“Apre una porta ed è quella della camera da letto
«Accomodati qui»…”
Ultimamente molti bar sono gestiti da orientali. E anche quello che frequento,
ultimamente, ha cambiato gestione ed è diventato cinese. E proprio in questo bar ha inizio l’episodio descritto.
Era un pomeriggio della scorsa estate e mi trovavo seduto al tavolino di un bar. Non c’era molta gente e i tavolini intorno erano vuoti. Noto sul fondo della sala una ragazza orientale: noto il fisico minuto, i capelli neri lunghi e un viso spettacolare: bellissima, con i suoi occhi a mandorla scuri e le labbra fini, truccate con un lieve lucidalabbra. Era al tavolino che sorseggiava una bibita e intanto scriveva… Non posso fare a meno di notare i suoi piedi: calzava un paio di scarpette estive leggerissime che li lasciavano praticamente nudi, per di più lei teneva le gambe accavallate, dondolando leggermente una scarpetta sostenuta solo dalle sue dita: quindi un suo piedino era praticamente nudo
La guardo per un momento, cercando di non farmi notare, più che altro per non farmi figuracce.
Le squilla il cellulare e lei risponde, parlando in italiano ma con l’accento tipicamente cinese, per intenderci con le “R” sostituituite simpaticamente da “L”.
Involontariamente sento che parla di massaggi e del centro dove lavora; non lontano dal bar.
Non avevo mai considerato l’idea di un centro massaggi ma, vedendo quella splendida ragazza e sentendo che fa la massaggiatrice mi viene la tentazione di saperne di più.
Aspetto che chiuda la telefonata poi mi avvicino dicendo
«Ciao, scusa ma non ho potuto fare a meno di sentire la telefonata; il bar è quasi vuoto. Sei davvero massaggiatrice? Beh, chissà che meravigliosi massaggi e che dolci sensazioni sai regalare con quelle mani». Lei mi risponde «Si, sono massaggiatrice, lavoro sia nel centro massaggi che a casa su appuntamento. Tu hai bisogno di massaggi?»
Le rispondo di lasciarmi il suo contatto telefonico e che ci avrei pensato.
Già: ma quale pensarci… Prima la mangio con gli occhi e poi, con una domanda del genere non rispondo subito si?
Le dico che l’avrei richiamata nei giorni seguenti.
Detto fatto: il giorno dopo telefono e lei mi risponde dandomi l’appuntamento a casa sua per due ore dopo.
Arrivo a casa sua e appena mi apre la porta rimango a bocca aperta.
Vestaglia in seta nera, gambe e piedi nudi: mi dice di accomodarmi nel salotto chiedendomi se desideravo bere qualcosa.
La ringrazio e, mentre sorseggiavo la bibita la guardavo: troppo bella!
Poi mi dice di accomodarmi nell’altra stanza e aspettarla, iniziando a prepararmi per il massaggio e spogliarmi.
Poco dopo arriva: io ero sul lettino da massaggio, disteso a pancia sotto, con un asciugamano per coprire la “parte meno nobile del corpo”.
Si avvicina e si unge le mani di olio: inizia il massaggio dalle spalle, esercitando una leggera pressione in zona collo. Prosegue poi sulla schiena, sento le sue mani sul dorso, poi sui fianchi e…
Lei mi chiede: «Ti piace, ti rilassi?»
La mia risposta è forse ovvia, ma le rispondo che massaggiava divinamente e che le sue mani erano davvero fatate.
Un leggero imbarazzo quando mi dice di girarmi: diciamo che quel massaggio aveva provocato un “certo effetto” e che, sotto quel leggero asciugamano, non passava certo inosservato.
Mi giro e lei nota subito il… beh… l’effetto che aveva procurato.
Senza dire nulla solleva l’asciugamano e inizia un “massaggio particolare”. La sua manina era delicata e dolcissima nel suo movimento ritmico. Andava lentissima e…
«Ti piace mio massaggi o speciale? Solo per te».
Pochi secondi dopo la sorpresa: si spoglia completamente e mi prende per mano, dicendomi di seguirla nell’altra stanza.
«Questo è un trattamento speciale, solitamente mi fermi al massaggio». Apre una porta ed è quella della camera da letto
«Accomodati qui». Si distende sul letto e mi prende una mano, portandola al suo seno.
Con la mano le accarezzo il pancino, l’ombelico e “il delizioso ciuffetto”. La mano scende verso la meravigliosa passerina…
Le chiedo: «Posso leccartela».
Lei è stupita. Mi dice di si, ma è stupita: gli uomini cinesi sono molto restii a leccare la vagina perché lo considerano un atto di sottomissione e quando mi dice questo non credo alle mie orecchie. Lei mi propone un “69”, da me accettato con entusiasmo: avevo la patatina di una bellissima ragazza a portata di lingua e la sua bocca che mi stava regalando sensazioni meravigliose.
Il suo nettare era delizioso e sentirla mugolare e gemere era stupendo… lei seduta sulla mia bocca mentre le sue mani e le sue labbra “giocavano” lì sotto…
Poco dopo un orgasmo sincronizzato: entrambi abbiamo raggiunto il massimo del piacere insieme…
Stiamo ancora un poco sul letto e poi il momento più imbarazzante: le chiedo quanto le dovevo per il massaggio.
La sua risposta?
«Quanto mi devi per massaggio? E che ne so… io sono la nuova cameriera del bar… Ci vediamo domani al bar per caffè? »
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