“”Ok, Midori puoi lasciarmi, sei stata fantastica!”
Un ingoio coi fiocchi ! Ma lei era ferma col suo cazzo in bocca…”
Michele: impiegato, abbastanza sfigato, non cuccava mai.
Un fisico anonimo né
magro né grasso, pelosetto, alto, capelli pochi e scuri, miope quindi con occhiali neri alla Allen, insomma un fantasma d’uomo.
Lui era stato scelto per un esperimento proprio per questo suo essere anonimo e non lo sapeva, se tutto andava come doveva, lui non lo avrebbe mai scoperto.
Fu pedinato e appena scoprirono dove abitava, una volta recatosi al lavoro, entrarono nella sua abitazione per prendere nota del luogo dove si sarebbe tenuto la sperimentazione, piazzare le microcamere e varie antenne di comando.
Ok era tutto pronto per entrare in scena, si doveva solo creare l’occasione giusta perché Michele si portasse a casa l’oggetto da testare.
Un’ androide…un ginoide per essere precisi, si perché il robot in questione aveva sembianze femminili.
Bellissima. Un concentrato di desideri maschili, una Barbie vivente se non per il particolare che era un robot comandato dall’esterno. Era appena stata assemblata e una squadra di tre persone (Marco, Fabio, Maggie) l’avrebbe guidata da un laboratorio.
Il test: una serata con un umano, Michele.
Via Solferino, l’enoteca preferita dal soggetto, lei era seduta al bancone, vestita con minigonna e camicetta attillata, sandali con tacco stratosferico, capelli biondi raccolti in uno chignon semplice, era perfetta e infatti tutto il pubblico maschile era fisso su di lei che giocava con un bicchiere di vino bianco, lo faceva girare, lo annusava, appoggiò le labbra sul bordo e le bagnò del liquido.
Quelle labbra diventate lucide, rosa, piene, sembravano un’insegna al neon, erano ipnotiche. Un respiro sospeso collettivo bloccò tutto il locale, silenzio…Poi Michele entrò e ruppe l’incantesimo, tutti riniziarono a respirare normalmente e a chiacchierare.
Postazione: Eccolo, è arrivato! Concentriamo l’attenzione su di lui.
Midori (casa di produzione giapponese), spostò lo sguardo su di lui che incurante si sedette di fianco a lei, ordinando un calice di bonarda e un tagliere di formaggi.
Un formicolio gli prese il collo, si sentiva osservato. Girò appena lo sguardo e la vide. Bella, bellissima. Sorridente…a lui? Che non se lo filava nessuno?
Si girò dalla parte opposta per vedere se qualcun’altro fosse l’oggetto della sua attenzione.
Nulla, nessuno, era proprio lui che lei continuava a guardare sorridente, inebetita. Lui a quel punto non indugiò, gli tese la mano e si presentò:
“Ciao io sono Michele, piacere!” , lei la strinse, “Piacere, Midori”.
Midori? Che cavolo di nome aveva? Era giapponese! Ma lei di orientale non aveva nulla, così le chiese il perché del nome e da lì iniziò una piacevole conversazione, lui beveva e mangiucchiava nel mentre, si rilassò, lei era simpatica e non se la tirava per niente.
Postazione: ” ok, tutto bene si sta bevendo le nostre cazzate!”
Passarono un’oretta a chiacchierare, dei loro interessi, della musica, Michele ad un certo punto si rese conto di non essere mai stato così rilassato in presenza di una donna, così bella per giunta!
Ok ! Decise di provarci, cosa aveva da perdere? Sarebbe tornato a casa da solo come sempre, sai che novità!
“Mm…sai Midori a casa mia ho dei vecchi dischi in vinile dei Pink Floyd, pezzi rari, perché non vieni a bere qualcosa e te li faccio vedere?” , a fiato sospeso fissava il bancone pronto ad incassare un bel rifiuto, pronto col ‘ok come non detto, non fa nulla’…
“Ma molto volentieri Michele!!”, crollo mandibolare tipo fumetto!!!
Lui si scrollò e si riprese subito, aveva capito bene? Lei andava a casa sua?
