mi accarezzano il petto. Non ho il tempo di reagire, che si pone di fronte a me, e mi bacia: rimango sorpreso dal gesto, ma sono eccitato a tal punto che rispondo al bacio e le nostre lingue s’intrecciano, esplorando la bocca altrui. Sento le sue mani scendere lentamente lungo il mio corpo, sino ad arrivare ai miei slip; accarezza il mio pisello, ormai durissimo, da sopra la stoffa. Sente tutta la mia erezione, infila la mano sotto lo slip e inizia a segarmi dolcemente, per tutta la lunghezza del pene. Sono eccitatissimo, così l’aiuto e abbasso gli slip, facendo svettare il mio cazzo; Laura continua a masturbarmi, mentre io le slaccio e le sfilo il reggiseno, ammirando per la prima volta, le sue enormi tette ed i suoi capezzoli duri. Mi stacco dalle sue labbra, ed inizio a succhiarle i capezzoli, leccando e mordicchiandola; capisco dai suoi versetti che gradisce, ma ciò non la distoglie dal mio arnese, sempre tra le sue mani. Mi fa sedere sul bordo della piscina, ed inizia un fantastico footjob; mi godo il massaggio, che dura una decina di minuti. Dopo di che, ritorno in acqua e riprendiamo il bacio; intanto le sue mani continuano ad accarezzarmi il pisello, mentre di tanto in tanto, se lo strofina contro le tette, provocandomi dei brividi di piacere. Decido di non rimanere passivo, scorro lungo il suo corpo le mani, raggiungendo il mio obiettivo, il suo perizoma. Lo scosto leggermente, e inizio ad accarezzare la sua fighetta, ricoperta da una sottile striscia di pelo. Piano piano, mi avvicino al clitoride, stimolandolo; è bagnatissima, non solo per il fatto che ci troviamo in piscina, così infilo due dita nella sua fessura, provocando in lei dei sussulti di piacere e godimento. Nel frattempo sento un calore che avvolge la mia cappella; è la bocca di Laura, che avvolge il mio pene. Lo lecca, partendo dalle palle, risalendo lungo tutta l’asta, ingoiando poi tutto sino in gola. E’ davvero una sensazione bellissima; sono in estasi, perciò la blocco, usciamo dalla piscina, ci stendiamo sui teli ed infilo il mio cazzo nella sua fighetta, bollente. 4-5 colpi ben assestati e sento che sto per venire e l’avviso.
“La voglio in bocca, ti faccio venire con un pompino”; detto fatto, mi tolgo dalla figa, si inginocchia e me lo prende nuovamente in bocca. Mentre lo succhia, con le mani accarezza le palle. Non ci vuole molto ed in pochi minuti le scarico in bocca il mio nettare; non ne fa cadere nemmeno una goccia. Mi pulisce il cazzo, torniamo in piscina a risciacquarci, si riveste e torna a casa, senza aver discusso del compleanno. Beh, per quello c’è tempo un’altra volta, magari con l’esito di quest’incontro.
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