LO SCAMBIO DI COPPIA

“Inoltre vidi che piantava le sue unghie prima sulla schiena di lui e poi sul suo culo e con quelle unghie così conficcate sembrava volesse dirgli: “Spingimelo…”

Passarono diversi mesi dalla sera in cui avevo organizzato l’ultimo incontro con
quel singolo a cui avevo concesso di mettere le proprie mani su Debora mentre lei era legata al letto e bendata.
La cosa doveva esserle piaciuta, mi riferisco all’essere legata, visto che quando ci ritrovavamo a fare l’amore mi chiedeva di scoparla forte e sempre più spesso metteva le sue braccia sopra la testa dicendomi che voleva le bloccassi i polsi.
Una sera, mentre ci stavamo rilassando dopo averlo fatto, le chiesi il perché di quella richiesta e le mi rispose: “Mi piace quando mi tieni ferma e mi scopi con forza”.

La mia mente vagava, pensavo di continuo a quale poteva essere il prossimo step, la prossima esperienza da farle vivere.
Raccoglievo le sue provocazioni, le sue confidenze, le annotavo nella mia testa e cercavo il modo di trasformarle in realtà.
D’un tratto mi venne in mente la nostra prima volta alla SPA naturista, a lei tra due donne.
Prendendola molto alla larga inizia ad indagare.
Se capitava in una serie TV o in un film di vedere una scena in cui due donne si baciavano subito ero pronto a chiederle come si sarebbe comportata nel caso una donna ci avesse provato con lei o se fosse mai stata attratta dall’idea di provare a giocare con qualcuna.
Lei arrossiva e abbassando lo sguardo rispondeva che, se si fosse trovata nella situazione giusta, spinta da curiosità magari si sarebbe lasciata andare.

Mi misi quindi alla ricerca di una coppia con la lei bisex curiosa o disponibile a giochi soft, giusto per partire in maniera graduale.
Io e Debora siamo due persone normalissime e lontane da giri strani, quasi banali oserei dire.
Io ho 45 anni e lei è prossima ai 50.
Siamo comunque di bell’aspetto, curati e in tanti non ci credono quando riveliamo la nostra età.
Siamo alti 1.70, io un po’ di pancetta tipica delle persone che svolgono un lavoro sedentario e hanno poco tempo libero a disposizione, capelli corti, poca barba.
Lei, nonostante la sua età, rimane pur sempre una bella donna.
Capelli castano scuro lunghi alla schiena, una bella quinta naturale, bel viso, mani sempre ben curate, sia lei che io intimamente depilati dato che non ci piacciono i peli sul corpo.
La ricerca per questa nuova esperienza era rivolta a due persone che non fossero esattamente dei fotomodelli ma pur sempre piacevoli da guardare, puliti, sani, non fumatori e soprattutto non “navigati”.
Continuavano ad arrivare le solite proposte da parte di singoli che si spacciavano per coppie, travestiti e donne pelose o poco curate.
Mi stavo chiedendo quasi con rassegnazione cosa stavo sbagliando e perché con il mio annuncio fossi diventato una calamita per tali persone, quando finalmente arrivò il messaggio di un ragazzo che catturò la mia attenzione.

Luca disse di avere un’amica leggermente bisex con la quale di tanto in tanto faceva coppia.
Erano stanchi delle troppe persone invadenti e volgari da cui venivano contattati sui vari siti di incontri, oltre che di chi pretendeva qualcosa di continuativo, così avevano deciso di provare un’ultima volta per poi ritirarsi fino a data da destinarsi.
Spesso mi era capitato di leggere nelle risposte ai miei annunci: “Se ci piaciamo magari potremmo instaurare un rapporto di amicizia” e questa cosa mi metteva ansia.
Non era ciò che desideravo e volevo poter decidere io se rifare una determinata cosa e con chi.
Pensai che “leggermente bisex”, allergici a persone invadenti e soprattutto “o adesso o mai più” fosse un segno del destino.
Io e Luca ci scambiammo i numeri di telefono e gli spiegai in che modo fino ad ora avevo organizzato le serate per Debora.
Ne uscì quindi una cosa degna di Premio Oscar da quanto bravi fummo nel farle credere che il tutto fosse nato in maniera casuale.

