L’età morbosa

“Prima allontanavo il desiderio non solo perché non sapevo come avresti reagito, ma anche per rispetto di papà…”

L’età morbosa

1.
Enrico era entrato in quella fase critica della
crescita che chiamiamo adolescenza, quando comincia a diffondersi la peluria nelle parti intime, quando si ingrossano un po’ le ghiandole mammarie, quando cominci ad avvertire dolori sottili dalle parti dei coglioni, quando ti svegli con improvvise erezioni, quando anche il timbro della voce si fa più cavernoso.
Sua madre Fiorella di figli ne aveva fatti tre ed Enrico era l’ultimo, dunque aveva chiara la cognizione della delicatezza di questa fase dell’età evolutiva ed aveva aumentato la sua attenzione agli stati d’animo ed ai comportamenti del figlio. Del resto, dopo che i due figli maggiori, Giuseppe e Lorenza, si erano iscritti all’università e tornavano a casa solo per le feste e le vacanze, per lei casalinga di 52 anni, ancora bene in carne, ma spesso annoiata e insoddisfatta, le principali incombenze erano il marito Alfonso, bancario di 58 anni, sempre con la testa nelle sue cose d’ufficio e sempre più stanco e svogliato a letto, e questo suo bel figlioletto, Enrico, di 15 anni, attento, affettuoso, bravo a scuola, anche se un po’ timido e chiuso in se stesso.
Fiorella sapeva che a quell’età il mondo di un ragazzo entra in subbuglio, che la scoperta del sesso si accompagna ad una morbosità spesso rabbiosa e che l’equilibrio e lo sviluppo ne possono riuscire compromessi. Avrebbe voluto che il figlio le confidasse i turbamenti dell’età, ma lo vedeva invece sempre più chiuso ed elusivo, anche se non scontroso. Cominciò a spiarlo, a rovistare di nascosto nelle sue cose, ad origliare dietro la porta della sua cameretta.
Nei suoi tiretti trovò qualche fumetto e un paio di riviste porno, il che le fece intuire che il ragazzo sicuramente si masturbava. Quando andava in bagno restava in ascolto nel corridoio, ma al di là di qualche piccolo lamento non percepì nulla di sospetto. Se si masturbava lo faceva nella cameretta, forse di pomeriggio, forse di notte. Ma cercò di indagare anche nelle relazioni esterne del ragazzo, nelle sue amicizie. E certe strane assenze prolungate, motivate da ricerche scolastiche da condurre insieme al suo compagno di banco Michelino, cominciarono ad insospettirla.
Un pomeriggio si decise a vederci più chiaro. Enrico era in camera sua a studiare, lei lo raggiunse e, dopo averlo accarezzato, lo invitò a fare una piccola pausa e a bere una bibita in cucina. Si spostarono in cucina e Fiorella ne approfittò subito per spingere il figliolo a confidarsi un poco. Enrico si schermiva, tentava di scivolare via, ma lei si faceva insistente, le sue domande diventavano sempre più imbarazzanti, intime.
– Vedi Enrico, questa è un’età che dobbiamo parlare di più tra di noi, senza vergogna e senza pudore. Ho già cresciuto due figli e so che a questa età si possono avere sbandamenti. Ti vedo più taciturno e nervoso. Cosa c’è? Qualche amorino sta nascendo? O hai desideri che non riesci a comunicare … a sfogare?
– Ma no mamma, niente. Nessun amorino, come dici tu. Quelle smorfiosette delle mie compagne sono insopportabili. Ed anche con i miei compagni spesso mi trovo a disagio: sono sporchi, volgari, ignoranti. Meno male che c’è Michelino..
– Ah, già, Michelino, il tuo amichetto preferito. E’ così carino, educato, per bene. Mi piace che vi frequentiate anche fuori della scuola. Ma dimmi: che fate insieme? Come passate le ore libere?
– Beh, qualche volta vediamo insieme qualche dvd. Altre volte andiamo insieme al parco. Che vuoi? Ammazziamo la noia …. Ma meno male che almeno riusciamo a stare bene da soli.
– Certo è un po’ curioso che due bei ragazzi come voi stiano da soli, con tante belle fanciulle in giro ….
– Ma no. Te l’ho detto mamma, quelle mocciose non ci interessano. Anche per le cose intime facciamo da noi ….
– Come, come. Fate da voi? E che significa? Non capisco …
– Vedi mamma, le nostre cose più riservate ce le confidiamo meglio tra di noi, con Michelino……
Fiorella a questo punto divenne ansiosa, i suoi dubbi crebbero all’infinito.
-Ma tesoro, io non voglio essere impicciona. Ma mi permetterai di essere un po’ inquieta. non capisco, perché non ti confidi con me?
– Perché sei tanto preoccupata? Cosa vuoi sapere? Che facciamo noi due da soli? Di che parliamo?
– Scusami, ma a me puoi dire tutto… anzi, devi dire tutto.
Enrico a qual punto tirò un lungo sospiro e restò in silenzio, incerto sul da farsi. Fiorella avvicinò la sua sedia, gli si mise di fianco toccandogli la gamba col suo ginocchio, gli passò una mano dietro la nuca e cominciò ad accarezzarlo con tenerezza.
– Dimmi la verità, Enrico. Parlate di donne?
Vi toccate insieme?
A quel punto, come scoperto in flagrante, Enrico avvampò in viso e appoggiò la sua testa sulla spalla della madre, chiudendo gli occhi.
– Sì, sì … se è questo che vuoi sapere. Quando siamo eccitati, ci sfoghiamo toccandoci insieme. E debbo dirti che la cosa ci dà soddisfazione.
– Scusa amore, se ti ho turbato, ma è bene che tu queste le cose me le dica e che ti rassereni. Su, raccontami, così ti sentirai meglio.
Così dicendo Fiorella aveva fatto sedere il figlio sulle sue ginocchia e aveva cominciato a baciarlo sulle guance manifestandogli tanta dolcezza e comprensione. Poi aveva iniziato ad accarezzarlo sul petto, insistendo sui capezzoli ed aveva notato immediatamente un sussulto nei boxer di Enrico. Allora, continuando a vellicargli il petto, aveva ripreso a sussurrargli parole dolci.
