Papà, sei un porco!

Ero stanca quella sera, l’emicrania stava ripartendo a mille e la mia amica Monica era sempre a rompermi le scatole con le sue storie malate. Il parabrezza era perennemente appannato, la sua guida era instabile e la pioggia non cessava di venire giù neanche un minuto. Quel venerdì sera sembrava essere destinato al disastro anche perché, giunti al locale, ci fu la sorpresa: ‘chiuso per lutto’.

Ritornammo indietro e non avevo davvero voglia di andare altrove. Mi ero vestita provocante e truccata bene con la semplice intenzione di provocare Marco, il mio ex, proprio lì, nel mio locale preferito, dove lui lavorava. Niente da fare, fummo costrette a ripiegare sul bar di paese e, dopo insistenti sguardi alle mie cosce e alle tette della mia amica da parte dei miei compaesani, decisi di ritornarmene a casa in compagnia di Monica e rimanerci per dormire sino alle due del giorno dopo.

La gomma della sua Uno saltò in aria e tirammo giù, per la prima volta, tremila bestemmie, una dietro l’altra, non curanti della nostra fede. Provai a chiamare mio padre ma il cellulare era scarico e così decidemmo di tornarcene a casa a piedi dove poi avremmo chiamato il papà di Monica.

Dopo un quarto d’ora sotto l’acqua suono il campanello e mio padre viene ad aprire sotto shock.

Detto questo mi fece entrare e, prima ancora di farci andare ad asciugare, si preoccupò di portarci delle coperte di lana e un bicchiere di Montenegro.

Ci sedemmo di fronte al camino e raccontammo a mio papà le disgrazie della serata mentre i bicchieri di Montenegro continuavano a salire di numero.

Lasciai correre in bagno Monica che con quella gonna stretta riusciva a malapena muovere le gambe in direzione del bagno. Notai che lo sguardo di mio padre era finito sul culo della mia amica e, appena lei chiuse la porta del bagno, gli dissi due cosine’

terminai sorridendo e lui mi rispose allegramente che non era il caso di prendersela e che gli occhi avrebbero potuto avere la loro parte senza avere troppi problemi.

le risate si moltiplicarono e per la prima volta mi sentivo a mio agio con mio papà, sebbene la posizione e i vestiti che indossavo non fossero dei più casti. Mi faceva sempre problemi quando uscivo con qualche gonna con spacco e scollature varie ma, quella sera, sembrava ci fosse una complicità mai avuta e la cosa mi faceva stare bene, mi faceva sentire protetta.

Mio papà &egrave un uomo dolce con due spalle larghe ben piazzate che, a differenza di molti ragazzi di oggi, appare quasi come un figaccione d’altri tempi. Penso che dovrebbe fare l’attore e non il ragioniere, a 45 anni suonati ha un aspetto così giovane e autoritario che potrebbe bucare gli schermi.

Mentre pensavo a queste cose notai i suoi occhi che si soffermarono all’altezza del mio bacino. Non mi ero accorta di aver lasciato aperte le mie gambe e, stravaccata come ero, mi si vedeva tutto, dalle calze autoreggenti alle mie mutande blu in pizzo. Mi sentii imbarazzatissima, chiusi le gambe al volo e gli chiesi scusa.

non riuscii a resistere a provocarlo con quella battuta, non riuscivo a comprendere se lui avesse davvero potuto apprezzare una ragazza così giovane e per altro che conosceva da anni.

Mi chiuse la bocca e lo stomaco con i suoi occhi scuri e mi sentii una merda ma l’aria pesante fu tagliata dall’uscita di Monica dal bagno.

Rimasi senza parole, si era tolta i vestiti ed era rimasta con la coperta addosso tenendo sotto braccio i vestiti bagnati.

Mio padre così premuroso non l’avevo mai visto e, mentre mi rimettevo indosso gli occhiali per vedere meglio cosa si era tolta o meno, notai che aveva avuto il buon gusto di tenersi reggiseno e mutande e la cosa mi fece calmare…per un attimo pensavo che volesse lanciarsi nuda di fronte al camino. E’ una tipa un po’ pazza e certe cose le fa senza neanche pensare troppo alle conseguenze. Si sedette con la coperta sino al mento e invitò mio padre ad offrirle qualcosa di più forte di un amaro. Monica non esitò a dargli pan per i suoi denti: .

sbottò mio padre ma Monica lo fermò bruscamente .

