“Mi diceva che ciò risvegliava in lui un istinto di competizione, un sentimento per lui non facile da gestire perché non impostato sulla gelosia ma su qualcosa…”
Paolo era un 35enne, bancario presso una agenzia adiacente al bar dove
ogni giorno facevo colazione, con cui si era creato un rapporto di sincera amicizia. Fu lui a confidarmi che si ingelosiva e si eccitava al pensiero di vedere la sua fidanzata desiderata e abbandonata tra le braccia di un altro uomo. Mi diceva che ciò risvegliava in lui un istinto di competizione, un sentimento per lui non facile da gestire perché non impostato sulla gelosia ma su qualcosa di sofferto ma al tempo stesso inebriante e afrodisiaco. Mi disse che aveva scoperto questa sua perversione tempo addietro, già con le sue ex, ma tutto a livello di sola fantasia. Adesso però, ossessionato da questa fissazione, dopo averne parlato a lungo anche con la sua ragazza, si era deciso a rompere gli indugi e mi propose di aiutarlo a vivere questa esperienza.
La cosa m’intrigava e accettai di buon grado.
Mi parlò allora di Lidia, la sua fidanzata, una ricercatrice farmaceutica, colta e raffinata, sui 30 anni, molto carina e concordammo un incontro conoscitivo.
Il patto era che io, a ogni appuntamento e a ogni telefonata con sua ragazza, avrei dovuto riferirgli dettagliatamente cosa avevamo fatto o detto e come l’avevo corteggiata e insidiata.
Dopo il primo ritrovo dove Paolo mi presentò la sua ragazza, seguirono alcune telefonate e qualche breve incontro. Mi resi subito conto che Lidia “mi dava spago” e la prima sera che uscimmo, solo per una pizza, la corteggiai con garbo e al momento dei saluti mi limitai a qualche bacio e a delle avances non molto spinte. Benché in piena notte, dovetti raccontare a Paolo, nei dettagli quanto era successo, di quando e quanto l’avevo baciata, come gli avevo accarezzato i seni nel salutarla sotto casa e di quanto fosse liscia la sua pelle.
Lui mi disse che il racconto lo turbava ed eccitava al tempo stesso, che queste emozioni risvegliavano in lui quell’istinto di competizione innato nel maschio e quel desiderio atavico di riconquista della femmina e che erano sensazioni completamente diverse da come l’aveva immaginate.
Alla fine della settimana arrivò il momento in cui avrei dovuto rivedere Lidia. L’appuntamento era in un piano bar vicino casa mia. La stavo aspettando, quando Paolo mi telefonò, per ricordami di chiamarlo a qualunque ora per raccontargli ogni cosa di quello che sarebbe successo con la sua ragazza.
La vidi entrare dopo pochi minuti nel locale. Lidia indossava con un completino gonna giacchettino molto sobrio ma con uno stile e una grazia tale da farmelo dirizzare al solo pensiero di ambire su cosa c’era sotto. Ci accomodammo e tra una parola e un ballo al suono della musica soft del locale facemmo abbastanza tardi. Verso le due uscimmo dal piano bar e ci recammo, abbastanza allegri, su da me.
Ci baciammo con passione e, sorridendo gli indicai il bagno per spogliarsi. La vidi uscire con indosso solo una maglietta che gli avevo prestato, nella penombra immaginai le sue forme, ma mi sembrava tesa e indecisa.
Pensai: “lo stava facendo solo per assecondare i desideri perversi del suo ragazzo, in fondo era solo la seconda volta che ci s’incontrava e avevamo bruciato parecchie tappe o lo faceva solo per puro piacere?”.
Si accostò al letto ed io la abbracciai con delicatezza per farla sciogliere un po’, la baciai a lungo e piano piano cominciai a scendere dal collo al petto soffermandomi sui seni e sui capezzoli, e poi giù tra le sue gambe per assaporare quella meravigliosa fichetta tutta bagnata.
