“Poi mi staccai e mentre mi recavo in bagno vidi una scena molto depravata: il vecchio leccava ogni goccia di sperma dal culo di Tony…”
Il partner giusto lo incontrai un pomeriggio sempre in un cinema porno.
Lui era uomo di 35 anni, io ne avevo appena 19. Stavamo vedendo un film incredibile dove si vedeva una pornodiva con due tette enormi che si faceva scopare contemporaneamente in fica e in culo da due maschioni superdotati. Alla fine questi, ovviamente, le coprivano la faccia di sperma. Eccitati come animali ci recammo entrambi nei cessi, ma erano tutti occupati. Allora l’uomo, che mi disse chiamarsi Tony, mi chiese se volevo andare a casa sua. Io rimasi un po’ perplesso, ma accettai. Usciti, salimmo sulla sua Peugeot, e raggiungemmo un quartiere alla periferia. Lui suonò a un citofono e il portone d’ingresso si aprì. “Ma allora non sei solo” chiesi io allibito. “Veramente questa è la casa di un mio amico che ci può ospitare”. Ci aprì un vecchietto sui 70 anni, magro, ben curato, che ci fece subito entrare per “non dare nell’occhio”. Questi era un vecchio gay che talvolta riceveva amici più giovani anche solo per guardarli. Io ero molto imbarazzato, quindi chiesi qualcosa di forte di bere. Il vecchio tirò fuori dalla credenza una bottiglia di liquore Strega e ci offrì un bicchierino ciascuno. Finito di bere chiesi di poter andare in bagno. Ero vestito e mi limitai a lavarmi i genitali e il sedere. Uscito dal bagno il vecchietto mi condusse nella camera da letto dove Tony era già disteso sul letto completamente nudo. Aveva un fisico davvero notevole e il suo cazzo che teneva in mano era già a buon punto. “Dai, tesoro, spogliati, non avrai vergogna di me, vero?” disse il vecchio accarezzandomi la guancia. Tony precisò che il vecchio non partecipava ma voleva solo fare da spettatore. Allora mi spogliai completamente e salii sul letto. Tony mi fece mettere sopra di lui a 69 e cominciammo a spompinarci a vicenda. Mentre succhiavo il bellissimo cazzo di Tony pensai che finalmente stavo consumando un rapporto omosessuale completo. Dopo varie leccate Tony mi disse di mettermi supino e si mise sopra di me a smorzacandela inculandosi sul mio cazzo. Andava su e giu’ che era un piacere, ma in quel caso ero io a fare l’attivo e la cosa non mi esaltava più di tanto. Allora gli chiesi se adesso voleva incularmi. Tony disse che per lui era lo stesso. Così cambiammo posizione e lui si mise supino. Mi accovacciai sopra il suo corpo e m’imboccai il suo cazzo con la mano, ma come fece per penetrarmi sentii un forte dolore (effettivamente Tony aveva un cazzo con una cappella molto grossa). Allora decidemmo di passare alla posizione a pecora. Il vecchietto capì che nel culetto ero ancora vergine e così tirò fuori dal comodino un tubetto di vaselina e con molto gusto prese a spalmarmela sull’ano. Tony m’imboccò il cazzo lentamente e cominciò a spingere ma sentii di nuovo un dolore lancinante. Alle mie lamentele lo tirò fuori e poi riprovò a incularmi ma… ahiaaaaa… mi faceva un male boia! A quel punto gli dissi di lasciar stare. Lui mi chiese se mi andava di incularlo e io, per non deluderlo, accettai. Stavolta si mise anche lui a pecora e glielo infilai dentro senza fatica, evidentemente era già molto esperto. Mentre lo scopavo il vecchietto si avvicinò a noi per godersi meglio la scena e questa sua presenza anomala mi fece eccitare molto. Cercai di resistere ma dopo pochi minuti non ce la feci più, tirai fuori il cazzo dal culo di Tony e gli sborrai sopra. Poi mi staccai e mentre mi recavo in bagno vidi una scena molto depravata: il vecchio leccava ogni goccia di sperma dal culo di Tony. Quindi ci lavammo, ci rivestimmo e Tony mi riaccompagnò alla fermata del bus.
Tornando a casa m’interrogavo sul perché di quella mia debàcle. Il cazzo di Tony non era piccolo ma neppure era un superdotato, allora come mai mi provocava tanto dolore? Eppure nelle mie masturbazioni solitarie a volte m’infilavo oggetti molto più grossi nel culo e non sentivo male. Ero molto deluso di me stesso, ma decisi di riprovarci.
