“”Suor Luana, cosa faccio ora, glielo metto in bocca di nuovo?” e lei, che sapeva di avermi ormai nel suo completo controllo, tenendo le gambe spalancate…”
Ancora oggi posso tranquillamente affermare di non aver mai conosciuto una donna
più porca di Luana, anzi, suor Luana. Non sto scherzando, si tratta proprio di una suora, di cui ora ignoro totalmente dove viva e cosa stia facendo, ma che quando ero un giovane ed inesperto adolescente, mi fece provare delle esperienze che solo a pensarci, ancora oggi dopo più di dieci anni mi viene duro.
A quell’epoca avevo appena quattordici anni e come ogni estate, passavo un paio di settimane in una colonia al mare, organizzata dalle suore della mia parrocchia. Avevo da poco avuto le prime esperienze sessuali, che si erano limitate a limonate appassionate con le ragazzine della mia età , ma anche ai primi pompini che le più troiette si azzardavano a farmi. Negli ultimi tempi ero fiero, e quasi sbalordito, dall’aumento improvviso delle dimensioni del mio pene, che stava diventando veramente enorme se confrontato con quello degli altri ragazzi della mia età . I compagni di calcio mi prendevano in giro sotto la doccia, in realtà invidiosi, e le ragazzine a cui lo mostravo si spaventavano quando glielo mettevo in mano. Erano ben poche quelle che avevano avuto l’ardire di segarmelo, ancora meno quelle che se l’ erano messo in bocca. Ricordo che mentre me lo leccavano dicevano “mmm è troppo grosso, se vieni rischi di soffocarmi di sborra!” e in effetti quando mi segavo per sfogarmi riempivo di schizzi mezzo bagno, che palle ogni volta dover pulire tutto! Ma quell’estate avrebbe superato tutte le mie aspettative. Conoscevo bene suor Luana, era in parrocchia da diversi anni e mi aveva visto crescere. Era una donna sulla quarantina, dal bel fisico, per quanto si riusciva a notare, e dal viso carino, mora con gli occhi castani, ma sinceramente non mi aveva mai attratto, anche per il fatto che era una suora. Ovvio che mi interessavano molto di più le puttanelle della mia età , o al massimo qualche prof sexi che vedevo a scuola! Quello che accadde in colonia fu dunque assolutamente inatteso.
Erano già passati un po’ di giorni dall’inizio della vacanza e io mi ero già rotto le palle, ormai a quattordici anni avevo voglia di andarmene per i fatti miei con gli amici, e inoltre non avevo ancora trovato una tipa per combinare qualcosa. In più si dormiva in camerate, privacy zero, così un pomeriggio mentre mi trovavo in bagno da solo a fare la doccia, mi venne una gran voglia di farmi una sega. Presi in mano il mio cazzo prodigioso e iniziai a stantuffarlo, finchè raggiunsi l’orgasmo e mollai un fiotto di sperma che volò per due metri in avanti. In quel momento sentii un rumore di passi, come di qualcuno che stava scappando di corsa appena fuori nel corridoio. Me ne fregai e continuai a lavarmi. Quella sera, dopo la cena, suor Luana mi prese in disparte e mi disse con molta severità che doveva parlarmi, e che andassi ad aspettarla nel locale dispensa, vicino alle cucine. In effetti era l’unico posto che non veniva frequentato da nessuno, se non prima dei pasti. Pensai “mi avrà visto in bagno a segarmi? cazzo, anche la predica dovrò sorbirmi! mi farà almeno i complimenti per il mio uccello!” Andai nella dispensa e lei arrivò poco dopo. Chiuse la porta e mi fissò in piedi, serissima. Aveva indosso una veste bianca, i capelli fasciati dal velo e degli zoccoletti ai piedi. Iniziò senza troppi preamboli: “Ti ho visto oggi, nei bagni, mentre facevi quelle sconcerie. Vergognati! Profanare