Nel corso dell’anno capita un paio di volte di recarci in provincia di Treviso con Debora per quella che è considerata una rimpatriata con vecchi colleghi di lavoro.
La tradizione vuole che durante le cene, organizzate spesso a casa di uno di loro, scorrano fiumi di prosecco.
Questa cosa non giocava solo a favore mio per la questione dell’effetto che l’alcol aveva su Debbi ma soprattutto perché potevo approfittare della cosa utilizzandola come scusa per fermarci a dormire in hotel e quindi avere uno spazio in cui organizzare un incontro con la coppia che non fossero le nostre mura domestiche.
Prenotai quindi una matrimoniale per la notte in cui avevamo la cena e mi misi d’accordo con Luca per vederci assieme alla sua amica, chiedendo loro di reggermi il gioco affinché tutto filasse liscio.

Verso le 23 salutammo i nostri ex colleghi con cui avevamo cenato per dirigerci a casa, ma chiesi a Debora se per lei andasse bene fermarci in hotel visto che avevamo bevuto un po’ e non volevo rischiare la patente.
Lei mi fece notare che non avevamo il cambio per la notta, ma io le risposi che tanto appena avrebbe fatto giorno ci saremmo messi di nuovo in auto, quindi si trattava di poche ore, giusto il tempo di dormire un po’ per smaltire quello che avevamo bevuto.
Feci finta di chiamare per chiedere la disponibilità di una camera e mi diressi verso Villorba.

Arrivati nel parcheggio scesi dall’auto per andare alla reception a fare il check-in mentre Debora, che durante il tragitto si era addormentata, rimase ad aspettare fuori.
Mi fu consegnata la chiave della stanza con la quale si apriva anche il varco per passare con le macchine e posteggiarle proprio davanti alle camere da letto che avevano ingressi indipendenti dal resto della struttura, come fossero dei piccoli appartamenti.
Svegliai Debora e dopo essere entrati nella stanza ed aver fatto un piccolo tour al suo interno le proposi di farci una doccia.
Lei si avviò per prima e io comunicai con un messaggio il numero della camera a Luca, poi la raggiunsi in bagno.
La guardavo mentre sotto l’acqua si rinfrescava, stiamo assieme da moltissimi anni ma la passione che si scatena quando mi è vicina continua a rimanere sempre viva nonostante il tempo passi e mi ritengo un uomo fortunato per avere al mio fianco una donna bella così che mi ama.
Entrai con lei nella doccia e iniziammo a giocare in modo soft, sfiorandoci e baciandoci.
Lei si girò per darmi le spalle, sapeva che l’anale mi manda via di testa e io sapevo che il suo culo era off-limits.
Ogni volta però in cui ci ritrovavamo in spazi ristretti, in ascensore o ad un concerto in mezzo alla gente lei inarcava la schiena e avvicinava il suo culo alle mie parti basse, strusciandosi su di me.
Io non capivo mai se era un invito o una semplice provocazione, ma ogni volta che cercavo di approfittarne e di cogliere l’attimo cercando di penetrarla lì vedevo lei che si scansava, il più delle volte accompagnando anche un “no” con tono seccato.
Uscimmo dalla doccia e dopo esserci asciugati un po’ alla buona ci buttammo sul letto.
Continuavo a baciarla, a stringerla forte a me e a dirle quanto mi piaceva e quanto la desideravo.
Gli apprezzamenti e le attenzioni che le rivolgevo la rendevano molto felice anche se all’improvviso, come avesse mangiato la foglia, se ne uscì con un: “Cosa devi dirmi?”.
Per un attimo mi chiesi se per caso mi fossi tradito da solo lasciandomi scappare qualcosa durante le settimane di preparazione che avevano preceduto quella serata, o se avesse per caso letto qualche messaggio tra me e il lui della coppia.