– Ho capito che hai difficoltà a confessarti. Vediamo se indovino io …… Lo so che alla vostra età il desiderio sessuale cresce e che è sempre più difficile reprimerlo. Quando non ce la fate più, lo tirate fuori e cominciate a segarlo, è vero? …. E, per non farlo da soli, tu e Michelino lo fate in compagnia, magari pensando a qualche bella donna vista sui giornalini porno. Non è così? … A me lo puoi dire, non ti vergognare, non c’è nulla di male…..
A questo punto Fiorella strinse di più il figlio a sé e gli fece avvertire la morbidezza delle sue tettone, senza perdere di vista la protuberanza nel boxer che cresceva vistosamente. Enrico respirò profondamente, si sentì più a suo agio per l’atteggiamento confidenziale della madre e cominciò a dire:
– Vedi mamma, ti hai capito benissimo, mi conforta che comprendi il mio stato d’animo. E’ proprio così, con Michelino ci seghiamo insieme e arriviamo insieme a spruzzare fuori il seme. Ma, se non ti arrabbi, voglio dirti quando ce lo tiriamo non pensiamo affatto alle donne di quei giornali.
– E a che pensate? su, dimmelo.
– Pensiamo. Mmhhh, pensiamo a te ed alla sua mamma.
A sentire quelle cose Fiorella ebbe un moto prima di sorpresa, poi di commozione; perciò baciò Enrico sulla testa e infilò la sua mano dentro i boxer del figlio, dando inizio ad una lenta masturbazione.
– Oh, povero piccolo mio, sono io a provocare i tuoi turbamenti? quasi non ci credo. Possibile che riesce ad eccitarti una vecchierella come me? Oh, caro, lasciati andare che mamma tua ti aiuta.
E intensificò la masturbazione, tanto che Enrico non resistette più di un minuto e le venne abbondantemente dentro la mano.
– Oh mamma, scusa, non ce la faccio, vengo, vengo, vengoooo…
– Oh sì, vieni, vieni, non ti preoccupare, questo è sangue del mio sangue. Ah, ma quanta ne hai fatta! Aspetta che prendo una salviettina per asciugarti.
Aveva sistemato meglio il ragazzo sulla sedia ed aveva eseguito con destrezza l’operazione. Poi, dopo avergli dato un nuovo bacio sulla fronte, gli aveva detto:
– Vedi, Enrico, che è bene parlare tra di noi. Io non sospettavo minimamente di poter esserti di aiuto e invece….. dài dài, che d’ora in poi le cose si metteranno meglio.
Enrico era ancora in stato di abbandono dopo la sborrata, ma si sentiva sollevato dopo la confessione. Fiorella gli preparò una bella bevanda rinfrescante, lo portò con sé in salotto, si accomodarono in poltrona.
-Beh, tesoruccio mio, ti senti meglio? … Come vedi, non c’è bisogno di nascondere le tue cose a mamma. Per qualunque cosa tu abbia bisogno, mamma è qua per te, ricordatelo. Eppoi, non puoi pensare solo di continuare a masturbarti… devi fare le tue esperienze, le masturbazioni danno alla testa.
– Sì mamma, ce lo siamo detto con Michelino che non potevamo continuare solo a tirarcelo. E difatti, da qualche tempo, abbiamo cominciato a fare sesso in maniera diversa.
A questo punto Fiorella aguzzò gli occhi e chiese subito al figlio di spiegarsi meglio.
– Eh sì, abbiamo cominciato a toccarci tra di noi, a procurarci piccoli godimenti.
– Godimenti … ma che godimenti … fammi capire. Vi toccate le … le parti intime?
– Sì
– E vi baciate?
– Sì
– E dove vi baciate? Sulla bocca?
– Sì. Non solo sulla bocca ….
– E dove?
– Beh, ci tocchiamo e ci baciamo il petto, i capezzoli e poi …
– E poi?
– E poi… su, mamma, mi vergogno … il resto te lo puoi immaginare
– Cosa debbo immaginare? Che vi succhiate il pisello
– Sì
– E magari che ingoiate il seme
– No, ci sborriamo addosso
Fiorella era rimasta senza fiato ad ascoltare questa ulteriore confessione.
– Continua, amore, continua
– Mamma, ma cosa vuoi sentire? che abbiamo provato anche a strusciarcelo addosso, a mettercelo di dietro
– Oh Dio, non mi dire che …..
– Sì, mamma. È stato un po’ doloroso, ma poi abbiamo provato grande piacere.
Fiorella ebbe un moto di sgomento, ma si trattenne per non sciupare il momento di intimità e di confidenza. Abbracciò nuovamente il figlio, lo accarezzò, ma non trovava le parole per riprendere il discorso. L’idea di un figlio avviato a diventare frocetto le aveva gelato il sangue. Pensò tuttavia che si trattava di piccole debolezze di adolescenti e che era ancora tutto rimediabile.
– Beh, capisco, amore, tra ragazzi succede, ma sono cose che passano … tu e Michelino vi volete bene, ma non dovete scambiare l’amicizia con il sesso. Se vuoi ne possiamo parlare insieme con lui.
– No, no, mamma, ne resterebbe ferito. Mi vuole tanto bene, è così tenero con me, eppoi ti assicuro che godiamo tanto a far l’amore.
– Certo, capisco, tesoro ma non è la cosa giusta da fare. La cosa giusta è far l’amore con una donna.
Enrico era un po’ interdetto, era stato sincero con la madre, ma le sue obiezioni lo avevano ributtato nell’incertezza. Fiorella si accorse del suo disorientamento e capì che avrebbe dovuto aiutarlo senza forzature. Il momento era propizio per rimetterlo sulla giusta carreggiata. Adottò la linea dell’ironia.
– Ma, dunque, non vi masturbate più sulle donne? vi è già passata la passione per le vostre mamme?
– No, quella non passa, solo che è una passione senza speranza e allora ci distraiamo un po’ tra di noi
– Ah, meno male, sono contenta di essere più importante di Michelino. anche se non mi piace essere per mio figlio una passione senza speranza.
– Perché, non è così?
