“Aspetto e alla fine mi si materializza la sua faccia sorpresa davanti…”
E come ogni arriva la riunione coi colleghi delle vendite delle altre
regioni, come sempre in sede.
Luglio, ovviamente un caldo torrido e la tendenza per le colleghe a scoprirsi. Per la gioia di noi maschietti.
Essendo un evento a cui partecipa il grande capo non c’è da stupirsi nel vederci tutti tirati a lucido.
All’incontro non poteva mancare Rita, gran femmina di 45 anni delle marche. Sposata con due figli e divorziata, attualmente inzieme ad un imprenditore del sud che ovviamente non vede mai! Lei sa bene di essere cercata con lo sguardo da noi rapaci, e pertanto sa sempre come stuzzicarci.
Ovviamente faccio di tutto per sedermi vicino a lei e alla fine con un po’ di furbizia ci riesco. Si presenta con una gonna lunga trasparente dal ginocchio in giu’, sandalo col tacco e camicetta abbottonata poco sopra la scollatura per mostare le sue grosse tette. Non era bella, era in carne, ma decisamente sapeva come arrapare i maschi. Una vera arrizza cazzi.
Con le mie penose scuse cerco di attirare le sue attenzioni, e lei sta al gioco. Ma in realtà voleva farla annusare un po’ a tutti, specie al grande capo. Durante il meeting continuavo a cercare con lo sguardo i suoi meravigliosi piedi, arquati da quel tacco poderoso e meravigliosamente smaltati di rosso. Rita ha sempre deliziato le mie seghe serali, mi bastava pensare al suo alluce oblungo che sfiorava il mio prepuzio. Fantastiche venute.
Era lì, a fianco a me, con la sua carica di eroticita’ a portata di mano. La camicia stretta poi mi mostrava dietro quanto fosse stretto anche il reggiseno, a comprimero quelle tettone cadenti. Ho sempre sognato una bella nona esagerata, con un capezzolo enorme. Chissà mi son detto. Un giorno magari…
Dopo tutte quelle sbirciate avevo patta che scoppiava. Decido di masturbarmi. Vado così in toilet, divisa uomo-donna ma con l’antibagno in comune. Entro e comincio a accarezzare il pensiero di leccare tutto quel ben di Dio. Proprio quando sto venendo con una lunga schizzata sul muro, sento dall’altra parte del muro Rita che parla al telefono. Non ci credo, è proprio lei! E sta facendo sesso telefonico con un certo Daniel. Sta sicuramente sditalandosi, divertendosi peraltro a raccontarlo all’uomo dall’altra parte del telefono. È come se la vedessi, descrive tutto con fantastici dettagli sulla sua depilazione, sul suo perizoma inzuppato, sui suoi capezzoli turgidi. Non potevo credere a cotanta abbondanza.
Chiudo a chiave la porta dell’antibagno e aspetto fuori che lei finisca. Non posso credere sia così sguaita, non si cura del fatto che ci possa essere qualcuno fuori ad ascoltarla. Termina la sua fantastica performance con una mega goduta, a squarciagola come avrei sempre voluto anch’io generare in una donna.
Aspetto e alla fine mi si materializza la sua faccia sorpresa davanti. E io, col la mia faccia da culo, ho la gioia di poterla finalmente avere sotto scacco.
Complimenti, le dico. E grazie…me lo hai fatto diventare duro come il marmo. Deve essere bravo Daniel, le commento. Rita diventa pallida. E la cosa mi diverte molto. “Ti prego Alex, non dirlo a nessuno. Lo sai che sono già abbastanza incasinata nella mia vita privata.” Le faccio cenno col capo e le dico che tutto si può negoziare. Deve solo giocare un po’ con me. “Sei un porco, ti ho sottovalutato.Ad ogni modo non ho molta scelta. Dimmi che cazzo vuoi”. Col sorriso sulla bocca, come ad un bimbo che ha vinto il pesce rosso alla fiera, le dico:” Intanto vorrei sentire il profumo di quel perizoma di cui parlavi poco fa”. E così con grande classe si sfilo’ la mutandine facendole scivolare ai suoi piedi, tra le sue scarpe. Mi chinai a prenderle, soffermandomi a fissare i suoi piedi smaltati, per un tempo così lungo che capisse che mi eccitavano. ” Ti fanno impazzire, non è vero? Pensi che non ti abbia visto che mi guardi in continuazione i piedi? Scommetto che ti fai tantissime seghe”. Le confermai quanto da lei sospettato, annuendo perché ero senza parole. Il suo tanga era fradicio, come appena uscito di lavatrice. Ma era intriso di un odore fortissimo di eiaculazione femminile, da togliere il fiato. Non riuscii a trattenermi dal darci una bella succhiata. Spremuta di fica di Rita, il sogno di un decennio. Non mi bastava. Volevo stravincere. ” Sbottona un altro po’ la camicetta, da brava, sfilati il reggipoppe che poi usciamo e torniamo di là “Ma se faccio così me ne rimane uno solo attaccato e ho il seno a vista appena mi muovo”. Aveva capito il gioco, era una donna intelligente. “Certo, questo cerco. È il mio regalo ai colleghi”. ” So che ti eccita, non è vero”? Rimase zitta ed esegui’. Si tolse camicia e reggiseno, rimanendo con lue pere esagerate di fuori. Notai i capezzoli, con un’aureola di una spanna intorno, irrigiditi. Erano due chiodi. Aspettai si rimettesse la camicetta come da istruzioni, era stata una bastardata. Le sue tettone non stavano ferme senza un contenimento ed erano pericolosamente al limite del bordo della camicia. I capezzoli erano pesantemente a vista, squizzati contro il cotone. Avrei voluto resistere, ma non lo feci. Le presi la testa e le ficcai il mio cazzo in bocca, premendole il capo con forza. Dio quanto l’avevo voluto. Non le sborrai in faccia, volevo ciucciarmi quegli alluci fedeli compagni di anni di seghe. Slacciai il sandalo, con nessuna resistenza da parte sua, afferrai il piedi e partii a leccarglielo. Gemeva, non osava dire di essere ancora prossima ad eiaculare. Soddisfatta la voglia, la spinsi sul lavandino, le aprii le cosce e le spinsi la lingua su’ giu’ sulla sua peluria appena accennata. Non potete immaginare quanto fosse bagnata. Una fantastica abbuffata.
L’ultimo voglino me lo soddifai sbattendole dentro il mio cazzo, duro e con le vene a vista, desideroso di mettersi al caldo. Una decina di stantuffate, il tempo di accertarmi che prendesse la pillola e le sborrai senza alcun controllo dentro, pulendomi con gaudio sui pela della fica.
La invitai a ricomporsi come da copione per tornare con gli altri. Senza mutande e con le pere alla mercé dei suoi colleghi allupati.
Al rientro in sala era ora di pranzo e ci accodammo al buffet. Tutti gli uomini fissavano la sua poderosa scollatura nude look, con meravigliosi esempi di prorompenti erezioni. Rita era a metà fra imbarazzata ed eccitata. Il grande capo se ne accorse e si avvicinò a lei con circospezione. Dopo qualche giorno venni a sapere che le aveva detto che le sue borracce erano il suo intimo desiderio. Finalmente gliele aveva potute vedere. E non solo. In cambio di un passaggio di livello le aveva potute scopare e sbrodolare in serata in motel. Hai capito Rita?
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