“Poi si girò sul letto, a pancia in su, lui le venne sopra e, sempre baciandola in bocca, toccava i seni, strizzava i capezzoli…”
In quel momento, vedendolo lì sul letto, come si stava menando
il cazzo, mentre era lì in mezzo ai due, e scoprendo che – in fondo lei stessa non era nemmeno tanto sorpresa della visione – Margherita si rese conto finalmente che lo sapeva già, che l’aveva capito da un pezzo, forse l’aveva sempre saputo che suo marito era così, che era sempre stato così. Insomma, d’accordo leggere le riviste porno, guardare i film sexy, d’accordo fare giochi verbali e fantasie strane e un po’ troppo, diciamo così, un po’ troppo promiscue, anzi, un po’ troppo anali, se vogliamo dirla tutta, d’accordo tutto, ma ora non si trattava più di fare i guardoni del sesso degli altri, ora suo marito stava proprio godendo facendole lui, quelle cose lì. E lei, Margherita lo ammetteva senza tanti giri di parole, lei quella sera aveva fatto la troia. Aveva goduto come una pazza facendo sesso con due sconosciuti mai visti prima, per giunta davanti al legittimo consorte, peraltro felicissimo di essere cornificato, ed era solo la prima notte della crociera, quella, anzi l’inizio della prima notte, quindi, chissà dopo! E siccome Sandra, la sua amica storica da oltre quarant’anni, l’aveva avvertita, guarda che se avete voglia, in crociera si combina, un sacco di maschi e di coppie pieni di voglia di sesso, così anche Massimo, tuo marito, si distrae un poco, keppalle, sempre la solita minestra, voi due, e cambiate un po’, sarebbe ora; insomma, siccome Sandra le aveva detto che in crociera si combina, lei che da almeno due anni non faceva sesso con suo marito, aveva cominciato subito a guardarsi e a farsi guardare, per vedere se c’era qualcosa o qualcuno di divertente in giro, e aveva notato ‘sto tizio; l’aveva notato alla partenza della crociera, al porto di Trieste, mentre facevano vedere le carte della prenotazione all’imbocco della passerella. Il biondo, per la verità, non che fosse proprio un figo, era grosso, neanche troppo alto, nemmeno grasso, ma grosso, il collo grosso, le spalle ampie, i fianchi e le cosce che gonfiavano i pantaloni. Anche il rigonfio sul davanti dei pantaloni sembrava bello grosso, ma prima che cominciasse il suo solito gioco, prima che provasse ad immaginare come doveva avercelo, il tizio biondo e grosso, Margherita si era accorta che lui aveva a fianco un tipino, uno magrolino morettino. Insomma aveva adocchiato ‘sto tizio, che era dietro di loro, e questo era lì insieme a un amichetto; così lei aveva pensato che fossero una coppia gay, e aveva smesso di pensare a lui e a immaginare come fosse il suo coso. Era il suo gioco abituale, e le poche volte che aveva potuto riscontare nei fatti si era accorta che non sbagliava mai, che ce l’avevano proprio come lei se l’era immaginato. Ma, date le circostanze, aveva smesso di immaginarselo come ce l’aveva il cazzo, e si era solo un poco inkazzata, un tipo carino lui, ma anche il suo amico non era male, sempre così, aveva pensato, sempre così, più sono fighi, più sono culi.
Si erano poi incrociati in piscina, quel pomeriggio stesso, e mentre cercava di farsi vedere e farsi notare, tanto Massimo, il maritino, sembrava disinteressato di tutto e di tutti e di tutte, e soprattutto di lei, e non sembrava nemmeno geloso, riguardando il biondo, si era accorta che davvero era bello grosso, il biondo, e faceva impressione anche il suo costume da bagno, e faceva impressione anche il contenuto anteriore del suo costume da bagno. Un pacco ragguardevole, ed anche l’amichetto che stava con lui non era male. Più sono fighi più sono culi. Oppure, più sono culi più sono fighi.
