“_ “Hai il numero di un idraulico che lo chiamo subito”…”
CAPITOLO 49
Ricordo sempre a chi mi legge che quelli che
pubblico non sono dei racconti inventati, ma sono i miei diari, momenti della mia vita realmente vissuti.
Dopo l’avventura al fiume con Alberto, il mio vicino di casa, mi sono presa una pausa e per un paio di mesi mi sentivo appagata, solo qualche ditalino, dove la mia fantasia volava in situazioni improponibili. Ogni tanto incrociavo il mio vicino di casa ma scambiavamo solo due parole e poi ci salutavamo, anche se vedevo che lui aveva voglia, ma io nelle relazioni sessuali mi stanco presto, ho bisogno di cambiare, e anche con Alberto pensavo di chiudere, come si dice dalla mie parti la minestra riscaldata a lungo andare stufa, ed ho bisogno di approdare su altri lidi e altre situazioni eccitanti.
Un lunedì mattina sento suonare alla porta, vado ad aprire e c’era Alberto, mi sembrava un po’incazzato.
_ “Vieni sotto a vedere, devi avere una perdita nel bagno”.
Sono scesa a casa sua ed effettivamente c’era una macchia di umidità sul soffitto.
_ “Hai il numero di un idraulico che lo chiamo subito”.
Alberto ha preso la rubrica e mi ha dato il numero.
_ “Chiamalo subito”.
_ “Vado su e lo chiamo” gli rispondo mentre uscivo da casa sua.
_ “Fai attenzione è un mandrillo la batte a tutte” mi ha detto maliziosamente.
_ “Sono in pausa, con me casca male” gli ho risposto ridendo.
Sono tornata a casa ed ho subito telefonato e lui mi ha assicurato che nel pomeriggio sarebbe venuto, io ho riordinato la casa e pulito bene in bagno e dopo pranzo mi sono messa ad aspettarlo. Ero un po’ incazzata, quella spesa non ci voleva, ricordandomi che Alberto mi aveva detto che era un mandrillo mi sono messa una gonna abbastanza corta con sotto un tanga, poi alle 15 è arrivato l’idraulico. Appena entrato si è presentato, si chiamava Giuseppe, era un tipino tutto pepe, magrolino e solo alto come me.
Siamo andati in bagno ha guardato se c’erano perdite evidenti, e dopo un attento esame ha diagnosticato che era il sifone del gabinetto, ci siamo accomodati in cucina per un preventivo, e mentre lui scriveva io gli ho preparato un caffè, per prendere le tazzine belle sono salita su uno sgabellino ed ho allungato il braccio perché erano sull’ultimo ripiano. La mia gonna si è sollevata ed ho messo in mostra il mio mandolino, lui seduto dov’era ha avuto una bella visione, ho versato il caffè e ho notato che lui mi osservava in modo diverso, ho preso il foglio con il preventivo e ho letto il prezzo 600 euro.
_ “Io non me ne intendo ma 600 ero sono tanti”.
Lui mi dà le spiegazioni del lavoro che deve fare e che il lavoro si doveva fare subito se no allagavo l’inquilino di sotto e lui per farlo doveva smettere altri lavori.
_ “Va bene ma è sempre una cifra importante, mi faccio fare un altro preventivo e domani le faccio sapere”.
_ “Non trova a meno del prezzo che le faccio io e poi io le donne le tratto bene, le farò ancora uno sconto e poi se vuole può pagarmi a rate” e mentre parlava sorrideva ambiguo.
_ “Quanto sarebbe lo sconto” nel frattempo mi ero seduta sul sofà e la gonna mi copriva a malapena, io con le mani me la sono tirata verso le ginocchia per far vedere che non ero disponibile.
_ “Facciamo 500, 250 a fine lavori e 250 dopo un mese” e mentre parlava mi guardava le gambe, io le ho allargate un po’ e poi ho ribattuto.
_ “Facciamo 400, 200 e 200” ed ho allargato ulteriormente le gambe.
Lui non staccava più gli occhi dalle mie cosce e non mi ha risposto.
