“Alla scena della prostituta con tre seni, esclamò in una nota di sopresa e forse disgusto, aggiungendo: “Io ne ho solo due ma sono più grandi, vero Frà?”…”
Questa storia scritta di mio pugno è frutto di una fantasia ispirata
però ad eventi reali. Nomi inventati come luoghi.
Piccola Premessa
Tutti i diritti del racconto sono personali.
Salve a tutti e a tutte! Sono iscritto da poco su A69, e questo è il primo di molti racconti che voglio scrivere. Ne ho già alcuni per la testa, e altri scritti e messi da parte. Dato che è il primo, ho ritenuto opportuno cominciare dall argomento comune della scoperta personale, che si fa attraverso l’infanzia e si sperimenta nell’ adolescenza. Spero possa piacervi. Grazie e buona lettura!
Uno dei ricordi più lontani della mia infanzia, era di quando andavo in vacanza con i miei a trovare i nostri vicini di casa alla loro villa lungomare. Loro erano amici di mio padre e mia madre, e ci ospitavano volentieri per un paio di settimane, per trascorrere insieme, i giorni più caldi di luglio. Ad aprirci la porta c’era sempre lei, Chiara, il classico primo amore che si ha da ragazzini. Passavamo le giornate nuotando al mare, divertendoci e rincorrendoci. Con il tempo scoprivamo sempre nuove cose assieme, e a quel tempo ancora non potevo saperlo, ma avremmo scoperto insieme il piacere del sesso.
Andiamo avanti nel tempo. L’epoca dei giochi finiva. Quello dell’adolescenza era già cominciato. Ci vedavamo molto di meno rispetto a prima. Andavamo a scuole diverse, avevamo amici diversi. Ormai il nostro legame era solo un pallido ricordo, finché un giorno…
BZZZZT Il campanello suona. Io ero ancora a letto, la sera prima avevo fatto tardi. I miei erano usciti, e mi avevano lasciato a casa da solo.
Mezzo assonnato, mi alzai dal letto e andai alla porta di casa.
Sull’uscio di casa, vi era lei, la mia vicina di casa. Alta 1,70, bionda con i capelli a caschetto, occhi scuri, Lei è molto sportiva e gareggia spesso come ginnasta e come p
“Ciao Frà! Scusa se ti disturbo i tuoi sono in casa?”
Io mezzo rimbambito, dal sonno e dalla confusione dissi: “… eeeehhh… sì, cioè no non ci sono.”
“Allora posso chiederti una cortesia? Sono appena tornata dagli allenamenti e non ho potuto fare la doccia in palestra, e non avendo le chiavi di casa con i miei alla messa domenicale, non posso rientrare. Quindi potrei usare la tua doccia e aspettare qui i miei finché non ritornano? Per favore Francy!”
“Ma scherzi! Entra pure e fai come fossi a casa tua!”
“Grazie mille!”
La condussi al bagno e le porsi un paio di asciugamani.
“Ecco a te.”
“Grazie, ho avuto tempo solo per portare con me qualche cambio.”
“Stavo per fare colazione. Ti va un caffè?”
“Magari, grazie! Sei gentilissimo!”
“Figurati! Ti aspetto in cucina”
Accostai la porta del bagno, ma non la chiusi. Misi la caffettiera sul fornello e preparai qualcosa da mangiare. Poi finito il tutto pensai, un po’ per l’eccitazione e un po’ per la curiosità, di andare a guardare di nascosto mentre si svestiva. Avere una ragazza nuda in casa non capitava tutti i giorni, e così mi diressi in bagno, per cercare di sbirciare qualche forma. Magari il seno, magari il culo a mandolino modellato dall’attività fisica.
Sentivo l’acqua scorrere, e le tendine della doccia erano tirate. Niente spettacolo pensai.
Mi accorsi delle sue mutande
Emanavano un odore fenomenale. Me le avvicinai a pieno viso e inspirai l’aroma di vulva, divino ed inebriante come una droga. Stavo per uscirmelo e tirarmi una sega. Tanto con l’acqua che scorreva, e lei che cantava sotto ls doccia, non mi avrebbe sentito.
Appena mi calai i pantaloni, l’acqua smise di scorrere.
Finito prima di cominciare, il mio piacere fu interrotto dalla tendina che si apriva.
Lanciai le mutande sui panni sporchi e sguisciai in cucina. Mii aveva visto? Credo di no. Sennò chissà che figura!