– No. Non voglio essere motivo di una passione disperata per te. Ma …..
– Ma ……
– Ma mi piacerebbe essere …. un amore sincero, un piacere gioioso, un’amica complice e fidata
E, dicendo così, aveva fatto gli occhietti a Enrico, lo aveva tirato su dalla poltrona e si era avviata, tenendolo abbracciato al suo fianco, verso la camera da letto.
Enrico si lasciava trascinare con gli occhi trasognati, sentiva che sotto i suoi i piedi si era improvvisamente aperta una voragine dei sensi e sentiva di esserne risucchiato. Non credeva ai suoi occhi. La mamma, l’adorata mamma, la tanto desiderata mamma, se lo portava a letto.

2.
Per Fiorella era stato un pomeriggio sconvolgente: era contenta di aver indotto il figlio a confidarsi senza veli con lei; era anche piuttosto compiaciuta di aver scoperto di essere l’oggetto dei desideri repressi di Enrico; ma era assai preoccupata dei comportamenti devianti che il ragazzo aveva preso insieme con il suo amichetto del cuore.
Aveva adagiato Enrico sul letto, l’aveva aiutato a denudarsi completamente. Ora il suo piccolo l’aveva lì davanti a sé, nudo e disteso sul letto, completamente abbandonato alle sue cure. Lo guardò attentamente, era un bel ragazzo, magro ma già abbastanza alto, con la peluria incipiente sul petto e sulle gambe, ma già folta sul pube, ed aveva un arnese non da bambino.
Anche lei aveva cominciato a liberarsi delle poche cose che indossava e notava che Enrico la guardava trattenendo a stento la voglia, tanto che il suo pisello si era prontamente allungato e indurito e svettava orgoglioso, se non presuntuoso, dinanzi ai suoi occhi. Ne fu compiaciuta ed avvertì il desiderio (e la gelosia) di impossessarsene.
Lanciò uno sguardo veloce allo specchio dell’armadio per capire cosa in una donna matura come lei potesse far ingrifare il suo bambino: le mammelle grosse e già un po’ cadenti? le cosce robuste e abbondanti? il culo largo e prorompente? la selva di peli del bassoventre? Si trovava ancora piacente, ma decisamente sopra taglia. O era proprio tutta quella opulenza a dare al bambino il senso di un mare nel quale tuffarsi?
Non ebbe il tempo per darsi una risposta perché non appena si fu distesa anche lei nel lettone Enrico le si avventò addosso, mettendosi a baciarla furiosamente dappertutto, come un assetato ad una fonte di acqua sorgiva.
– Ehi, calma, tesoro. Rilassati. Non me ne scappo via. Siamo qui per lasciarci andare alla tenerezza. Piano, piano. Vediamo se questo desiderio irresistibile di mamma tua si placa un poco .
Lo fece salire sul suo corpo, allargò le cosce e indirizzò con la sua mano il suo cazzo dentro la ficona, che avidamente lo catturò. Poi lo attrasse a sé con forza, spingendolo dalle natiche; intanto aveva cominciato un bacio lungo e penetrante, mescolando la sua saliva a quella del figlio.
Enrico era in estasi:
– Mamma, mamma, mi sento in paradiso oh che bellezza, finalmente mamma mia ……..
– Godi, godi, figlio mio. Sei carne della mia carne. Godi del corpo che ti ha generato. sono tua, tua, e lo sarò tutte le volte che lo vorrai …sì, sì, sfoga le tue voglie, sfogale con mamma lascia perdere il resto, non ti preoccupare . Dammi tutto quello che hai in corpo…
– Mamma, mamma. È bellissimo. Ma non resisto … scusa, sento che arriva la sborra. Ecco, ecco… che faccio? Lo lascio dentro?
– Vieni, vieni dentro la mamma. Non ti preoccupare, non resto incinta, non ho più l’età vieni, su, così, così. Tutto dentro. Fino all’ultima goccia.
Enrico assestò gli ultimi colpi e poi sborrò copiosamente nella fica materna. Ma anche Fiorella aveva rivissuto uno dei suoi momenti di maggiore trasporto sessuale e si abbandonò anch’essa all’orgasmo:
– Oh, che bello! Oh, finalmente. Lo sai, amore, che ci voleva proprio, è da tanto che non mi capitava un orgasmo così… bravo, bravo, Enrico mio… meno male che ho te, se aspetto a tuo padre.
L’accenno che la mamma aveva fatto al suo papà stimolò in Enrico un po’ di vanità maschile:
– Perché dici così, mamma? con papà come vanno le cose?
– Come vuoi che vadano? Sta sempre in ufficio, arriva a casa stanco e si mette subito a dormire. Ormai ha inappetenza sessuale. E non si preoccupa che la moglie possa avere ancora i suoi desideri. Ma non parliamo di lui, anche perché d’ora in poi ho con chi sfogare i miei desideri, è vero?
– Certo, mammina mia….. Ora mi sento anche più sicuro e tranquillo. Prima allontanavo il desiderio non solo perché non sapevo come avresti reagito, ma anche per rispetto di papà. Ma se le cose sono come dici tu.
– E’ così…… Ma quale rispetto! Per come mi tratta, si merita tutte le corna di questo mondo! … anzi dev’essere contento che almeno restano in famiglia!

3.
Fiorella si sentiva bene, aveva raggiunto un rapporto splendido di complicità con il figlio ed aveva visto rifiorire il piacere del desiderio: un desiderio tanto più ardente quanto trasgressivo e inconfessabile. Darsi ad Enrico, inculcargli una educazione sessuale vissuta, le dava una soddisfazione indescrivibile; ma godersi quel cazzo giovane e famelico, riassaporare il gusto delle scopate più sfrenate, era per lei, donna più che matura, che aveva sorpassato il passaggio della menopausa, una vera manna dal cielo.
Ma il suo cruccio principale era soddisfare in tutto e per tutto il figlioletto, fargli da nave scuola, consolidando quel rapporto di confidenza che aveva così a lungo cercato. Era naturalmente attenta anche a tenere una misura, a insegnare ad Enrico anche il controllo degli istinti, temeva di estenuarlo e di traviarlo con una permissività senza limiti.
