LEGGETE I PRIMI DUE CAPITOLI PER NON PERDERE IL FILO DEL RACCONTO. Non posso di certo affermare che il mio lavoro non sia interessante .
Sono a capo, da circa 10 anni, di una delle aziende chimiche più importanti d’Italia. Raccolgo soddisfazioni a grappoli, incasso importanti assegni, vesto in maniera impeccabile, anche se qualcuno la potrebbe definire un’eleganza di altri tempi.
Sono alto un metro e ottantacinque centimetri (come vi ho già accennato in uno dei miei capitoli precedenti), fisico asciutto, qualche muscolo frutto della rendita del tennis agonistico giovanile, capello alla Ridge di Beautiful (come mi suggerisce spesso ironicamente Miriana,una delle mie segretarie), lineamenti regolari. Si, direi di poter essere definito un bell’uomo. Un po’ stagionato, ma piacente e soprattutto carismatico.
In uno dei miei completi blu, nuovo di zecca , aspettavo l’arrivo di Ambra nel mio ufficio. E’ la vigilia di un altro anniversario di matrimonio. Sarà una serata meravigliosa. Ho prenotato nel miglior ristorante della città, la vista è mozzafiato, il menù da cinque stelle Michelin, l’atmosfera elegantissima.
Il Dottor Rambaudi, sta provando in tutti i modi a rovinarmi umore e giornata, con il vano tentativo di strapparmi un supersconto su una copiosa fornitura di medicinali da banco, per i suoi 62 punti vendita sparsi in lungo e in largo per l’ Italia.
Un uomo sulla cinquantina. Ci conosciamo da oltre un lustro,e devo dire che il suo temperamento, l’esagerata ma divertente risata e il piglio per gli affari rendono meno sgradevole il suo aspetto. Una pettinatura alla Danny De Vito, alto e un po’ robusto, veste solo prestigiose griffe italiane e profuma come una buttana da saloon .
“Allora Alan, siamo d’accordo, questo sconto me lo merito! Dimmi un pò se Gregucci o altri del suo calibro ti commissionano ordini così sostanziosi ” disse accompagnando la frase con la sua tipica e fragorosa risata.
“Quello che mi chiedi è troppo” risposi con fermezza , smorzando con un mezzo sorriso da buon padre di famiglia .”Non posso davvero, dammi almeno il tempo di sottoporre le carte al mio staff, sono numeri troppo alti “.
“Maledizione, sono anni che lavoriamo insieme e ancora stiamo a parlare di staff, avvocati e altri inutili dipendenti. Stasera sarai mio ospite in un night che frequento, tutte le volte che sono nella tua bella e incasinatissima città, roba di classe… stai tranquillo, frequentata solo da gente altolocata e con moneta sonante. Ne parleremo tra bottiglie di champagne e aperitivi stellari “.
“Accetterei volentieri , ma purtroppo ho un inderogabile impegno familiare a cui non posso rinunciare”
“Alan, sei sempre troppo devoto alla famiglia, ti ci vuole un pò di slancio. Si vive una volta sola, carpe diem! A volte mi chiedo come spendi il tuo denaro, sei un uomo senza vizi . Un santo”
“Santo di certo non sono, Guglielmo. Se non avessi avuto questo impegno, sarei stato felice di trascorrere la serata insieme tra ,come l’hai chiamati …mmm aperitivi stellari”.
“Siiii e strafighe da urlo, mica quattro sciacquette da bordello. Non sai cosa ti perdi ” .Fece per alzarsi,quando Miriana bussò alla porta e fece accomodare nel mio ufficio mia moglie Ambra.
Interamente vestita di bianco la Dea era una celestiale visione. Alta , morbida, con un vestito di candido pizzo ricamato sino ai piedi e due spacche ai lati che percorrevano le cosce e le gambe seducenti. Scarpe bianche opache e vertiginoso tacco. Una scollatura evidentissima era coperta da un pregiato copri spalle, che si serrava al centro del petto,mascherando la parte superiore dell’abito,che non contemplava bretelle. Tutto sospeso,dalle coppe . Quanta roba, stento a descrivervela io stesso, che conosco palmo a palmo quel lussurioso corpo. Accanto a lei Miriana, sempre con lo sguardo dolce, gli occhioni nocciola e un corpo tonico, ma acerbo. Poco formoso, ma slanciato.
Rambaudi rimase sconcertato dai due meravigliosi esemplari di donna che si palesarono davanti a nostri cocchi. Miriana l’aveva più volte intravista nei miei uffici e, se pur raramente, aveva scambiato qualche battuta con lei. Diversamente Ambra era la novità assoluta, forse adesso riusciva a capire il perchè della mia rettitudine matrimoniale,dei miei irrimandabili impegni familiari.
Quasi balbettò davanti alle due signore, ma si presentò con la solita simpatia un pò grossolana,ma non volgare. Camuffava una sorta di soggezione che stava provando.
Si lanciò in un baciamano leggermente maldestro, ma tuttavia apprezzabile.
“Ho sentito molto parlare di lei” disse mia moglie.
“Spero bene Dottoressa Martelli”.
“Lei , in verità, e’ una scusa abusata da mio marito per fare tardi in ufficio, almeno una volta al mese”.
“Beh , i nostri affari sono complessi, ma l’intesa e’ sempre stata massima, vero Alan ? Non voglio farvi perdere ulteriore tempo, ma gradirei offrirvi un drink. Magari in serata se riuscirete e a liberarvi dai vostri impegni”
“Grazie, ma stasera sarà una serata impegnativa, e prevedo le ore piccole” disse mia moglie con un tono seducente, ma non eccessivo.
“Capisco disse Rambaudi. Ci saranno di certo altre occasioni; avrei anche piacere nel farvi conoscere Elena, la mia signora”.
Guadagnò l’uscita e io mi avvicinai alla mia signora,le sussurrai “sei stupenda tesoro”.
“Grazie caro, vogliamo andare ?'”
“Certo Dea”
Il posto era strepitoso, seta, ornamenti , fiori freschi ovunque. Tutto era straordinario, ma l’attrazione più grande era Ambra. Lo sanno bene i camerieri del ristorante, i cui occhi sono rimasi appiccicati alla mia dolce metà. Uno in particolare sulla ventina, bravo ed educato, mentre versava del vino nella sua coppa si incantò nel momento in cui la Dea sgancio, credo appositamente, il fermaglio del suo copri spalle. Le sue rotondità, le unichefino a quel momento rimaste del tutto celate vennero alla luce. Due seni meravigliosi e dorati, in una scollatura da capogiro. La collana a con diamante finiva nel solco tra le sue due grandi borracce. Il ragazzo stava mescendo L’Arneis, uno dei migliori vini bianchi del Piemonte e d’Italia, con il suo retrogusto di mandorla amara e gli aromi di fiori e frutta che lo rendono assolutamente un’esperienza unica da sorseggiare. Unica, come la mia signora
Finimmo di cenare e lasciammo il locale. Appena in automobile, giusto il tempo di scrutare una parte di coscia di Ambra ,quella parte che amo, dove si accenna un pò di cellulite, che squillò il mio cellulare. Era un messaggio.
“Chi ti scrive Alan a quest’ ora ?” era passata da 15 minuti la mezzanotte. “E’ quel perdigiorno di Rambaudi”.
“Che tipo strano e buffo,me lo aspettavo più piacevole , invece e’ ricco per quanto e’ insignificante. Cosa dice?”
