L’unica volta che ho detto “basta”

“Mentre mi scopavano tutti senza sosta ero talmente frastornata che credo di aver sentito suonare il campanello almeno altre due volte…”

Sola a Roma finalmente. Tre giorni per sentirmi femmina,
completamente …Daniela. En femme dentro casa tutto il giorno e la sera rimorchiare maschi e poter stare fuori fino a tardi. Meraviglioso!
Giravo per casa con tacchi 15 ed un abbigliamento da togliere il fiato, i miei 50 anni mi sembravano ancora splendidi (e veramente trovavo innumerevoli conferme nell’apprezzamento dei maschi).

Non mi andava di perdere tempo, volevo un maschio già dalla prima sera. Accesi la web cam e andai su msn. Subito arrivarono messaggi a valanga, molti dei quali da fasulli che vogliono solo vedere un culo o due cosce inguainate, poi, quando stavo disperando, vedo entrare in chat Walter, con il quale avevo già avuto due incontri.

Walter è un bell’uomo sui 45, molto alto, come piace a me, leggera pancetta ma membro di circa 20 cm, durissimo quando serve. Vive in un casaletto un po’ isolato sulla Palombarese è lì mi ha ricevuto un paio di volte, la prima da solo, la seconda con un suo amico altrettanto dotato ma meno interessante. L’ho salutato subito con un grande bacio (virtuale) e con un ciao enorme. Abbiamo chattato un po’ a webcam aperta e lui, come al solito mi ha fatto un sacco di complimenti. “Quand’è che ti fai scopare di nuovo” mi ha detto a bruciapelo, capirai non volevo altro “anche stasera amore, basta che tu me lo chieda”, “ok, stasera per me va benissimo, soltanto una cosa, ti secca se vengono anche due miei amici” “wow, la serata promette scintille, come sono questi due amici?” “mah, uno sui 35, non molto alto, magro, pizzetto, testa rasata, l’altro sui 40, alto come me all’incirca, brizzolato, massiccio, delle misure dei loro cazzi non so dirti”. Mentre descriveva i due ero già bagnata, la cosa mi sembrava molto intrigante, solo una volta ero stata con tre maschi insieme ed era stato stupendo. “ok tesoro, verso le 9 sarò da te però avverti i tuoi amici che il mio culetto è strettino e quindi all’inizio bisogna andarci piano” “sì non preoccuparti, lo conosco bene il tuo buchino, l’ho già allargato un paio di volte” “ora ti lascio altrimenti non faccio neanche in tempo, sono già le sette e devo depilarmi e fare un bel clisterone per essere pulitissima, ciao, a dopo”.

Feci tutto con cura, misi smalto bordeau alle unghie dei piedi e delle mani, indossai sotto i vestiti calze a rete nere, guepière rossa, perizoma e uscii. In macchina, appena lontano da casa, indossai le mie scarpe con tacco 15, tolsi pantaloni, camicia e giacca e indossai minigonna e tshirt, mi eccitava da morire guidare sentendomi femmina. Arrivai al casale verso le nove meno un quarto, mi truccai accuratamente e indossai la mia parrucca bianca, che mi fa molto “porcella”. Mi piaceva molto andare da Walter perché, a differenza degli altri incontri in cui sono solita cambiarmi in bagno, mi consentiva di arrivare direttamente en femme. Suonai il campanello sentendomi una vera gnocca, l’avventura stava per iniziare, sentivo farfalle dentro di me.

Walter mi aprì accogliendomi con un gran sorriso, poi appena dentro mi strinse a sé e mi baciò affondandomi la lingua in bocca e cogliendomi un po’ di sorpresa. Adoro essere baciata così ma lui non lo aveva mai fatto finora. Ricambiai voluttuosamente e intanto le sue mani correvano lungo il mio corpo, alzandomi la mini e scivolando sulle cosce, poi sui capezzoli, mandandomi in estasi.

Dopo quel lungo e stupendo bacio mi prese per mano e mi portò in salotto dov’erano già i suoi due amici. La descrizione era stata accurata, tutti e due erano gradevoli e giovanili. Mi salutarono e si presentarono ma sinceramente non ricordo i loro nomi, anzi credo di non averli afferrati neanche al momento perché già stavo pensando, molto eccitata, a quello che mi aspettava. Mi sedetti sul divano in mezzo a loro e logicamente cominciarono le avances. Ben presto i loro cazzi erano sguainati ed io cominciai a chinarmi su di loro con la bocca. Uno dei due era nella norma ma l’altro era decisamente un arnese fuori del comune. Mi inginocchiai davanti a loro perché i cazzi fossero vicini e iniziai a fare ciò che so fare molto bene. Leccatine sulla cappella, poi piccole succhiate, poi ancora leccatine scendendo fino ai testicoli, poi all’improvviso prenderlo tutto in bocca e spompinarlo.

Riuscivo con un po’ di fatica anche a tenerli in bocca tutti e due. Intanto vedevo Walter masturbarsi e dopo poco non lo vidi più ma lo sentii dietro di me leccarmi le chiappe ed entrare con la lingua nel buchino, ci sputò e continuò ad infilare la sua lingua facendomi arrivare al settimo cielo. Sapevo che era così che preparava il mio buchino, per questo lo adoravo. Poi sentii le sue dita insinuarsi, probabilmente con un lubrificante, ed allargare il mio culetto che diventava così sempre più morbido, finalmente poi sentii la sua cappella accostarsi, farsi largo fra le chiappe e spingere forte per entrare. Io continuavo a spompinare i due amici e così quando lui da dietro mi penetrò completamente il mio urlo di dolore fu soltanto un mugolio prolungato.

