“Mi fece accomodare davanti allo specchio e mi chiese come volevo i capelli, mentre nel frattempo cercava di sistemarli con le mani…”
Era la seconda volta che, con un paio di amici, si decideva
di fare le vacanze nel posto più estremo che esista al mondo, la viziosa e depravata Thailandia.
Si, non è solo quello… natura, spiagge… ma del resto avevamo poco meno di 30 anni, senza scrupoli o sensi di responsabilità, quindi quale posto migliore per divertirsi ed eccedere col sesso?
Sarebbe stata una vacanza di vita notturna, discoteche e soprattutto ragazze, ragazze e ragazze.
Il lungo viaggio tappati per 11 ore su un volo economico stretti come sardine, il caldo soffocante appena usciti dall’aeroporto, il viaggio in un precario taxi con la voglia di arrivare al più presto in un fresco letto per riprendersi dal jetleg.
Finalmente eravamo lì, nella “città perduta”, tra caldo soffocante, caos, odori di cibi cotti per strada e quel permanente odore di fogna: “da pazzi!!” penserebbe qualcuno… ma il gioco vale la candela e lo sa chiunque ci sia stato almeno una volta.
Le vacanze si svolsero nel modo più classico, quasi senza mai vedere la città di giorno e rincasando quando le prime luci dell’alba illuminavano il lungomare e le tantissime traverse piene di bar, locali notturni, strip club e discoteche.
Quel giorno decisi di non dormire fino a tardo pomeriggio, soprattutto perché (stranamente) stavo rientrando in hotel non accompagnato da qualche bella ragazza rimediata in discoteca. La notte, nonostante il buio era calda e afosa e il mio taglio di capelli di certo non favoriva. Mi serviva un taglio più estivo… qualcosa che mi impedisse di sudare e grondare come una fontana non appena allontanato dai locali climatizzati.
Un acconciature lei/lui, nulla di più facile da trovare per i vicoli della città: tra bar, centri massaggio, ristoranti e empori, ciò che non mancava erano proprio i “Baeuty Salon”.
Cammino e ne vedo uno che dava l’impressione di essere climatizzato e avvicinandomi vedo la proprietaria seduta davanti la vetrina… o il proprietario… non so!
E’ un classico del posto: bar, musica, caos, ragazze e katoey, o meglio ladyboy, ma per dirla all’italiana, transgender. Dico un classico perché i transgender in quella zona sono davvero tantissimi, ma non solo per via del sexbusiness, sono sopratutto impegnati nei lavori più legati alla vita quotidiana, come commesse, cameriere dei ristoranti, dipendenti di hotel e sopratutto titolari di saloni di bellezza. Poi non esiste l’imbarazzo che si può notare in molta gente qui da noi alla presenza di un trans, lì è tutto molto più “easy”, tutto più ordinario.
Non sono un moralista, quindi che differenza fa se è una pettinatrice o un acconciatore: il locale sembra decente e attrezzato, quindi saluto ed entro.
Lei, d’ora in avanti la chiamo “lei” perché è quello che mi ha dato l’impressione di essere, è alta e slanciata, un viso molto femminile e curato, per nulla mascolina, tranne la presenza “importante” di due spalle da nuotatore degne della Pellegrini; anche le mani erano piuttosto androgine e le braccia un po’ troppo muscolose per una donna, ma solo ad un occhio intransigente.
Mi accoglie col classico saluto Thai e con il canonico sorriso, chiedendomi di cosa avessi bisogno: “Cut my hair”, risposi.
Mi fece accomodare davanti allo specchio e mi chiese come volevo i capelli, mentre nel frattempo cercava di sistemarli con le mani. Solita spiegazione, corti ai lati e dietro e un po meno sopra, mimando a gesti ciò che stavo dicendo nel caso non fosse stata così pratica dell’inglese. Chiesi anche di poterli lavare prima e dopo, una mia classica abitudine.
Ci trasferimmo nella zona lavaggio e mi accomodai sulla poltrona; L’acqua apparve fresca nonostante fosse calda, vista la temperatura esterna, e le mani un po’ mascoline apparvero subito delicatissime e armoniose. Il lavaggio terminò con l’asciugatura e con un leggero massaggio alla nuca e alle spalle. Un massaggio, un altro classico Thai, un paese nel quale chiunque sa massaggiare un po’ come da noi in italia, chiunque sa preparare un piatto di pasta.
Tornati davanti allo specchio cominciai a guardarla meglio: bello sguardo e labbra pronunciate, splendida dentatura bianchissima, bei capelli lisci che sovrastano una strettissima maglietta. Bel seno, sempre se vero, ombelico in vista e leggins che, per via della luce bassa, non sembrano mostrare nessun rigonfiamento, o detto più volgarmente, pacco!