“Mah, niente, se lo raggiungo al Plaza per bere qualcosa insieme a lui “
“Il plaza? Non lo conosco?”
“Si, si trova ‘ a 30 km dalla città, una cattedrale nel deserto”.
“Andiamoci”disse con tono deciso.
“Non dirai sul serio ?”
“Certo che sì! Scrivigli che stanotte saremo presenti, del resto dopo tutto ciò che abbiamo bevuto, forse è meglio svagarsi un tantino prima di tornare in villa”. Incuriosito e anche preoccupato del suo comportamento, per non scontentarla acconsentì. Scrissi dunque che stavamo per arrivare.
“Wow porti anche tua moglie, vi aspetto al privè”.
Conoscevo il Plaza, ma non benissimo.
Ci ero stato due volte in compagnia di Sebastian , che amava molto il locale. Era un night con relativi privè, di altissimo livello. Carissimo, solo per pochi eletti. Si spendono anche migliaia di euro in poche ore.Poi se ti accompagni alle fanciulle che lavorano al locale, non ne parliamo. Ma l’ambiente era pulito, molte donne era spesso presenti, oltre le “impiegate”si intende. I privè erano eleganti, alcuni con la Jacuzzi incassata nei pressi del tavolo. Le stanze ai piani superiori poi, non le avevo mai viste, ma Sebastian mi disse che erano ai livelli delle suite di Dubai .
Arrivati , un dipendente ebbe cura di parcheggiare la mi Audi e ci invitò ad entrare dalla grande vetrata. Quindi una bellissima mulatta prese i nostri soprabiti e ci disse che il Dottor Rambaudi ci aspettava dentro , per l’appunto in uno dei privè. La musica era soft, elegante e ricercata. Un brizzolato pianista suonava con maestria “feeling”. Le luci molto basse , ma gli arredi luminosi. Bellisime ragazze salutavano al nostro ingresso. Alcune in striminzite mise,che devo dire suscitarono il mio interesse e anche quello di mia moglie, ultimamente sempre più “solleticata” dalle donne. Salimmo le scale ai lati del pianoforte, salutammo con un cenno i tavoli accanto, con qualche conoscente dell’alta finanza accompagnati da mogli o amanti e poi arrivammo al tavolo di Rambaudi.
“Eccovi finalmente,stavo perdendo le speranze. Accomodatevi “
“Abbiamo fatto più in fretta possibile, ma sai l’alcool non mi ha permesso di correre molto”.
“Dai che adesso ci penso io a farvi bere qualcosa di buono”
Si avvicinò al tavolo una ragazza molto avvenente sulla ventina, con due grossi seni, il capello corto e nero corvino. Sembrava in grande confidenza con Guglielmo Rambaudi. “Portaci due bottiglie di champagne, splendore”
“Immediatamente Mister”, disse la fanciulla con un sorriso meraviglioso.
Tornò dopo pochissimo e prontamente egli la ringrazio con una mancia da 50 euro. Le disse: “aspetta che ti aiuto a intascarli a dovere” e le infilò la banconota nel suo corpetto, proprio nel taschino sopra una delle due tette enormi. La prego di sedersi con noi e lei accettò di buon grado. Si sistemò accanto a me, alla mia destra, mentre Ambra era alla mia sinistra e Guglielmo, dunque, accanto a mia moglie. Parlammo del più e del meno,ma mia moglie mostrò interesse per lo più per la dipendente del locale. Rambaudi ed io bevevamo e fumavamo i nostri sigari. Chiesi ad un ‘altra cameriera del whiskey . Arrivò un ottimo irlandese invecchiato. Poggiò la bottiglia e iniziammo a sorseggiarla. Le donne al nostro tavolo, dunque, iniziarono a parlottare e ad avere un atteggiamento più amichevole, sfiorandosi a volte le mani ed imboccandosi a vicenda nel degustare tartine al caviale e frutta fresca di stagione. Guglielmo propose un giro del locale, per mostrarci la parte celata ai più, di cui avevo sempre sentito parlare, ma che non avevo mai visionato. Accettammo di buon grado anche se l’alcool impediva una perfetta deambulazione. Monica, così si chiamava la ragazza, mi prese per mano, mentre Guglielmo aiuto mia moglie ad alzarsi dal comodo divano di pelle. Dunque la prese sottobraccio e si incamminarono ,traballando un po’ per l’effetto del mix di whiskey e dello champagne.
“Andiamo “disse sicuro.
Ero piuttosto curioso, ci addentrammo nel lungo corridoio che mostrava ai lati le stanze riservate e poi salimmo le scale che ci portarono ad uno dei piani lussuosi del locale, dove si poteva a detta del nostro Cicerone, prendere una suite. All’occorrenza,si intende .
Scherzava lui, ma sono certo che un pensierino lo aveva fatto su questa eventualità, anche se molto remota. Salendo le scale si staccò dal braccio di Ambra e rallentò con astuzia adducendo la scusa di dover trovare e inforcare gli occhiali. L’escamotage gli consentì di vedere il bel culo di mia moglie, fasciato dall’abito bianco ricamato, le sue generose forme che oscillavano eleganti davanti ai suoi occhi da porco. Niente, le scale non mi portano bene , rammentandomi l’ amaro ricordo di ciò che era capitato nel mio salone. Monica, invece, mi stringeva la mano e mi parlava dolcemente della storia del locale e del suo lavoro,che a detta sua, amava molto. Ero molto preso da lei, ma ero allo stesso tempo guardingo nei confronti di Ambra e Guglielmo. Concluso il giro e la relativa visita tornammo dallo stesso corridoio . Formavamo una fila di 4 da destra : Rambaudi,mia moglie,Monika ed io. Fu lì che mi accorsi con la coda dell’occhio di una mano che scivolò, per casualità “sicuramente” ,sul fondoschiena di mia moglie. Un tocco con il dorso della mano.
Quante cose facciamo noi uomini con il dorso della mano.
Tocchiamo e fuggiamo, ci spingiamo sempre con il dorso prima di affondare a piene mani. Il dorso è la scusa, l’assicurazione per evitare una magra fiigura. La brutta copia, la definirei, di una palpata in piena regola .
Il dorso dicevo…sul culo di mia moglie che velocissima si spostò con la scusa di saltarmi al collo per un abbraccio. Inutile dire che ne fui felice. Dopo la serata a casa mia con Sebastian, questa era davvero un’iniezione di fiducia per me.
Tornammo a sedere,nelle posizioni precedenti.
“Allora Alan cosa ne dici del locale? “
“Bello, molto elegante, molto esclusivo”.
Intervenne mia moglie “Non credevo esistessero posti del genere vicino casa nostra, ero convinta si trovassero solo in Nord Europa”.
“Dottoressa, l’italiano è un vero amante di questi ambienti. Io sono anni che frequento questo night, e conosco a memoria tutto il palazzo. Inoltre ho facoltà di muovermi liberamente in tutti gli ambienti. Merito delle mie carte di credito ahahahah” rise con la sua solita smorfia e si lanciò appoggiando il braccio sul divanetto, così da poter cingere, anche se molto lontanamente e discretamente, quasi virtualmente direi ,il collo di mia moglie e appoggiare, sempre con molta attenzione, le punte delle dita sulla sua spalla . Intanto Monica, con il permesso visivo e implicito di mia moglie, stava solleticandomi il braccio, massaggiandolo dolcemente.