così il tuo corpo!” e io, che per rendere la predica un po’ meno pallosa volevo stuzzicarla: “Perchè, cosa facevo di male?” “Lo sai benissimo! Invece di lavarti semplicemente, hai insozzato il tuo corpo! prendendo in mano quel…quel… quell’arnese, e usandolo per quei giochi indecenti!” Poi prese una verga di legno che stava appoggiata lì vicino e mi ordinò di abbassarmi i pantaloni: “Ora ti spiego quello che voglio dire. Sei molto giovane e ignori ancora i segreti del tuo corpo. Ti serve una lezione. Osserva quel serpente malefico, già si sta agitando sotto le tue mutande, guarda!” Ed in effetti l’avevo già parecchio duro e iniziava a spuntarmi dai boxer. “Tiralo fuori, avanti! Mostrami quella bestiaccia!” Io mi abbassai le mutande e lo lasciai penzolare davanti a lei, in semi erezione. Suor Luana lo sollevò un poco con la verga e disse “Eccolo, guarda come si gonfia, guarda come diventa oscenamente grosso!” Al che gettò la verga e mi afferrò il cazzo con una mano, iniziando a masturbarmi lentamente. “E’ questo che ti piace, vero? Guarda come diventa duro e rosso, questo demonio, guarda come ti fa ansimare di piacere! Eccolo, è già pronto a schizzare fuori tutta quella schiuma! Ma questo è peccato, non azzardarti a farlo!” “Ma come faccio, non resisto, sto per venire!” “Allora dovrai farlo qui, nella mia bocca, per non disperdere neanche una goccia del tuo prezioso seme!” Che razza di troia, pensai, altro che, questa vuole solo succhiarsi il mio cazzo, e che me lo succhi! Se lo mise in bocca e io gli diedi due forti spinte ficcandoglielo in gola. Lei lo afferrò con entrambe le mani e iniziò a succhiarlo come un’ossessa, finchè le sborrai in bocca e la vacca ingoiò tutto fino all’ultimo. Mentre mi leccava l’asta per pulirla meglio mi disse “Ecco, abbiamo sconfitto un po’ dei tuoi desideri diabolici, ma non credere che sia tutto qua, guarda adesso che cosa mi ha fatto quel serpente del diavolo! Si tirò su la veste e vidi che sotto non aveva proprio niente! Mi sbattè in faccia una figa nera, pelosa e fradicia di umori che le colavano lungo le cosce. Due cosce lunghe e snelle, da gran scopatrice avrei detto! Ma la cosa che mi impressionò fu un clitoride rosso vivo, che spuntava tra il pelo proteso verso di me. Niente in confronto alle fighette che avevo vosto fino ad allora. Questa sì che era una passera! Mentre con una mano teneva su la veste, con l’altra iniziò a masturbarsi, dicendomi “Guarda cosa mi hai fatto, guarda cosa mi tocca subire per poterti ripulire dai tuoi luridi peccati!”, mentre iniziava ad ansimare sempre più forte, finchè come in preda agli spasimi cacciò fuori la lingua e gridò vinta dall’orgasmo, e facendo schizzare un getto di umori che mi investì in pieno. “E adesso tocca a te, lava la mia vergogna!” VOleva ovviamente che le leccassi la figa, così ficcai la faccia tra le sue cosce e mi misi a succhiare quel frutto carnoso, che trasudava di umori, inebetito dall’odore di fregna che mi avvolgeva completamente. Poi, terminata l’opera, mi rialzai e lei, con un’espressione da vera troia, ammirò il mio cazzo che era tornato maestosamente in erezione. “Suor Luana, cosa faccio ora, glielo metto in bocca di nuovo?” e lei, che sapeva di avermi ormai nel suo completo controllo, tenendo le gambe spalancate con la figa oscenamente aperta bene in vista, rispose “Zitto, cosa dici? Sei pieno di peccato, non ho mai visto niente di simile! Ti sei appena saziato delle mie vergogne e quel maledetto serpente si è già risvegliato, ha ancora fame! Devi imparare a controllarlo!” E così dicendo, me lo menava