E così, anche se il ragazzo fremeva e lei stessa ne era tentata, aveva imposto ad Enrico che a letto potevano andarci non più di due volte a settimana, che di più poteva alterargli gli equilibri della crescita. Ma non passava giorno che lo interrogasse sui suoi affari intimi, che si facesse raccontare ogni particolare, che gli ammannisse giudizi e suggerimenti.
Soprattutto monitorava il clima delle relazioni tra Enrico e Michelino, perché l’attrazione tenera tra i due non la lasciava tranquilla. Il figlio le aveva detto che da tempo non avevano più avuto rapporti sessuali, ma le aveva anche rivelato che continuava ad avvertire un desiderio recondito di essere inculato dal suo amico. Senza tacere che Michelino continuava a pressarlo per riprendere l’antica abitudine delle masturbazioni in comune ecc..
Allora Fiorella decise che era tempo di intervenire direttamente per scongiurare alla fonte ogni pericolo. E perciò disse al figlio:
– Senti, Enrico, io penso che non è giusto che tu non faccia capire a Michelino che quei vostri giochi sono finiti e che dovete cominciare a praticare il sesso vero.
– Sì mamma, ci ho pensato. Ma non so come dirglielo, se gli dicessi la verità forse si sentirebbe tradito, anche a lui piacerebbe sfogare le sue voglie con la sua mamma ma sua madre non è come te.
– Io non voglio intromettermi nei vostri rapporti, ma se vuoi posso cercare di parlargliene io al tuo amichetto che ne dici? perché non lo fai venire qui un pomeriggio?
Enrico restò pensieroso per qualche minuto, poi tirò un sospiro e disse:
– Mah, forse hai ragione tu. È meglio che ne parliamoe se cominci a parlargliene tu, è ancora meglio.
Si accordarono dunque che, per poter avviare un discorso con delicatezza, sarebbe stato opportuno invitare a casa Michelino, ma lasciare a Fiorella il tempo per aprire il discorso.
Il giorno dopo alle 15 Michelino bussava alla porta della casa di Fiorella, che si affrettò a riceverlo.
– Oh Michelino, vieni vieni, accomodati. Enrico sta riposando perché gli è scoppiato un forte mal di testa. Ma non ti preoccupare, tra poco vado a svegliarlo, tu intanto mettiti qua in salotto. Cosa ti preparo?
– Oh no, signora, nulla. mi dispiace per Enrico. Non vorrei disturbare, magari torno più tardi.
– Ma che dici, Enrico ne resterebbe malissimo. Si è raccomandato con me di accoglierti e di farti aspettare. Ma davvero non posso darti niente? Che so, una limonata, una coca-cola, un dolcetto?
Michelino era un ragazzo timido e molto educato, parlava a bassa voce e faceva uno sforzo ad opporre dinieghi. Alla fine acconsentì per una coca-cola e, muovendosi con qualche incertezza si accomodò su un divano del salotto, proprio dirimpetto a Fiorella, che con fare studiato quanto disinvolto gli accavallò le gambe lasciando generosamente scoperte buona parte delle sue coscione.
Sulle prime si scambiarono frasi di circostanza, con Fiorella che si manifestava sempre più allegra e invitante e Michelino invece sempre più imbarazzato e sulla difensiva. Ma ad un certo punto Fiorella passò decisamente al contrattacco:
– Io sono molto contenta che Enrico ha un amico del cuore come te, col quale divide tutte le esperienze, anche quelle che non si confessano. Ma una mamma certe cose le capisce lo stesso ed io ho capito che state passando un’età un po’ difficile e, purtroppo, le vostre amichette non vi aiutano molto, è vero?
Michelino stava sulle spine, aveva dinanzi agli occhi il panorama delle intimità della madre di Enrico, che le cosce ormai le apriva in continuazione lasciandogli intravvedere le mutande trasparenti e la foltissima peluria del triangolo pubico. Né sapeva cosa rispondere alle domande sempre più indiscrete di Fiorella, anche perché non sapeva se Enrico le avesse fatto qualche confidenza. Se la cavava con poche parole senza senso e cercava di distogliere lo sguardo dalle cosce di Fiorella, che gli procuravano un moto di eccitazione.
– Enrico sfugge alle mie domande, ma sua mamma sa che ai turbamenti della vostra età non si può sfuggire. Io penso, invece, che è meglio affrontarle certe cose, perché parlandone liberamente si evitano tanti problemi e tante complicazioni. Scusa se ti parlo così schiettamente, Michelino, ma voi pensate che io non so che ragazzi come voi alla vostra età hanno bisogno di sfogare gli istinti? che scoprono i primi piaceri del sesso masturbandosi? che magari lo fanno insieme e magari si toccano tra di loro?
Michelino era avvampato di rossore, come fosse stato scoperto in flagranza di reato, i battiti del cuore si erano accelerati al massimo, riuscì solo a farfugliare:
– Signora, guardi che noi ci vogliamo bene … e non facciamo niente di male …..
Al che Fiorella aveva prontamente ribattuto:
– Ma certo, lo so che vi volete bene ed io non ho nulla da rimproverarvi ma credo che dovreste aprirvi ad esperienze più mature, quelle che vi fanno diventare adulti. il sesso è una cosa seria, se lo si prende dal verso sbagliato le conseguenze sono nefaste…
Così dicendo, quasi per rassicurare il povero ragazzo, che le appariva in pieno smarrimento, Fiorella si era alzata ed era andata a sedersi proprio a fianco a Michelino, lo aveva accarezzato con tenerezza, poi (come aveva fatto all’inizio con Enrico) aveva attratto la sua testolina verso il suo seno e gli aveva sussurrato:
– Tu ed Enrico avete bisogno di una vera scuola di educazione sessuale tranquilla e discreta per conoscere meglio le vostre esigenze, per apprendere di più, per sperimentare nuove possibilità, nuove emozioni.
Michelino tratteneva il respiro per il timore e per l’emozione, rimaneva un po’ rigido, ma Fiorella continuava ad accarezzarlo e a sorridergli, incitandolo a lasciarsi andare e a confidarsi. Nel frattempo Enrico, non visto, si era sistemato in un angolo del corridoio dal quale assisteva allo spettacolo, seguendo anche lui col batticuore l’evoluzione di quella chiacchierata in salotto.
