“Accarezzandogli i seni la sentivo ansimare e poiché il mio cazzo ormai era diventato un pilastro, dopo averglielo strusciato sul culo, la girai e glielo misi…”
Con mia cugina Elisa, da ragazzini, lei 10 e io 12 anni,
abbiamo giocato tanto! Ma, quando si giocava da soli, il nostro gioco preferito era quello del dottore e l’ammalata. Era un giochino che facevamo di nascosto forse perchè d’istinto, immaginavamo che i grandi ci avrebbero rimproverato, ma lo si faceva con tanta innocenza e ci si limitava solo a carezze e bacetti reciproci che mi davano tanto piacere, tanto che il ricordo di quelle scene e di quel corpicino acerbo, con quella fessurina che sapeva di pipì, è ancora vivo in me.
Dopo qualche anno, lei ormai 15enne ed io giovanotto alle prime armi ci siamo ritrovati nel paese dei nonni ospite a casa sua.
In quei giorni di permanenza a mia cugina rammentai più volte il gioco del dottore ma lei faceva finta di non ricordare e cercava di evitarmi, tranne l’ultimo quando, di mattina, subito dopo che i genitori erano usciti per il lavoro, venne nella camera dove stavo ancora dormendo con la scusa di parlarmi di un giovane ventenne che gli faceva la corte. Cominciammo a parlarne sia di questo ragazzo, sia delle sue sensazioni provate per qualche carezza o bacio che aveva dato e ricevuto dai suoi amici.
Mi domandava se io avevo già fatto esperienze con delle ragazze e mi confidò che, ballando con un ragazzo suo coetaneo, questi la palpava dovunque facendogli venire i brividi di piacere e delle fitte al basso ventre. Sensazioni che aveva avuto anche suo quando al cinema, mentre con una mano gli toccava il seno questo suo boyfriend gli fece tastare la sua eccitazione da sopra i pantaloni.
Il discorso mi piaceva, quindi gli feci posto nel mio letto per stare più comodi, ma anche per avere un contatto con quel corpicino che mi stava attizzando. Ormai Elisa non era più la bambina acerba di qualche anno prima, il seno era cresciuto e le gambe erano proprio belle, con dei fianchi che mettevano in evidenza un bel culetto certamente a mandolino. Il contatto e lo sfiorare del suo corpo, cominciò a farmi indurire come il marmo un cazzo già duro per l’erezione mattutina del doposveglia. Sollevai leggermente la gonna e cominciai ad accarezzarle le cosce. Visto che non c’era rifiuto da parte sua, mi feci più intraprendente e sfilati i pantaloni del pigiama cominciai a toccare e a strusciarmi su di lei. Anche a lei questa situazione piaceva e al mio tocco sentivo che faceva tutto per assecondarmi. Accarezzandogli i seni la sentivo ansimare e poiché il mio cazzo ormai era diventato un pilastro, dopo averglielo strusciato sul culo, la girai e glielo misi tra le cosce. Bello, bello, bellissimo! Che godimento! Il mio cazzo stretto tra le sue cosce e lei che mugolava di piacere! Penso di non aver resistito più di tre minuti quando venni tra le sue cosce bagnando tutto dalle sue mutandine, al lenzuolo, alla gonna. Che godimento! Ero stralunato, felice e non capivo nulla, ma anche per Elisa era la stessa cosa. Era la prima volta che lei veniva a contatto con un cazzo e con la sborra! Rimanemmo così per un poco ma io volevo sfruttare al massimo una tale occasione. Gli tolsi le mutandine lasciandola con le cosce leggermente divaricate, rivedevo la sua fighetta, ora seminascosta da una peluria nera e ricciuta, mi avvicinai con il viso e sentii il suo profumo, cominciai a leccargliela soffermandomi con la punta della lingua nei punti dove lei ansimava di più, la sentivo sciogliersi dal piacere, era tutta bagnata, poi accompagnandosi con un gridolino ebbe tre o quattro fremiti e la sentii venire!
La voglia di rifarlo si manifestò in maniera imperiosa con un cazzo di nuovo duro e pronto ad un nuovo round, quando Elisa dopo avermelo menato un po, con una naturalezza disarmante se lo mise in bocca. Penso che la mia cuginetta avesse una particolare predisposizione per i pompini, visto che mi stava succhiando il cazzo con una passione e un piacere tale da fare invidia. D’istinto e senza che io la guidassi, si accompagnava il cazzo con le dita e si faceva scorrere tutta l’asta in bocca con dei movimenti lenti e ritmati, sentivo la sua lingua avvolgermi la cappella. Era una cosa divina, nessuna prima di lei mi aveva fatto un pompino così piacevole Venni con un fremito di piacere e gli sborrai in bocca i primi schizzi e poi sul viso e sui capelli. Era la sua prima pompa e anche se ne aveva parlato con le sue amiche, i miei schizzi la spaventarono, restò imbambolata per qualche secondo senza sapere cosa fare, la sentii deglutire! Poi si pulì il viso e le labbra dalla sborra che colava con le dita e me le mise in bocca, mi baciò e di corsa andò via. Da allora ci incontrammo di nuovo al suo matrimonio.
cicciosv
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