“Pier era coricato vicino a lei…”
Tutta eccitata per il pomeriggio che l’attendeva, Claudia salì sul bus con
la sua amica Paola. Avrebbero passato tutto il pomeriggio a studiare storia e chimica, a ripassare i capitoli riguardanti l’era Napoleonica e ad esercitarsi con le ossidoriduzioni. Claudia adorava la sua amica: come lei, avevano la passione per la scuola e lo studio. Tutte le sere passavano ore al telefono a ripetersi a vicenda la lezione l’un l’altra e ottenevano sempre ottimi risultati. Quel pomeriggio, poi, Claudia sarebbe andata a casa della sua amica e, dopo pranzo, si sarebbero catapultate sulla mole del lavoro.
Durante il viaggio continuavano a confrontare le proprie opinioni sulle loro compagne e sui docenti.
Arrivarono dalla fermata e scesero dal bus. Claudia non aveva mai visto la casa di Paola. Era in un imponente edificio composto da almeno 8 piani. Paola, i suoi genitori ed i suoi due fratelli vivevano all’ultimo piano. Presero l’ascensore che le traghettò dall’ingresso dell’alloggio. Claudia era stupita da tanta bellezza: c’erano vasi con orchidee su tutto il pianerottolo ed una stampa di Dalì era appeso al muro. Entrarono ed il più grande dei fratelli di Paola, Tommy, le accompagnò in cucina. Claudia lo guardò bene: aveva gli stessi capelli neri e gli occhi viola della sorella. Entrambi avevano bellissimi lineamenti e la mascella squadrata. L’altro fratello era in cucina a preparare pranzo ed era uguale al maggiore, solo un pochino più muscoloso.
“Ma i vostri genitori non ci sono?” chiese Claudia.
“Papino è a Varese per una conferenza di ostetricia e mammina non riusciva a passare in pausa pranzo. Saremo solo noi quattro. Ma non preoccuparti, Cla’, Pier cucina divinamente bene.”
Claudia si sedette a tavola e gli altri si sedettero vicino a lei. Pier portò in tavola la zuppa fredda di ceci ed iniziò a servirla nei piatti. Quando ebbe finito, tutti si girarono verso Claudia: “Assaggia tu per prima: vogliamo sapere la tua opinione…” disse Paola.
Claudia prese il cucchiaio e lo riempi’.
La ragazza assaggiò la zuppa e, in tutta onestà, era buona anche se fredda.
Iniziò a sentire le palpebre pesanti e ad aver voglia di dormire.
Si abbandonò al sonno.
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Claudia si svegliò con mal di testa e un dolore tremendo ai capezzoli ed alle gambe. Si guardò intorno e realizzò dov’era. Era legata ad una spalliera da palestra, a testa in giù , legata ai piedi. Sporgendosi vide che aveva due mollette per il bucato attaccate ai capezzoli. Riuscì a vedere di avere tra le gambe una candela accesa, infilata proprio lì, in quella che lei chiamava ancora “patatina”.
Vide Paola e Pier avvicinarlesi.
“Oh, finalmente sei sveglia” disse Pier.
“Ti abbiamo fatto un po’ di foto per il nostro album privato”, aggiunse Paola.
Claudia iniziò a piagnucolare ed a chiedere perché dovevano farle quelle cose brutte e, più di tutto, cosa contavano di farle adesso.
Pier iniziò a slegarle le gambe, mentre Tommy, dopo aver sfilato la candela, le sorreggeva il busto.
“Se starai buona, Cla’, adesso ti renderemo molto felice” disse Paola.
Con passo incerto Claudia si rimise in piedi. Pier la prese in braccio e la portò in un’altra stanza. Era lo studio del papà, il dottore. Venne adagiata sul lettino e lasciata lì. Paola le sistemò le gambe su quelli che a Claudia sembravano trespoli per pappagallo. Adesso era imbarazzata: prima era stordita. L’unica cosa che la tratteneva era che le avevano promesso la felicità. Certo, le dispiaceva che tre persone le vedessero la patatina, per di più due maschi.
Paola, Tommy e Pier la stavano guardando, fissando per l’esattezza.
“Cosa volete fare?” chiese Claudia.
“Adesso vedrai” disse Paola e si allontanò dalla stanza.
Ritornò qualche minuto dopo con uno spazzolino elettrico. Si avvicinò a Claudia e appoggiò le setole rotanti al clitoride della ragazza che ebbe un sussulto. A Claudia non stava dispiacendo quella sensazione di calore che la stava avvolgendo. Lo spazzolino sfiorava il suo clitoride e lei stava godendo. Raggiunse un orgasmo pieno ed avvolgente e si sentì felice e soddisfatta. Pier le porse un bicchiere d’acqua e Claudia bevve. Si lasciò andare alla stanchezza e si addormentò.
Si risvegliò di soprassalto. Era su un letto matrimoniale e sentiva qualcosa che le si insinuava dentro il “sederino”, come diceva mamma. Era coricata in posizione supina ed un dito umidiccio le stava entrando nell’ano. Pier era coricato vicino a lei. Il suo pistolino (sempre vocabolo di mamma) era lungo e dritto.
“Siediti sopra il mio amico” disse Pier.
Claudia non esitò e si lasciò penetrare . Era grosso e doloroso, ma non esitò e provar piacere. Una mano contro la schiena la obbligò a chinarsi in avanti, mentre un altro pistolino le entrava nel sederino. Questo faceva male, più male di prima.
“E ora si balla!” esclamò Tommy ed iniziò a spingere.
Claudia stava godendo.
Sentì il corpo di Pier irrigidirsi e poi quello di Tommy.
“Sono venuto” disse Pier.
“Idem” esclamò Tommy.
I due fratelli si allontanarono da Claudia. Paola le portò un bicchiere d’acqua. Claudia si addormentò
Claudia riaprì gli occhi. Faceva freddo ed era buio. Si toccò un braccio e si mise seduta. Era nuda e, cosa peggiore, abbandonata sul ciglio di una strada di campagna.
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