Non potevo certo chiederle questo, quindi risposi: “Mentre ero alla reception c’era una coppia di ragazzi giovani.
Lui mi ha detto che ti avevano notata mentre eri in macchina e mi hanno chiesto se poteva piacerci l’idea di passare la notte assieme e vedere cosa poteva succedere tra noi, quindi ho detto loro che te l’avrei proposto”.
Aggiunsi anche che era un’occasione per provare delle nuove esperienze e che essendo due sconosciuti non li avremmo più rivisti.
Lei spalancò gli occhi e la bocca non emettendo alcun suono.
“Spiegami meglio: tu hai parlato con una coppia che vorrebbe venire in camera nostra a fare porcate con noi?”.
Non capivo se il suo fosse un rimprovero, eccitazione, voglia di dirmi di farli entrare immediatamente nella stanza ma con vergogna allo stesso tempo per pensieri che le passavano per la testa.
Sinceramente credevo che la cosa sarebbe saltata ma lei mi domandò come erano, la sua preoccupazione pareva più rivolta al fatto che non conoscendoli potevano essere persone poco raccomandabili.
Avrei voluto dirle: “Già, perché quello che ti ha scopata mentre eri bendata e legata al letto lo hai scelto tu dal catalogo”, ma non potevo farlo.
Cercai quindi di tranquillizzarla spiegandole che avevo posto delle regole: luci soffuse in modo da evitare imbarazzi generali, avremmo giocato inizialmente a rispettive coppie e solo se la cosa ci avesse preso bene saremmo andati oltre.
Ma soprattutto le dissi che in qualsiasi momento lei avrebbe potuto dirmi che voleva fermarsi e loro se ne sarebbero dovuti andare.
E poi eravamo in un hotel, in caso qualcosa avesse preso la piega sbagliata sarebbe bastato chiamare la reception.
“Li faccio entrare?”, lei fece un timido cenno di “si” con testa.

Mi alzai dal letto lasciandola sola per un attimo e andai ad aprire la porta.
Luca e Susanna erano lì pronti ad entrare.
Guardai lui, un bel ragazzo che non arrivava di certo ai 40 anni come mi disse nei numerosi messaggi che ci eravamo scambiati, alto circa come noi, capelli corti e fisico muscoloso.
Anche Susanna non pareva come nelle foto che aveva mostrato e questo per me fu una delusione.
Era di giovane e fin da subito mi aveva dato l’aria di quella infastidita per essere in quel luogo invece che altrove e che se si trovava lì era solo per fare un piacere all’amico che voleva scoparsi una bella MILF.
Inoltre sia di viso che da quello che si poteva intuire dai pochi vestiti che aveva addosso non rientrava in quello che è il mio tipo.
Sarebbe stata quindi un flop quella serata?
Cosa dovevo fare?
Pensai: “Ormai siamo qua, male che vada bloccheremo la cosa come da accordi e ognuno a casa propria”.

Tornai da Debora che era rimasta seduta sul letto a guardare verso la porta.
Senza occhiali, un po’ brilla e nella penombra cercava di capire meglio come fossero i due estranei entrati nella nostra stanza, mi guardò e mi disse: “Vabbè” facendomi esplodere in una risata per la tenerezza con cui le era venuta quell’espressione.
Non sembrava convinta ma allo stesso tempo era incuriosita e intanto che i due si spogliavano vicino all’entrata io mi misi dietro lei iniziando a morderle il collo e palparle il seno con una mano, mentre con l’altra le sfioravo la figa che pareva essere già bagnata.

Questa volta sembravamo noi gli spettatori di un film porno.
Ce ne stavamo sul letto a toccarci e intanto guardavamo la figura di Susanna inginocchiarsi davanti a quella di Luca che in piedi, appoggiato al muro, si godeva il pompino che lei gli stava riservando.
Io invece chiesi a Debbi di sdraiarsi a pancia in su e di continuare a guardare verso i due, scesi sul suo basso ventre e diedi il via ad una danza con la mia lingua che le inumidiva tutta la zona priva di pelo per la recente depilazione.
Sentirla liscia e rasata di recente è una cosa che mi ha sempre fatto impazzire e la sua pelle morbida e fresca per la doccia fatta da poco provocava in me ancora più eccitazione.
Spostai la mia bocca e cominciai a darle dei colpetti con la lingua all’apertura della figa per poi esplorarle con la lingua l’interno fin dove riuscivo ad arrivare.
In un attimo la sentii bagnata e temevo non sarei riuscito a durare a lungo visto l’umidità che sentivo nei miei boxer, c’era ancora dell’altro da sperimentare in quella serata e non potevo rischiare di fare una figuraccia con Susanna che già non pareva essere il massimo della simpatia e della complicità.
Mi limitai quindi a masturbare Debora con un paio di dita e risalii verso il suo orecchio chiedendole sottovoce: “Vuoi che li facciamo venire qui vicino a noi?” seguito da un convinto, questa volta, “Si” da parte sua.
Guardai verso Luca che sembrava attendere impaziente il mio segnale e gli feci un cenno con la mano.
Lui prese Susanna per mano e assieme salirono sul letto, notai solo in quel momento che due coppie ci stavano davvero comodamente sopra.