Nei giorni successivi mi recai nuovamente nei cinema porno armato di preservativi e vaselina. I partner che trovavo li trattavo a seconda del cazzo che avevano: se era grosso lo succhiavo soltanto, se era piccolo gli offrivo il culo. Uno di questi che ce l’aveva piccolo, ma che devo ringraziare molto per la fiducia che mi ha dato, si chiamava Alberto. Era un 50enne distinto e come mi vide fu molto tenero con me. Nei gabinetti mi palpava come si fa con le donne, poi s’infilava il preservativo, mi spalmava con cura la vaselina nell’ano e m’inculava dolcemente. Mi piacevamo molto i suoi modi e un pomeriggio m’invitò in un appartamento di proprietà di un suo amico antiquario.
Era in un palazzo antico del centro storico e la camera da letto era in stile anni 30, molto raffinata. “Qui possiamo farlo come si deve” disse Alberto con gli occhietti già eccitati. Io non persi tempo e mi spogliai nudo davanti a lui. Andai in bagno e tornato vidi che sul letto c’erano degli indumenti intimi femminili. “Ti va di indossarli?” disse Alberto facendo cenno con la mano “li ho comprati apposta per te…” Io li presi fra le mani, erano bellissimi, tutti neri… c’era una guepiere di pizzo con reggicalze, 2 calze di naylon nere, una mutandina di pizzo e… sul pavimento due sandali neri col tacco a spillo. “Oddio… vuoi davvero che mi travesta?” Lui fece cenno di sì, si alzò e andò in bagno a lavarsi. Io ero tutto eccitato a indossare quelle cose, e quando ebbi finito mi guardai allo specchio. In quel momento uscì Alberto dal bagno completamente nudo, mi vide e disse: “Sei meglio di una donna!” In effetti, col mio fisico esile (a quel tempo ero 1,65 x 50 chili di peso), la mia pelle glabra e il mio viso dai lineamenti fini ero più vicino alla femmina che al maschio, se non fosse stato per quel coso che tenevo in mezzo alle gambe. Alberto aprì un cassetto e mi porse un rossetto; io lo presi e me lo spalmai sulle labbra. “Ora sei veramente uno schianto” disse, e mi prese fra le sue braccia. In piedi davanti allo specchio mi palpava le chiappe, mi baciava sul collo, poi avvicinò la sua bocca alla mia. Io non avevo mai baciato un uomo, ma mi sentivo completamente sedotta e lo lasciai fare anche quando mi metteva la lingua in bocca. Poi mi fece mettere in ginocchio e – mentre mi guardavo nello specchio – cominciai a succhiargli l’uccello. Quando Alberto ebbe il cazzo bello duro mi disse di staccarmi e ci coricammo sul lettone matrimoniale. Mi fece subito mettere a pecora e io me ne stavo in quella posizione mentre lui s’infilava il preservativo. Pochi secondi e sentii le sue mani accarezzarmi le chiappe belle depilate e poi sentii le sue dita frugarmi nell’ano. Alberto mi spalmò un po’ di vaselina nell’ano perché sapeva che mi eccitava molto…. Mmmm siiiiii…. Il momento di attesa prima della penetrazione era quello che mi faceva impazzire!!! Poi sentii il suo cazzo entrarmi dentro dolcemente e subito dopo Alberto cominciò a chiamarmi con ritmo regolare. “Ti piace, amore?” “Siiii….” Dissi io con la voce di una femmina in calore. Allora lui mi afferrò per i fianchi e tenendomi il cazzo dentro mi fece piegare di lato, con lui dietro. In questo modo potevamo vederci davanti alla grande specchiera dell’armadio e vedere riflesse le nostre espressioni di piacere. Alberto come dicevo non era molto dotato ma era come un diesel, partiva piano ma durava molto. Dopo un quarto d’ora in quella posizione mi fece mettere a schiena sul letto con le cosce divaricate e alzate in modo da mostrare bene il culo. “Sei proprio una gran figa” mi disse menandosi l’uccello mentre io mi sditalinavo l’ano. E subito dopo me lo infilava di nuovo dentro chiavandomi a tutta forza in quella posizione per lui un po’ faticosa. Dopo altri 15 minuti lo vidi andare in trance, capii che stava per venire. Anche io stavo per godere ma in quel momento mi sentivo una gran puttana e gli dissi se voleva sborrarmi in faccia. Lui accettò, mi staccò il cazzo dal culo, si tolse il preservativo e si posizionò con le ginocchia aperte sul mio busto. Prese a menarsi il cazzo sul mio viso e dopo poco vidi i suoi schizzi di sperma uscire copiosi e raggiungere la mia fronte, le mie guance, il mio naso, le mie labbra. Godette come un vero maiale. Ed io ero felice di essere stata la sua maiala. (continua)
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