Che giorno era? Venerdì ? Fiùùù ! Meno male era il giorno della donna delle pulizie quindi l’appartamento sarebbe stato per lo meno pulito!
La guardò maliardo e le fece strada accompagnandola fuori dal locale. Uscendo fece un rapido giro degli sguardi maschili per godere dell’invidia altrui.
Per strada lei gli prese un braccio e così a braccetto si diressero verso la dimora di Michele, sempre scherzando e ridendo, lui si stupiva di come lei sapesse cogliere tutte le sue battute alle quali solitamente non rideva nessuno.
Postazione: Maggie : ” ‘sto tipo è la noia fatta uomo!! Mi devo inventare delle risposte assurde !! “, lei era la responsabile dei dialoghi.
Arrivati al portone Michele si fermò deciso a farle capire le sue intenzioni, in modo che fosse chiaro cosa avrebbe cercato di fare evitando fughe urlanti al primo tentativo di bacio con lingua.
Di scatto l’abbracciò, la strinse a sé. Cavolo se era tonica!!
Forse stava esagerando perché era rigida e fredda.
Postazione: Maggie: “ E vai, forse ora succede qualcosa di interessante!!”
Marco: “Dai falle mettere la mano sulla patta !”
Fabio: “No, dai sono ancora per strada!”
Michele vedendo ricambiato il suo abbraccio passò oltre e si fiondò sulla bocca.
Giocò un po’ con le sue labbra morbide che lo seguivano arrendevoli.
Postazione: Marco: “ok, inserimento lingua, dai che mi diverto un po’ con ‘sto moscione!”
Oh signore!! Gli aveva messo in bocca la lingua!!! Siii ! Che meraviglia!
Vai di slinguazzata!! Certo che era sgusciosa e anche un po’ rigida, voto 6 meno ma era lo stesso favoloso baciarla e strusciarsi addosso a quel corpo femminile.
Stettero un bel po’ a baciarsi attaccati al portone quando : “mm, scusate dovrei entrare”.
Occhi sgranati, come due ladri sorpresi sul fatto, guardarono la donna accanto e subito partirono le scuse, aprirono, in fretta entrarono e corsero verso l’ascensore. Lui la prese per mano e selezionato il piano, la guardò sommessamente, vergognoso di essere così eccitato e voglioso.
Postazione: Maggie: “ Ragazzi a questo gli scoppiano i pantaloni, riuscirà a resistere?”
Marco: “Be’, gli faremo fare il bis!! La miglior notte della sua vita!! Eh eh”
Fabio: “Dobbiamo giocarcela bene, attenzione voi due!!”
Entrati in casa, lui la fece accomodare sul divano. “Ehm, Midori vuoi qualcosa da bere?”
Postazione: Maggie: “Oh che ansia, andiamo al dunque?
Marco: “Dai Maggie ora ti sorprendo io!”
Midori di alzò seria e iniziò a spogliarsi lentamente.
Bottone su bottone la camicetta si apriva mostrando un seno pieno chiuso in un reggiseno di pizzo bianco. Michele la guardava rapito: la piega dei due seni, la pelle bianca vellutata, due capezzoli rigidi che premevano tra la trama per uscire.
Si sfilò l’indumento poi mano sulla zip della gonna, il rumore strideva con la meravigliosa apparizione dei fianchi che pian piano affioravano dallo scivolare della sottana verso terra.
Un filino di bava gli scivolò dall’angolo della bocca alla visione della donna in lingerie bianca che si piegava a 90 gradi per slacciarsi i sandali, scalzandoli via con due pedate facendoli volare per la stanza.
Poi si avvicinò a Michele e lo baciò con passione prendendolo per il collo.
E quando mai gli capitava una fortuna simile ? Via di lingua, le sue mani andarono sui seni, la voleva toccare tutta. Le abbassò il reggiseno e guardandola si attaccò come una lampreda ai suoi capezzoli, li succhiava, leccava e strano erano già dei noccioli duri come il marmo.
Postazione: Marco: “Piaciuto lo spettacolo? Ora mi diverto Maggie stammi dietro coi dialoghi!
