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La mammina ed il suo capo

“Lui cosi cominciò a sbattermi il cazzo in tutta la testa e me lo infilava in bocca per poi mettermelo in mano dicendomi di menarlo mentre lo dovevo guardare…”

Ciao a tutti i lettori di questo fantastico sito. Quella che vi
sto raccontando è una storia realmente accaduta che mi vede coinvolto in una vicenda di intrighi e passioni trasversali dove stavolta il protagonista non sono solo io ma lei. Si chiama Valeria ed è una mia cara amica conosciuta una decina d’anni fa in una festa dove si trovava in compagnia di un mio amico che me la presentò. Notai subito che era una ragazza sveglissima, intraprendente, colta e non solo. Ha un bel fisico e, anche se scarsa di tette, ha un culo fantastico che parla da solo. Ma il punto di forza è decisamente il viso dove si evince chiaramente le potenzialità di una donna a cui piace davvero il cazzo. Capelli rossi a caschetto lungo, occhi grandi svegli e vivaci e una bocca carnosa che al solo guardarla ti viene voglia di autoinvitarti per entrarle dentro con la lingua fino in gola e morderle le labbra ciucciandole e leccandole come se fosse una fica. Ci furono subito dei sguardi d’intesa e complicità. Fu come riconoscere l’animale della stessa razza in mezzo a tanti altri. Infatti già dalle prime battute capii subito che lei apparteneva al famoso due per cento delle donne che dà al sesso un importanza estrema di cui non ne può fare assolutamente a meno. Lei è una cacciatrice come un uomo ma con risultati nettamente migliori. Confermato poi nel tempo da lei stessa che, una volta diventati amici, mi confidava le sue scorribande. Io allora ero però preso da una ragazza di cui ero innamorato davvero tanto che poi ci sposammo. Ma questo non vietò minimamente di coltivare un amicizia con una donna con cui si poteva parlare di tutto. Infatti nel corso degli anni io ho avuto dei figli ed ho investito molto tempo nella famiglia e nel lavoro e dal canto suo ha fatto uguale. Ha fatto carriera nella società di leasing in cui lavora fino a diventarne una responsabile per poi conoscere un uomo, innamorarsene e sposarselo un paio d’anni fa dopo essere rimasta incinta. Ultimamente però non ci sentivamo più come prima ognuno con i propri impegni familiari . Poi lei con l’arrivo del bimbo aveva davvero poco tempo per tutti anche per se stessa. Avevo saputo pure che la società in cui lavora le aveva fatto problemi per il periodo di maternità prolungata che si dovette prendere. Infatti suo marito faceva il rappresentante per una grossa ditta farmaceutica ed era sempre in giro per l’Italia e la sua famiglia era lontana in quanto lei non è di Catania bensì di Palermo. Quindi doveva fare tutto da sola. Poco tempo fa però mi chiamò per
farsi dare qualche consiglio per come ricavare la cameretta del bimbo a casa sua. Io in quanto geometra fui felice di poterla aiutare anche perché con questa scusa l’avrei rivista dopo tanto tempo. Suonai al campanello di casa sua e mi venne ad aprire una donna che aveva ben poco della donna conosciuta tempo prima. Valeria aveva suo figlio in braccio che piangeva e si vedeva che era molto trascurata. Indossava un pigiamone felpato ed era scalza con i calzettoni un po’ arrotolati sulle caviglie. Capelli disordinati e senza un filo di trucco in viso. L’unica cosa riconducibile al suo “essere” erano gli occhi sempre svegli vivaci da porca. Mi abbracciò come potette con un braccio attorno al collo ed un bacio forte sulla guancia quasi commossa ed io risposi all’abbraccio stringendola per la vita verso di me nonostante avesse il figlio in braccio. Lo fece poi scendere a giocare e ci sedemmo sul divano per raccontarci un po’ di noi. Io le parlai della mia famiglia, di mia moglie e dei miei figli e altrettanto fece lei manifestando però il disagio che stava vivendo. Il figlio assorbiva molto tempo anche se adesso finalmente poteva portarlo all’asilo. Suo marito dopo i primi mesi di passione cominciò a trascurarla