“Dottoressa, suo marito ama i massaggi, mi fa piacere. Io sono diplomata in 5 tipi di massaggi diversi” disse con tono melodioso la ventenne.
“Si cara, Alan ne è un grande estimatore. Inoltre ha delle mani meravigliose, sa fare davvero cose che non immaginereste nemmeno”
Risero, e si toccarono di nuovo le mani le due belle signore al tavolo.
“Coraggio amore, dimostra che dico il vero, massaggia il collo di Monica, sono sicura che rimarrà stupita della tua maestria”.
“Dai Ambra, smettila” dissi imbarazzato. Ma il dado era tratto. Già Monica si era slacciata il corpetto, mettendo più in risalto la sua scollatura generosa. Non potei dunque che procedere ad un massaggio, leggero e attento.
“Dai Alan” disse Guglielmo “si vede che sei uno che sa il fatto suo” e con un movimento la sua mano scivolo vicino l’ascella destra di Ambra, che aveva da pochissimo tolto il copri spalle, stimolando l’acquolina in bocca del mio cliente. Vidi uno strano movimento mentre massaggiavo la mia giovane nuova amica dalla pelle deliziosa e fresca, trattata con un qualche olio di essenze floreali, che inebriava i miei sensi.
Mia moglie teneva le braccia conserte, non ne capivo il motivo. Ma poi, ad un’occhiata più attenta, anche se al buio, stavo capendone il motivo. Rambaudi cercava un contatto con lei ,tentando di appoggiarsi con le dita ad una delle sue grandi tette, passando strategicamente da sotto l’ascella. Nel frattempo Monica sospirava e dietro un “cenno consigliero” di Guglielmo iniziò ad avvicinare la mano nei pressi del mio rigonfiamento,già evidente. Mia moglie si godeva lo spettacolo, era per me una situazione assurda. Pochi giorni fa stavo attento nel toccare il gran bel culo di Arianna e adesso una sconosciuta mi stava per accarezzare il cazzo accanto a lei,per giunta sorridente e accondiscendente. Ambra aveva uno sguardo tra il curioso e l’eccitato, Monica iniziò a segarmi da sopra il pantalone di velluto. “Monì -disse Guglielmo- chiudi un pò il separè ‘.Di getto si staccò e chiuse parte della barriera divisoria, così la nostra postazione si uniformò a quello di tanti altri clienti, che nel frattempo si erano isolati. Adesso eravamo più protetti, almeno visivamente dal resto dei tavoli. Tornando, la ragazza si tolse il corpetto mostrando le grandi tette tonde e perfette. Tornò al suo posto e prima di riprendere l’elegante “pseudosega” , mi accorsi che mia moglie adesso, sempre braccia conserte teneva con la mano sinistra la mano destra di Guglielmo.
“Un altro brindisi dunque”disse Rambaudi con espressione godereccia. Aveva speso almeno 8000 euro tra champagne whiskey, frutta e tutto il resto.
“Rilassiamoci adesso- disse- godiamoci la musica e questi drink di livello”.
Il suo gioco mi era chiaro adesso. Mi offriva una troietta del locale in cambio di mia moglie. Uno scambio impari. Ma quanto mi stava eccitando questa troietta. Stavo impazzendo, forse per la situazione nuova, forse per lo sguardo di mia moglie che sembrava adesso più eccitata. Monica si protrasse in avanti avvicinandomi uno dei suoi seni alla bocca. Schiusi le labbra e iniziai a succhiarne il capezzolo. Nel frattempo si abbassava la cerniera del mio pantalone. Solo che non era la sua mano a dettarne il movimento, bensì quella di mia moglie. che con la destra mi slacciava anche i pantaloni con maestria, mentre con la sinistra teneva a bada la mano del porco, adesso un pò rassegnato, pur mantenendo l’eccitazione per la scena a cui stava assistendo e per lo spettacolo delle grosse minne di mia moglie Ambra.
“Dottoressa, siete una coppia meravigliosa – disse – magari mia moglie ed io avessimo questa complicità. Lei si girò e lasciò il mio pantalone, lo guardò e sorrise, ma quasi ignorandolo si rivoltò’ verso di me e la troietta del locale. Monica mi schiacciò le tette in bocca,mi stava soffocando, quindi mise la mano dentro il mio boxer. Adesso aveva il mio cazzo durissimo in mano. lo carezzava piano, fin quando lo prese in pugno. lo tirò fuori. Svettava fiero, bello tonico,stavo godendo come un porco. Non riuscivo a capacitarmi ancora della situazione. Mia moglie lasciò la mano di Rambaudi ,ma nonostante ciò,usò la sinistra per abbassare il mio boxer nero. Soppesò le mie palle, mentre Monica iniziava a segarmi pianissimo porgendomi la sua tetta sinistra che succhiavo senza tregua. Ambra era diversa sembrava un’altra.
Come in un film porno Guglielmo provò ad afferrare una tetta di mia moglie, adesso che la sua mano era libera, ma la mia Dea si svincolò. Con la sinistra intanto il Dottore stava toccandosi sopra il pantalone. Una strana bozza nella penombra si intravedeva. Tolse, dunque, la mano destra dalla parte superiore del divanetto e tornò in una posizione più naturale. Da quel lato del divanetto gli attacchi erano vani, lo capì finalmente. Ambra massaggiava le mie palle mentre Monica si avvicino con la lingua e iniziò a succhiarlo tutto. Prima lavorava con astuzia la cappella, come solo le pompinare professioniste sanno fare, poi lungo l’asta insalivava il mio cazzone. Una pompa strepitosa. Istintivamente iniziai a gemere e a respirare più lentamente e portai una mano alla sua testa spingendola verso il basso. Con l’altra invece mi posai sulla coscia di mia moglie, entrai dentro uno dei due spacchi del vestito, arrivai fino alla coscia, scoprendola parzialmente e offrendola visivamente a quel porco seduto al suo fianco. Vedeva un pò di più,adesso, le intimità di mia moglie,che in questo frangente non capiva più nulla. L’ eccitazione era massima. Nel’interno coscia a 7 – 8 centimetri dalla sua ficona sentivo i suoi umori che scivolavano dal suo sesso. Mia moglie era un lago, forse stava godendo più di me. Salì ancora, avendo cura che non la scoprissi troppo, e arrivai nel laterale destro della sua fica, un fiume in piena. Sembrava di aver messo la mano in un barattolo di glucosio. Volevo la sua fica ,mentre già masturbavo Monica, che aveva tolto tutti gli indumenti striminziti con cui era vestita. La sua fica era completamente rasata. Piccola, con un piercing nei pressi del clitoride tipico delle ragazze di oggi.
