“- la mia risposta per cercare di troncare una conversazione che rischiava di diventare imbarazzante fu “5 euro”…”
Ci tengo a precisare che quello che sto per raccontare è accaduto
realmente quest’ inverno, e non è frutto della mia scarsa immaginazione. Ciò che è successo quella sera ha cambiato in positivo la mia vita e migliorato il rapporto con la mia fidanzata.
4 febbraio, sembrava essere un sabato sera come tanti, come al solito passo a prendere Mara, la mia fidanzata, e andiamo nel bar dove solitamente ci troviamo con tutto il resto della compagnia, quella sera però per vari motivi ed impegni l’ unico ad uscire è stato Stefano, il mio migliore amico, che aveva appena litigato con la sua ragazza. Generalmente non ci piace stare con un terzo incomodo ma dovevamo tirare su il morale del nostro amico, ignari di come Mara avrebbe tirato su non solo il morale.
Siamo tre ventenni cresciuti insieme, tre ragazzi di paese per bene, dopo una birra decidemmo di spostarci e di andare a fare un giro in città, intanto Stefano non la finiva di parlare di quanto fosse stufo della sua relazione. Arrivati in città, passando in macchina nel quartiere della stazione, in un paio di incroci vediamo delle prostitute che aspettavano qualche cliente. ” Dovevi passare per forza di qua?” disse Mara, io allora ho fatto finta di non sapere che da quelle parti ci fossero le lucciole. Stefano invece era fortemente incuriosito e non lo nascondeva per niente. “Fermati da quella lì” indicandomi quella con le tette più grosse. Guardo Mara nello specchietto e mi fermo, stranamente non mi aveva detto niente. La puttana voleva 100 euro per una scopata con il mio amico, dopo qualche contrattazione senza successo salutammo gentilmente e andammo via.
Cercando locali per il centro la discussione verteva sulle tariffe esagerate delle prostitute, così arrivò la domanda che probabilmente cambiò marcia alla serata “Voi quanto mi dareste?” – Mara è una ragazza bellissima, capelli biondi, lentiggini, seconda di seno, molto sodo, bel culo alto e duro come il marmo da sportiva qual’è.- la mia risposta per cercare di troncare una conversazione che rischiava di diventare imbarazzante fu “5 euro”. Stefano neanche rispose. Allora lei non soddisfatta, e decisa a continuare la conversazione chiese “Che ne dite se mi metto per strada e vediamo quanti si fermano? Chiedo una cifra spropositata così poi vanno via. Secondo voi quanti si fermano?”. Accettai la proposta come una sfida.
Mara stava lì, come una vera puttana, Stefano era visibilmente eccitato dalla strana situazione in cui eravamo finiti, e io anche lo ero, non avevo mai visto Mara così puttana. Si fermarono quattro uomini, ma nessuno era disposto a spendere 200 euro ovviamente. Dopo una mezz’oretta il gioco sembrava finire e anche la carica trasgressiva della serata. Ma io volevo vedere fino a che punto si sarebbe spinta quella gran zoccola di Mara.
In macchina tornando verso il nostro paese continuai a provocare la mia troia, avrei voluto vederla trombata da un gruppo di neri, “Dai togliti le mutande! Facci vedere il pelo!” – e sì la fica mi piace leggermente pelosa- Stefano abituato con la fica rasata della sua lei mi chiedeva se davvero Mara ce l’avesse pelosa, una cosa quasi rara dalle mie parti purtroppo. Risposi “Chiedi se te la fa vedere, dai siamo tra amici a lui puoi darla gratis” credevo di aver esagerato e di averla fatta incazzare, invece la sua reazione, senza dire alcuna parola fu da brava troia: si sfilò i leggins e il perizoma. Io accendo la luce ed eccola lì la mia troia che mostrava la fica a un nostro granede amico di infanzia. Provavo disgusto ed eccitazione allo stesso tempo, pensai – stasera la sfondiamo e domani la mollo. Mi fermai in un vecchio parcheggio, scesi dalla macchina perchè ci serviva spazio per affondare i colpi come si deve.Lei fingeva di non capire ” Cosa fate? Mica ve la do, era solo per far vedere che ce l ho pelosa. Fa anche freddo. Dai torniamo a casa!”. Non meritava una risposta, era con la fica al vento, dovevamo punirla. Il mio amico ha una gran bella verga devo ammetterlo, così le dissi “O lo succhi a lui o lo succhi a me, se ci piace come lo succhi te lo mettiamo nella fica”.
Forse per non offendermi, o per un semplice fatto di abitudine il mio cazzo fu il primo ad essere bagnato dalla sua lingua, faceva freddo, ma sapevamo come scaldarci. Dopo una bella succhiata cedetti il turno a Stefano, mentre io volevo godermi l’ effetto della temperatura sui capezzoli di lei, sbottonai il suo cappotto e la camicia e preesi una tetta, era dura, il capezzolo era ancor più duro, sembravano quasi finte. Basta eravamo tutti pronti al passo successivo. La terra promessa era la fica. Con quel pelo castano chiaro che amo tanto. Purtoppo una pecca di Mara è che non dà il culo, sarebbe stato molto più comodo in quel menage a trois. Ma poco importa, tornai nella sua bocca e lasciai all’amico l’onore di aprire la fica che in 3 anni mi aveva sempre soddisfatto. Lei godeva come una puttana sotto i colpi decisi di Stefano, era così presa che smise di succhiarmelo allora la alzai io dalle braccia e lui tenendola per le gambe poteva spingere ancora più forte, vennero entrambi fu bellissimo guardarli, Stefano sapeva che Mara prendeva la pillola perciò non si fece problemi a riempirla. Avevano goduto ma ora toccava a me, le sue braccia sul cofano glielo sbatto nella fica da dietro, era esausta ma sapeva che doveva soddisfare anche me, intanto il mio amico le solleticava le tette, cambiammo posizione per rendedre più agevole i vari giochi. Mi misi seduto sul sedile con lo sportello aperto le sopra di me rivolta verso Stefano che ce l’ aveva di nuovo duro e mi chiedeva il permesso di venirle sulle tette, gli chiedo di aspettarmi, in modo da venirle addosso insieme. Ero quasi pronto le infilai un dito nel culo come faccio sempre sperando ogni volta di aprire la strada al mio cazzo, finalmente ero pronto mi alzai, lei si ingiocchia, lecca entrambi i cazzi, prerndiamo la mira e le sborriamo un po’ in faccia un po’ sulle tette infreddolite.
Come se niente fosse si ripulisce, ci vestiamo e ce ne andiamo a casa. Da quel giorno tra noi non ci sono segreti né tabù.
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