“- Vieni amore, le dissi io, vieni qui da me, che ti voglio io adesso, vieni tesoro bello, fichina d’oro vieni qui…”
Diciamocelo francamente, a me il trio piace da pazzi. Mi è sempre
piaciuto, fin dalla prima volta che l’ho provato: era stato ai tempi dell’Università, c’era questa ragazza, un poco troia se vogliamo essere sinceri, che non voleva starci con me. Quella domenica pomeriggio eravamo a casa di Sergio e Loredana, così si chiamava, mi aveva detto che con me non ci stava,
– mi piace di più Sergio, mi aveva detto.
Sergio però era un po’ intimidito, e si stava quasi rifiutando:
– Dai, facciamocela insieme – avevo detto io.
E così l’ho chiamata, lei era rimasta in soggiorno a scegliere un cd:
– Lory, Sergio ti sta aspettando in camera.
E lei si è avvicinata alla camera, poi è entrata piano piano e ci ha trovato tutti e due.
– Sergio non sta bene, si è sdraiato sul letto, dice che magari ha la febbre, prova a sentire cos’ha.
Loredana gli è andata vicino, nella semioscurità della camera, si è seduta sul bordo del letto, gli faceva due carezze sulla guancia. E finalmente Sergio si è deciso, le ha preso la testa e delicatamente l’ha baciata. Loredana non aspettava altro, si sono abbracciati, poi hanno cominciato a spogliarsi l’un l’altro, senza curarsi di me. E io vedevo poco, ma le sagome dei loro corpi, man mano che si spogliavano, mi apparivano più chiare nell’oscurità della stanza. E stranamente, quando mi sono seduto anch’io sul letto, Loredana non ha detto niente.
E lì ho capito che se scopare è stupendo, per me è ancora più bello vedere e partecipare alla scopa della ragazza che ti piace, vederla prenderglielo in mano a un altro, menarglielo, chinarsi a baciarlo, mettergli una tetta in bocca, vedere il sesso di lui che s’indurisce nella mano di lei, è stupendo.
Io le toccavo appena appena le tette, che le erano rimaste scoperte, ogni tanto la mia mano s’incrociava con quella di Sergio, poi uno dei due cambiava tetta, oppure andavo in basso a toccarle la fica, e anche lì trovavo la mano del mio amico. . . bellissimo. Praticamente sono stato io ad alzare lei e a spingerla sopra Sergio; poi fu lui a pilotarlo tra le cosce di lei, a infilarlo piano piano nella fica di lei, ma intanto io le accarezzavo il culo e, quando hanno cominciato a muoversi a temo, io accompagnavo il loro movimento, spingendo il culo di Lory quando era il momento, e rilasciandolo a tempo. Ad un certo punto, le ho messo il mio cazzo in mano e lei, sempre appoggiandosi a Sergio per prenderlo tutto dentro e rialzandosi dopo, a tempo, me lo menava. Sono venuto prima io di lei e di Sergio, insomma a me era piaciuto un sacco.
Poi abbiamo perfezionato, negli incontri successivi, ed anche modificato la formazione della squadra ma, vi assicuro, io godevo di più quando loro scopavano e lei mi segava o spompinava, godevo di più allora, che quando ero io dentro di lei e Sergio se lo faceva menare.
Dopo quell’esperienza è successo che mi sono fidanzato con una ragazza che studiava psicologia, Stefania, e lei che stava studiando anche questi argomenti mi spiegava che, se il maschio ha il desiderio di vedere la sua donna fare sesso con un altro uomo è perché, inconsciamente, è lui che vuole fare sesso con un uomo e s’immedesima nella sua donna, nascondendo per vergogna (censurando, diceva lei) le sue pulsioni reali.