Guglielmo nel frattempo non aveva più i calzoni e la mutanda . il cazzo oscenamente di fuori. Eretto al massimo era davvero corto, una decina di centimetri, ma aveva un circonferenza enorme che faceva da contraltare. Grosso come il fondo di una bottiglia da mezzo litro. Con la sinistra se lo menava piano guardando la scena; ma era quello che stava ottenendo meno e spendendo di più. Con coraggio, dunque, posò la mano sul ginocchio di Ambra. Pensate la scena: il vestito di mia moglie adesso era in mezzo alle sue stesse gambe , dagli spacchi fuoriuscivano le sue lunghe gambe e parte delle sue belle cosce . Da un lato la mia mano nella sua calda ficona, dall’altra un porco col cazzo tozzo che si segava con la sinistra e con l’altra tentava un approccio sul suo ginocchio dorato. Guglielmo iniziò a muoversi un pò con la mano e spostò il vestito ancora verso il centro. La mia Dea lo lasciava fare mentre anche lei iniziò a succhiarmi il cazzo in tandem con Monica. Adesso si baciavano sulla mia minchia scoppolata. Lingua con lingua,indecentemente intrecciate. Era la sera più bella della mia vita. Rambaudi conquistò con pazienza metà coscia di mia moglie. Andava cauto, ma stavolta stava portando a casa il risultato. Avanzava nella sua salita,trionfante con la sua mano grande era diretto al piacere , seguiva il calore, l’odore della fissa di mia moglie. La sua mano premeva la carne della mia Dea,stava godendo pienamente delle sue lascive cosce. Ma voleva posare la sua mano nella fessura segreta della mia sposa, quando a pochissimi centimetri dalla sua passera in fiamme e gocciolante lo fermò nuovamente con una mano-macigno, come a mettere un divieto di accesso. Era frustrato, ma io stavo impazzendo. Lui era eccitatissimo. Poteva di certo venire dal mio lato e toccare o scopare Monica, anche nel culo ne sono certo. Ma non era questo il suo intento. Voleva solo e soltanto chiavarmi la moglie. Riscese lungo la coscia e Ambra, scampato il pericolo, lasciò la sua mano. Con l’altra intanto il maiale continuava a segarsi. Io invece, attraverso il piccolo perizoma della Dea iniziai a inserire 3 dita nella sua fica e nel movimento sussultorio avevo scoperto un pò dei suoi peli. Mezza fica di fuori. Guglielmo era in estasi, la fica di mia moglie a portata di mano; bella morbida, la stavo scopando con le dita, mentre Monica mi spompinava e si stava adesso godendo il ditalino. Avevo due mani in due fisse diverse. Quel porco, intanto, si avvicinò all’orecchio della mia dolce metà e iniziò a leccarla e a baciarla viscidamente nei pressi del collo. Era quel poco che lei concedeva d’ altronde. In preda all’eccitazione voleva dire qualcosa piano al suo orecchio, ma non ruscì a trattenersi e le disse: “Dottoressa, lei e’ meravigliosa, voglio scopare.Voglio scoparla, le darò tutto ciò che desidera. Pagherei qualunque cifra, ma voglio chiavarla, quì… adesso, di fronte a suo marito”.Poi si rivolse a me “Alan, bastardo ti stai divertendo, premiami ti prego, voglio sbattermi tua moglie, ti supplico. Voglio infilare il mio cazzo nella sua fissa e strizzare le sue tette da vacca. Dille di lasciarsi andare, di fidarsi, in cambio chiuderò con tutti gli altri fornitori, ti renderò il più ricco dei chimici italiani. Gli appelli provocarono sussulti in Ambra ( che si dovette sentire piacevolmente alla stregua di una buttana ) e perfino in me. Ma io non c’ero ,ero assente : il cazzo nella bocca di Monica, dita nelle due fiche. Mia moglie intanto stava godendo , mi guardava quasi interrogandomi su ciò che aveva sentito, ed io in quel momento avrei dato via libera a tutto. Avrebbe potuto persino sborrarle in fica con quel cazzo grossissimo. Non avevo limiti , ormai. il maiale intanto succhiava il suo collo e con la mano appoggiò il palmo sulla sua tetta. Solo nella parte scoperta. C’era adesso da levare il vestito, farlo scendere appena un pò almeno,così da scoprire il capezzolo. Allungo le dita dunque, la resistenza di mia moglie adesso era più blanda e giunse alla fine ad uno dei suoi capezzoli. Lei apri gli occhi, come ad interrogarmi nuovamente, io per risposta li chiusi. Pensai che una tetta massaggiata o strizzata e porzioni del collo potessero essere una vantaggiosa contropartita per ciò che mi stava accadendo. Del resto il merito era del porco, se questa serata non l’avrei mai più dimenticata. Per lui era comunque una vittoria e non perdeva occasione di sottolinearlo: “cosi’ dottoressa, da brava, che belle tettone. Lo sapevo che eri una gran porca, da quando ti ho visto oggi, l’ unica cosa che volevo era scoparti, sapevo che ti sarebbe piaciuto. Con uno stacco violento scopri una coppa del vestito. Queste parole mi provocarono nuovamente un picco di eccitazione e, anche in Ambra, sortirono un buon effetto, si allargo ancor di più e spalancò le cosce. La grande minna di fuori e il porco che la palpava senza sosta. I capezzoli si inturgidirono , diventando chiodi di carne. il bastardo prese la sua candida mano per portarla al suo cazzo. Voleva assaggiare una sega fatta dalla mia Dea, con quelle mani curate e le unghie pericolosamente affilate. Voleva essere masturbato da lei per poter sborrare almeno.
“Dai buttana segami il cazzo”ma lei si svincolò dalla presa, mentre io stavo quasi per sborrare. La mia consorte iniziò ad ansimare più forte, tipico di quando era prossima all’orgasmo. Oscena, con le cosce aperte, ma coperta dal vestito e da parte del perizoma stava per venire davanti a due sconosciuti. Infuriato Rambaudi si protrasse in avanti e le abbassò il vestito. Adesso aveva le due grosse borracce di fuori, meravigliose, la collana accentuava ancor di più l’abbondanza del suo seno. iniziò a succhiarle le tettone e a strizzarle aggiungendo “Così porca ,si così dammi le tue grandi tette,sì …così mi fai sborrare”,poi confuse la sua mano con la mia ,mentre lei stava per venire , sposto il vestito prese il perizoma e violentemente lo strappò .Adesso era con la fica ben esposta e le tettone scoperte e piene di saliva del porco, che posò la mano sulla mia, che la stava penetrando e portando all’orgasmo. Da tutta la sera voleva arrivare alla sua fissa . Ecco il momento atteso da mia moglie, l’ orgasmo violentissimo “siiiii godo siiiiiiiii,Alan continua si ” stantuffavo con le mani la fica della Dea e da poco il culo della troietta ventenne con la stessa forza. Adesso toccava a me sborarre ; avevo anche paura per quanto sarebbe stato, di certo, violento. Guglielmo con il grosso cazzo in tiro si diede una decina di colpi ben assestati segandosi gridando “si si sborro buttana, sto godendo vacca. ooooo si Alan sborro su quella troia di tua moglie, guarda mentre la tratto come una buttana ” a queste parole sborrai litri di sperma nella bocca di Monica, che fece fatica a ingoiare nonostante fosse del mestiere. Un orgasmo mai provato prima, mentre vedevo la sborra del dottore colpire l’esterno coscia di mia moglie. Ebbe un fremito anche lei ,pur essendo appena venuta. La calda sborra del mio cliente si condensò macchiando la gamba di Ambra,finendo su quella parte della coscia che avevo ammirato in auto poco prima. Sulla sensuale cellulite delle sue cosce burrose e seducenti al punto giusto che, poche ore prima, erano incontaminate . Ci abbandonammo sui divani per un pò. Quindi ci rivestimmo con leggero imbarazzo. Mia moglie uscì dal locale senza mutande, strappate ormai da quel viscido. Ci salutammo e prendemmo la strada di casa. La Dea dormì per tutto il tragitto di ritorno. La aiutai a spogliarsi ,poi una doccia insieme e la portai sul letto. Le aprì le cosce, iniziai a leccarle la fica. 5 minuti appena , poi le dissi “vienimi in bocca troia”e mi inondò . Ci addormentando mentre iniziava ad albeggiare
Sono a capo, da circa 10 anni, di una delle aziende chimiche più importanti d’Italia. Raccolgo soddisfazioni a grappoli, incasso importanti assegni, vesto in maniera impeccabile, anche se qualcuno la potrebbe definire un’eleganza di altri tempi.