Fiorella si era convinta che solo spingendo anche Michelino ad aprirsi alla libertà sessuale avrebbe evitato a suo figlio di poter ricadere nei rischi dell’omosessualità. E perciò ora stava applicando a Michelino la stessa terapia seguita con successo con il figlio.
– Michelino, su, non stare così rigido. dai, rilassati, lasciati andare.
E l’aveva fatto distendere sul divano facendogli poggiare la testa e le spalle sulle sue gambe. Michelino stava in silenzio, intimorito e imbarazzato, con quelle due belle mammelle ad un palmo dal suo viso. Fiorella continuava a parlargli con dolcezza ed aveva cominciato a toccargli il petto, a vellicargli i capezzoli. Il ragazzo non ce la faceva più a nascondere la sua eccitazione crescente, i suoi pantaloncini rivelavano una forte impennata, Fiorella non toglieva lo sguardo da quel rigonfiamento e, soddisfatta, continuava nella sua azione.
– Che c’è, Michelino, perché sei così smanioso? Perché non chiudi gli occhi e ti rilassi? vedrai, ti sentirai meglio.
Anche per non tradire il suo stato di eccitazione, Michelino aveva obbedito, aveva chiuso gli occhi e respirava a fatica. A quel punto Fiorella si era spinta oltre, aveva cominciato ad accarezzarlo proprio lì dove il pantaloncino era in tensione.
– Beh, se debbo giudicare da questo, mi pare che non sei insensibile alle attenzioni femminili, o mi sbaglio? .
Michelino non fiatava e Fiorella continuava imperterrita:
– Oh oh … Complimenti! Che bell’arnese che hai, Michelino! Ma non vedi come soffre il poveretto! Non vedi che ha bisogno di esplodere! Su, su, non reprimerti oltre, che ti fa male! Su, su, Michelino, lasciati andare, dai libero sfogo alle tue fantasie
Così dicendo aveva infilato le mani dentro il pantaloncino del ragazzo, si era impossessata del suo pisello ed aveva cominciata a tirargli una sega. Michelino emetteva dei lamenti goduriosi e dimenava un po’ le gambe; nel corridoio, alla vista di quel che accadeva in salotto, anche Enrico aveva cominciato a tirarselo.
La cosa durò un minuto, forse due, Fiorella accompagnò l’azione della mano schiacciandogli sul volto i suoi seni, poi il ragazzo sbottò in un rantolo irrefrenabile e liberò il carico seminale dei suoi coglioni, riempiendo la mano di Fiorella, ma schizzando anche su se stesso, sulle sue gambe e sulla sua pancia. In contemporanea anche Enrico sborrava e, subito dopo, si rifugiava in bagno per ripulirsi.
Michelino era terreo, tanto per l’imbarazzo quanto per lo sfogo di energia.
– Oh, mi scusi, signora, non volevo, non sono riuscito a controllarmi
– Ma che scuse e scuse, hai fatto benissimo, figlio mio. Chissà quanta voglia repressa avevi in corpo. Credo che ora ti senti meglio, vero?
– Oh, sì, certo, signora. lei è stata tanto cara con me, ho approfittato della sua gentilezza. invidio Enrico per la mamma che ha ……
– Non dire sciocchezze, io ti considero come se tu fossi un fratello di Enrico, un altro figlioletto mio. sono contenta di esserti stata di aiuto anzi, credo che appena si alza Enrico potremo discutere insieme delle vostre cose

4.
Intanto Michelino si era ripreso e ricomposto, Fiorella era andata in cucina a rispondere ad una telefonata, Enrico si era finalmente affacciato in salotto ed aveva salutato l’amico, scusandosi per il contrattempo del suo mal di testa.
I due amici si guardarono, Enrico notò che Michelino era piuttosto sfuggente e che abbassava lo sguardo. Gli chiese se si sentisse bene, poi lo invitò ad andare con lui in camera sua.
Appena in camera, Michelino lo abbracciò con grande foga e lo baciò in bocca, con particolare trasporto. Enrico ricambiò l’abbraccio ed il bacio e restarono così avvinghiati per qualche minuto, giusto il tempo che la madre entrò in camera e li sorprese in quella posa inequivocabile.
Fiorella rimase attonita nel vederli baciarsi in quel modo e, senza farsi accorgere, uscì di soppiatto dalla camera, restando ad origliare fuori della porta. Ebbe la sensazione che l’attrazione omosessuale dei due amichetti era ben più radicata del previsto, comprese che le sue trovate erano insufficienti. Da dietro la porta li sentiva mugolare di piacere, avvertì il timore che i due si fossero addirittura denudati e che scopassero sul letto, ma non trovò la forza di fare irruzione: sarebbe stato forse traumatico.
Fiorella si sentì sconfitta. Aveva bruciato ogni tabù, si era concessa completamente a suo figlio, gli aveva fatto provare tutti i piaceri del sesso vero, aveva persino fatto una bella sega al suo amichetto, deliziandolo come la migliore maestra di sesso. E quei due frocetti, appena soli, si erano rimessi a limonare e, forse, in quel momento, se lo ciucciavano in bocca o se lo infilavano in culo!
Restò triste e pensierosa in salotto, in attesa che i due uscissero dalla loro alcova. Quando ciò avvenne, dopo una buona mezz’ora, si fece forza e li accolse sorridente, facendo finta di niente, ma pensando di non darsi per vinta.
– Oh, ecco i miei bei giovanotti! Venite qui in cucina che vi preparo qualcosa di buono. Tu Enrico, stai meglio?
– Sì mamma, il mal di testa mi è passato poi con Michelino ci siamo divertiti un po’ alla playstation!
Il fatto che il figlio ricorresse alla bugia la fece inviperire, ma dissimulò abilmente e spiegò al figlio che, in attesa che lui si levasse dal letto, si era intrattenuta piacevolmente con il suo amico:
– Sai, con Michelino abbiamo parlato un po’ delle vostre cose di giovani adolescenti ed ho potuto verificare di persona che, in effetti, la repressione fa male, che il tuo amico ha energia da vendere e che anche lui, come te, ha bisogno di una vera donna.