Quel pomeriggio lei si era messa in ordine, acconciata da fica, lo slippino era minuscolo e non nascondeva proprio niente. Le chiappe uscivano trionfanti dallo slip, e tante volte ci fosse un maschio incuriosito e in grado di apprezzare lei, si era arrotolato lo slip davanti, per far vedere meglio il suo pancino piatto. A quarant’anni suonati, anzi, più vicina ai cinquanta che ai quaranta, Margherita sapeva di essere ancora una gran bella fica, ma ora voleva sentirselo dire, con gli occhi e con le parole da un maschio, voleva un maschio che la corteggiasse, anche davanti al marito che continuava a fare l’indifferente, ormai non gliene fregava più niente a quello stronzo, possibile che lui solo non si rendesse conto di che gran pezzo di fica era sua moglie? Possibile che non gliene fregasse nulla, se lei faceva la troia?
Il biondo si era presentato al bar, al momento dell’aperitivo, Marco si chiamava, e Luigi, anzi Gigi si chiamava il suo amichetto, le avevano fatto i complimenti, siete proprio una bella coppia, ci piacerebbe conoscervi meglio. E Massimo non aveva detto niente, solo ringraziato per i complimenti, e poi aveva aggiunto, perché no? Ci faremo compagnia. E avevano stabilito di andare a cena insieme, quella sera, alla stessa ora. E dopo cena erano andati insieme nella sala da ballo dei balli latino americani, e lui, Marco l’aveva invitata a ballare.
– È il tuo fidanzato, Gigi? Non è geloso, se tu balli con me? Aveva chiesto sfacciatamente lei.
E Marco si era messo a ridere. No, non siamo fidanzati, siamo entrambi single, ed abbiamo entrambi molta voglia di fare amicizia con una bella donna come te . .
– Avete? Entrambi? Tutti e due? Insieme?
– Certo, tutti e due, anche insieme, se a te fa piacere, anche se preferirei fare amicizia, almeno inizialmente, solo io, tu che ne dici?
Nonostante la musica fosse abbastanza veloce, stavano ballando molto vicini e lei, quasi distrattamente, ma l’aveva fatto apposta, aveva appoggiato la sua coscia contro l’interno coscia di lui, nella zona dove i pantaloni erano belli gonfi. Poi la musica era diventata più lenta, sempre molto ritmata, ma più lenta, e lui si era avvicinato di più, ora stava appoggiando il ventre contro, e lei lo sentiva proprio addosso. Lui, senza vergogna, con la mano in tasca, se l’era sistemato in alto, forse era diventato troppo duro per tenerlo piegato in basso, pensava lei, e ora lo sentiva premere contro la pancia, lo sentiva bene, ed era davvero grosso grosso, non tanto lungo, proprio come se l’era immaginato lei, fin dal primo momento. Grosso e pulsante, e mentre ballavano lei non faceva altro che andargli addosso, il volto e il petto erano staccati da quelli di lui, era un peccato non fargli sentire contro le tette, ma quel coso grosso era troppo simpatico per non sentirlo, per non premergli contro. Un bell’affare, e più ballavano, pensava lei, più mi appoggio, e più l’affare s’ingrossa. Poi aveva cominciato a giocarci contro: si accostava, lo sentiva, uno struscio con la sua coscia e col pancino, e via, si allontanava. E poi ancora vicino, un altro struscio, ed ancora via. E lui se n’era accorto e gli piaceva, kakkio se gli piaceva.
– Ma sei proprio molto molto molto contento di ballare con me, oppure ti sei messa una banana in tasca, per mangiarla più tardi, quando avrai fame? Gli aveva chiesto. E poi aveva aggiunto:
– Non è una battuta mia, dicono che fosse il modo di salutare gli amici di Mae West.
Lui rideva divertito, ma continuava a fare il giochino dell’appoggio e non appoggio. Poi le aveva chiesto:
– Ma tuo marito non è geloso?
– Non lo so, non mi era mai successo prima di ballare stretto con qualcun altro. Ma chissenefrega, siamo in vacanza e godiamoci un poco di libertà. Del resto non stiamo facendo niente di male, no?
E mentre lo diceva, si era alzata sulle punte dei piedi ed aveva appoggiato il ventre ancora di più contro il coso di lui, anzi, nemmeno appoggiato, aveva fatto un bel movimento di anche, strusciando il ventre apposta per farlo sentire a lui, e per sentirlo meglio, quasi per accarezzare con il suo basso ventre direttamente quel grosso cazzo di lui.
– Se continui così, non resisto, vengo – aveva sospirato lui.