Mi raggiunse con i capelli asciutti ma spettinati. Aveva un pantaloncino corto aderente che le evidenziava lo spacco della fica, e una maglietta leggera che faceva vedere chiaramente la sua quarta di tette senza reggiseno. I capezzoli spiccavano in risalto, come volessero bucare la maglietta. Lei se ne accorse e sorrise compiaciuta.
“L’esercizio fisico fa molto bene”
“Eh lo vedo bene!” risposi scherzando. “Hai un fisico da urlo.”
“Ma che dici daaiiiii!” Rispose facendo la falsa umile, ma complice e felice del bel complimento.
Ci sedemmo e bevemmo il caffè. Appena finmmo io mi alzai per sparecchiare e lei fa cadere la borsa per terra, per cercare il cellulare che squillava. Lo prese ma non fece in tempo a rispondere.
Mentre lei raccoglieva la borsa, io stavo portando le tazze al lavandino.
“Ehi Frà!”
“Sì?” Risposi, girandomi verso di lei.
Lei con un sorriso solare mi fa: “Ecco una piccola ricompensa per la tua galanteria!”
Detto ciò si alzò il top mostrandomi le sue tette. Rimasi sbalordito dalla visione di quei capezzoli e quelle aureole rosa chiaro. Sfidavano la legge di gravità per quanto erano grandi e sode.
“Vedo che ti piacciono eh eh!” Disse guardando in basso sui miei pantaloncini.
Un erezione cresceva nelle mie mutande.
Fece per avvicinarsi quando le squillò di nuovo il cellulare. Erano i suoi ed erano tornati a casa.
“Devo andare. Però ci risentiamo va bene?” Disse facendo l’occhiolino. Poi riabbassatosi il top, se ne tornò a casa, lasciandomi in uno stato di completa eccitazione. Non potei fare a meno di andarmene in bagno e farmi una sega.
Per un po’ di giorni, non la rividi. In me erano rimasti impressi l’odore femminile, aspro e delicato, di quelle mutande, e la visione di quelle due bocce con i capezzoli turgidi. Sognavo e facevo fantasie su di lei.
Qualche giorno dopo mi arrivo un suo messaggio. Mi proponeva di andare a vedere il film total recall. Le risposi: “Va bene. Ci vediamo al cinema stasera!”
Quando arrivai al cinema, non riuscivo a crederci! Era vestita non con il suo tipico stile, indossava una maglietta bianca attillata con un giacchetto di jeans, una gonna lunga fino ai ginocchi nera e un paio di calze di seta nera. Il tutto accompagnato da un paio di scarpe con i tacchi alti. Non sembrava affatto la ragazza che ero abituato a vedere tutti i giorni.
“Ehi cerchi qualcuno? Sono qui idiota!” Mi disse scherzando.
“Ah eccoti! Beh, complimenti per il look!”
“Grazie! Che dici entriamo?”
Pagammo i biglietti ed entrammo a vedere il film.
Quella sera il cinema era quasi vuoto. Ci sedemmo in mezzo al nulla, praticamente. Intimo e silenzioso. Il film era ambientato nel futuro. Una delle scene era ambientata in un sobborgo malfamato, con bar, crimine e prostitute. Una di loro, aveva tre tette! Ancora lo ricordo.
Alla scena della prostituta con tre seni, esclamò in una nota di sopresa e forse disgusto, aggiungendo: “Io ne ho solo due ma sono più grandi, vero Frà?”
“Mi piacciono entrambe. Forse potremmo fare una cosa a tre?”
“Perché no!” E ci mettemmo a ridere.
Verso la fine del film, senza alcun preavviso mise la mano sulla mia gamba e chinò la testa sulla mia spalla.
“Sai… mi manca…”
“Cosa Chiarè?”
“Il nostro rapporto, la nostra amicizia, te…”
“Anche a me manca quando uscivano insieme e…
Vi risparmio parte del discorso. Pensai ad un certo punto di vuotare il sacco.
“… comunque, tu mi sei sempre piaciuta.”
“Nel senso… che ti piaccio?!”
“Forse non dovevo dirlo. Che sciocco!”
“No aspetta, anche io provo, sì insomma qualcosa per te.”
Senza dir nulla presi tutto il mio coraggio e la baciai in bocca. Fu bellissimo. Eravamo presi dalla passione e poco tempo passò prima che cominciammo a strusciarci le mani sulle parti intime.