Enrico fece la parte dello gnorri, finse di non aver capito bene, si rivolse a Michelino e gli disse ironicamente:
– Ah, non lo sapevo che hai approfittato della mia assenza per farti confessare e coccolare dalla mamma.
Michelino, più timoroso che mai, tentò una piccola difesa:
– Ma no Enrico, tua mamma è stata gentilissima con me, mi ha spiegato tante cose e mi ha dato tanti consigli.
Al che Enrico, che aveva visto tutto:
– E nulla più? Sicuro?
Michelino non rispose, fu Fiorella ad intervenire:
– Caro il mio Enrico, ho fatto a Michelino gli stessi discorsi che faccio a te. Del resto, visto che siete amici per la pelle, o la imboccate entrambi questa strada o niente….
Enrico allora, sempre ironicamente:
– Cosa vuoi dire, mamma? Che dobbiamo cercarla insieme una donna, e magari godercela in due?
E la madre subito:
– E perché no? L’idea è buona. Una donna così potrebbe fare da nave scuola per entrambi.
In ogni caso lo sapete che, se non trovate di meglio, io sono a vostra disposizione per ogni cosa
Fiorella era stata esplicita, forse più di quanto avrebbe pensato, ma ormai aveva capito di dover giocare la partita sino in fondo. I due ragazzi si guardarono interrogativamente, non dissero nulla, ma in quegli sguardi Fiorella lesse una intesa tacita. Perciò decise di rompere il ghiaccio e a rilanciare la palla:
– Che ne direste di continuare questa discussione mettendoci a nostro agio?.
E siccome i due non avanzarono obiezioni, Fiorella li prese per mano e se li portò in camera sua, li mise a sedere sul lettone e disse loro di spogliarsi e mettersi a letto, cosa che i due eseguirono un po’ interdetti. Intanto anche lei avviò la sua vestizione e lo fece con studiata lentezza, allo scopo di far crescere nei due ragazzi l’eccitazione.
Enrico la guardava con voglia possessiva e intanto cominciava a tirarselo, Michelino al suo fianco se la mangiava con gli occhi ed anche lui imitava il suo amico. Fiorella, come una grande gattona, si fece spazio nel letto e si posizionò proprio di fronte ai due, mettendo in bella mostra le sue delizie: il seno burroso, la pancia rotonda, i fianchi possenti, le chiappe larghe e sode, le cosce avvolgenti e il triangolo peloso della fica.
– E allora? Cosa aspettate? Vedo i vostri arnesi già in tiro, e voi perdete tempo. O vi piace piuttosto fare da voi? Se è così, fate pure. Anzi sono piuttosto curiosa di vedere come fanno l’amore due ragazzi.
Il primo a muoversi fu Enrico, che quel corpo di donna già conosceva abbondantemente. Si avvicinò alla madre e cominciò a leccarle le mammelle e i capezzoli. Subito dopo anche Michelino vinse le sue ritrosie e si mise ad accarezzare le cosce di Fiorella spingendo la mano fino al boschetto della fica. Fiorella continuava a stimolarli:
– Su, bei maschioni, su, non vi fermate. Su, datevi da fare. Tu Enrico vienimi sopra. E tu Michelino avvicinati da dietro. Ecco, così, così mettetemi in mezzo, come un sandwich ah, sì, così, fatemeli sentire questi vostri bei piselloni.
I due ragazzi via via si liberarono della timidezza iniziale e, con l’aiuto di Fiorella, cominciarono a chiavarla in tutte le pose. Non resistettero molto per l’eccitazione e in breve tempo le sborrarono addosso tutto il seme che avevano: Enrico in mezzo alle mammelle, Michelino da dietro sul suo bel culone. Poi, contenti e soddisfatti, si distesero al suo fianco nel letto per godersi il dopo e riprendere fiato.
Fiorella non orgasmò, intenta com’era a condurre la regia del gioco, ma godette molto a vedere quei due giovani cazzi ingrifarsi e svuotarsi sul suo corpo. Aveva realizzato un primo punto a suo favore, ma sapeva che non bastava. Voleva snidarli e sconfiggerli definitivamente. Perciò portò la sua azione nel loro campo e, dopo una decina di minuti di riposo, li ridestò e li spronò a riprendere la partita:
– Ehi, ma mica vi mettete a dormire ora! Su, è il momento di godere in libertà. A proposito, non mi dicevi Enrico che, in mancanza di ragazze, tu e Michelino le prime esperienze le avete fatte da soli? Se vi piace, perché non le rifate? o vi vergognate di me?
I due ragazzi si guardarono ancora più disorientati di prima, ma, sotto l’impulso di Fiorella, si avvicinarono e cominciarono ad accarezzarsi e a sbaciucchiarsi.
– Ecco, così, da bravi, su, continuate, senza vergogna, non vi fate nessun problema.
E, mentre i due intensificavano le manipolazioni reciproche, per incoraggiarli ancora di più, Fiorella gli massaggiava i coglioni e le natiche, inserendo un dito nei loro buchi posteriori e incitandoli a concedersi senza remore:
– Cosa aspettate a succhiarvelo? Su, su dài che è bello! Così, così…..
E, dopo che i due cazzi si erano induriti a dovere:
-Mah, credo che il culo non debba aspettare oltre. Che ne dici Michelino?
Fece chinare il ragazzo, gli leccò e lubrificò per bene il canale posteriore, poi fece spazio ad Enrico e gli disse:
-Ecco, è tutto per te, inculalo per benino!
I due ragazzi ormai erano entrati nel vivo del gioco e avevano perso l’incertezza iniziale, ora pompavano che era un piacere e gradivano molto il ruolo intermediario di Fiorella. E, dopo che il figlio ebbe chiavato per bene nel culo del suo amico, si rivolse ad Enrico e gli disse:
– Ora è il tuo turno. Piegati in avanti che ti lecco per bene il tuo buchetto e poi prenditi in culo il cazzo di Michelino.
