“Il treno si ferma in una stazione…”
Ottobre di un anno qualsiasi prima del 1980. Barletta provincia di Bari,
caserma del reggimento addestramento di artiglieria. Il giorno dopo la cerimonia del giuramento delle reclute del III scaglione.
Sono il caporal maggiore Cristiano Hondel, di Reggio Emilia, anni 23. Sto finendo il militare, la mia stecca conta ancora 38 giorni di “naia”. Il maggiore mi ha firmato la licenza per andare a sostenere un esame all’università di Modena, è l’ultimo esame … “tecniche di ricerca sociale”un esame complementare e non troppo impegnativo, 4 giorni di licenza più due per il viaggio.
Il bagaglio l’avevo già preparato e appena ricevuto in mano il foglio di licenza via di corsa alla stazione ferroviaria. Salgo sul treno diretto notturno Lecce – Torino, trovo uno scompartimento di prima classe declassato a seconda classe, poltrone in velluto rosso un po’ consunte ma invitanti, c’è un signore che sta leggendo il giornale ed è seduto nel posto vicino al corridoio; sistemo il mio bagaglio il cappotto e il basco militare e mi siedo vicino al finestrino.
Mentre il treno incomincia a muoversi entra nello scompartimento un’attraente signora ben vestita e chiede se i posti sono liberi, annuisco e l’aiuto a sistemare il bagaglio, sceglie anche lei il posto vicino al finestrino, proprio di fronte a me e sorridendo mi ringrazia.
Il treno prende velocità, prima di arrivare a Bologna ce ne vorrà del tempo, questo è un treno notturno e fa un mucchio di fermate, tiro fuori gli appunti dell’esame che devo sostenere e incomincio svogliatamente a ripassare. Dopo circa una ventina di minuti il treno si ferma ad una stazione, credo sia Cerignola, il signore saluta e scende.
Appena il treno riparte il controllore passa a controllare i biglietti e ci avverte che il riscaldamento in quella carrozza non funziona, la signora ed io commentiamo con qualche battuta la situazione e ci spieghiamo anche il perché quel vagone fosse praticamente vuoto.
Non c’è freddo e dopo qualche commento decidiamo entrambi di restare lì visto anche la comodità di avere lo scompartimento completamente a disposizione, anzi la “bella signora”, avrà poco più di 40 anni, si toglie le scarpe e si raccoglie nei sedili della sua parte dopo aver sollevato il bracciolo di velluto rosso.
Incominciamo a parlare e subito vengo a sapere che si chiama Annapaola, sta rientrando a Milano dopo essere stata nella mia caserma per il giuramento del figlio Davide 19 anni. Voleva prendere una cuccetta ma il le carrozze con le cuccette erano complete e allora si era adattata a salire su questo vagone. Era contenta di aver trovato uno scompartimento così comodo e come compagnia un commilitone di suo figlio che, viaggiando di notte, le garantiva anche un viaggio più tranquillo e sicuro.
La conversazione diventava sempre più famigliare e sciolta. Avevo subito approfittato per complimentarmi con lei per il suo aspetto molto giovanile ed attraente che rendeva poco credibile il fatto che lei fosse la mamma di un ragazzo che già faceva il militare.
Si vedeva che le piacevano i complimenti … anche quando cominciai a complimentarmi per il suo fisico snello, per il suo aspetto molto giovanile, per i suoi capelli corvini e luminosi, per i suoi occhi con riflessi verdi e la sua bocca carnosa e sensuale – “come fa un marito a lasciare girare da sola in treno di notte una bella donna come lei??!!!” – … il lavoro, è un uomo perso, ama più il suo lavoro che la famiglia, oramai!!!!
I nostri discorsi vengono interrotti dal ragazzo che vende bibite e panini, prendiamo due panini e due birre, lei vuole pagare … – voi ragazzi che fate il militare siete sempre in bolletta! – mentre mangiamo il panino mi siedo vicino a lei.
Mi interroga sui miei studi e poi mi chiede se ho una ragazza. Amorazzi da ragazzi, niente di serio, prima finire gli studi il militare, divertirsi un po’ … e poi si vedrà!
I suoi piedi, raccolti su un fianco, scivolano e si appoggiano alla mia coscia li tocco sono freddi così le dico se vuole un massaggio … non dice nulla ma lascia che incominci a massaggiare. Questo contatto fisico mi provoca una scossa che partendo dal cervello mi scende fino in mezzo alle gambe. Si accoccola meglio sul sedile e distende tutti e due i piedi sulle mie ginocchia. Massaggio tutti due i piedi, salgo ad accarezzarle le caviglie e salgo fino alle ginocchia, la guardo, ha chiuso gli occhi e ha sul viso un sorriso rilassato. Non mi fermo salgo oltre le ginocchia e le accarezzo l’interno coscia, lei allarga leggermente le gambe, arrivo alla fine delle calze e tocco la sua pelle … ha un fremito … continuo, ormai mi sono girato verso di lei e il suo piede sinistro viene ad appoggiarsi sul mio cazzo, costretto dai ruvidi pantaloni della divisa, muove il piede e me lo accarezza, mi scoppia la testa e non solo, sono arrivato a toccarle il bordo delle mutandine le accarezzo e sento che sono bagnate, passo oltre e intrufolandomi tra gli umidi riccioli arrivo a toccarle la figa … il suo corpo ha una scossa e vedo che si morde il labbro inferiore reclinando indietro la testa, appoggia la mano sopra la gonna sulla mia e preme perche io entri dentro di lei … immergo il dito medio dentro la sua figa … incomincia a tremare e raggiunge subito un forte e veloce orgasmo … spalanca gli occhi e fissandomi con uno sguardo lussurioso e pieno di voglia tira fuori la mia mano e se la porta alla bocca e incomincia a leccare e succhiare i succhi del suo godimento. Mi avvicino … uniamo le nostre bocche e le nostre lingue in un vorticoso e umido bacio.