Midori iniziò a spogliare Michele che eccitato come un cavallo la lasciava fare.
“Ti voglio bel maschione”, “Che fisico da stallone”. ‘Ma a chi parlava? Va be’ chi se ne frega’
Si baciavano con foga, lui mezzo nudo si inginocchiò davanti a lei e gli ficcò la testa sugli slip, voleva sentire il suo odore di femmina, ma nulla…
Postazione: Marco: “Fabio vai di odore di figa a manetta e fluidi vaginali”
Come se gli avessero spruzzato in faccia, venne investito da un odore di sesso improvviso.
‘Avrà gli ormoni ritardati’ pensò.
Prese gli slip e li porto giù fino alle caviglie e davanti a lui si parò la passera più bella che avesse mai visto, rasata a formare un perfetto triangolino di peli biondi, sotto le labbra erano rosa depilate leggermente arrotondate. Come se gli leggesse nella testa lei fece due passi indietro e si sedette sul divano a gambe aperte mostrando tutto il suo splendore.
Una fica rossa lucida di umori.
Postazione: Marco: “Cavolo mi è venuta una certa voglia…
Maggie: “Anche a me…”
Fabio: silenzio stampa.
Michele si sfilò i pantaloni e boxer, restando nudo si avvicinò alla passera e la toccò lieve con un dito.
Con la lingua iniziò a solleticare il clitoride bello grosso che balzava in evidenza.
Minchia, se si bagnava, più che leccare beveva, ogni tanto doveva fermarsi a deglutire.
L’odore era acre ma eccitante, con due dita la penetrò sentendola stringersi intorno, si lo voleva eccome e l’avrebbe accontentata. La sentiva mugolare…miagolare, in effetti il suono sembrava quello di un gatto in calore.
Chi se ne frega, il pene gli scoppiava, era duro come non mai! Ed era buona, un dolce salato, strano.
Midori si sdraiò completamente sul sofà e facendolo lo prese per il pene e se lo tirò addosso facendo in modo che Michele le andasse sopra dando vita ad un forsennato sessantanove.
Gli prese il membro in bocca e lo succhio con forza, lui si stupì di quanto in fondo riuscisse a prenderlo e senza sforzi, doveva averne fatta di pratica !! Un’ idrovora, lo stava facendo impazzire!!
Era così bello che non riusciva a dedicarsi alla di lei passera.
Oh, cribbio stava per venire!! “Midori se continui così mi farai venire!!”
Ma lei non gli dava retta e continuava a fargli il più portentoso pompino della sua vita.
Postazione: Marco e Maggie erano nudi avvinghiati a baciarsi, lui era seduto, lei sopra di lui lo cavalcava, Fabio si smanettava guardandoli dal suo posto.
Argh!! Non resistette più e le sborrò in gola non riuscendo nemmeno a liberarsi visto che lei lo teneva per le chiappe e lo se lo teneva stretto stretto in bocca. Cavolo! L’ha bevuta tutta, era un bel po’ che non venivo, grande bevitrice. Si liberò tutto e poi si rilassò.
“Ok, Midori puoi lasciarmi, sei stata fantastica!”
Un ingoio coi fiocchi ! Ma lei era ferma col suo cazzo in bocca. ‘ Oh merd…mica sarà svenuta?
L’avrò mica soffocata nella foga del pompino?!! Agitazione a mille, cercò di piegarsi per controllare che stesse bene. Nulla, non si muoveva. Gocce di sudore iniziarono a colare dalla fronte fino al naso…
Scena: Divano, lui su di lei, in posizione sessantanove, il suo cazzo incastrato nella gola di lei dopo un pompino da favola. Lui decisamente disperato in quanto la sua compagna di sofà non da segni di vita e quindi nessuna intenzione di liberare il suo attrezzo.
Postazione: Marco: “Si Maggie brava prendilo tutto!! Come sei porca!!”
Fabio: “Hei, attenti lui ha finito !!! La faccio muovere io, sbrigatevi a finire imbecilli!!”
Midori liberò il pene di Michele, lo guardò sorridendogli e si toccò la fica.
“Voglio godere anche io !!” Michele la guardava stranito, ma cosa cavolo era successo?