– Sei così veloce? Sei “precoce”? Forse è meglio smettere, allora – aveva scherzato lei, ma ormai si erano capiti.
Lui aveva davvero molta voglia di fare amicizia, e quel cazzo duro nei pantaloni ne era la dimostrazione. Ed anche lei si era sbilanciata, gliel’aveva fatta sentire, la sua voglia, anzi gli aveva fatto sentire la sua sorellina, strofinandola contro il cazzo duro di lui, ora si trattava di capire come dove e quando avrebbero fatto davvero quello che avevano così tanta voglia di fare. Avevano smesso di ballare, per raggiungere al bar Massimo e Gigi, che stavano chiacchierando tranquilli.
– Hai visto come abbiamo ballato bene, Massimo?
Era davvero molto provocante, lei. E Massimo fu molto esplicito.
– Sei davvero bella, stasera, bella e fica, e quando fai la porca, sei uno schianto, mi piaci ancora di più.
– La porca? E cos’ho fatto, per fare la porca – si era girata per interrogare il suo partner di ballo – ho fatto la porca, Marco?
– No, Margherita – era intervenuto ancora Massimo, quasi sbadatamente – non hai fatto la porca, ma gli hai fatto capire che sei capace di farlo, la porca. Gli hai fatto capire che stasera stessa ti va di fare la porca con lui. Vero?
– Ma cosa dici, caro? Sono tua moglie, sto con te, farò solo quello che vuoi tu . .
– Sì tesoro, come voglio io e come vuoi tu – questa volta la sua risposta fu sottovoce, ma chiarissima.
Finalmente Massimo aveva trovato il coraggio, finalmente aveva colto l’occasione per farle capire quello che da mesi, da anni anzi, era diventato il suo pensiero dominante, il suo assillo, il suo tormentone, la sua voglia strana, la sua segreta voglia di trasgressione, se non di perversione: vedere un maschio eccitato come un toro da monta, guardare i pantaloni stretti di lui che disegnavano perfettamente la sua eccitazione, l’eccitazione provocata proprio da lei, da sua moglie, più fica e più troia che mai, vedere i loro approcci, prima quasi nascosti, e poi quelli sfacciatamente esibiti a tutti, non solo al marito, vedere questo era solo un aperitivo, uno stuzzichino, un preliminare di quello che sarebbe successo dopo. Era la sera giusta per sperimentare fino in fondo quel tipo di situazione che tante volte aveva solo sognato e disegnato nella sua fantasia.
– Sei stanca, cara? Vuoi che andiamo in cabina?
Margherita sembrava perplessa, proprio adesso che comincio a divertirmi, pensava, e la sua faccia esprimeva esattamente quella preoccupazione. Allora Massimo trovò il coraggio per aggiungere:
– Venite anche voi a bere qualcosa da noi? Abbiamo una cabina molto grande, beviamo qualcosa insieme, prima di andare a dormire.
E detta così la cosa sembrò piacere a tutti. Si ritrovarono in cabina, non era grande come aveva detto Massimo, era dominata dal lettone, ma c’era lo spazio per girare intorno al letto, fino al piccolo frigo bar.
– Bevete qualcosa – aveva subito chiesto Massimo – tu Margherita, vuoi una coca?
– Grazie sì, caro, ma se non vi spiace mi tolgo le scarpe che mi strizzano i piedi, e vado un attimo in bagno.
– Non fare complimenti, tesoro, mettiti in libertà, anche noi ora ci togliamo la giacca e la cravatta – aveva aggiunto Massimo, più esplicito di così non poteva essere.
Mentre era in bagno, per fare pipì e per sciacquarsi un attimo le mani e la faccia, Margherita non sapeva cosa pensare; doveva tornare di là in reggiseno e mutandine? Oppure con la gonna e la camicetta, magari un po’ più sbottonata? Alla fine prevalse la cosa più logica, si sfilò gonna e camicetta e s’infilò l’accappatoio, così era coperta, certo era molto più caldo, ma ci voleva poco per toglierlo, se era il caso. Massimo aveva acceso la tv e scelto un canale di musica, gli altri due stavano versando le bottigline di wisky nei bicchieri.
– Vieni Marco, balliamo ancora un poco, visto che ti piace ballare.