Sono alto un metro e ottantacinque centimetri (come vi ho già accennato in uno dei miei capitoli precedenti), fisico asciutto, qualche muscolo frutto della rendita del tennis agonistico giovanile, capello alla Ridge di Beautiful (come mi suggerisce spesso ironicamente Miriana,una delle mie segretarie), lineamenti regolari. Si, direi di poter essere definito un bell’uomo. Un po’ stagionato, ma piacente e soprattutto carismatico.
In uno dei miei completi blu, nuovo di zecca , aspettavo l’arrivo di Ambra nel mio ufficio. E’ la vigilia di un altro anniversario di matrimonio. Sarà una serata meravigliosa. Ho prenotato nel miglior ristorante della città, la vista è mozzafiato, il menù da cinque stelle Michelin, l’atmosfera elegantissima.
Il Dottor Rambaudi, sta provando in tutti i modi a rovinarmi umore e giornata, con il vano tentativo di strapparmi un supersconto su una copiosa fornitura di medicinali da banco, per i suoi 62 punti vendita sparsi in lungo e in largo per l’ Italia.
Un uomo sulla cinquantina. Ci conosciamo da oltre un lustro,e devo dire che il suo temperamento, l’esagerata ma divertente risata e il piglio per gli affari rendono meno sgradevole il suo aspetto. Una pettinatura alla Danny De Vito, alto e un po’ robusto, veste solo prestigiose griffe italiane e profuma come una buttana da saloon .
“Allora Alan, siamo d’accordo, questo sconto me lo merito! Dimmi un pò se Gregucci o altri del suo calibro ti commissionano ordini così sostanziosi ” disse accompagnando la frase con la sua tipica e fragorosa risata.
“Quello che mi chiedi è troppo” risposi con fermezza , smorzando con un mezzo sorriso da buon padre di famiglia .”Non posso davvero, dammi almeno il tempo di sottoporre le carte al mio staff, sono numeri troppo alti “.
“Maledizione, sono anni che lavoriamo insieme e ancora stiamo a parlare di staff, avvocati e altri inutili dipendenti. Stasera sarai mio ospite in un night che frequento, tutte le volte che sono nella tua bella e incasinatissima città, roba di classe… stai tranquillo, frequentata solo da gente altolocata e con moneta sonante. Ne parleremo tra bottiglie di champagne e aperitivi stellari “.
“Accetterei volentieri , ma purtroppo ho un inderogabile impegno familiare a cui non posso rinunciare”
“Alan, sei sempre troppo devoto alla famiglia, ti ci vuole un pò di slancio. Si vive una volta sola, carpe diem! A volte mi chiedo come spendi il tuo denaro, sei un uomo senza vizi . Un santo”
“Santo di certo non sono, Guglielmo. Se non avessi avuto questo impegno, sarei stato felice di trascorrere la serata insieme tra ,come l’hai chiamati …mmm aperitivi stellari”.
“Siiii e strafighe da urlo, mica quattro sciacquette da bordello. Non sai cosa ti perdi ” .Fece per alzarsi,quando Miriana bussò alla porta e fece accomodare nel mio ufficio mia moglie Ambra.
Interamente vestita di bianco la Dea era una celestiale visione. Alta , morbida, con un vestito di candido pizzo ricamato sino ai piedi e due spacche ai lati che percorrevano le cosce e le gambe seducenti. Scarpe bianche opache e vertiginoso tacco. Una scollatura evidentissima era coperta da un pregiato copri spalle, che si serrava al centro del petto,mascherando la parte superiore dell’abito,che non contemplava bretelle. Tutto sospeso,dalle coppe . Quanta roba, stento a descrivervela io stesso, che conosco palmo a palmo quel lussurioso corpo. Accanto a lei Miriana, sempre con lo sguardo dolce, gli occhioni nocciola e un corpo tonico, ma acerbo. Poco formoso, ma slanciato.
Rambaudi rimase sconcertato dai due meravigliosi esemplari di donna che si palesarono davanti a nostri cocchi. Miriana l’aveva più volte intravista nei miei uffici e, se pur raramente, aveva scambiato qualche battuta con lei. Diversamente Ambra era la novità assoluta, forse adesso riusciva a capire il perchè della mia rettitudine matrimoniale,dei miei irrimandabili impegni familiari.
Quasi balbettò davanti alle due signore, ma si presentò con la solita simpatia un pò grossolana,ma non volgare. Camuffava una sorta di soggezione che stava provando.
Si lanciò in un baciamano leggermente maldestro, ma tuttavia apprezzabile.
“Ho sentito molto parlare di lei” disse mia moglie.
“Spero bene Dottoressa Martelli”.
“Lei , in verità, e’ una scusa abusata da mio marito per fare tardi in ufficio, almeno una volta al mese”.
“Beh , i nostri affari sono complessi, ma l’intesa e’ sempre stata massima, vero Alan ? Non voglio farvi perdere ulteriore tempo, ma gradirei offrirvi un drink. Magari in serata se riuscirete e a liberarvi dai vostri impegni”
“Grazie, ma stasera sarà una serata impegnativa, e prevedo le ore piccole” disse mia moglie con un tono seducente, ma non eccessivo.
“Capisco disse Rambaudi. Ci saranno di certo altre occasioni; avrei anche piacere nel farvi conoscere Elena, la mia signora”.
Guadagnò l’uscita e io mi avvicinai alla mia signora,le sussurrai “sei stupenda tesoro”.
“Grazie caro, vogliamo andare ?'”
“Certo Dea”
Il posto era strepitoso, seta, ornamenti , fiori freschi ovunque. Tutto era straordinario, ma l’attrazione più grande era Ambra. Lo sanno bene i camerieri del ristorante, i cui occhi sono rimasi appiccicati alla mia dolce metà. Uno in particolare sulla ventina, bravo ed educato, mentre versava del vino nella sua coppa si incantò nel momento in cui la Dea sgancio, credo appositamente, il fermaglio del suo copri spalle. Le sue rotondità, le unichefino a quel momento rimaste del tutto celate vennero alla luce. Due seni meravigliosi e dorati, in una scollatura da capogiro. La collana a con diamante finiva nel solco tra le sue due grandi borracce. Il ragazzo stava mescendo L’Arneis, uno dei migliori vini bianchi del Piemonte e d’Italia, con il suo retrogusto di mandorla amara e gli aromi di fiori e frutta che lo rendono assolutamente un’esperienza unica da sorseggiare. Unica, come la mia signora
Finimmo di cenare e lasciammo il locale. Appena in automobile, giusto il tempo di scrutare una parte di coscia di Ambra ,quella parte che amo, dove si accenna un pò di cellulite, che squillò il mio cellulare. Era un messaggio.
“Chi ti scrive Alan a quest’ ora ?” era passata da 15 minuti la mezzanotte. “E’ quel perdigiorno di Rambaudi”.
“Che tipo strano e buffo,me lo aspettavo più piacevole , invece e’ ricco per quanto e’ insignificante. Cosa dice?”
“Mah, niente, se lo raggiungo al Plaza per bere qualcosa insieme a lui “
“Il plaza? Non lo conosco?”