selvaggiamente cercando di farmi venire di nuovo. Ma io mi volevo ancora divertire, perciò mi feci coraggio e decisi di prendere in mano io il controllo della situazione. Così le levai il pisello dalle mani, mi alzai e le afferrai la veste, tirandola con forza verso di me “Dai, vediamo quanto sai fare la puttana!” Ma era avvolta in maniera molto stretta, perciò mi decisi a strappargliela, iniziando dalla parte che le fasciava il petto “Su, fammi vedere cos’hai qui sotto!” Lei cercava di divincolarsi debolmente e ansimando mi insultava “Maledetto fermati, devi controllarti, devi fare quello che ti dico io!” Finalmente riuscii a strapparle la veste e a farle sbalzare fuori le tette, due fantastici meloni turgidi e lucidi, con un bel solco in mezzo tra l’uno e l’altro, e con dei bei capezzoli carnosi che iniziai subito a ciucciare avidamente. “Bastardo, non ti è bastata la mia fica, ora vuoi anche le mie tette, il diavolo che ti possiede è proprio insaziabile!” E io continuavo a succhiarle le tette mentre la sentivo gridare quelle cazzate, finchè mi disse “Adesso basta, lo so cosa ci vuole per liberarti del tutto, mollami e guarda!” Io la lasciai curioso di vedere cosa aveva in serbo, così suor Luana si voltò dandomi le spalle e mi mostrò il suo sedere nudo, piegandosi un po’ in avanti. Un culo fantastico, sotto il quale spuntavano i peli della figa che continuava a grondare umori. “Sbattimelo qui dentro, questo è il posto giusto per accogliere quel serpente schifoso! VOglio che me lo infili dentro e che me lo riempi di quella sborra che non riesci più a trattenere, avanti fammi male! devo soffrire!” Che razza di vacca, pensavo, voleva che la inculassi a freddo, io che non avevo mai neanche fatto l’amore con una tipa. Mi trovai un po’ impacciato, le appoggiai il cazzo, gonfio e duro come un bastone, ma non riuscivo a farlo penetrare. Provai a spingere con forza, ma niente. Lei gridava “dai forza, più forte! hai paura? Su, allora bagnami il culo con un po’ di saliva e riprova!” AScoltai il consiglio da troia esperta e le infilai un dito bagnato di saliva, e infatti sembrava funzionare. Appena vidi che l’ano le si era aperto un poco, glielo ficcai dentro con forza, entrandole con almeno metà uccello e facendola urlare come un’ossessa. Sicuramente qualcuno ci avrà sentito, chissà , magari qualcuno sapeva che suor Luana era una pervertita e che le piaceva farsi inculare dai ragazzi. Andai avanti a scoparle il culo per un po’, e intanto le palpavo le tette e le davo sonori schiaffoni sulle chiappe che la eccitavano ancora di più. Lei ogni tanto cambiava posizione, sollevando una gamba o girandosi verso di me con un’espressione da vacca e i capelli sudati che le uscivano dal velo. Me la limonai pure, e di gusto. Intanto iniziavo a venirle dentro, e la sborra cominciava ad uscirle dal culo mentre io continuavo a stantuffarla, lei lo percepiva e urlava “Sì, riempimi tutta!”. Così le diedi gli ultimi colpi e le riempii il culo per bene. Infine le tolsi il pisello e glielo misi in bocca, lei mi leccò bene la cappella e tutto il resto e mi guardò soddisfatta “Ecco, adesso sei libero dal demonio che ti ossessionava, almeno per un po’! D’ora in poi, se ti vengono quelle voglie oscene, dovrai trattenerti e aspettare che io venga da te, chiaro?” Suor Luana si sistemò la veste come meglio poteva, mi diede un bacio sulla bocca e se ne andò lasciandomi lì, mezzo nudo,
mentre io pensavo già a cosa avrei combinato nei giorni successivi con quella donna…
p.s. (volete il seguito?)
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