E poi aveva aggiunto:
– Massimo, spegni un po’ di luci, cacciano caldo, sembra di essere sotto i riflettori.
A questo punto iniziò la parte calda della serata. Massimo intravedeva che sua moglie stava baciando sulla bocca il suo compagno di ballo e questo, senza ritegno, aveva infilato le mani nell’accappatoio e le stava palpando le tette. Ma era solo l’inizio, Margherita aveva messo la mano destra sulla patta di lui e gli stava palpando il cazzo, ancora da sopra i pantaloni, ancora per poco, probabilmente. Gigi, vicino al lui, guardava eccitato la scena e, quasi sottovoce, aggiunse:
– Che spettacolo, vero? O ti dà fastidio, vedere tua moglie abbracciata a un altro, Massimo?
– No, anzi mi piace, è eccitante per me vedere la mia donna così scatenata, è una scena bella, non pensavo di eccitarmi così io stesso, solo per il fatto di guardarla. È la prima volta che succede, ma ti assicuro, se l’avessi saputo che era così bello, l’avremmo fatto altre volte, da tempo.
Mentre parlava, si stava toccando il cazzo e quando Margherita si tolse l’accappatoio e aiutò Marco a togliersi la camicia, i pantaloni e gli slip, quando tutti e due si misero sul letto, Massimo si aprì la cerniera, tirò fuori il cazzo e cominciò a masturbarsi.
– Ti piace proprio – gli diceva Luigi.
– Da pazzi, ma anche a te, piace, vero?.
Anche Luigi ora stava con la patta aperta e si stava masturbando. Aveva un bel cazzo, Luigi, lungo più del suo, ma più sottile. Di cazzi così, Massimo ne aveva visti tanti e qualcuno l’aveva preso in bocca e più di uno anche nel culo, sono belli morbidi sulle labbra, sono belli da ciucciare, ma la cosa migliore è sentirlo nel culo, un cazzo così: se riesci a farlo entrare tutto dentro, fino in fondo, è un godere unico, Massimo lo sapeva bene, nella sauna vicino all’ufficio aveva sperimentato cazzi di ogni genere, ma era quel tipo di cazzo lì, stretto abbastanza da entrare tutto senza far male, e lungo abbastanza da sentirlo dentro fino oltre lo sfintere, era quello il tipo di cazzo che gli piaceva di più.
Intanto Margherita stava menando il cazzo di Marco e Massimo lo vedeva, nonostante il chiaroscuro della stanza: il cazzo di Marco era come lui, grosso e tozzo, molto corto, un tipo di cazzo che a Massimo non piaceva; un cazzo così ti fa un male cane ad entrare, ti slabbra tutto il buco del culo, ma poi non arriva fino in fondo perché è corto. No, se avesse potuto scegliere, avrebbe preferito farsi inculare da Luigi, ma erano pensieri inutili, non era proprio il caso di farsi vedere da sua moglie mentre lo prendeva nel culo. Certo, lei non guardava dalla sua parte, ora stava cercando di avvicinarsi con la bocca al cazzo di Marco, che le stava baciando la fica. E lei, quella troia di sua moglie, stava godendo; a quanto pare, pensò Massimo, ci sa fare con la lingua, Marco, si vedeva che Margherita avrebbe voluto prenderglielo in bocca, ma era come paralizzata dal godimento che le dava la lingua di lui nella sua fica. Intanto Luigi si era avvicinato al letto, per guardare meglio ed aveva allungato una mano, per toccare le tette di Margherita, e poi il culo. I due sul letto ora si stavano posizionando, lui le stava togliendo lo slip, e lei glielo toccava. Ora erano nudi, sul letto, le quattro mani brancicavano qua e là, cercando una tetta, un cazzo, un culo. E Luigi, con una mano si menava il cazzo, e con l’altra palpava il culo di lei, poi una tetta, ed ancora il culo. Margherita si voltò:
– Oh, pensavo che fossi tu, Massimo.
– Certo, amore, adesso vengo anch’io a farti una carezzina.
Massimo si tolse i pantaloni e le mutande e salì sul letto accanto a loro e cominciò ad accarezzare le chiappe di lei; Marco era sotto e stava aspettando che lei gli montasse sopra, e Margherita si appoggiò a lui, mentre allargava le cosce per accogliere il cazzo di lui. Marco glielo pilotò dentro,
– Piano, piano diceva lei, ma mentre lo diceva, col bacino spingeva forte per farlo entrare tutto.