“Si, si trova ‘ a 30 km dalla città, una cattedrale nel deserto”.
“Andiamoci”disse con tono deciso.
“Non dirai sul serio ?”
“Certo che sì! Scrivigli che stanotte saremo presenti, del resto dopo tutto ciò che abbiamo bevuto, forse è meglio svagarsi un tantino prima di tornare in villa”. Incuriosito e anche preoccupato del suo comportamento, per non scontentarla acconsentì. Scrissi dunque che stavamo per arrivare.
“Wow porti anche tua moglie, vi aspetto al privè”.
Conoscevo il Plaza, ma non benissimo.
Ci ero stato due volte in compagnia di Sebastian , che amava molto il locale. Era un night con relativi privè, di altissimo livello. Carissimo, solo per pochi eletti. Si spendono anche migliaia di euro in poche ore.Poi se ti accompagni alle fanciulle che lavorano al locale, non ne parliamo. Ma l’ambiente era pulito, molte donne era spesso presenti, oltre le “impiegate”si intende. I privè erano eleganti, alcuni con la Jacuzzi incassata nei pressi del tavolo. Le stanze ai piani superiori poi, non le avevo mai viste, ma Sebastian mi disse che erano ai livelli delle suite di Dubai .
Arrivati , un dipendente ebbe cura di parcheggiare la mi Audi e ci invitò ad entrare dalla grande vetrata. Quindi una bellissima mulatta prese i nostri soprabiti e ci disse che il Dottor Rambaudi ci aspettava dentro , per l’appunto in uno dei privè. La musica era soft, elegante e ricercata. Un brizzolato pianista suonava con maestria “feeling”. Le luci molto basse , ma gli arredi luminosi. Bellisime ragazze salutavano al nostro ingresso. Alcune in striminzite mise,che devo dire suscitarono il mio interesse e anche quello di mia moglie, ultimamente sempre più “solleticata” dalle donne. Salimmo le scale ai lati del pianoforte, salutammo con un cenno i tavoli accanto, con qualche conoscente dell’alta finanza accompagnati da mogli o amanti e poi arrivammo al tavolo di Rambaudi.
“Eccovi finalmente,stavo perdendo le speranze. Accomodatevi “
“Abbiamo fatto più in fretta possibile, ma sai l’alcool non mi ha permesso di correre molto”.
“Dai che adesso ci penso io a farvi bere qualcosa di buono”
Si avvicinò al tavolo una ragazza molto avvenente sulla ventina, con due grossi seni, il capello corto e nero corvino. Sembrava in grande confidenza con Guglielmo Rambaudi. “Portaci due bottiglie di champagne, splendore”
“Immediatamente Mister”, disse la fanciulla con un sorriso meraviglioso.
Tornò dopo pochissimo e prontamente egli la ringrazio con una mancia da 50 euro. Le disse: “aspetta che ti aiuto a intascarli a dovere” e le infilò la banconota nel suo corpetto, proprio nel taschino sopra una delle due tette enormi. La prego di sedersi con noi e lei accettò di buon grado. Si sistemò accanto a me, alla mia destra, mentre Ambra era alla mia sinistra e Guglielmo, dunque, accanto a mia moglie. Parlammo del più e del meno,ma mia moglie mostrò interesse per lo più per la dipendente del locale. Rambaudi ed io bevevamo e fumavamo i nostri sigari. Chiesi ad un ‘altra cameriera del whiskey . Arrivò un ottimo irlandese invecchiato. Poggiò la bottiglia e iniziammo a sorseggiarla. Le donne al nostro tavolo, dunque, iniziarono a parlottare e ad avere un atteggiamento più amichevole, sfiorandosi a volte le mani ed imboccandosi a vicenda nel degustare tartine al caviale e frutta fresca di stagione. Guglielmo propose un giro del locale, per mostrarci la parte celata ai più, di cui avevo sempre sentito parlare, ma che non avevo mai visionato. Accettammo di buon grado anche se l’alcool impediva una perfetta deambulazione. Monica, così si chiamava la ragazza, mi prese per mano, mentre Guglielmo aiuto mia moglie ad alzarsi dal comodo divano di pelle. Dunque la prese sottobraccio e si incamminarono ,traballando un po’ per l’effetto del mix di whiskey e dello champagne.
“Andiamo “disse sicuro.
Ero piuttosto curioso, ci addentrammo nel lungo corridoio che mostrava ai lati le stanze riservate e poi salimmo le scale che ci portarono ad uno dei piani lussuosi del locale, dove si poteva a detta del nostro Cicerone, prendere una suite. All’occorrenza,si intende .
Scherzava lui, ma sono certo che un pensierino lo aveva fatto su questa eventualità, anche se molto remota. Salendo le scale si staccò dal braccio di Ambra e rallentò con astuzia adducendo la scusa di dover trovare e inforcare gli occhiali. L’escamotage gli consentì di vedere il bel culo di mia moglie, fasciato dall’abito bianco ricamato, le sue generose forme che oscillavano eleganti davanti ai suoi occhi da porco. Niente, le scale non mi portano bene , rammentandomi l’ amaro ricordo di ciò che era capitato nel mio salone. Monica, invece, mi stringeva la mano e mi parlava dolcemente della storia del locale e del suo lavoro,che a detta sua, amava molto. Ero molto preso da lei, ma ero allo stesso tempo guardingo nei confronti di Ambra e Guglielmo. Concluso il giro e la relativa visita tornammo dallo stesso corridoio . Formavamo una fila di 4 da destra : Rambaudi,mia moglie,Monika ed io. Fu lì che mi accorsi con la coda dell’occhio di una mano che scivolò, per casualità “sicuramente” ,sul fondoschiena di mia moglie. Un tocco con il dorso della mano.
Quante cose facciamo noi uomini con il dorso della mano.
Tocchiamo e fuggiamo, ci spingiamo sempre con il dorso prima di affondare a piene mani. Il dorso è la scusa, l’assicurazione per evitare una magra fiigura. La brutta copia, la definirei, di una palpata in piena regola .
Il dorso dicevo…sul culo di mia moglie che velocissima si spostò con la scusa di saltarmi al collo per un abbraccio. Inutile dire che ne fui felice. Dopo la serata a casa mia con Sebastian, questa era davvero un’iniezione di fiducia per me.
Tornammo a sedere,nelle posizioni precedenti.
“Allora Alan cosa ne dici del locale? “
“Bello, molto elegante, molto esclusivo”.
Intervenne mia moglie “Non credevo esistessero posti del genere vicino casa nostra, ero convinta si trovassero solo in Nord Europa”.
“Dottoressa, l’italiano è un vero amante di questi ambienti. Io sono anni che frequento questo night, e conosco a memoria tutto il palazzo. Inoltre ho facoltà di muovermi liberamente in tutti gli ambienti. Merito delle mie carte di credito ahahahah” rise con la sua solita smorfia e si lanciò appoggiando il braccio sul divanetto, così da poter cingere, anche se molto lontanamente e discretamente, quasi virtualmente direi ,il collo di mia moglie e appoggiare, sempre con molta attenzione, le punte delle dita sulla sua spalla . Intanto Monica, con il permesso visivo e implicito di mia moglie, stava solleticandomi il braccio, massaggiandolo dolcemente.
“Dottoressa, suo marito ama i massaggi, mi fa piacere. Io sono diplomata in 5 tipi di massaggi diversi” disse con tono melodioso la ventenne.
