Mi telefona Marta (vedi “finalmente un trans”) per ringraziarmi per la piccola Lucia (ormai donna, vedi “la cuginetta del mio trans”), la sera del nostro incontro si era talmente eccitata che solo a raccontarle come era andata si bagnò tutta e fece avere a Marta una di quelle erezioni che neppure uno stallone da film porno poteva avere. “Dobbiamo brindare” mi disse e così la sera stessa passai da lei. Altro che brindisi: tavola apparecchiata per tre come nelle grandi occasioni: candele, calici, posate d’argento, piatti rifiniti in oro zecchino (il servizio della nonna doveva pur servire a qualcosa). Marta in cucina indossava un jeans “inguinale”, tra le pacche posteriori e il pacco anteriore non si sapeva come e se il bottone avesse retto ancora, una camicetta bianca tirata su e annodata appena sotto la sua quarta prorompente, un solo bottoncino e poi la scollatura da urlo, capelli legati a coda di cavallo… finiva gli ultimi ritocchi ad un antipasto da ristorante a 5 stelle.
Poco dopo bussò alla porta Lucia e Marta mi dice di fare gli onori di casa mentre si va a preparare. Lucia, l’avevo lasciata tre giorni prima una bambina appena sverginata ed ora mi ritrovo una donna da lasciarmi senza fiato: entra, si toglie la giacca ed esce un vestitino fine bianco, al disopra del ginocchio e con due bretelline che a stento si tenevano su, un bel sandaletto con i lacci fin sopra il polpaccio ed un filo di trucco che ti da l’idea della brava ragazza che sotto sotto nasconde una grande troia. Si avvicina a me, un bacio in bocca con la lingua (molto migliorata in questi 3 giorni) poi un sorrisetto e ci sediamo a tavola. Entra Marta con luce soffusa (siamo a lume di candela) un abito lungo nero e scollato sul didietro fino a intravedere l’inizio dell’incanalatura del suo culetto d’oro, trucco da gran troiona che era, e si aggiunge al tavolo. Tra un ostrica e un bicchiere di spumante mi dice che Lucia si è talmente sciolta, che ora si è aperta completamente ed era pronta anche per il didietro, naturalmente ad avere questo onore non potevo che essere io dato che quel capolavoro che ne era uscito da una ventenne acerba era tutto merito mio.
Finita la cena, naturalmente con tutti discorsi a sfondo erotico, ci gustiamo una bella coppa di fragole e panna sul divano in salotto. Marta e Lucia cominciano ad accarezzarsi in ogni dove, non si fermano, sono partite come due treni a vapore: baci, carezze, leccate… quasi come se io non ci fossi… Ad un tratto si fermano e mi dicono: “Ogni promessa è debito…” Lucia si mette di spalle davanti a me, Marta da dietro mi sbottona il pantalone, giù gli slip e comincia a leccarmelo riempendolo di saliva… quando è ben inumidito mi fa cenno con la testa verso il buchino di Lucia, con le mani mi aiuta e mi guida, fin quando la cappella non sfiora il culetto niente male di Lucia, già preparato a base di vasillina, poi passa davanti a lei e la bacia, con le braccia e il corpo ci stringe entrambi in un abbraccio caloroso, spingendomi sempre più verso la ragazzina. Le sono ormai dentro per metà, la sento godere o soffrire, non capisco in quanto Marta baciandola le allevia il dolore e la eccita ancora di più. Quando ormai le sono dentro completamente comincio a cavalcare come un puro sangue in calore ed è un fremito di goduria da parte di Lucia, così Marta la lascia, mi viene dietro, mi accorgo che si sta facendo scendere di dosso il suo bell’abito nero. Si appoggia a me e sento il suo cazzo accarezzare le mie gambe, con le mani mi graffia dietro alla schiena come una gatta in calore, con la lingua dietro al collo, ai lobi delle orecchie da dei dolci morsetti. Mi eccita ancora di più e sempre con più foga entro ed esco dal buchino di Lucia che ormai è talmente in estasi che non sente più dolore, solo piacere. Nel frattempo le mani di Marta continuano il loro massaggio al mio corpo, sulla schiena, sui glutei, comincia a toccarmi il buco del culo, ma la cosa non mi tange più di tanto, ho Lucia sotto di me. Me lo sento inumidire con della pomata… ed ecco che… quella sera furono sverginati contemporaneamente due culi, quello di Lucia e il mio. Non so cosa provai dato che ero talmente preso dal mio compito nei confronti di Lucia, ma la cosa non mi turbò, anzi appena Marta mi venne dentro, quella sborra calda che mi sentivo salire su per gli intestini mi inebriò talmente tanto che quasi in contemporanea venni come non mai nel culetto di Lucia.
Non so cosa successe poi, mi ricordo solo che ci svegliammo la mattina dopo tutti e tre stesi ed abbracciati sul pavimento.
Quel giorno feci festa a lavoro, mi presi un giorno di malattia, motivo? dolori (in realtà piaceri) anali… Mi confessò Marta che non aveva resistito vedendomi groppare in quel modo Lucia, mi chiese scusa, ma io la ringraziai… sono sempre debitore nei confronti del mio trans, ed il mio culo era il minimo che le potessi dare… Ormai i nostri erano sempre incontri a tre, altre volte ci esibimmo in quel fantastico trenino, a volte io inculavo Marta e lei Lucia, altre io Lucia e Marta a me, oppure io e Marta chiudevamo Lucia a sandwich io avanti e lei dietro o viceversa… sesso orale a gogò, anale non te ne dico… ormai noi tre eravamo un’unica cosa… l’amore perfetto, il sesso perfetto: Marta nella sua doppia veste sapeva come accontentare me e Lucia e sapeva suggerici cosa fare, sapeva il meglio del sesso maschile e di quello femminile, insomma, un punto di aggregazione che in una coppia dovrebbe esserci, quell’intesa che manca tra un uomo e una donna, che nel sesso cercano spesso il piacere proprio e non quello del partner.
Grazie Marta.
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