molto in tutti i sensi. Lavorava fuori si ma quando tornava non la considerava più sessualmente come prima. Non la cercava e soprattutto si negava quando era lei a cercarlo. La cosa mi fece venire davvero rabbia. Pensavo alla vita com’era ingiusta a volte. Lui aveva la fortuna di avere una moglie bona arrapata disponibile sempre vogliosa e che sapeva il fatto suo e non ne approfittava. Mi confermò anche che effettivamente lui non aveva mai brillato sessualmente ma si era innamorata ugualmente per il modo intraprendente che aveva di affrontare la vita. Con una filosofia che l’aveva affascinata molto. Poi mi parlò pure del lavoro e li si mise a piangere appena iniziò. Io subito a stringerla verso di me per consolarla accarezzandole la testa ed il viso asciugandole le lacrime chiedendo il perché di questo stato d’animo. Non vi nascondo che mi eccitai molto in quella fase di contatto, anche perché, fino ad allora nel corso degli anni abbiamo scherzato condiviso ma mai c’eravamo sfiorati se non per il bacio di saluto. Quel contatto consolatorio dove i nostri corpi erano attaccati in un abbraccio ed i movimenti per accarezzarla mi facevano arrivare degli stimoli al cazzo come mai prima d’ora. Ma giustamente cercai di contenermi ma lei, sveglia com’era, se ne accorse e mi sorrise nonostante le lacrime, anche perché in quanto donna, le faceva piacere sapere che già il contatto fisico faceva quest’effetto su di me. Rincarò la dose quando continuò a parlare dei problemi con il lavoro. Perché mi disse che il suo capo dopo tutte le assenze causa, gravidanza prima e gestione del piccolo dopo, l’aveva declassata quindi guadagnava meno e soprattutto assolveva una mansione che non le piaceva affatto in quanto la sminuiva molto. Io li le dissi che forse lui, il capo, doveva essere un uomo senza cuore e che se fossi stata al posto suo, gliene avrei dette quattro in faccia. Lei in effetti reagiva alle mie parole positivamente. Aveva ancora la testa appoggiata al mio petto e mentre le dicevo quello che doveva dire al suo capo con la mano giocava con i bottoni della mia camicia con fare distratto che non facevano altro che accentuare la mia erezione. Non so perché ma non riuscivo ad evitarla. Lei però subito dopo ’ dovette occuparsi di suo figlio che era caduto giocando e se lo mise in braccio. Mi fece vedere le migliorie che voleva apportare a casa sua e mi ringraziò per i consigli che le avevo dato. Io le promisi che avrei fatto un piccolo progettino e glielo avrei portato la settimana dopo. La abbracciai e stavolta fu lei a stringermi a se quasi a farlo apposta per sentire il mio pacco su di lei e mi salutò dandomi un bacio molto vicino alle labbra con uno sguardo da troia amica però. La settimana dopo andai a portarle il progettino che avevo fatto. Con mia grande sorpresa mi venne ad aprire la Valeria che conoscevo. Strafica bona tutta in tiro con un miniabito aderente nero che esaltava le curve dei fianchi e del culo fantastico che si trovava. Si vedeva pure che aveva le calze autoreggenti e aveva un viso raggiante ammaliante arrapante e porca come la ricordavo se non di più. Al solito mi abbracciò con ardore e mi fece accomodare sul divano. Stavolta il bimbo era all’asilo quindi era più libera. Diede un occhiata al volo ai disegni e poi si alzò per andarmi a preparare un caffè. Notai subito che stava bene ma un po’ zoppicava e le dissi “Valeria che ti è successo”? Lei allora mi sorrise con espressione da troia dicendomi “niente di preoccupante anzi, diciamo che adesso sto meglio ma mi fa ancora male”. Io la guardavo per avere spiegazioni in più e lei accorgendosene giustamente inizio a darmele. Si mise a sedere accanto a me sul divano e mi disse “ti ricordi il consiglio che mi hai dato di dirgliene quattro al mio capo? Bene l’ho seguito alla lettera e devo dire che sto raccogliendo i frutti”. “Sono andata nel suo ufficio alla fine del lavoro quando siamo rimasti soli e gli ho detto tutto quello che avevo sullo stomaco incazzandomi un po’ con lui per il trattamento riservatomi negli ultimi mesi al lavoro. Lui dopo avermi fatta sfogare si è alzato e con molta calma si è avvicinato alla poltrona dov’ero seduta e mettendosi dietro di me iniziò a massaggiarmi le spalle dicendomi, sempre con un tono calmo, che era un periodo difficile e di crisi profonda in cui un uomo di responsabilità come lui doveva fare delle scelte. A farne le spese purtroppo erano quelli un po’ più deboli come me che stavano attraversando un brutto periodo. E mentre parlava ho visto che mentre massaggiava le mie spalle da dietro la sua mano entrò dentro il maglione per massaggiare e sentire meglio la mia carne e si mise di lato quasi a guardarmi in faccia dall’alto mentre il suo pacco era all’altezza del mio viso. Tu mi raccomando non dirlo a nessuno. So che posso fidarmi di te”. Mizzica io a quel punto già mi stavo facendo il film da subito. Era come riscoprire finalmente la Valeria di un tempo che si calava gli uomini che voleva quando voleva e si faceva anch’essa abbordare nella maniera che voleva lei. Era sempre e comunque lei a condurre il gioco in quanto le piaceva in ogni caso sia farlo che subirlo. Le dissi “continua tranquilla lo sai che puoi dirmi tutto” mentre già il mio cazzo faceva capolino dalle mutande sotto i pantaloni. Lei continuò “ebbene ti devo confessare che fino ad allora lo avevo visto come il mio capo rompipalle ma adesso in quella situazione con il pacco ad un centimetro dalla mia faccia e la sua mano calda che saliva e scendeva lungo la mia schiena dandomi brividi che dovevo contenere cominciai a rivalutarlo. È un uomo sui cinquantacinque anni, capelli brizzolati, fisico asciutto con un pò di pancetta, sorriso da figlio di puttana di colui che sa il fatto suo e soprattutto il gonfiore dei pantaloni all’altezza del cazzo. Doveva essere davvero molto dotato. Anche i modi li stavo rivalutando. Da capo rompipalle a capo comprensivo e affascinante allo stesso tempo ed in più un tipo che sa quello che vuole tanto che cominciavo a capire quello che cosa voleva in quel momento. Lui si doveva essere accorto di quello che stava procurando in me. Stavo cominciando a tremare un po’ dai brividi provocati dal suo tocco dietro e la mia voce era rotta dall’emozione del suo gonfiore vicinissimo al mio viso. Ad un certo punto con l’altra mano mi accarezzò il viso e lo fece girare verso di lui facendolo appoggiare al suo pacco delicatamente. Vedi cara Valeria, mi diceva con un sorriso bastardo, si vede che tu sei una brava donna che vuole fare carriera e che hai le capacità per farla ma con un aiuto sostanzioso sono sicuro che ce la farai. Nel dire questo tirò giù la lampo e tirò fuori il suo cazzo proprio davanti al mio viso che era appoggiato li. Non ti nascondo Carmelo che mi sentivo proprio presa da tutta la situazione eccitante che stavo vivendo. Tu lo sai che non sono certo una santarellina ma questa situazione dove c’era in gioco anche la mia vita lavorativa in un periodo della mia vita sessuale quasi inesistente per colpa di mio marito, avevo la fica bagnatissima come non mai. La situazione proprio non mi dava scampo e non mi dispiaceva affatto anzi credevo che avrei stavolta preso due piccioni con una fava. E che fava! Aprii la bocca e lui subito uscì fuori la mano dal maglione per spingere la mia testa verso il suo cazzone enorme fino in fondo alla gola già da subito senza pietà. La mano che mi teneva il viso invece s’intrufolò dentro il mio maglione davanti a tastarmi le tette ed i capezzoli con fare sapiente e deciso. Aveva un sapore di maschio fortissimo e buonissimo. Dopo pochi colpi di cazzo in gola lo tirò fuori e mi venne a baciare in bocca in maniera molto passionale. Ci sapeva fare davvero. Mi tenne sempre seduta e mi rimise il cazzo di nuovo in bocca uscendolo ogni tanto per sbattermelo in faccia dicendomi che si vedeva bene che ero una bella troia. Il suo cazzone sbattuto in faccia come quasi a volermi umiliare mi eccitava sempre di più tanto che ero io ormai che