“Si cara, Alan ne è un grande estimatore. Inoltre ha delle mani meravigliose, sa fare davvero cose che non immaginereste nemmeno”
Risero, e si toccarono di nuovo le mani le due belle signore al tavolo.
“Coraggio amore, dimostra che dico il vero, massaggia il collo di Monica, sono sicura che rimarrà stupita della tua maestria”.
“Dai Ambra, smettila” dissi imbarazzato. Ma il dado era tratto. Già Monica si era slacciata il corpetto, mettendo più in risalto la sua scollatura generosa. Non potei dunque che procedere ad un massaggio, leggero e attento.
“Dai Alan” disse Guglielmo “si vede che sei uno che sa il fatto suo” e con un movimento la sua mano scivolo vicino l’ascella destra di Ambra, che aveva da pochissimo tolto il copri spalle, stimolando l’acquolina in bocca del mio cliente. Vidi uno strano movimento mentre massaggiavo la mia giovane nuova amica dalla pelle deliziosa e fresca, trattata con un qualche olio di essenze floreali, che inebriava i miei sensi.
Mia moglie teneva le braccia conserte, non ne capivo il motivo. Ma poi, ad un’occhiata più attenta, anche se al buio, stavo capendone il motivo. Rambaudi cercava un contatto con lei ,tentando di appoggiarsi con le dita ad una delle sue grandi tette, passando strategicamente da sotto l’ascella. Nel frattempo Monica sospirava e dietro un “cenno consigliero” di Guglielmo iniziò ad avvicinare la mano nei pressi del mio rigonfiamento,già evidente. Mia moglie si godeva lo spettacolo, era per me una situazione assurda. Pochi giorni fa stavo attento nel toccare il gran bel culo di Arianna e adesso una sconosciuta mi stava per accarezzare il cazzo accanto a lei,per giunta sorridente e accondiscendente. Ambra aveva uno sguardo tra il curioso e l’eccitato, Monica iniziò a segarmi da sopra il pantalone di velluto. “Monì -disse Guglielmo- chiudi un pò il separè ‘.Di getto si staccò e chiuse parte della barriera divisoria, così la nostra postazione si uniformò a quello di tanti altri clienti, che nel frattempo si erano isolati. Adesso eravamo più protetti, almeno visivamente dal resto dei tavoli. Tornando, la ragazza si tolse il corpetto mostrando le grandi tette tonde e perfette. Tornò al suo posto e prima di riprendere l’elegante “pseudosega” , mi accorsi che mia moglie adesso, sempre braccia conserte teneva con la mano sinistra la mano destra di Guglielmo.
“Un altro brindisi dunque”disse Rambaudi con espressione godereccia. Aveva speso almeno 8000 euro tra champagne whiskey, frutta e tutto il resto.
“Rilassiamoci adesso- disse- godiamoci la musica e questi drink di livello”.
Il suo gioco mi era chiaro adesso. Mi offriva una troietta del locale in cambio di mia moglie. Uno scambio impari. Ma quanto mi stava eccitando questa troietta. Stavo impazzendo, forse per la situazione nuova, forse per lo sguardo di mia moglie che sembrava adesso più eccitata. Monica si protrasse in avanti avvicinandomi uno dei suoi seni alla bocca. Schiusi le labbra e iniziai a succhiarne il capezzolo. Nel frattempo si abbassava la cerniera del mio pantalone. Solo che non era la sua mano a dettarne il movimento, bensì quella di mia moglie. che con la destra mi slacciava anche i pantaloni con maestria, mentre con la sinistra teneva a bada la mano del porco, adesso un pò rassegnato, pur mantenendo l’eccitazione per la scena a cui stava assistendo e per lo spettacolo delle grosse minne di mia moglie Ambra.
“Dottoressa, siete una coppia meravigliosa – disse – magari mia moglie ed io avessimo questa complicità. Lei si girò e lasciò il mio pantalone, lo guardò e sorrise, ma quasi ignorandolo si rivoltò’ verso di me e la troietta del locale. Monica mi schiacciò le tette in bocca,mi stava soffocando, quindi mise la mano dentro il mio boxer. Adesso aveva il mio cazzo durissimo in mano. lo carezzava piano, fin quando lo prese in pugno. lo tirò fuori. Svettava fiero, bello tonico,stavo godendo come un porco. Non riuscivo a capacitarmi ancora della situazione. Mia moglie lasciò la mano di Rambaudi ,ma nonostante ciò,usò la sinistra per abbassare il mio boxer nero. Soppesò le mie palle, mentre Monica iniziava a segarmi pianissimo porgendomi la sua tetta sinistra che succhiavo senza tregua. Ambra era diversa sembrava un’altra.
Come in un film porno Guglielmo provò ad afferrare una tetta di mia moglie, adesso che la sua mano era libera, ma la mia Dea si svincolò. Con la sinistra intanto il Dottore stava toccandosi sopra il pantalone. Una strana bozza nella penombra si intravedeva. Tolse, dunque, la mano destra dalla parte superiore del divanetto e tornò in una posizione più naturale. Da quel lato del divanetto gli attacchi erano vani, lo capì finalmente. Ambra massaggiava le mie palle mentre Monica si avvicino con la lingua e iniziò a succhiarlo tutto. Prima lavorava con astuzia la cappella, come solo le pompinare professioniste sanno fare, poi lungo l’asta insalivava il mio cazzone. Una pompa strepitosa. Istintivamente iniziai a gemere e a respirare più lentamente e portai una mano alla sua testa spingendola verso il basso. Con l’altra invece mi posai sulla coscia di mia moglie, entrai dentro uno dei due spacchi del vestito, arrivai fino alla coscia, scoprendola parzialmente e offrendola visivamente a quel porco seduto al suo fianco. Vedeva un pò di più,adesso, le intimità di mia moglie,che in questo frangente non capiva più nulla. L’ eccitazione era massima. Nel’interno coscia a 7 – 8 centimetri dalla sua ficona sentivo i suoi umori che scivolavano dal suo sesso. Mia moglie era un lago, forse stava godendo più di me. Salì ancora, avendo cura che non la scoprissi troppo, e arrivai nel laterale destro della sua fica, un fiume in piena. Sembrava di aver messo la mano in un barattolo di glucosio. Volevo la sua fica ,mentre già masturbavo Monica, che aveva tolto tutti gli indumenti striminziti con cui era vestita. La sua fica era completamente rasata. Piccola, con un piercing nei pressi del clitoride tipico delle ragazze di oggi.