Mi venne il voltastomaco a sentire una domanda del genere e mi alzai di velocità e mi rinchiusi nel bagno. Mi tirai giù gli slip mentre sentivo quel che si dicevano e, nonostante parlassero a bassa voce, li sentivo. Questo mi fece pensare e sorridere al fatto che Monica avesse dunque sentito degli apprezzamenti paterni sul suo culo’mi misi sul water e iniziai a pisciare tutta la rabbia e l’alcol ingerito e nel contempo mi resi conto di come fossi strana..bagnata’ma bagnata ed eccitata per cosa? I discorsi sentiti? Il tabù della migliore amica che ci prova con papà? Oppure’.lo sguardo di mio papà tra le gambe? Oddio, non volevo pensarci, mi pulii, mi sciacquai la bocca e mi lavai i denti, nella speranza di poter vedere il letto subito e dormire per un’eternità.

Intanto non sentivo più i loro discorsi e non feci tanto caso al fatto se non quando mi pareva tutto d’un tratto di far troppo rumore in bagno. Chiusi l’acqua, mi calai la gonna e mi tolsi la maglietta umida e mi coprii con l’accappatoio. Aprii la porta e vidi una cosa che mi fece gelare il sangue.

Monica era a pecorina che succhiava il cazzo di mio padre con una voracità tale da farmi sentire male in un nano-secondo. Mio padre teneva la testa indietro e gli occhi chiusi mentre lei lo succhiava sempre più forte, stuzzicandogli il culo e le palle con la mano sinistra.

Rimasi inebetita e, avvicinandomi a loro riuscii solo a dire .

Sembrava non mi avessero neanche sentita finch&egrave, quasi dietro a mio padre, lei staccò la testa dal grosso pene e mi guardò con una faccia assatanata: e, neanche dopo un secondo si rimise a succhiare avidamente il glande di mio papà. Avevo le gambe che mi tremavano e la testa che mi girava. Mio papà era lì seduto senza neanche avvertire la mia presenza, sembrava che la lingua di Monica lo prendesse a tal punto di non accorgersi di chi aveva alle sue spalla: la sua bambina.

Cercai di urlare ma mi venne fuori una frase a metà tra l’incazzato e il patetico .

mentre mi diceva quelle parole fredde e distaccate menava l’uccello di mio padre come una selvaggia, digrignando i denti e invitandomi con la lingua. .

Mio papà aveva intanto aperto gli occhi e dalle sue fessure si capiva il disagio ma la forte eccitazione a farsi succhiare e a farsi guardare da me. Allungò una mano e mi prese per i fianchi bisbigliando qualcosa che capii come ‘perdonami ma’&egrave più forte di me’vai su se vuoi”

Ero bloccata e non sapevo cosa fare, l’unico istinto che ebbi fu quello di prendere la mano a mio padre e dirgli ‘non ti preoccupare’.

Mi soffermai a vedere la mia amica impegnata nel suo gran lavoro e poi decisi di lasciarmi andare, di lasciarli lì, di lasciar sfogare mio padre’era tempo ormai che mia madre non c’era più’ne aveva anche il diritto’mi stavo per allontanare quando Monica mi fermò.

. Mi bloccai e mi girai guardandola con odio. ma Monica non sembrava fermare la sua vorace sensualità e menando di continuo il cazzo di mio papà, si tirò via il reggiseno e mi lanciò una sfida: e ridendo come una troia si fece calare il tanga e senza troppi inviti, si fece impiantare il cazzo di mio padre dentro. Iniziarono a fottere di fronte a me, senza esitazione, senza problemi’io mi sedetti e mi lasciai andare’per la prima volta vedevo due persone vere scopare di fronte a me’non un porno, non un’orgia scaturita da chissà quale fantasia’due persone stavano scopando di fronte a me e i loro gemiti mi fecero salire la pressione, la temperatura’l’eccitazione!

Mi spostai gli slip, allargai le cosce e inizia a masturbarmi mentre Monica si era già girata verso il camino e si faceva inculare dal cazzo esperto di mio padre. ‘quella puttana era stata in grado di scatenare una follia istintiva in me e mio padre e quella frase lanciò l’ultima chance di poter sperare nella normalità’mio padre rispose: .

Dio, a sentire mio padre che diceva quelle cose su di me, mi faceva star male, mi fermai nella mia masturbazione e, scioccata cercai di liberarmi da quella situazione e mi alzai per scappare. Ma Monica mi prese per un braccio e mi gettò a terra. . Mi alzò per i capelli e mise il mio volto di fronte al pene di mio padre non resistetti. Ingoiai il glande di mio padre e tra lacrime, nervoso ed eccitazione iniziai a spompinarlo come una forsennata, mentre Monica mi penetrava con le sue dita affusolate. Mio papà mi prese la testa con forza, me la staccò dal suo enorme cazzo e mi sborrò in faccia, schiaffengiandomi col suo glande, poi si ributtò sul divano, esausto.


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Incesti

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