prendevo il suo cazzo fino in fondo avidamente anche senza la spinta della sua mano sulla mia testa. Si i dialoghi Carmelo erano proprio forti. Cominciava a trattarmi proprio da troia. Faceva colare la saliva dall’alto per farla arrivare nella mia bocca mentre succhiavo il suo cazzo e mi diceva volgarmente di succhiarlo per bene che poi me lo avrebbe sbattuto in tutti i buchi come meritavo. Mi fece poi alzare e mi baciò di nuovo in bocca mentre con le mani mi tirava su la gonna per arrivare subito a toccare il mio bel culo. Io in effetti ero vestita con una gonna lunga un maglione un po’ scollato calze autoreggenti nere e perizoma. E lui parve gradire molto. Infatti con le mani sulle mie chiappe, con la gonna tirata su, mi strinse a se per farmi sentire il suo cazzo appoggiato alla mia fica da sopra le mutande bagnatissime e lo strusciava come a scoparmi da fuori mentre costantemente aveva la lingua dentro la mia bocca. Ero al settimo cielo. Avevo davvero troppa voglia del suo cazzone. A quel punto mi mise sopra la scrivania spostò le mutande fradice e infilò direttamente il suo cazzo dentro la mia fica con un unico colpo facendomi mancare il respiro. Era davvero grossissimo e lunghissimo. Ne ho presi tanti ma questo nella graduatoria occupa sicuramente le prime posizioni. Lo sentivo davvero tanto dovuto anche al periodo d’inattività prolungato nel tempo. Erano quasi due anni che non scopavo. E adesso scopavo con un bel cazzo di un bel tipo che fra parentesi è anche il mio capo che approfitta di me in maniera spudorata. Cominciò a stantuffarmi poi in maniera violenta sempre più forte mentre mi baciava il collo e la bocca facendomi mancare l’aria quasi asfissiandomi. Una mano dietro il mio collo ed una mano sotto il mio maglione e sotto il mio reggiseno. Io invece facevo l’inerme che subivo anche perché era davvero quella la sensazione. Lui sopra che mi scopava con piglio autoritario senza repliche a sfondarmi bene fino in fondo nonostante fossimo ancora con i vestiti indosso. Da prima con le mani cercavo di contenere il suo bacino per attenuare i suoi colpi violenti poi però dopo che ero stata sfondata completamente mi abbandonai totalmente sotto i suoi colpi allargando totalmente le braccia completamente in balìa di lui se non rispondendo ai suoi baci e assecondare con il corpo i movimenti della grande scopata che mi stava procurando un piacere indescrivibile. Infatti dopo dieci minuti di quel trattamento ininterrotti ebbi un orgasmo violentissimo sotto i suoi colpi, tanto, che sobbalzavo con lui sopra nonostante il mio corpo esile per assecondare gli spasmi di un orgasmo violento e prolungato che non decideva di smettere anche perché lui pompava sempre più forte proprio mentre provavo ciò. Anche lui dopo un po’ ma sempre nella fase dei miei spasmi venne dentro la mia fica senza un minimo ritegno e chiedere se ero coperta o meno. Ma niente tutto dentro fino all’ultima goccia con un urlo soffocato animalesco sul mio collo. Si sentiva che anche lui godeva benissimo dentro la mia tana calda e questo mi dette un piacere ulteriore tanto che mi venne un altro orgasmo veloce alla sensazione del riempimento dello sperma caldo dentro la mia fica scassata e lui beato della sua goduria. Rimanemmo attaccati cosi fino a quando lui poi non si tirò su a guardarmi negli occhi e li pensai che mi avrebbe mandato via come se non ci fosse stato nulla tra noi e addio aiuto. Invece si alzò per girare attorno alla scrivania, mi prese la testa con le due mani mentre io ero ancora sdraiata e mi rimise il cazzo moscio dentro la bocca. Tieni, mi diceva, che so che ti piace e capisco che hai bisogno sempre del cazzo troia. Tutto cosi fino in gola porca. Dai che me lo fai diventare di nuovo duro che ti voglio spaccare il culo come si deve. Li ti giuro Carmelo incominciai un po’ a temere davvero per il mio culo. Il suo modo deciso e irruento non faceva presagire nulla di buono. Mi pompava la bocca con il cazzo che si stava indurendo mentre da sopra con