Accompagnò con una mano la penetrazione anale mentre, con l’altra, si mise a masturbare il cazzo al figlio. La cosa andò avanti così per dieci minuti, fino a quando, avvicinandosi per i due ragazzi il momento di eiaculare e non volendo rinunciare a quel supremo godimento, Fiorella si rivolse ad entrambi:
-Beh, vi siete divertiti abbastanza. Non pensate che è venuto il momento di far divertire anche me? Anch’io ho due, anzi tre buchi che aspettano.
Non ebbe il tempo di finire la frase che, di colpo, i due ragazzi si avventarono su di lei. Michelino la prese davanti e infilò lestamente il suo cazzo dentro la grotta incandescente della fica, Enrico invece piantò il suo arnese nella sua bocca e si mise a pistonarla freneticamente. Per aumentare il godimento dei ragazzi, Fiorella infilò il dito medio di ciascuna mano nel loro culo e li incitò come una grandissima troia:
– Oh bravi, bravi. Che bello avere contemporaneamente due cazzi e c’è posto anche per un terzo, perché il culo è libero. Su, dài, dài scaricatemi la vostra sborra. Sì, sì, così, così. Ooh, bravi sì, mi avete proprio riempita che bello!
Fu una trombata eccezionale, alla fine i due ragazzi erano esausti, Fiorella li lasciò a letto a riposare una mezz’ora, mentre lei si rivestì e tornò in cucina. Quando si ripresero i due amici si guardarono negli occhi e sorrisero felici. Michelino disse ad Enrico:
– Lo sai che hai una mamma eccezionale! Fossero così tutte le donne!
Ed Enrico:
– Sono rimasto sorpreso anch’io. Non pensavo che sarebbe arrivata a tanto! veramente una gran donna!
Enrico e Michelino si rivestirono, passarono in bagno per rinfrescarsi, poi raggiunsero Fiorella in cucina, che li accolse tutta sorridente. Le si avvicinarono e, senza dir nulla, l’abbracciarono e la baciarono insieme, con un atteggiamento di grande gratitudine.
Cominciò il figlio a dirle quasi commosso:
– Mamma, oggi sei stata grande, hai sacrificato per noi ogni principio. Ci hai dato una grande lezione …
E subito dopo Michelino:
– Signora, io mi sento male . Temo di aver approfittato della sua disponibilità. Veramente ancora non ci credo. E’ stato bellissimo, abbiamo scoperto cosa significa fare sesso e non solo.
La mamma avvertì il brivido dell’emozione del momento, sentì che quei ragazzi li aveva conquistati, li accarezzò stringendolo insieme al suo petto, poi disse:
– Figlioletti miei, credo che abbiamo imparato tutti qualcosa. primo, che non serve nascondere le proprie voglie o peggio reprimerle. secondo, che il sesso è bello ma bisogna viverlo senza tabù e terzo, che né il rapporto affettivo né la differenza di età sono di ostacolo al godimento.
Si tenevano abbracciati e si baciavano appassionatamente tutti e tre. Fiorella alla fine li congedò:
– Credo che da oggi molte cose cambieranno, anzi ne sono sicura. Ho fiducia che saprete come regolarvi e comunque, per ogni cosa, sapete che potete contare su di me.

5.
Da quel giorno le cose cambiarono davvero per tutti. Fiorella si sentiva sollevata, era convinta che Enrico e Michelino non si sarebbero più nascosti e che persino per sfogare le loro passioni l’avrebbero resa partecipe.
Non si sbagliava, anche perchè i due ragazzi continuavano a bramare quel corpo di donna matura, tanto piacente ed accogliente, tant’è che le visite pomeridiane di Michelino si moltiplicarono. E si moltiplicarono le triangolazioni erotiche più eccitanti e spregiudicate.
Fiorella si concedeva loro mischiando tenerezza e troiaggine, soddisfacendo al tempo stesso il suo intento pedagogico e il bisogno più egoisticamente sessuale, e continuava intelligentemente a coltivare nei ragazzi tanto l’esperienza amatoria normale sia la segreta inclinazione omosessuale, liberandoli da ogni colpevolizzazione. Aveva completamente cancellato ogni pregiudizio sulla omosessualità. Anzi, quando i due si lasciavano andare all’amore efebico, lei partecipava attivamente sia nel facilitare le reciproche penetrazioni anali sia nel chiudere il triangolo delle interminabili leccate orali.
E difatti alla lunga vinse lei, non solo perché praticamente i due non facevano nulla se non con il suo intervento, ma anche perché via via privilegiarono sempre di più le cavalcate con lei e le grandi sborrate nella sua ficona, nel suo culone, in faccia o sulle sue mammellone.
E fu contentissima quando i due le regalarono un bel fallo di lattice, uno strap-on, che si allacciava in vita con un terminale posteriore da infilare in fica. Da quel giorno anche lei partecipava più attivamente al tripudio di analità, nel senso che se li inculava per bene entrambi, e ne godeva in maniera insospettata.
Era diventata davvero la loro maestra e la loro confidente, e fu alquanto doloroso interrompere quella splendida routine quando i due ragazzi, superata brillantemente la maturità, partirono per Milano a frequentare l’Università.
Qui la storia di Enrico e di Michelino si andò arricchendo di nuove esperienze e, piano piano, i due si abituarono a fare a meno della presenza, ormai troppo dominante e invadente, di Fiorella.
La donna aveva ormai raggiunto la sessantina di anni ed il suo corpo aveva subito evidenti modificazioni: la muscolatura aveva perso la sua elasticità, la cellulite l’assediava in diversi punti. Ma lei era contenta e tranquilla: i due figli più grandi si erano laureati ed avevano intrapreso buone carriere professionali, Enrico le appariva ormai maturato e incamminato bene verso la vita. Le bastava sapere che gli studi proseguivano bene e che anche i rapporti con le colleghe (e con le signore) milanesi erano gratificanti. Si interessava non solo del figlio, anche di Michelino, che aveva quasi adottato e la cui adolescenza sentiva in qualche modo appartenerle.
I due amici non mancavano di farle sentire il loro affetto: le telefonavano tutte le settimane e, nei periodi di vacanza, continuavano a dedicarle diversi pomeriggi, quando il marito andava a giocare a carte al circolo dei pensionati.