Mi alzo. Spengo la luce bianca e svito la lampadina blu della notte. Chiudo le tendine. Torno da lei … sono in piedi … le sue mani sbottonano la patta dei miei ruvidi pantaloni color cachi … l’aiuto a far uscire il mio cazzo … eccitatissimo … me lo avvolge con tutte e due le mani … la poca luce che viene dal corridoio mi permette di vedere che con la lingua incomincia a raccogliere le goccioline che escono dal buchino … poi dopo averlo scapellato sento la sua lingua che lecca ogni piccola parte scende fino ai coglioni che, una volta raggiunti, incomincia a succhiare … torna verso la punta … e lo sento entrare nella sua bocca … sento le sue labbra che lo accarezzano mentre vanno su e giù … sento la sua lingua che lo avviluppa … sento la sua gola che lo accoglie e lo succhia … sono allo stremo … l’eccitazione della situazione e il meraviglioso pompino che Annapaola mi sta regalando, mi portano in fretta al culmine del godimento e incomincio a sputare la mia sborra nella sua gola … nella penombra vedo che mi sta guardando … le piace bere la mia sborra … continua a deglutire … sento che vuole prenderla tutta fino all’ultima goccia … mi guarda e sorride contenta!
Il treno prosegue la sua corsa nella notte.
Mi accascio svuotato sulla poltrona di fianco a lei e cerco la sua bocca e ci baciamo con trasporto. Annapaola si toglie le mutandine … le mette tra le due bocche mentre ci baciamo sono fradice … incominciamo a leccarle e succhiarle … mentre lei continua io mi inginocchio e le allargo le ginocchia … le alzo la gonna e mi tuffo sulla figa e incomincio a leccare e raccogliere tutti i suoi umori … succhio … sento le sue mani dietro la mia nuca che spingono … il suo bacino che spinge … poi dopo pochi secondi un violento e prorompente orgasmo scuote Annapaola … pervasa da un violento tremore mi dice :” succhiami la figa … bevimi tutta … non smettere … continua … infilami un dito nel culo … ti prego … dopo voglio anche il tuo cazzo nella figa e anche nel culo … dai continua … ti prego!!!!”. Subito le accarezzo la rosellina e, sentendola tutta bagnata degli umori che uscivano copiosi dalla figa, spingo e entro con tutto il pollice nel suo culo.
Un lungo e profondo rantolo mi fanno capire che sta continuando a salire nel suo lungo orgasmo. Il mio cazzo è tornato sull’attenti. Con le mutandine si asciuga la figa. Mi attira sopra di lei. Trovo subito la sua figa. Affondo il cazzo nella figa. Mi bacia e aspira la mia lingua nella sua bocca. Mi muovo piano sento la sua figa che si contrae quando affondo. Sembra che mi stia succhiando il cazzo con la figa come sta succhiando la lingua con la bocca.
Il treno si ferma in una stazione. Passano due persone nel corridoio. Proseguono. Il treno riparte.
Non smetto di muovermi. Le sue gambe mi attanagliano i fianchi. Il suo bacino mi viene incontro mentre la sto scopando. Mentre ci muoviamo smette di succhiarmi la lingua e mi dice nell’orecchio:” dai cavalcami … scopami … pennellami la figa … voglio sentire la tua sborra che mi inonda la figa …”. Rallento e poi lo tiro fuori dalla sua figa … mi urla … noooooo! Le appoggio il cazzo sul buchino … sìììììììì! Spingo e entro piano fino in fondo … il mio cazzo si fa strada nel culo di Annapaola che incomincia ad ansimare e soffiare … un orgasmo la prende all’improvviso e … “dai spingi … sfondami il culo … ti sento … spingi forte … sborrami dentro il culo!”. Non riesco a fermarmi ed incomincio a schizzare sborra dentro al culo di Annapaola. Annapaola ha in bocca le sue mutande e le morde per soffocare l’urlo prolungato del suo orgasmo.
Si alza in piedi. Annapaola va alla toilette. Torna ricomposta. Mi guarda e mi fa l’occhiolino. Ci accoccoliamo sulle poltrone. Dormiamo abbracciati.
“Stazione di Rimini … stazione di Rimini!!!”. Salgono dei pendolari che vanno a lavorare a Bologna. Un ragazzo di colore entra nel nostro scompartimento. Scende a Forlì. Passa il ragazzo. Prendiamo due caffè. Caldi ma … pessimi. Ci ridiamo sopra. Ripassa il controllore.
Prima di Bologna passiamo ancora un po’ di tempo a limonare. Bologna. Modena. Reggio Emilia. Ci salutiamo mi lascia il numero del suo telefono.
Ci siamo incontrati un’altra volta a Bologna. Ma ci mancava il dondolio del treno!
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