“Mi venne così in mente di dirlo a Katia…”
Qualche tempo fa mi ero iscritto ad una chat, forse un po’
per curiosità o per noia o non so neanche io perchè. O forse perchè volevo allargare il mio giro di conoscenze dopo 4 anni matrimonio.
Fatto sta che nel giro di poche settimane avevo fatto un gran numero di conoscenze sia maschili sia femminili, giovani e meno giovani, italiani e stranieri.
Avevo iniziato quindi una fitta conversazione con una ragazza russa di nome Katia, la quale viveva in una regione interna a circa 1000 km da Mosca.
Abbiamo così iniziato a scambiarci anche delle mail, delle foto e anche gli indirizzi di skype per videochiarci. Katia aveva conseguito la laurea in lingue estere e faceva l’interprete per una ditta di import-export che commerciava con l’Italia. Praticamente si era iscritta alla chat per affinare le sue conoscenze di Italiano. Io sono un libero professionista e ogni tanto mi capita di andare in ufficio anche il sabato mattina per riordinare i documenti e preparare le cose per il lunedi. di conseguenza i sabato mattina quando arrivavo in ufficio mi collegavo con skype e parlavo con Katia. La nostra era una semplice amicizia, anche se mi capitava di eccitarmi sognando focosi amplessi fra me e lei. Ma erano solo sogni.
Era una storia così innocente che anche mia moglie, che ogni tanto veniva in ufficio il sabato mattina quando portava le bimbe ai giardinetti, aveva fatto la sua conoscenza e parlava con lei.
Un giorno ero in ufficio e Katia mi chiamò con skype. Era agitata e piangeva, mi disse che la sua ditta era in difficoltà finanziarie e che l’avevano licenziata. Era rimasta senza lavoro e le servivano soldi perchè sua mamma che viveva da sola non ce la faceva con la pensione ad arrivare a fine mese. Era uno sfogo del quale poi parlai anche con mia moglie. Li per li però non sapevamo come aiutarla, però le promisi che avrei fatto il possibile per darle una mano.
Qaulche settimana dopo mia moglie mi disse che doveva trovare una badante per i suoi nonni in quanto mia suocera cadendo di era rotta la gamba e non poteva, almeno per qualche mese, prendersi cura degli anziani genitori. Mi venne così in mente di dirlo a Katia. Lei accettò subito, fece fare i documenti per venire in Italia come turista e acquistò un biglietto di sola andata per Milano.
Arrivò il fatidico giorno e l’andai a prendere a Malpensa. Mia moglie per quella settimana non c’era perchè aveva portato i suoi genitori e le nostre bambine al mare, quindi prima di portare dai nonni, deicisi di portarla a casa almeno per farle mangiare un boccone e farla riposare un pochino dal viaggio lungo che aveva fatto.
Durante il tragitto parlammo molto e le spiegai quali dovevano essere le sue mansioni. Senza problemi lei mi disse che non era un lavoro umiliante e che lei era abituata ad accudire le persone anziane e che lo aveva fatto con i suoi nonni fino a qualche mese fa. Arrivammo a casa, faceva un caldo tremendo e le dissi di fare un po’ come a casa sua. La mia casa comprende anche un giardino e una piccola piscina e Katia mi chiese se poteva tuffarsi per rilassarsi. Le dissi di fare pure tutto quello che voleva intanto che preparavo qualcosa da mangiare che avremo poi consumato sul tavolo sotto il gazebo a bordo piscina. Preparai un po’ di pasta e portai i piatti fuori e per poco non mi cadde tutto dalle mani. Katia era completamente nuda che galleggiava sul materassino dentro la piscina. I lunghi capelli biondi cascavano dentro l’acqua, le mani si muovevano a pelo d’acqua facendo fare al materassino un lento giro a 360 gradi, le gambe erano aperte e potevo vedere la sua figa non rasata ma con un folto cespuglio di peli biondi. I seni grandi si erano adagiati su se stessi e i capezzoli si erigevano verso il cielo. Non so per quanto tempo rimasi a guardarla, so solo che il cazzo ormai era così gonfio e duro che non ci stava quasi nelle mutande. Katia aprì gli occhi mi vide e mi raggiunse sotto il gazebo. Si sedette sulla panchetta e mi fece cenno di sedermi accanto a lei, non di fronte come stavo per fare. Appena fui accanto a lei, Katia mi guardò fisso negli occhi. Io le dissi: “Lo sai che sei bellissima?” E lei:” Non hai mai visto una donna nuda? Sei così eccitato che ti scoppiano i pantaloni!” Feci per allontanarmi ma lei mi bloccò, si mise a cavalcioni su di me e mi baciò piazzandomi la lingua praticamente in gola. Con una mano intanto mi aveva tirato fuori il cazzo dai pantaloni e nel giro di pochi secondi iniziammo una cavalcata fantastica. La figa caldissima era completamente fradicia e il cazzo scivolava dentro alla perfezione. La scostai da me quando savo per venire e lei me lo prese in bocca per spompinarlo un po’. Ma dopo due o tre leccate partì un schizzo dentro la sua bocca che quasi la fece soffocare. Ingoiò un po’ e tutto il resto se lo fece scivolare fuori dalla bocca, sul seno e giù sulla pancia. ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere. “Mangia che si fredda” le dissi, e lei rispose “Va bene, ma dopo voglio il bis”. Mangiammo in fretta, io recuperai l’erezione molto velocemente e non feci in tempo pulirmi la bocca che Katia mi fu subito addosso, mi spogliò, mi fece sdraiare sull’erba a bordo piscina e iniziammo di nuovo a scopare. Lei sopra di me cavalcava come una matta, godeva in russo e questo mi faceva eccitare ancora di più. Ad un certo punto si fermò e mi disse “Prendimi il sedere”. Si sfilò dal cazzo e andò ad appoggiarsi al bordo del tavolo. Io intinsi un dito nell’olio che avevo portato in tavola, e le lubrificai il buchetto, poi mi passai un po’ di olio sull’asta dura e gliela puntai sul buco. Appena Katia sentì che il cazzo iniziava ad entrare spinse il bacino all’indietro verso il mio petto e se lo piantò tutto dentro. A quel punto iniziai a stantuffare. Con una mano le tenevo il bacino e con l’altra le stringevo un seno. Poi passai a stringerli tutti e dui sdraiandomi praticamente su di lei. Quando sentii che stavo per venire, aumentai i colpi e le sborrai violentemente nel culo. Le tenni il cazzo dentro, la presi per la pancia e la feci sedere su di me sopra la panchetta. Restammo in quella posizione fino a quando il cazzo non mi si smosciò e la sborra iniziava a venire fuori dal buco.
Quel pomeriggio poi accompagnai Katia dai nonni e quando me ne andai promisi di andare a trovarla molto ma molto spesso.
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