Ci interrompe una maschera che aveva preso certi casinisti.
“Continuiamo a casa, dai.”
“Va bene!”
Appena finito il film. Uscimmo dalla sala e ce ne tornammo a casa. Aveva piovuto mentre eravamo in sala. Casa nostra non distava molto dal cinema, per cui andammo a piedi.
Passammo per un viottolo con un solo lampione.
Ad un certo punto mentre camminavamo, mi balza in testa un idea e d’istinto, la prendo e la spingo verso il muro della strada; e cominciamo a limonare. Lei, sopresa della mia iniziativa, non dice nulla. Serra le labbra sulle mie. Io mordo le sue, carnose e bagnate come dei petali di rosa ricoperti di rugiada. Mentre reggevo il suo viso tra le mani, ci scambiammo effusioni in quella via poco illuminata, eppure intima come una stanza d’albergo, per qualche strano motivo. Toccavo le sue cosce, mentre lei mi teneva le mani dietro il collo, facendole risalire fin dietro la testa, carezzandomi i capelli. Facevo risalire le mie dita a contatto con le calze prima e dopo, quando stavo addentrandomi sotto la sua gonna stile gotico, per cominciare a sentire la sua patatina a contatto con le mutande umide e calde, un gruppo di deficenti su una quattroruote ci fischia all improvviso e ci spaventa facendoci staccare all’improvviso e rovinando il momento. Entrambi incavolati osservavamo la macchina sgommare via.
Presi dallo spavento ci rimettemmo a camminare verso casa,. Ma poichè la voglia era ancora presente in noi, anziché camminare, stavamo correndo a perdifiato, lungo il selciato scivoloso, quasi come volando sulle pietre bagnate dalla pioggia.
Arrivati al portone che dava sul vialetto ci fermammo a riprendere fiato, mentre prendevo le chiavi. Salimmo le scale ed entrammo a casa mia.
Subito dopo chiusi la porta alle mie spalle, e tenendola per mano la condussi alla mia camera da letto. Lì cominciammo a svestirci, giacche e magliette finirono per terra. Quando rimase solo in intimo lei mi fa:
“Avanti! Strappami il reggiseno e le mutandine! So quanto mi desideri, perché lo voglio anche io!”
E dicendo ciò mi calò con un sol gesto di mano i boxer, facendo uscire il mio cazzo, ormai con la punta viola e le vene ingrossate come tubi per l’eccitazione.
“Ammazza oh! Non pensavo ce lo avessi così grosso!”
“È la mia prima volta a dire il vero…” dissi un poco in imbarazzo
“Ah. Beh fa niente anche io sono vergine!”
“Ma davvero?!”
“Sì. Pensa che bello. Scopriremo il piacere insieme! Ora dammi il tuo pisello dai!”
Non fece in tempo a finire la frase, che subito si mise a baciare la punta del glande, sporcandolo con le labbra ricoperte dal rossetto. Era una sensazione fantastica! La sua lingua che faceva scorrere sotto la mia asta, le palle che mi succhiava e si metteva in bocca, il glande trovava sollievo quando penetrava quelle labbra gonfie, ma delicate, ed umide. Se fossi stato bendato allora, non avrei fatto distinzione tra la sua bocca e una figa qualsiasi. L’unica differenza era la lingua che mi sollecitava il peripuzio e il frenulo. Era davvero brava a fare i pompini, difficile credere fosse vergine
“Ahi!” Esclamai come un idiota.
E lei ridendo: “Scusa! Non volevo morderti!”
Ridemmo insieme. E poi entrambi ci zittimmo, seri.
Con uno sguardo profondo ci guardammo intenssmente negli occhi.
Lei in basso. Si alzò senza dire niente. Entrambi faccia a faccia ci baciammo selvaggiamente. I nostri corpi erano attaccati come due calamite. Poi lei scivolo dalla mia presa, e si tolse piano il reggiseno, mostrando quelle belle tette dritte che già avevo visto.
Si sfilò le mutandine lentamente, piegandosi in avanti e alzando il culetto sodo, sempre guardandomi. Ricordava molto una femme fatale che seduce il suo fresco partner.
E di colpo saltò all indietro, sprofondando nelle pieghe delle lenzuola.