Così, a militare, per sperimentare se davvero desideravo fare sesso di tipo omo, ho accettato di farlo prima con il caporale, Luca si chiamava, poi con il sergente, Giuseppe. E devo dire la verità, a parte il dolore iniziale, mi piaceva prenderlo in culo, sentirselo dentro, sentirlo andare avanti e dietro. Il sergente, che era più anziano, intorno ai quaranta, mi ungeva il culo prima di infilarmelo, e continuava anche dopo, appena sentiva che il culo si era asciugato, a mettermi dentro della crema, lui usava la nivea, e mi ungeva per bene, e il suo cazzo entrava scivolando dentro che era un piacere. Ma vi assicuro, anche se era bello, anche se mentre mi inculava io me lo menavo, io non sono mai venuto, né con lui, né con il caporale. Loro scopavano e scopavano, gli piaceva anche, ogni tanto mi sborravano dentro quintalate di sborra, gridando dalla goduria, il sergente diceva che il mio culo era cento volte meglio della fica di sua moglie, a me piaceva prenderlo dentro e, mentalmente, era bello vedere come godevano nel mio culo, me ne sentivo quasi orgoglioso, però dopo un poco mi dava fastidio, ormai non mi faceva più male, dato che anche io avevo imparato ad usare la crema. Ma per stanchezza, dopo una decina di minuti, con il caporale, un po’ dopo con Giuseppe, gli chiedevo di smettere e piantavamo lì. L’unica volta che sono venuto anch’io è stato quando ho chiesto al sergente se poteva partecipare anche il mio amico Luca, il caporale, quello che mi aveva sverginato il culo: mi andava di fargli un pompino, mentre il sergente m’inculava.
E loro hanno accettato di farlo insieme. E senza nemmeno toccarmi, quella volta, col cazzo di Luca bello gonfio in bocca, e quello grosso e ben oliato di Giuseppe che mi fotteva il culo, quella volta sono venuto io per primo, ho finito il pompino a Luca e poi, con la scusa che dovevo sputare e lavarmi, li ho mollati lì, tutti e due che avevano ancora molta voglia di continuare a fare sesso con me..
Insomma, a tre mi piaceva di più. E la teoria della fidanzata psicologa, poi diventata mia moglie, non c’entrava.
Mi piaceva farlo a tre. E finito il militare, finita la moda di prenderlo in culo, una volta sposato con Stefania, una volta placate le voglie inziali di sesso dei primi tre o quattro mesi di matrimonio, instancabili sia io che lei, cominciavo a fantasticare a come inserire qualcuno nel nostro letto. E fu il calcio a darmene motivo. Guadagnavamo bene, sia io che mia moglie, e avevamo comprato un televisore grande, di oltre quaranta pollici; inutile dire che quando c’erano le partite di coppa, o della nazionale, o le finali europee, invitavo qualche amico a casa, oppure si autoinvitavano loro, per vederla meglio nel televisore gigante.
All’inizio Stefania, mia moglie, non protestava più che tanto. Però la cosa si ripeteva ormai tutti i martedì e i mercoledì, ed ha cominciato a lamentarsi e a minacciare.
– Se tu li invite ancora qui a vedere le partite, io mi metto d’accordo con qualcuna delle loro mogli e fidanzate usciamo insieme a fare le troie e, ti assicuro, di maschi ne rimediamo.
– Non fare la sciocca, dicevo io, che figura ci vai: la psicologa di moda, la specialista dei disturbi dell’età evolutiva, che va a cercare maschi in giro! Dopo mezz’ora lo sa tutta Bergamo, non credo proprio che sia il caso, perdi tutta la clientela.
– Ah sì? E allora chiamo Adriana (una mignottella piccola, carina, con un culo da sballo, moglie di Marco, mio amico e fanatico anche lui di calcio) chiamo Marina, ci mettiamo nude ed entriamo in salotto: voglio proprio vedere chi continua a guardare la partita e chi invece preferisce guardare noi.
Sapevo che sarebbe stata capace di farlo, fregandosene della figura di merda che avremmo fatto noi maschi e mariti. E però la cosa non mi era nemmeno tanto sgradita.
A parte la presenza di Marina, ed anche di tutti gli altri: un conto fare una cosa a tre, un conto è vedere la propria moglie in balia di quattro o cinque maschi, tutti miei amici, di cui due miei colleghi di ufficio, così pensavo io. No, davvero, così non poteva andare. Certo che se invece di essere cinque maschi, ci fosse stato solo uno, oltre a me, il fatto che venisse Stefania in disabillè, a fare la civetta, a far vedere le tette, magari a farsi toccare e a prenderlo in bocca da un altro, oppure a farsi scopare, mi sarebbe piaciuto, mi diventava duro alla sola idea di una scena del genere, insomma, magari poteva anche essere divertente per tutti e tre, non solo per me. Non osavo dirlo a lei, però, chissà quale interpretazione avrebbe dato la psicologa di famiglia, chissà come avrebbe reagito. Certo, mia moglie non era uno stinco di santo, non si sarebbe scandalizzata a farsi scopare da qualcun altro, ma la cosa a tre è diversa. Si sarebbe scandalizzata? Mi avrebbe giudicato un porco, un depravato? O la cosa le sarebbe piaciuta?