Era carina… anche brava… sorrideva sempre quando la guardavo nello specchio e non apparve timida nell’appoggiarsi a me mentre tagliava i capelli. Si appoggiò e mi accarezzò il viso senza problemi, forse solo per togliermi i capelli tagliati, ma con molta malizia.
Dopo 10 minuti, fatto! Via la mantellina, un po’ di gel e di nuovo un breve massaggio alla nuca a alle spalle, quando ad un tratto mi chiese se il massaggio lo volessi completo! Io sorrisi, e chiesi “Ma dove?”
Lei rispose “Upstairs…”, al piano sopra, in parole povere.
Uhmmmm… mi passarono 5000 pensieri in testa in mezzo secondo, ma dalla mi bocca mi uscì solo un timido “OK!!!”.
Vedi lei che si avvicinò alla porta di ingresso, la chiuse a chiave e girò il cartello “Open”. Si avvicinò a me, mi prese per mano, ci avvicinammo al retro dove c’era la ripida scala che saliva al piano sopra. Lei si raccomandò che mi togliessi le scarpe facendo altrettanto.
Eccoci su, era scuro ma fresco, lei mi chiese se volessi farmi una doccia e mi indicò gli asciugamani. “Before and after, again”, risposi… cioè “prima e dopo di nuovo” come già avevo fatto per i capelli;
presi il mio asciugamano e andai in bagno, mi spogliai e mi docciai, uscendo rinfrescato con l’asciugamano legato in vita.
Nel frattempo lei aveva preparato un fouton nel quale mi fece sdraiare, dicendomi di aspettarla 5 minuti rilassandomi, mentre si faceva una doccia anche lei.
Tornò a breve con una canottiera lunga che fungeva anche da gonna, si sedette sui talloni alla mia sinistra e mi chiese di voltarmi di schiena; mentre mi giravo, mi sfilò l’asciugamano e in pochi secondi cominciai a sentire il classico odore di eucalipto e canfora e le sue mani sulla mia schiena.
Amo i massaggi ad olio, al contrario di quelli classici thailandesi, troppo energici e dolorosi… mi piace sentire le mani che scivoano sulla pelle seguendo i margini della muscolatura e trovo rilassantissime le pressioni fatte in zona lombare e tra le spalle.
Mi face cenno di girarmi, e così feci, mostrandole il mio cazzetto appena barzotto.
Lei mi guardò, guardò lui e mi sorrise toccandomelo furtivamente con un dito, quasi a volerlo salutare… uhmmm, eccitante!
Proseguì il massaggio e più passava il tempo e più le sue mani insisterono nella mia zona inguinale, ma senza mai sconfinare in zone “rosse”! Mi sentivo eccitato e nello stesso tempo sconcertato del fatto che quella gentile signorina fosse in realtà del mio stesso sesso.
Non so come mai, ma senza pensare allungai una mano sulla sua coscia e salii verso l’alto fino a toccarle il sedere! Per lei fu come lo sparo di uno starter in una gara ai 100 metri! Comiciò a toccarmi l’uccello che da barzotto comiciò a drizzarsi e indurirsi.
Spostai la mano fra le sue gambe, ero curioso e agitato, probabilmente lei si accorse che mi stava leggermente tremando la mano; trovai qualcosa di nuovo: era grosso poco più del mio, metti 14 centimetri, con una pelle liscia come il velluto ma con un interno duro come l’acciaio. Lo toccai a lungo, fino a quando lei si sfilò la lunga canottiera mostrando delle piccole tettine da adolescente. Le toccai il petto, i capezzoli e lentamente scesi lungo la pancia piatta fino a quel glande che le spuntava tra le cosce.
Si alzo e si sedette sulle mie gambe e cominciò un favoloso pompino, forse con l’uso un po’ invadente di denti, ma che tutto sommato mi faceva godere come un matto. le sue mani mi massaggiavano il petto, mi strizzavano i capezzoli… io ero in visibilio!
Le presi una mano e la tirai verso di me… non so come mai, ma ero curioso di vederla nella sua interezza e quindi la feci alzare in ginocchio. Lei avanzò verso di me arrivando con il suo pube proprio sotto il mio mento: era bella, femminile e un po’ maschile nello stesso tempo! Sentii le sue palle fresche e morbide cadermi sul mento e con un gesto abbassai quel bel cazzo e me lo misi in bocca.
Strano, in bocca sembra enorme, ma non era molto più grosso del mio! Succhiai a lungo mentre con le mani toccavo quel culo che appariva tanto morbido da non capire come potesse essere maschile.
Stavo succhiando un cazzo per la prima volta!