– Ce la fai? – chiese Massimo, premuroso – mi sembra grosso, ti sta facendo male?
– No, Massimo, è grosso, ma mi piace molto, sono tutta bagnata lì. Oh, oh ..
Marco aveva fatto due bruschi movimenti ed il suo cazzo era entrato con decisione nella fica di lei, che dopo i primi colpi, quasi dolorosi, ora si stava godendo quel magnifico cazzone. Peccato che non era lungo, pensava Margherita. A pensarci, era nettamente più lungo quello di suo marito, anche se non era grosso in quel modo. E comunque era davvero bello chiavare così con un bel maschio, mentre suo marito le accarezzava il culo. Allungò la mano verso di lui, gli cercò il cazzo, Massimo si avvicinò, finalmente aveva capito: lei aveva voglia di sentire in bocca il cazzo di suo marito, mentre stava scopando con un altro. Sarebbe stato bello, uno in bocca, l’altro nella fica .. ma cosa sta facendo Luigi?
Luigi, completamente nudo, era anche lui sul letto, si era avvicinato a lei e le stava appoggiando il cazzo alle chiappe. Cosa vuol fare, questo qui, pensava Margherita, mica vorrà mettermelo in culo! Se proprio doveva fare sesso anale, preferiva farlo con suo marito.
– Massimo, vieni dietro di me? – e poi aggiunse – Non l’abbiamo mai fatto in tre, ma adesso ho voglia, Massimo. Ti va?
Con Massimo, ai bei tempi, avevano fatto sesso anale un sacco di volte. Certe volte avevano anche simulato una doppia penetrazione, Massimo aveva preso un cetriolo non troppo grosso, dal frigo, l’aveva unto di burro e gliel’aveva infilato nel culo, mentre lei, su di lui, s’impalava sul suo cazzo; e qualche volta avevano cambiato la posizione, il cetriolo nella fica e il cazzo di Massimo nel culo. A lei piaceva fare sesso anale e, ora Margherita se lo ricordava, anche a Massimo piaceva il sesso anale, certo, gli piaceva infilarlo nel culo di lei ma, e Margherita se lo ricordava perfettamente, qualche volta anche il contrario, e a Massimo piaceva quando il cetriolo lei lo infilava nel culo di lui. Bastava che lei lo spingesse avanti e indietro, come se fosse un’inculata reale e lui sborrava dal godimento. Bei tempi, quelli, quando si divertivano a fare sesso con una frequenza impressionante! Ma questa sera era davvero una cosa impagabile. Cercava di imprimersi nella mente le scene che stava vedendo e che stava vivendo, voleva raccontargliele a Sandra, appena tornata a Trieste si sarebbero viste e, Margherita ne era sicura, si sarebbero eccitate da porche a rievocare quella serata di sesso. Ora Massimo le stava leccando il buchino dietro, ci metteva della saliva per lubrificarlo bene, come faceva una volta, quando ogni momento era buono, per loro, per fare sesso, e in ogni modo, in ogni posizione. Ora Massimo stava entrando col suo cazzo. Non grosso come quello di Marco, ma neanche piccolo, e comunque molto lungo, oltre i venti centimetri, un bel cazzo, quello di suo marito. Chissà a chi l’aveva dato, quel cazzo, nel frattempo, visto che per quasi due anni non avevano fatto sesso lei e suo marito. Aveva un’amante, suo marito? Non le importava granché, era solo una piccola curiosità, ma ora si concentrò sui due cazzi che la stavano pompando, si abbassò, perché quello di Marco le stava uscendo mentre lei sporgeva indietro il culo per fare entrare quello di Massimo. Si abbassò sul cazzo di Marco, ma con la mano cercò di trattenersi contro il suo il corpo di Massimo, non voleva perdere l’altro cazzo per strada. E Massimo c’era. E la stava inculando. Con la coda dell’occhio vide Luigi, anche lui in ginocchio, come Massimo, e la mano destra di Luigi le stava accarezzando il culo. Poi Luigi le prese la mano e se la portò sul suo cazzo. Era troppo bello, per Margherita, dopo quasi due anni di astinenza, a parte qualche episodio di contrabbando, col collega di lavoro che la tampinava e che, quasi per noia, era stato accontentato, con il pompino di fine giornata, quando l’ufficio era deserto, e solo una volta gliel’aveva data per bene, ma solo per fame, non certo per desiderio, dopo due anni di astinenza piena. Ma questa era un’altra cosa, questo era sesso serio, fatto per bene, mica di contrabbando. Massimo ora la stava inculando, Luigi si era allontanato, ora non lo vedeva più, mentre Marco gemeva dal godimento; dai movimenti frenetici che faceva, Margherita capì che stava sborrando. Ma anche lei stava godendo, tra poco avrebbe avuto un altro orgasmo, il secondo, dopo il primo che aveva avuto facendo l’amore con la lingua di Marco.