Guglielmo nel frattempo non aveva più i calzoni e la mutanda . il cazzo oscenamente di fuori. Eretto al massimo era davvero corto, una decina di centimetri, ma aveva un circonferenza enorme che faceva da contraltare. Grosso come il fondo di una bottiglia da mezzo litro. Con la sinistra se lo menava piano guardando la scena; ma era quello che stava ottenendo meno e spendendo di più. Con coraggio, dunque, posò la mano sul ginocchio di Ambra. Pensate la scena: il vestito di mia moglie adesso era in mezzo alle sue stesse gambe , dagli spacchi fuoriuscivano le sue lunghe gambe e parte delle sue belle cosce . Da un lato la mia mano nella sua calda ficona, dall’altra un porco col cazzo tozzo che si segava con la sinistra e con l’altra tentava un approccio sul suo ginocchio dorato. Guglielmo iniziò a muoversi un pò con la mano e spostò il vestito ancora verso il centro. La mia Dea lo lasciava fare mentre anche lei iniziò a succhiarmi il cazzo in tandem con Monica. Adesso si baciavano sulla mia minchia scoppolata. Lingua con lingua,indecentemente intrecciate. Era la sera più bella della mia vita. Rambaudi conquistò con pazienza metà coscia di mia moglie. Andava cauto, ma stavolta stava portando a casa il risultato. Avanzava nella sua salita,trionfante con la sua mano grande era diretto al piacere , seguiva il calore, l’odore della fissa di mia moglie. La sua mano premeva la carne della mia Dea,stava godendo pienamente delle sue lascive cosce. Ma voleva posare la sua mano nella fessura segreta della mia sposa, quando a pochissimi centimetri dalla sua passera in fiamme e gocciolante lo fermò nuovamente con una mano-macigno, come a mettere un divieto di accesso. Era frustrato, ma io stavo impazzendo. Lui era eccitatissimo. Poteva di certo venire dal mio lato e toccare o scopare Monica, anche nel culo ne sono certo. Ma non era questo il suo intento. Voleva solo e soltanto chiavarmi la moglie. Riscese lungo la coscia e Ambra, scampato il pericolo, lasciò la sua mano. Con l’altra intanto il maiale continuava a segarsi. Io invece, attraverso il piccolo perizoma della Dea iniziai a inserire 3 dita nella sua fica e nel movimento sussultorio avevo scoperto un pò dei suoi peli. Mezza fica di fuori. Guglielmo era in estasi, la fica di mia moglie a portata di mano; bella morbida, la stavo scopando con le dita, mentre Monica mi spompinava e si stava adesso godendo il ditalino. Avevo due mani in due fisse diverse. Quel porco, intanto, si avvicinò all’orecchio della mia dolce metà e iniziò a leccarla e a baciarla viscidamente nei pressi del collo. Era quel poco che lei concedeva d’ altronde. In preda all’eccitazione voleva dire qualcosa piano al suo orecchio, ma non ruscì a trattenersi e le disse: “Dottoressa, lei e’ meravigliosa, voglio scopare.Voglio scoparla, le darò tutto ciò che desidera. Pagherei qualunque cifra, ma voglio chiavarla, quì… adesso, di fronte a suo marito”.Poi si rivolse a me “Alan, bastardo ti stai divertendo, premiami ti prego, voglio sbattermi tua moglie, ti supplico. Voglio infilare il mio cazzo nella sua fissa e strizzare le sue tette da vacca. Dille di lasciarsi andare, di fidarsi, in cambio chiuderò con tutti gli altri fornitori, ti renderò il più ricco dei chimici italiani. Gli appelli provocarono sussulti in Ambra ( che si dovette sentire piacevolmente alla stregua di una buttana ) e perfino in me. Ma io non c’ero ,ero assente : il cazzo nella bocca di Monica, dita nelle due fiche. Mia moglie intanto stava godendo , mi guardava quasi interrogandomi su ciò che aveva sentito, ed io in quel momento avrei dato via libera a tutto. Avrebbe potuto persino sborrarle in fica con quel cazzo grossissimo. Non avevo limiti , ormai. il maiale intanto succhiava il suo collo e con la mano appoggiò il palmo sulla sua tetta. Solo nella parte scoperta. C’era adesso da levare il vestito, farlo scendere appena un pò almeno,così da scoprire il capezzolo. Allungo le dita dunque, la resistenza di mia moglie adesso era più blanda e giunse alla fine ad uno dei suoi capezzoli. Lei apri gli occhi, come ad interrogarmi nuovamente, io per risposta li chiusi. Pensai che una tetta massaggiata o strizzata e porzioni del collo potessero essere una vantaggiosa contropartita per ciò che mi stava accadendo. Del resto il merito era del porco, se questa serata non l’avrei mai più dimenticata. Per lui era comunque una vittoria e non perdeva occasione di sottolinearlo: “cosi’ dottoressa, da brava, che belle tettone. Lo sapevo che eri una gran porca, da quando ti ho visto oggi, l’ unica cosa che volevo era scoparti, sapevo che ti sarebbe piaciuto. Con uno stacco violento scopri una coppa del vestito. Queste parole mi provocarono nuovamente un picco di eccitazione e, anche in Ambra, sortirono un buon effetto, si allargo ancor di più e spalancò le cosce. La grande minna di fuori e il porco che la palpava senza sosta. I capezzoli si inturgidirono , diventando chiodi di carne. il bastardo prese la sua candida mano per portarla al suo cazzo. Voleva assaggiare una sega fatta dalla mia Dea, con quelle mani curate e le unghie pericolosamente affilate. Voleva essere masturbato da lei per poter sborrare almeno.
“Dai buttana segami il cazzo”ma lei si svincolò dalla presa, mentre io stavo quasi per sborrare. La mia consorte iniziò ad ansimare più forte, tipico di quando era prossima all’orgasmo. Oscena, con le cosce aperte, ma coperta dal vestito e da parte del perizoma stava per venire davanti a due sconosciuti. Infuriato Rambaudi si protrasse in avanti e le abbassò il vestito. Adesso aveva le due grosse borracce di fuori, meravigliose, la collana accentuava ancor di più l’abbondanza del suo seno. iniziò a succhiarle le tettone e a strizzarle aggiungendo “Così porca ,si così dammi le tue grandi tette,sì …così mi fai sborrare”,poi confuse la sua mano con la mia ,mentre lei stava per venire , sposto il vestito prese il perizoma e violentemente lo strappò .Adesso era con la fica ben esposta e le tettone scoperte e piene di saliva del porco, che posò la mano sulla mia, che la stava penetrando e portando all’orgasmo. Da tutta la sera voleva arrivare alla sua fissa . Ecco il momento atteso da mia moglie, l’ orgasmo violentissimo “siiiii godo siiiiiiiii,Alan continua si ” stantuffavo con le mani la fica della Dea e da poco il culo della troietta ventenne con la stessa forza. Adesso toccava a me sborarre ; avevo anche paura per quanto sarebbe stato, di certo, violento. Guglielmo con il grosso cazzo in tiro si diede una decina di colpi ben assestati segandosi gridando “si si sborro buttana, sto godendo vacca. ooooo si Alan sborro su quella troia di tua moglie, guarda mentre la tratto come una buttana ” a queste parole sborrai litri di sperma nella bocca di Monica, che fece fatica a ingoiare nonostante fosse del mestiere. Un orgasmo mai provato prima, mentre vedevo la sborra del dottore colpire l’esterno coscia di mia moglie. Ebbe un fremito anche lei ,pur essendo appena venuta. La calda sborra del mio cliente si condensò macchiando la gamba di Ambra,finendo su quella parte della coscia che avevo ammirato in auto poco prima. Sulla sensuale cellulite delle sue cosce burrose e seducenti al punto giusto che, poche ore prima, erano incontaminate . Ci abbandonammo sui divani per un pò. Quindi ci rivestimmo con leggero imbarazzo. Mia moglie uscì dal locale senza mutande, strappate ormai da quel viscido. Ci salutammo e prendemmo la strada di casa. La Dea dormì per tutto il tragitto di ritorno. La aiutai a spogliarsi ,poi una doccia insieme e la portai sul letto. Le aprì le cosce, iniziai a leccarle la fica. 5 minuti appena , poi le dissi “vienimi in bocca troia”e mi inondò . Ci addormentando mentre iniziava ad albeggiare
…continua…