Mentre pensavo a questo, un lunedì sera a cena, entrò lei in argomento:
– Non penserai mica di far venire i tuoi amici, domani sera a vedere il calcio? Spero proprio di no, altrimenti vedi che scherzo che ti faccio.
– No dai, non fare così.
– No dai un cazzo! Dimmi solo se vengono, o no.
– Se vuoi gli dico di no, gli dico che mia moglie non vuole.
– Tua moglie? No, sei tue che non devi volere, che desideri per una volta stare con me, e magari fare qualcosa insieme a me, è un po’ che non facciamo niente. Oppure dimmi che non te ne frega più niente, non ci metto molto a trovare un sostituto.
– Un vibratore? Le chiesi io, per scherzare.
– No, caro. Quel tipo di sostituto ce l’ho già, lo sai, e di questi tempi mi sa che devo usarlo più spesso. Ma se domani ti metti a vedere la tv con i tuoi amici, entro in sala nuda, con il vibratore in mano, e me lo infilo davanti a tutti. Almeno capirai tu, e magari capiranno anche loro, che abbiamo anche noi donne qualche esigenza.
– No dai. Gli dico di no. Però Marco mi aveva chiesto di venire qui, la sua tv è piccola, e Adriana non gli fa vedere la partita, perché deve vedere lei altre cose ..
– Ah va bene, vuol dire che gliela faccio vedere a lui.
– Ma figurati.
– No, te lo assicuro.
Non ne abbiamo più parlato, comunque agli altri ho detto che avevamo un impegno e la sera dopo solo Marco si presentò alle otto e mezzo. Stefania si mostrò gentilissima, Marco chiese scusa per il disturbo, che anche quella sera le davamo.
– Non ti preoccupare, rispose lei. Potevi portare anche Adriana, almeno mi faceva compagnia.
– Ma te la facciamo noi, compagnia, le dissi io.
Mentre stavamo guardano il primo tempo, Stefania entrò in salotto, si era messa in sottoveste e si intravedevano di sotto un minuscolo perizoma ed il reggiseno.
– Marco, scusa sai, tanto siamo in confidenza, ci conosciamo da tempo. Ma io ti sembro una racchia? Oppure merito qualche attenzione? Dimmelo tu, perché Giorgio (e accennava a me) non mi mi guarda nemmeno, sembra che non gli interessi per niente. Si vede che, senza accorgermene, sono diventata un cesso.
– Figurati, Stefi, sei fichissima, non dire così. E anche Giorgio lo pensa. Quando finisce il primo tempo me ne vado a casa, così te lo dirà lui.
– No, no, altro che primo tempo, adesso o vi occupate di me, oppure mi occupo io di me stessa.
Aveva in mano il vibratore e lo fece partire, incominciando a passarselo sul perizoma e poi ai fianco, come per infilarlo sotto.
– Aspetta Stefi, dai non fare così, adesso vengo di là con te e ti calmi .. fece Marco.
– No, no, di là per niente, se vuoi dirmi che ti piaccio, se vuoi farmi qualcosa devi farlo qui.
Gli si piazzò davanti e praticamente gli si sedette in braccio.
Io ero eccitato, in fondo era proprio quello che desideravo e mi stava succedendo davvero.
Marco la stava accarezzando, quasi per calmarla, ma Stefania era determinatissima.
– Dimmi la verità, te lo faccio tirare o no?
Non contenta delle parole, gli mise una mano sulla patta.
– Sì, ti sta tirando. Allora il vibratore non mi serve, è meglio il tuo cazzo.
Marco non sapeva che fare. Io non sapevo che dire: come facevo a spiegare a mia moglie che era una cosa bellissima, per me, quella che stava facendo?
E lei, ancora più incazzata, visto che io non protestavo, andava avanti.
Glielo tirò fuori e cominciò a menarlo.