le mani mi toccava le tette per poi scendere fino alla fica ed infine mi stuzzicava il buco del culo fradicio di umori provenienti dalla fica scassata. Allora mi fece sedere sulla scrivania e cominciò a spogliarmi tutta fino a quando mi lasciò solo con le calze autoreggenti e le scarpe con il tacco 10. Sei proprio una gran fica e per fortuna anche troia. Mi prese per mano mi portò sul divano in pelle di fronte alla scrivania e mi fece sedere. Dopo di che si spogliò anche lui e me lo rimise in bocca mentre ero seduta e lui in piedi. Stavolta la testa me la teneva con due mani e dettava il ritmo del pompino sempre più forte fino a quando non gli diventò più duro di prima alla faccia dei cinquantacinque anni. Poi con forza mi fece mettere a pecorina sul bracciolo del divano con le cosce fuori e la testa sulla seduta del divano. Mi allargò le chiappe con le mani e sputò dentro il buco del culo e li io subito gli dissi di mettere un po’ d’olio se l’aveva. Lui mi disse che preferiva senza e che voleva farmi un po’ male apposta e che poi mi sarebbe piaciuto tanto e senza darmi il tempo di replicare aveva già la cappella grossa all’ingresso dell’orifizio anale. Non posso descriverti il dolore. Davvero non ha avuto nessuna pietà. Vedi cara mammina, mi disse, mi piace spaccare il culo alle troie in carriera come te ed entrò con violenza tutto in un colpo solo come aveva fatto in fica. Solo che ho sentito davvero la lacerazione delle pareti. Era troppo grosso e c’era poca lubrificazione. Cominciai davvero a piangere dal dolore ma lui niente. Incurante delle lamentele diede una decina di colpi forti fino in fondo da subito. Io ero senza fiato tanto che non potevo urlare dal dolore. Poi uscì per un attimo ed ammirò il mio buco del culo sfondato dicendomi che c’era un po’ di sangue. Tranquilla adesso gli metto un bel tampone e di nuovo entrò con il suo cazzone fino in fondo. Colpi non veloci ma costanti fino in fondo. Il mio culo si stava abituando a poco a poco e ti confesso che mi stava cominciando a piacere sul serio. Io allora cominciai a toccarmi il clitoride per godere al massimo dell’inculata ma lui me la tolse subito perché volle mettergli la sua. Ci sapeva davvero fare il bastardo. Mentre m’inculava mi masturbava la fica e mi sculacciava come fossi una cavalla. Ti piace troia eh? Anche le parole avevano il suo effetto. Mi sentivo davvero una troia sotto quei colpi di quel maschio dominante. Si ero in balia del mio capo in tutti i sensi che dettava ordini anche nel sesso e la cosa mi faceva impazzire moltissimo tanto che cominciai a rilassare i muscoli per arrivare ad avere una serie di orgasmi incontrollati con lui instancabile che non la finiva più di sfondarlo. Mi afferrava pure per i capelli e mi tirava da dietro proprio come con le redini tiri una cavalla e mi diceva all’orecchio quanto ero troia e quanto gli piaceva scassarmi per bene. Dovevo davvero essere in uno stato pietoso. Il trucco sotto le lacrime sicuramente aveva ridotto il mio viso in un mascherone. Lui dopo quel dolorosissimo e bellissimo trattamento anale mi fece mettere in ginocchio sotto di lui velocemente e mi disse di aprire la bocca. Lui cosi cominciò a sbattermi il cazzo in tutta la testa e me lo infilava in bocca per poi mettermelo in mano dicendomi di menarlo mentre lo dovevo guardare negli occhi con la lingua di fuori a leccargli la cappella. Cosi feci. Lo sentivo pulsare sotto le mie mani che lo menavano ad un buon ritmo mentre lui da sopra con le mani sui fianchi mi guardava negli occhi ed io guardavo i suoi. Era davvero una bella sfida fino a quando sentii arrivare la sborra che saliva dal cazzo e non usci con potentissimi schizzi che mi arrivarono negli occhi con violenza. Nei capelli nella bocca in faccia dappertutto come se non avesse sborrato mai prima d’ora. Io li feci la mia parte pulendogli bene il cazzo con la bocca e la lingua fino a quando non vi era più traccia di nulla sempre guardandolo negli occhi con modi da troia consumata. Si mi sentivo