Lei nel frattempo continuava a toccarmi l’uccello quando cominciò a trafficare con una pochette e tirò fuori due profilattici, ne aprì uno coi denti e arretrò fino a tornare a sedersi sulle mie ginocchia.
Prese i nostri cazzi con una mano sola e comiciò a segarli all’unisono, una sensazione bellissima sentire le due cappelle che si sfioravano e i suoi morbidi coglioni sopra i miei.
Mi incappucciò, prese dalla pochette un po’ di gel, se lo mise dietro e in un baleno si sedette sul mio uccello!
Non era la prima volta che scopavo un culo, infatti rimasi sorpreso dalla facilità nel penetrarlo, ma mentre lei ondeggiava su di me sentii come riusciva a strizzare l’ano tanto da poterlo percepire chiaramente… stano che il tutto avvenisse senza che io venissi! Le toccavo le tette e lei finalmente si chinò su di me infilandomi voracemente la lingua in bocca. Sembrava indiavolata, baci a ripetizione, lingua nell’orecchio e morsi sul mento, fino a quando mi guardò negli occhi e mi disse sussurrando: “I want fuck you!”, “voglio scoparti!”
Ahia… che proposta strana! Un sacco di pensieri mi rimbalzarono in mente: volevo dire si, ma avevo paura del dolore, dell’eventuale risvolto psicologico, e si… paradossalmente avevo pure paura che mi potesse piacere e che diventassi frocio!
Poi la guardai… sentii il suo ano strizzarmi l’uccello e pensai: “Mavaffanculo… e proviamo”!
Dissi un incerto “Ok!”, ma che bastò a farle prendere il secondo profilattico che si infilò velocemente su quel’uccello duro. Si alzò dal mio uccello, sfilò il mio preservativo e cominciò un nuovo pompino. Un attimo dopo prese il gel, su due dita, e succhiando, incomincio ad insinuarsi in me! Un leggero fastidio viste le unghie tipicamente femminili e la sensazione di un corpo estraneo, ma piacevole, soprattutto per via del pompino.
Si alzò in ginocchio, mi prese le caviglie e se le mise sulle spalle e subito dopo sentii qualcosa di molto più ingombrante che cominciava a premermi sul buchetto. lei restò ad indugiare parecchio tempo, e fu lungo, anche per via del timore che cominciasse il dolore, ma stranamente non fu così: una leggera sensazione di “allargamento” nemmeno troppo dolorosa e un attimo dopo quella cappella la sentii scivolare profondamente in me senza nessun fastidio.
Lei si sistemò un attimo e poi comincio a spingere e arretrare, lentamente ma accelerando sempre più:
“oh cazzo, mi stanno scopando il culo pensai…”
Però era piacevole ed era piacevole vedere una “donna” che mi stava scopando! Il suo sguardo eccitato, la sua irruenza, ma con un corpo così femminile era davvero eccitante! Cominciai a toccarle le tette e lei più volte si chinò su di me per baciarmi.
Mi stava stantuffando come io avevo stantuffato tante ragazze, e stranamente la cosa mi piaceva e mi intrigava, tanto che le Dissi: “You like fuck me as your a bitch” (ti piace scoparmi come la tua puttana), e lei sorrise con la faccia goduta e mi prese l’uccello tra le mani cominciando una violenta sega.
Venni dopo poco… con una sensazione strana di non riuscire ad espellere lo sperma visto quel paletto che avevo nel sedere, ma mi schizzai addosso lo stesso. Lei uscì da me, si tolse il preservativo e si fece una sega fino a quando venne, riempiendomi l’ombelico e sovrastando quello che già avevo combinato io!
Si lasciò cadere su di me… testa sul ventre… sentii la sua lingua che di tanto in tanto assaggiava ciò che avevamo prodotto insieme. RELAX… 5 minuti di relax nel quale le toccai quei morbidi capelli corvini.
E’ strano come dopo tutto ciò si possa così facilmente riprendere un rapporto da semplici conoscenti!
Dopo una doccia, dopo aver saldato il dovuto per il taglio, per il massaggio e una lauta mancia per il sesso, ci salutammo come se il tutto si fosse limitato al taglio di capelli.
Forse lei pensò che fossi il classico trombatore seriale di ragazze Thai che aveva voluto assaggiare qualcosa di nuovo una tantum… (sbagliando nemmeno di tanto poi…) ma per me non fu proprio così!
Avevo provato qualcosa che mi aveva cambiato, da quel momento sarebbe stato tutto diverso, assieme alla passione per la gnocca, ne avrei avuta anche una nuova!
Mi era davvero piaciuto e divenne fin da subito un dilemma il fatto di farmi la prossima con una fanciulla a con una ladyboy!
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