– Resta dentro, Marco – gli sussurrò – prendo la pillola, e mi piace sentirlo venire.
– Sì, siii, siiiii – Marco gridava mentre le sborrava dentro. E anche Massimo, in silenzio, stava sborrando, lo capiva dai movimenti frenetici che, ricordava benissimo, erano il preludio dei suoi orgasmi.
Poi sentì il cazzo di Massimo che le usciva dal culo.
– Aspetta un attimo, Margherita, ti prego – era Luigi che le stava parlando.
In effetti, lasciarlo a secco non era bello. Tutti avevano goduto, in quell’ora scarsa che erano in cabina, tutti tranne lui, non era giusto.
– Vieni, Luigi, te lo prendo un po’ in bocca, se ti va.
– Sì dai, poi però ..
– Si certo – promise lei.
Strano cazzo, quello di Luigi, lungo lungo, e sottile sottile. Lo prese in bocca, era morbido, sulle labbra, ma se lo stringeva, sentiva il duro dentro. Proprio bello.
– Sono sporca, qui davanti, è lo stesso per te? O preferisci dietro?
– Prima davanti, Margherita bella, prima davanti poi, se ti va, anche dietro, in quel culo stupendo che ti ritrovi, sei una fica bellissima, Margherita, sei una regina, un’ape regina.
Ora lei aveva alzato la testa, ormai si era allontanata da Marco che si stava alzando.
– Vado a lavarmi, posso? – chiedeva Marco.
– Certo, ora ti prendo una salvietta – rispose Massimo.
E lei ora poteva proseguire l’atto d’amore con Luigi; si avvicinò alla bocca di lui, voleva baciarlo in bocca, le piaceva molto il morettino bruno, sempre taciturno, ma gentile delicato e deciso con lei, come il suo cazzo, morbido delicato e duro che spompinava prima.
– Che bel coso lungo che hai – le venne spontaneo dire.
– Ti piace il mio giggino?
– Molto, è bello il tuo giggino, è lungo, ma è sottile – proseguì lei, ma intanto se l’era preso di nuovo in bocca.
Poi si girò sul letto, a pancia in su, lui le venne sopra e, sempre baciandola in bocca, toccava i seni, strizzava i capezzoli . .
– Dammelo adesso – chiedeva lei – mettimelo dentro, lo voglio, dai ..
Luigi glielo mise davanti alle grandi labbra, con le mani lo girava tutto intorno, poi dentro, ma in alto, senza prenderla ancora, poi in giro, sempre nelle grandi labbra e alla fine l’accontentò, infilò il cazzo per bene dentro e lo spinse fino in fondo con violenza, spezzandole il respiro.
– Oh, che brutale .. ma mi piace, ancora, ancora ..
Quel coso cazzoso e sottile le era entrato in tutta la sua lunghezza, le aveva anche fatto un po’ male, all’inizio, ma ora sentirlo tutto dentro era troppo bello.
– Non venire adesso, aspetta un poco – le diceva lui.
– Non ti preoccupare, Luigi, ne avrò un sacco di orgasmi con il tuo giggino, è molto bello, sì, dai, dai ancora, oh, oooh, ooooooh.
Luigi continuava a pompare, incurante del suo orgasmi, anzi favorito dai liquidi di lei, che gliela tenevano bagnata.
– Sono fradicia, davanti.
– Vuoi che ti prenda dietro?
– Sì, se ti piace. Sì, dai.