– Cosa faccio, mi chiese Marco.
“Niente, se ti va, fai quello che vuole lei” avrei voluto dirgli. Invece rimasi fermo, poi visto che ormai le cose andavano avanti, mi sono toccato. Quando se n’è accorto, Marco l’ha presa in braccio e ha cominciato a baciarla, io mi sono tirato fuori il cazzo e ho cominciato a menarmelo.
Si sono eccitati tutti e due, Marco si è spogliato, Stefania continuava a menarglielo, poi si è abbassata e ha cominciato a leccarlo, poi a prenderlo in bocca. Finalmente mi sono avvicinato anch’io e ho cominciato a toccare e baciarle la schiena, poi il sedere, Marco aveva il cazzo durissimo e Stefania gli si sedette in braccio. Allora, mentre mi stavo menando il cazzo, ho preso quello di Marco e l’ho pilotato tra le sue cosce, poi tra le grandi labbra e alla fine l’ho piegato per farlo entrare dentro. Ora pompavano tutti e due e godevano con piccoli versi lui, autentiche grida lei. Io mi segavo come un ossesso, poi sono riuscito a farle cambiare posizione e ora, in piedi davanti a lei, gliel’ho dato da ciucciare. Abbiamo goduto tutti e tre, io per primo, poi Stefania che, a quanto pare, aveva proprio una gran voglia di farsi scopare, poi anche Marco, che voleva toglierlo, ma Stefania gli diceva di restare dentro, lei prende la pillola. Sembravano imbarazzati, loro due, a questo punto, ma io avevo goduto troppo, e avevo voglia di godere ancora.
– È stato bellissimo, ma adesso vorrei scopare anche io, Stefi.
– Devo andare? chiese Marco.
– No, rispose Stefania, perché? Adesso resta pure.
– Vieni amore, le dissi io, vieni qui da me, che ti voglio io adesso, vieni tesoro bello, fichina d’oro vieni qui.
Mentre la prendevo, Marco non sapeva che fare; fu lei a prenderglielo in mano e a segarlo un poco.
– Ti va di prenderle il culo? Gli chiesi a Marco.
– Certo che mi va, l’ho sempre desiderato, ha un culo stupendo tua moglie.
– Fai piano, diceva lei, ma si era messa a culo in fuori, tanto che il cazzo mi era uscito dalla fica.
– No dai, non andartene, dicevo io.
Mi sono messo sdraiato sul divano, l’ho fatta sdraiare su di me, e ho cominciato a chiavarla, e intanto Marco, col suo cazzo in tiro si avvicinava. Lei ha gridato un poco, mentre lui gliel’infilava nel culo, ma forse gridava di piacere, oltre che per un po’ di dolore.
Una doppia stupenda, baciavo lei, mentre la chiavavo, ma ogni tanto facevo anche una carezza a Marco che la stava inculando, come a ringraziarlo per questo sesso a tre che stavamo facendo.
Questa volta fu Stefania a venire per prima, poi Marco e poi io.
Poi Stefania andò a lavarsi, ritornò dieci minuti dopo in accappatoio, diede un bacio sulla bocca prima a Marco, poi a me, ci diede la buonanotte e se ne andò.
Marco restò lì fino alla fine della partita. Non sapeva che dire, non sapeva come comportarsi.
– Se vuoi lavarti, lo sai già dov’è il bagno. Gli dissi io, tanto per dire qualcosa.
– Scusami sai se ho ho fatto sesso con tua moglie ..
– Fregatene, Marco, a me è piaciuto moltissimo, tu hai goduto quindi è piaciuto, Stefania ha avuto due o tre orgasmi .. non c’è nulla di che scusarsi. È successo e ci è piaciuto, magari la prossima volta lo facciamo ancora, e magari un’altra volta lo facciamo con Adriana, invece che con Stefania. Che ne dici?
Mentivo spudoratamente, a me piaceva farlo in tre, ma con Stefania, con la mia donna, non con la sua. Mi piaceva da pazzi la sua faccia, mentre Marco la scopava, mi piaceva da pazzi vedere il suo cazzo duro che le entrava e usciva da quella fica stupenda. A me piaceva da pazzi vedere come godeva lei, per merito del cazzo di lui. Era troppo bello.
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