Walter comiciò a fottermi con forza e i suoi colpi mi facevano male. Lo so, purtroppo all’inizio è sempre così ma so anche che dopo un po’ il dolore svanisce ed il piacere prende il suo posto. So anche che in genere i maschi si eccitano e godono di più se sanno di farti male, possono raccontare agli amici che ti hanno rotto il culo e si sentono più maschi. Credevo che Walter volesse arrivare a godere nel mio culo dalla foga che ci stava mettendo, invece si tolse e chiamò il suo amico con il pizzetto (ed anche con il cazzone) “vieni tu a incularla adesso che è più larga” gli disse, e quello, al quale lo avevo fatto diventare durissimo, venne dietro di me e tutto in un colpo me lo sbatté dentro facendomi urlare, sì stavolta avevo la bocca libera ed urlai quanto più potevo perché il dolore fu lancinante. Tanto in quel casale isolato nessuno poteva sentirmi. “Cazzo Walter, non così, ti prego” dissi, ma il tizio dietro se ne fregava altamente e continuò a incularmi con una furia scatenata dandomi anche forti sculacciate. Sentivo le sue palle sbattere sulle mie chiappe ad ogni colpo e nel frattempo mi ritrovai il cazzo di Walter che mi scopava in bocca seguendo il ritmo dell’inculata.

L’altro si masturbava a due centimetri dai miei occhi. Cominciavo però ad abituarmi a quella verga nelle mie viscere quando sentii suonare il campanello e Walter dire all’altro di andare ad aprire. Poco dopo l’altro tornò dicendo “è Luigi con due amici” “falli entrare” disse Walter “ce n’è per tutti”. Dio mio che voleva dire che ce n’erano altri tre? Puttana sì ma sei! Cominciai ad avere paura e appena riuscii a liberare la bocca un attimo dissi “ma Walter siete troppi” “macché troppi, dai, che troia sei se non reggi sei cazzi” e mi rimise il cazzo in bocca.

Cercavo di vedere i nuovi arrivati e vidi che uno di loro era di colore, si stavano togliendo i pantaloni senza complimenti. In quel momento sentii quello dietro ansimare e sborrare (per fortuna nel preservativo). Appena si fu tolto arrivò dietro di me il suo amico che mi usò lo stesso trattamento: dentro tutto in un colpo, ma a questo punto ero talmente larga che non mi fece male più di tanto. Davanti le cose cambiarono perché Walter lasciò la mia bocca ai nuovi venuti che mi scoparono in bocca a ripetizione. Uno di loro però venne quasi subito riempiendomi la bocca di sperma che io sputai subito dopo. Il negrone aveva un cazzo molto duro e grosso e con vene rigonfie, aveva un vago sapore di sandalo. La posizione però cominciava a stancarmi. Walter forse lo capì e fece togliere tutti portandomi al tavolo dell’angolo cottura, Lì mi fece poggiare sul tavolo a 90 gradi e invitò gli altri a “servirsi”. Non vedevo più davanti a me il nero, per il semplice motivo che… mi era dietro. Lo sentii entrare nella mia “fica” con la forza di un toro, mi afferrava i fianchi e mi dava dei colpi poderosi, sentivo la sua cappella sbattermi contro gli organi interni e feci una piccola schizzata di sborra. Ero molto eccitata ma il culo cominciava ad essere un po’ troppo “abusato”. Sentii venire quello dietro e subito un altro entrarmi fra le chiappe, la mia bocca era continuamente piena e già un paio ci avevano sborrato dentro.

Ero stanca anche di quella posizione, cercai Walter con gli occhi e quando incrociai i suoi capì che doveva farmi cambiare posizione mi fece sdraiare sul divano, questa volta a pancia in su e quello che mi stava trombando, e che aveva dovuto interrompere, si riaccostò e mi penetrò di nuovo da davanti afferrandomi le caviglie, era molto resistente e durò a lungo mentre altri mi scopavano in bocca e qualcuno si masturbò sborrandomi sulle cosce e sulle tettine, lo sentii leccare la sua sborra dai miei capezzoli. In un’altra occasione mi avrebbe mandato in visibilio ma ora ero troppo provata da quella gang di cazzi.

Mentre mi scopavano tutti senza sosta ero talmente frastornata che credo di aver sentito suonare il campanello almeno altre due volte. Ne arrivavano altri? O era un incubo? No, non era un incubo tanto che vidi altri neri oltre il primo e quindi ne dovevano essere arrivati altri. Non so quanto durò ma ad un certo punto, con un filo di voce dissi “basta, vi prego, non ne posso più, sono distrutta, Walter ti prego falli smettere” ma sentivo ridere e nessuno mi prese in considerazione.

Continuarono a incularmi, chi più chi meno violentemente, qualcuno deve averlo fatto anche a pelle perché sentivo colare sperma dal mio culo e sentivo bruciarmi le pareti interne irritate. Se le prime due ore erano state piacevoli adesso non c’era più nessun piacere ad essere abusata da quella banda di arrapati. Credo di aver perso i sensi o di essermi addormentata.

Ripresi i sensi alle cinque di mattina. Se ne erano andati tutti. Mi trovai di fronte soltanto Walter che mi disse “mi dispiace, la cosa mi è sfuggita di mano, non volevo che finisse così”. Io ero incazzata e delusa, non gli dissi assolutamente nulla, mi alzai dolorante, andai al gabinetto, mi lavai e mi rivestii e me ne andai senza neanche salutarlo.

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Trans

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