Allora vidi una visione di cui ho ancora memoria! Lei, sul mio letto, con le gambe aperte a V e tirate in sù con le mani. Alla fine in basso vi era una bella fighetta, depilata, liscia con qualche ciuffetto chiaro che partiva da un triangoletto di peli poco sopra il clitoride. Quest’ultimo era messo in mezzo a due labbra rosse, contornate da una pelle rosata, a sottotoni gialli. Un mix di colori, sensazioni ed umori vaginali che da soli dicevano: prendi la mia verginità! Qui, adesso!
Non ci vidi più dalla voglia e sprofondai in quella visione.
“Aspetta voglio succhiarti i capezzoli e leccarti la patatina!”
“SIII DAI FALLO AMORE!” E mi avventai prima sui suoi seni gonfi e con i capezzoli turgidi. Leccavo e limonavo alternando la postazione. Era tutta un calore infernale.
In preda all’estasi, mi misi a leccsrgliela tutta. La sua figa aveva un sapore inebriante, gli umori vaginali colavano come un fiume in piena, una cascata di filamenti viscidi che rendevano il tutto ancor più divino. Dopo qualche altro preliminare, finalmente la penetrai! Gli umori si mischiavano al nostro sangue, che colava via come l’innocenza perduta, e andavano a mischiarsi come in un matrimonio pagano. Andavo avanti e indietro, scopando la sua figa prima con passione, poi con ardore, e infine con una lussuria quasi violenta! A lei non dispiaceva, anzi! Mi incitava a scoparla con foga.
Urlava: “Dai sfondami! Fammi male! Ooohh siiiii! Così dai!”
Io non capivo più niente. Volevo solo scopare.
Dopo un po’ aumentai il ritmo d’istinto e lei venne con un urlo, schizzando umori ovunque.
“OH SIIII!!!”
“Continuo?”
“Più forte vai! Fammi venire ancora!”
Dopo altri venti minuti buoni dissi: “Sto per venire anch’io!”
“Non mi venire dentro! Aahhh ah ah, sennò mi metti incintaaaa aaaahhh!”
Allora lo sfilai e poco prima che eruttai la mia sborra sulla sua pancia, vidi il suo culetto e la rosa invitante. Così feci una follia e glielo infilai nel culo in un sol colpo di reni, violento intenso e lei inarcò la schiena. Era entrato tutto di un colpo, visti tutti i fluidi che avevano lubrificato l’apertura!
E mentre lei urlava come una pazza, io gli svuotai i coglioni nel retto, inondandolo di sborra calda. Glielo sfilai. La sborra densa fuoriusciva come una cascata, mischiandosi al sangue e allo squirto che aveva avuto prima.
“Ti amo!”
“Ti amo anche io Chiara!”
La baciai e poi mi sdraiai al sui fianco.
Eravamo distesi. Uno a fianco dell’altre. Guardavamo il soffitto respirando a pieni polmoni, e stringedoci forte la mano.
Poi ripensai che forse avremmo dovuto usare un preserativo, ma tanto entrambi eravamo sani e non avevamo avuto altri rapporti primai oggi, quindi non me ne preoccupai più di tanto
(Rompo la quarta parete. ANCHE SOTTO ESTASI NON SIATE AVVENTATI. Ragazze e ragazzi usate il preservativo, onde evitar sorprese di vario genere! E ora torniamo al finale.)
Comunque! Da allora ci siamo ufficialmente fidanzati. Scopavamo ogni volta che ci capitava occasione. E in ogni dove, quando la comun libido ci trascinava, bagni pubblici, boschi quando andavamo in escursione,
Anni dopo, sembra un finale da film, ma è andata a finire che ci siamo sposati.
Adesso abbiamo una vita impegnata, entrambi lavoriamo. Ci amiamo e litighiamo come una qualunque coppia. Dalla luna di miele abbiamo sempre scopato con il preservativo. Poi dopo due anni decidemmo di fare figli. Ora abbiamo una femminuccia e un maschietto in arrivo!
Non potevamo immaginarlo, ma la nostra vita sessuale, sarebbe cambiata drasticamente in futuro. Per fortuna in meglio per entrambi!
(Possibile continuo)
Grazie molte per aver letto il mio racconto. Spero possa esservi piaciuto. Se così non fosse… vuol dire che bisogna migliorare.
Dopotutto sono agli inizi.
Accetto critiche COSTRUTTIVE e consigli.
Se volete contattarmi, scrivetemi pure!
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