Stava già pregustando il godimento che le avrebbe dato prenderlo in culo, quel cazzo lungolungo, morbido al tatto, ma duroduro dentro. Doveva essere un godimento unico, farlo entrare tutto. Ora si era messa a pancia sotto, Luigi le aveva messo in cuscino sotto la pancia, così il culo era più alto, e glielo stava leccando.
– Non dovresti sentire male, è tutto bagnato il mio giggino, me l’hai bagnato tu coi tuoi orgasmi.
– Non ti preoccupare, sono già dilatata dietro, prima mi ha preso Massimo, lì.
Intanto girò lo sguardo, dov’erano finiti Marco e Massimo? Da quando erano entrati in bagno, non li aveva più visti. Si girò indietro e li vide. Massimo si stava asciugando la pancia e il cazzo con una salvietta e Marco era vicinissimo a lui, forse troppo vicino. Infatti Massimo ora gli asciugava il cazzo anche a lui, ma non riuscì a completare la visione, Luigi era entrato col suo giggino, era entrato duro, con un gran colpo, le aveva fatto anche un po’ male, un male che le piaceva. Si abbandonò a quell’amplesso anale, che le stava scuotendo il culo e le viscere, quel coso era entrato in tutta la sua lunghezza, era bellissimo sentirselo tutto dentro. Stava godendo come una cagna.
– Massimo, dove sei? Vieni qui. Sto godendo, vieni qui vicino, lui mi sta fottendo il culo, Massimo vieni .. vengo vengo, vengo di culooooo . . .
Il grido di Margherita li scosse tutti. Questa volta lei si abbandonò sul letto, disfatta e distrutta, sporca del seme dei tre uomini che l’avevano presa da ogni parte. Senza nemmeno guardarsi intorno, bofonchiò:
– Adesso vado a lavarmi, sono sporca da ogni parte, meglio se faccio una doccia – ma nessuno le rispose, forse non l’avevano nemmeno sentita.
Quando tornò dal bagno, dieci minuti dopo, era più sveglia, più presente a se stessa, ma faceva fatica a vedere le immagini dei tre uomini che aveva lasciato lì. Il buio quasi completo della cabina, dopo la luce accesa del bagno, non le permetteva di mettere a fuoco le immagini. Ma poi, poco a poco, riuscì a vedere i suoi tre compagni di quella serata di sesso. Erano tutti e tre sul letto, uno, Massimo probabilmente, era in mezzo, in ginocchioni, e stava armeggiando con il cazzo di Marco, a vedere bene, lo aveva preso in bocca, e lo stava spompinando. Luigi era dietro di lui, tra le sue gambe, e lo stava inculando. Guardò incredula la scena. Ma era proprio lui, il marito freddo e quasi asessuato degli ultimi due anni, che stava facendo godere due maschi in contemporanea? Un cazzo in bocca, e uno nel culo? E come godevano quei due, si vede che il suo maritino ci sapeva fare, con la bocca, ed anche col culo, magari meglio di lei, almeno a giudicare dai versi che facevano quei due.
E Luigino, col suo giggino sempre morbido e sempre duro se lo stava inculando, spingendo e spingendo come un forsennato. E non si erano nemmeno girati, per guardare lei, per vedere lei tutta nuda e tutta fica uscita dalla doccia. Sembrava che non gliene fregasse niente. E suo marito, poi, suo marito, come godeva, con un cazzo in bocca e uno nel culo! E come ci sapeva fare, con la bocca! E come ci sapeva fare, col culo! E come godevano, quei due, con quel frocio di suo marito! E come godeva lui, brutto frocio pompinaro e culattone! E così, finalmente si rese conto, l’aveva sempre saputo che era bisex, che gli piaceva prenderlo in culo, l’aveva capito da un pezzo, ma non osava ammetterlo a se stessa. Anche a lui, proprio come a lei, piaceva prenderlo in culo. E come godeva! E ora sborrava! Ma tu guarda che porci, ‘sti tre, si scopano tra di loro . . manco mi guardano, manco mi vedono, nuda come sono! Quasi quasi esco sul ponte, nuda come mamma mi ha fatta, scommetto che un maschio-non-frocio che mi degni di uno sguardo riesco a trovarlo, in questa nave di culattoni.
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