Debora e Susanna erano vicine, io e Luca ai loro lati.
Baciavo Debbi che ora sembrava non aver più bisogno di frasi che servissero a tranquillizzarla.
Mentre avevo le dita nella sua figa sentii una mano sfiorare la mia.
Era l’amica di Luca che cercava di farsi spazio dentro la mia fidanzata.
Le lasciai quindi il posto e, continuando a baciare Debora, mi misi a giocare con le dita umide dei suoi umori su uno dei capezzoli che se ne stava già bello dritto.
Il respiro di Debbi si faceva sempre più affannoso, credo che in quel momento il suo cervello si fosse addirittura spento e la sua eccitazione era così tanta che se in quel momento le avessi chiesto qualsiasi cosa probabilmente sarei riuscito ad ottenerla con estrema facilità.
Luca intanto si era portato avanti scopando di lato Susanna che ad ogni colpo rispondeva inserendo in profondità le dita nella figa di Debora, che a sua volta emetteva un sussulto di piacere spingeva la sua lingua nella mia bocca, come a voler provare a solleticarmi le tonsille.
Scesi con la mia mano anche io verso la sua figa, quasi a giocare con le dita di Susanna all’interno dello stesso luogo ormai fradicio, quindi capii che eravamo pronti a spingerci oltre.

“Ti va se ci scambiamo?”, Debbi rispose immediatamente di si e io lo interpretai come un: “In questo momento potreste farmi tutto”.
Mi alzai dal letto e Luca fece lo stesso, lasciammo per un attimo le nostre due donne sole al centro che si erano lasciate andare ad un lungo bacio con la lingua.
Susanna aveva ancora le dita nella figa di Debora e le stava stringendo il seno con l’altra mano.
Lei ricambiava le sue attenzioni, sembrava comunicassero alla perfezione senza parlare quando all’improvviso Susanna tolse le sue mani.
Mi guardò e mi disse: “Siamo qui anche per scopare io e te, giusto?”.
Questa cosa non mi era piaciuta per niente, né il suo tono né come aveva deciso di interrompere quello che stava facendo con la mia fidanzata.

Luca si avvicinò a Debora e le si mise sopra, la baciò e poi sentii un lamento di piacere da parte di lei che evidentemente aveva appena accolto dentro di sé il suo cazzo voglioso.
Susanna spalancò invece le gambe in maniera meccanica e anche io entrai dentro di lei che nel frattempo aveva cercato la mano di Debora per stringerla forte durante il rapporto.
Susanna era zitta e avevo l’impressione di stare con una bambola di pezza in quel momento: le spostavo le gambe e lei non collaborava, le chiedevo di cambiare posizione, di girarsi, se volesse venire sopra di me e lei a tutto rispondeva: “È uguale”.
Nessuna emozione da parte sua, solo indifferenza.
Non credo fosse così perché io non le piacessi, semplicemente quella sera lei avrebbe voluto essere altrove e a dirla tutta avevo l’impressione che non avrebbe mostrato attenzioni nemmeno se al posto mio ci fosse stato il più bell’uomo di questa di terra.