Lidia era proprio una donna desiderabile oltre che sensuale.
Mi distesi, la feci mettere a cavalcioni e la penetrai lentamente. Avevo il cazzo pieno di umori e cominciai a muovermi ritmicamente con spinte di volta in volta più profonde.
Sembrava finalmente che la tensione iniziale si fosse sciolta, e continuai a prenderla in svariate posizioni facendola abbandonare più volte a dolci orgasmi. Ci fermammo e ci addormentammo esausti per alcune ore.
Prima di prendere sonno mi venne in mente Paolo, mi domandai cosa stesse pensando non ricevendo ancora nessun messaggio, ma di certo non potevo chiamarlo in quel momento…
L’indomani, nel dormiveglia ci scambiammo qualche effusione io gli accarezzai la schiena e lei me lo prese in mano per accarezzarmelo. Mi girai supino e Lidia si chinò usando la mia pancia come cuscino per osservare bene il mio pene che nella nottata aveva solo sentito in fica, poi se lo prese in bocca e cominciò a succhiarlo mugolando di piacere. Anch’io cominciavo a godere e ad ansimare, era la prima volta che me lo succhiava e mi piaceva troppo. Alla fine, quando stavo per venire, se lo sfilò da bocca e mi fece sborrare sul collo e sui seni. Ci riposammo di nuovo e appena destati, Lidia si rivestì in fretta per andarsene.
Mi baciò a lungo per salutarmi ma quel bacio mi eccitò di nuovo, la distesi sul letto e cominciai a spogliarla freneticamente. Proprio allora Paolo, che non aveva ancora ricevuto nessuna chiamata da me telefonò per avere notizie. Per rispondergli, mi alzai dal letto, mentre Lidia con disinvoltura vedendo il mio pene davanti alla faccia, se lo perse in bocca e cominciò a succhiarmelo di nuovo, spingendoselo fino a soffocarsi. Farfugliai alcune frasi di risposta e appena chiusa la conversazione, infiammato dal desiderio, abbracciai Lidia e cominciai a scoparmela eccitatissimo. Quando poi mi chiese di venirgli in fica perché prendeva la pillola persi ogni controllo di me e mi concessi a un orgasmo intenso e liberatorio, prima di stendermi sul letto completamente sfinito. Solo allora Lidia riuscì a salutarmi e andare via.
Stavo ancora disteso sul letto disfatto come me dopo una notte di sesso quando bussarono alla porta. Era Paolo! Mi disse che non era riuscito ad attendere più la mia telefonata, che per l’agitazione non aveva dormito più di un paio d’ore e che più volte era andato sotto casa di Lidia per vedere se fosse rientrata. Ora stava malissimo, voleva vedere il luogo dell’incontro e di sapere tutto quello che avevamo fatto.
Io avrei voluto dormire, non avevo voglia di parlare, ma i patti erano quelli e poi lo vedevo così agitato e ansioso, non sarebbe andato via facilmente e quindi cominciai.
Gli raccontai tutto, anche i particolari più scabrosi, e lui come impazzito in un turbinio di passioni, tra gelosia ed eccitazione, come un animale che cerca di rimarcare il proprio territorio si stringeva a se i cuscini e le lenzuola dove ero stato con Lidia, annusandole proprio come un animale, per sentire l’odore del rivale. Poi quando gli accennai alla sua telefonata e lei che mi spompinava, non ce la fece più, si aprì i pantaloni e si masturbò davanti a me sborrando copiosamente sul letto!
Mi lasciò di stucco! Non avrei mai pensato a una simile reazione, ma non ebbi la forza per replicare, in fondo ebbi compassione della sua perversione e vedendolo in quello stato, che mi chiedeva perdono per quello che aveva fatto, lo scusai. In fondo avevo trascorso una serata magnifica in compagnia di una donna stupenda che aveva scopato non solo per il suo Paolo ma principalmente per il suo godimento.
In seguito avemmo altri incontri del genere ma con la presenza di Paolo.
cicciosv
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