davvero una troia consumata. Un po’ scassata in tutti i buchi per l’occasione ma troia appagata in pieno sessualmente. Li lui finalmente mostrò un po’ di umanità. Mi fece alzare e mi baciò in bocca come fossimo una coppia innamorata. Piccoli baci in viso e con la lingua in bocca sempre dolcemente. Mi accarezzava le braccia i fianchi ed il viso in maniera dolce in contrasto con il trattamento che mi aveva riservato prima. Ci rivestimmo e mi salutò dicendomi che ogni tanto fa bene avere questi confronti tra capo ed impiegata perchè migliora anche la qualità lavorativa strizzandomi l’occhio. Appena sono uscita di li comincia ad avere bruciori al buco del culo ed è da ieri che disinfetto e faccio impacchi freddi per aver un po’ di sollievo. Mi ha davvero scassata.” Ebbene cari lettori non vi dico in che stato ero io ad ascoltarla. In passato ci raccontavamo le storie anche in maniera esplicita ma dopo tanto tempo queste erano storie di una donna sposata mamma e moglie che si faceva sbattere dal capo sia per non perdere il posto sia per il puro piacere di scopare finalmente come si deve dopo tanto tempo. Colpa del marito che non glielo dava come si deve sicuramente ma soprattutto una predisposizione al ficco puro e semplice. Il famoso due per cento. E a pensare questo con lei che mi parlava a pochi centimetri di distanza avevo l’eccitazione alle stelle. Avevo le mutande bagnatissime ed il cazzo durissimo. Lei subito a chiedermi “che ne pensi? Ho fatto bene? Sono stata troppo arrendevole? Spregiudicata?”. Io a quel punto le dissi “ Valeria dopo quello che mi hai raccontato non posso che essere invidioso del tuo capo. A parte tutti i discorsi sul lavoro marito figli e problematiche varie lui si è scopato una gran bella fica come te e non sai quanto lo invidio”. “Dai Carmelo non esagerare adesso. Però in effetti ho notato gli effetti del racconto su di te”. E dicendomi questo mi mise una man sulla coscia guardandomi negli occhi. “Sai un amica può sempre aiutare un amico in difficoltà” e comincio a salire con la mano fino all’inguine. Io li stavo per abbracciarla e lei “no, stai fermo” e cominciò a sbottonarmi i pantaloni senza togliere lo sguardo dal mie occhi. La stavo ammirando sempre di più. Ora che si stava occupando di me con quel fare da troia comprensiva la guardavo sempre più con sguardo voglioso e lei se ne accorse. Tanto che non appena uscì fuori il mio cazzo dalle mutande mentre lo menava si passò la lingua sulle sue labbra sempre con gli occhi fissi sui miei e scese subito dopo con la bocca ad ingoiarsi il mio cazzo fino in fondo. Ci volle pochissimo. Il contatto con la sua bocca calda e la lingua che roteava sulla mia cappella a quel punto che ero già eccitatissimo da tutto quello che mi aveva raccontato che bastò darmi poi due colpi con la mano a menarlo sotto la sua bocca con la lingua sulla punta del mio cazzo a stuzzicare il buchino del cazzo che cominciai a sborrare violentemente e tantissimo come una fontana dimenticata aperta. Io con le mani sulla sua testa a tenerla ferma sul mio cazzo e lei da sotto che non finiva di fissarmi mentre avevo gli spasmi del godimento. Era davvero brava come raccontava. Non si fermò nemmeno per un istante. Succhiava e beveva tutto quello che usciva raccogliendo pure tutto quello che fuoriusciva e colava sul mio ventre. Leccava tutto e ritornava sul mio cazzo per diversi minuti fino a quando non fu tutto pulito. Poi si alzò mi diede un bacio casto in bocca e mi disse “le amiche servono anche a questo soprattutto con gli amici veri. Grazie Carmelo”. Ero davvero al settimo cielo e mentre stavo per dire qualcosa mi mise un dito per tacciarmi e mi disse “non dire niente non c’è bisogno. Adesso abbiamo più segreti da condividere” e mi fece l’occhialino. Ancora sono passati pochissimi giorni ma non vedo l’ora di richiamarla per chiederle come va al lavoro e se ha bisogno ancora di qualche consiglio utile. Sarei lieto di accontentarla!

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