Per alcuni anni si limitarono a scambiarsi manifestazioni di affetto sincero, la stessa Fiorella sapeva che una stagione della vita si era chiusa definitivamente.
Ma, un giorno che erano tornati a casa, proprio mentre chiacchieravano allegramente in cucina e lei preparava loro una bella aranciata, Michelino ebbe come un raptus e non riuscì a frenare l’impeto di darle una bella manata sul culone e poi di stringerla di dietro e farle sentire sul solco delle chiappe la durezza del suo bastone. Enrico si mise a ridere, Fiorella restò sorpresa di quel gesto inatteso. Michelino si riprese subito e si scusò:
– Scusa, mamma (sì, ormai la chiamava così), è stato più forte di me …. A guardare le tue spalle ed il tuo culo mi è venuto duro.
– No, no, Michelino, non deve scusarti. certo, non mi aspettavo alla mia età di farti ancora questo effetto, ma la cosa mi fa molto piacere. non mi dire che, magari, avresti voglia di andare di là
Allora intervenne Enrico:
– Già …. e perché no? ….. che ne direste di una bella rimpatriata?
Detto fatto. Finirono in un baleno sul lettone di Fiorella e si abbandonarono ad una spettacolare chiavata a tre. Fiorella, che era a secco da tempo, li spompò per bene prosciugandogli tutte le energie e portandoli più volte all’orgasmo. Alla fine erano rimasti a lungo riversi sul lettone, lei con le coscione aperte e con la fica che ancora colava lo sperma mischiato dei due giovani, i due che ancora le leccavano e succhiavano i grandi capezzoli, con gli occhi chiusi, come in una ancestrale posizione infantile.
Fiorella li fece riposare un po’, poi, memore dei loro trascorsi omosex, li stimolò anche ad un rapporto diretto. I due, che ormai da un po’ di tempo avevano dismesso quel tipo di rapporto, ne rimasero un po’ sorpresi, poi cominciarono a toccarsi e avvertirono di nuovo il richiamo del piacere di spompinarsi ed incularsi a vicenda, reso ancora più intrigante dalla sapiente intermediazione della donna. Enrico impugnò con decisione il cazzo del suo amico e se lo portò alla bocca cominciando a succhiare con grande energia; Fiorella si mise a stimolare il suo ano e poi cominciò ad infilargli un dito umidificato dagli umori della sua fica. Quando il cazzo di Michelino raggiunse le dimensioni giuste, si impossessò lei di quel fallo, se lo passò in bocca rendendolo ancora più duro e lubrificato, fece girare il figlio che esponeva in bella vista le natiche e guidò il cazzo di Michelino nel culo del figlio; infine si mise a spingere Michelino da dietro accompagnando le sue spinte, che si facevano strada nel canale di Enrico e lo facevano mugolare di piacere. Poi ripetè la medesima operazione con il figlio, gli leccò per bene l’uccello ed aiutò Michelino a piegarsi a 90° per ricevere quell’arnese nel suo culo.
Poi, a sorpresa, tirò fuori da un angolo recondito dell’armadio, il fallo di lattice che le avevano regalato tanti anni prima, e disse che aveva voglia anche lei dei loro culi. Per cinque minuti li pistonò con forza portandoli in visibilio, poi quando li vide arrivare agli spasimi finali lasciò che Enrico sborrasse copiosamente sulle chiappe e sulla schiena di Michelino, il quale quasi contemporaneamente sborrava a sua volta in bocca a mamma Fiorella.
Fu un vero tripudio del sesso libero. Alla fine i due giovanotti, esausti, tributarono a Fiorella un vero applauso, avevano goduto a meraviglia. A Milano la fica non mancava loro, ma quella di mamma Fiorella era speciale e non temeva confronti.
E lei, Fiorella? Come viveva la sua sessualità?
Sospirando spiegò ai due che certo la loro lontananza le pesava. Nei lunghi mesi quando restava da sola la voglia spesso la faceva impazzire, ma con chi poteva sfogarla? Il marito aveva completamente dismesso ogni attività sessuale e, da quando era andato in pensione, le stava addosso solo per complicarle la vita quotidiana. Non le mancavano le attenzioni di qualcuno, e la cosa a quella età la rincuorava. Ma non riusciva ad immaginarsi nelle braccia del portinaio, che pure era più giovane di lei e che non lesinava di farle le moine, ma che non la stimolava per niente; né voleva umiliarsi a cedere alle avances del pizzicagnolo, un vecchiaccio di 68 anni, porco e voglioso, ma davvero un ebreo spregevole. Eppoi, era troppo legata ai piaceri intensi e trasgressivi che aveva scoperto nel triangolo con i suoi due ragazzi. Perciò negli ultimi anni si era risolta a masturbarsi da sola, proprio con l’aiuto di quello strap-on, rievocando nella mente le ultime scene di godimento sfrenato goduto con loro.
A sentire quel racconto Enrico e Michelino ebbero un momento di tenera commozione. Si resero conto che erano stati troppo egoisti, che avevano sbagliato a trascurarla così’ a lungo. Si strinsero a lei, baciandola per tutto il corpo e promettendole che avrebbero ripreso le belle abitudini di un tempo, almeno due-tre volte all’anno.
Nel frattempo i loro cazzi avevano ripreso vigore e Fiorella si mise a masturbarli lentamente, dolcemente. I due amici si guardarono e si intesero a volo. Si inginocchiarono sul letto ponendosi ai due lati di Fiorella e avvicinarono insieme i due randelli alla sua bocca. La donna li imboccò entrambi e cominciò a ciucciarli con gusto, facendo schioccare la lingua. Non ci mise molto a portarli a eiaculare. Sentire il seme mescolarsi in bocca fu una sensazione sconosciuta per tutti e tre, un brivido di piacere assoluto, una specie di giuramento di sangue.
Mentre trangugiava lentamente quello yogurt speciale, Fiorella sentì due lacrimoni scorrere lungo le sue gote.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all’autore del racconto – Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell’autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Incesti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Promoted Brunette Cosplayer OnlyFans Model Luna
Promoted Blonde MILF OnlyFans Model Amy