Guardavo con un po’ di invidia Debora che invece se la stava davvero godendo tutta.
Era sdraiata sotto a Luca tenendo le gambe spalancate e ad ogni colpo che lui le dava in profondità uscivano dalla sua bocca urla di piacere accompagnate da: “Siii, ancora, più forte!”.
Inoltre vidi che piantava le sue unghie prima sulla schiena di lui e poi sul suo culo e con quelle unghie così conficcate sembrava volesse dirgli: “Spingimelo ancora più in profondità, fammelo arrivare in gola”.
Era indemoniata, non la riconoscevo più.
Forse avevamo esagerato un po’ con il prosecco durante la cena e dovevamo rivedere le dosi ai prossimi eventuali incontri.
Susanna si tolse da sopra me e disse: “Ti faccio un pompino, vienimi in bocca”.
Sentivo i suoi denti graffiarmi la cappella e mi chiedevo cosa avessi fatto di male per meritare quella sofferenza.
Riuscii a venire solo perché mi ero concentrato sulla voce di Debora che incitava Luca e, rivolto a loro, guardavo la mia ragazza mentre veniva scopata con forza dall’ennesimo sconosciuto.
Susanna ingoiò tutto e mi ripulì il cazzo con la lingua, poi diede un bacio alla mia cappella che pareva essere in fiamme a causa del modo rude con cui mi aveva prosciugato.
Quel bacio era stata forse l’unico gesto con un pizzico di dolcezza che era riuscita a rivolgermi quella sera.
Ci sedemmo al bordo del letto aspettando che anche Luca e Debora finissero e la cosa non tardò molto.
Lui diede gli ultimi colpi forti dentro di lei, che si lasciò andare ad un sonoro: “Siii!”.

Avevo chiesto a Luca e, precedentemente ad Andrea, che appena terminato con lei non si intrattenessero in conversazione perché Debora, essendo molto timida e riservata, avrebbe potuto andare in paranoia e quindi ammutolirsi.
Quella sera invece lei iniziò a fare la stronzetta con lui non appena finirono.
“Vuoi sederti vicino a me?” le diceva, poi: “È solo perché ho bevuto un po’ sai, perché queste cose io mica le faccio di solito”.
Sembrava che io e Susanna fossimo invisibili alla sua vista.
Lanciai quindi un occhiataccia a Luca guardando la sua amica esclamò: “Susy, vestiti che dobbiamo andarcene”.
In pochi minuti, senza nemmeno rinfrescarsi, erano già pronti sulla porta della camera per uscire.
Ci salutammo in maniera fredda, un po’ come quello che c’era stato tra me e Susanna quella sera.

Osservai Debora sfatta e sudata e le chiesi se le era piaciuto, mi rispose che era stato tutto molto strano.
La presi per mano e la portai in bagno dove facemmo una doccia per rinfrescarci e toglierci via di dosso gli odori dei nostri rispettivi compagni di gioco.
Mentre la insaponavo e toccavo le sue forme riflettevo sul fatto che a Luca fosse andata decisamente bene quella sera e che invece io, vista la brutta esperienza provata con Susanna, di scambi di coppia non me volevo più sentire parlare.
Mi dicevo: “Al massimo tutti a dedicarci a Debbi, con una bella ragazza bisex che la istruisca a dovere e la porti dove non è arrivata questa sera. E per finire i nostri cazzi a farcirla per bene”.

Poi pensai ancora all’immagine della mia fidanzata a gambe spalancate che piantava le sue unghie sulla schiena di quello sconosciuto che la stava facendo godere e mi dissi: “E perché non condividerla con due singoli la prossima volta…?”.

Uscimmo dalla doccia e tornammo a letto.
Debbi era esausta e si buttò a pancia sotto.
Io mi misi sopra di lei e cominciai a strusciarmi con il cazzo che stava tornando in forma grazie a tutti i pensieri che mi passavano per la testa.
Lei fece prima un sospiro, poi un verso che esprimeva piacere.
Entrai quindi poco alla volta nel suo culo fino a penetrarlo delicatamente, il tutto accompagnato dai suoi lamenti di dolore misto piacere.
Mi dicevo: “Luca, questo tu stasera non sei riuscito a conquistarlo!”.
Quella fu in un certo senso la mia rivincita.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all’autore del racconto – Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell’autore.
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Scambio di Coppia

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