La vide sfregarsi la passera con le dita e quella visione di incanto gli fece passare lo spavento.
“Midori ci penso io a farti divertire !”
Cavolo vederla mentre si masturbava lo fece diventare di nuovo un marmo. Le prese le gambe e la mise sul bordo sfregò il suo cazzo contro ma non c’era bisogno era già un lago.
Quindi la penetrò, cavolo se era stretta! Neanche una vergine, ma da come, ancheggiando gli andava contro, di intatto forse aveva solo le orecchie! Che favola!
Gli alzò le gambe sulle sue spalle e la sbattè come un trapano perforatore.
Lei prese a dire un sacco di cose porche che lo incitavano a sfondarla maggiormente.
“Si bel cazzone, fottimi!” E lui ci dava dentro, anche se per un micro secondo quella scopata gli ricordava qualcos’altro di abituale, non sapeva cosa.
Al diavolo! Si doveva rifare e se la sarebbe goduta! Si sfilò senza preavviso, decidendo di cambiare posizione ma staccandosi si accorse che lei continuava ad ancheggiare come se lui fosse ancora dentro…
Postazione: Fabio: “Allora vi muovete? Non riesco a fare tutto da solo!!!”
Maggie:”Oh ti prego! Ancora un po’ di bocca e vengo anche io!!”
Marco: “Maggie giuro che ti faccio venire ma ora si deve finire il lavoro!”
Midori si fermò d’improvviso, vederla a gambe aperte con del liquido che le usciva copioso e che scivolava sul pavimento lo fece sussultare.
Ma non fece in tempo a pensare che si ritrovò tirato e seduto sui cuscini.
Lei gli era piombata addosso e si era calata sul suo pene.
Sfrusciando il suo seno sul viso del poveretto che non capiva più nulla: preso dal piacere di quell’antro umido e stretto, da quelle curve spettacolari che si ritrovava in faccia senza tregua, da quelle chiappe che stringeva e con le quali dava il ritmo a quella scopata.
Postazione: Marco: “Ok, Maggie vieni qui che ti finisco! Bella pollastrella. Ora li mettiamo in standby.” I due si avvinghiarono mentre Fabio teneva l’androide in movimento.
Michele baciò Midori, lei era fantastica, si stupì di quanto tempo durasse, non era mai durato così tanto, si sentiva il pene come anestetizzato, ma il godimento era tale che pensò che era semplicemente in vena giusta e con la tipa perfetta.
Postazione: Maggie: “Che sballo, ci voleva!”
Marco: “Ok, facciamoli finire”
Fabio: “Si mi sa che lui sta per svenire”
Midori aumentò la velocità e con le mani strizzò i capezzoli di Michele che in un attimo si contorse preso da un orgasmo devastante, la sensazione di svuotamento gli diede alla testa che iniziò a girare, a girare, non capendo più nulla il buio lo avvolse.
Postazione: Maggie: “Bene, riportiamola al laboratorio, dovremo ricaricarla di fluidi vari, il ritardante e il sonnifero sono finiti”
Marco: “Direi che se l’è cavata benone la bambina”
Fabio: “Si, ma dovremo fare una relazione seria su ‘sta roba”
Michele si svegliò tardi, sul divano. Si sentiva bene come dopo aver fatto del trekking e aver abbondantemente riposato. Ma era solo. E lei? Dove era sparita? Si guardò intorno, nessun segno di presenza, era andata via.
No, si era addormentato, si diede una pacca sulla fronte: non le aveva chiesto il numero di cellulare!
Si alzò rassegnato, leggermente confuso ma contento e iniziò la sua giornata.
Mentre frugava in un cassetto per cercare una cintura, trovo la sua figa finta…di colpo tutto gli tornò alla mente.
Oh cribbio! Ecco cos’era quella sensazione che aveva provato la notte prima!
No, non poteva crederci, una strafiga pazzesca, la scopata più lunga della sua vita e la sensazione che gli era rimasta era di essere stato in un sextoy…si massaggiò il mento, rise tra sé e sé e bonariamente si alzò per andare in bagno.
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