_ “Allora cosa dice della mia proposta, e la smetta di guardarmi le gambe, la prossima volta che viene mi metto i jeans così non si distrae”.
_ “Va bene 4, 2, 2, siamo d’accordo, ma non si metta i jeans”.
_ “Allora è vera la storia che voi idraulici la battete a tutte”.
_ “Solo alle belle donne come lei”.
Mi sono alzata e sono andata verso l’entrata per fargli capire che se ne doveva andare.
_ “L’aspetto alle 8 di domani mattina”, l’ho salutato e lui se ne è andato.
Il mattino dopo mi sono alzata presto e mi sono rasata la figa facendogli venire la pelle liscia come quella di una bambina, mi sono messa la gonna a portafoglio che adoperavo quando andavo al Valentino e una camicetta di garza leggermente trasparente e poi mi sono messa ad aspettarlo e tra di me pensavo che dei soldi pattuiti non glie ne avrei dati nemmeno la metà, mi era tornata improvvisamente la voglia di sesso. Non l’ho mai data via per soldi ma alcune volte ho accettato qualche piccolo regalino ma non ho mai chiesto niente a nessuno, per me il sesso era ed è piacere non mercimonio.
Erano le 7, 45 e il campanello ha suonato ho aperto e dopo un po’ è arrivato l’idraulico con i suoi attrezzi, li ha portati in bagno e poi è venuto in cucina.
_ “E venuto prima per fare colazione?”.
_ “Grazie un caffè lo prendo volentieri” e si è seduto a tavola.
Io sono entrata nel cucinino ed ho preparato il caffè, poi ho tirato fuori dal frigo due fette di torta ed ho fatto scaldare una brocca di latte, mi sono poi chinata per prendere un vassoio girando il culo verso di lui facendo salire la gonna, poi ho portato tutto in tavola ed abbiamo fatto colazione, mentre i suoi occhi non si scollavano dalla mia camicetta, si intravvedevano i miei seni con i capezzoli molto duri e sporgenti.
Finita la colazione mi ha fatto due complimenti e io l’ho mandato in bagno a lavorare, si è messo a martellare e dopo un’oretta mi ha chiamata in bagno, io sono andata e lui era inginocchiato a terra davanti al buco nel pavimento, mi sono seduta sulla sponda della vasca da bagno e la gonna si è un po’ aperta, lui guardando le mie gambe mi spiegava il danno, io facevo finta di non capire le cose tecniche che mi spiegava, nel mentre impercettibilmente allargavo le gambe, lui sudava e continuava a parlare.
_ “Guardi qui, venga a vedere”.
Mi sono alzata e mi sono avvicinata, poi mi sono chinata e la gonna si è aperta, ho fatto finta di non accorgermene e chinandomi in avanti ho allargato un po’ le gambe facendo intravvedere la mia figa. Lui è stato zitto, non ha più parlato, i suoi occhi puntavano l’interno delle mie cosce, io ho continuato a guardare nel buco per un po’ poi ho fatto finta di accorgermi dove guardava, mi sono alzata in piedi e facendo finta di essere arrabbiata.
_ “Cosa guarda, lei è proprio un porco, è arrivato troppo preso e non ho potuto finire di vestirmi”.
Sona andata in cucina ridendo e mi sono seduta sul sofà, lui ha continuato a lavorare e alle 11,30 si è presentato in cucina.
_ “Ho finito, domani pomeriggio le vengo a mettere le piastrelle, adesso non mi può mica dare un anticipo”.
_ “Abbiamo detto a fine lavoro, adesso non ho soldi in casa” gli ho risposto con la voce un po’ alterata.
Seduta com’ero sul sofà la gonna era aperta anche se non si vedeva niente, Giuseppe ha preso una sedia e si è seduto davanti a me, io avevo le gambe leggermente larghe e dalla sua posizione si intravedeva il mio pube. Eravamo arrivati alla fine delle schermaglie, a me era venuta voglia di scopare e si vedeva che anche lui aveva voglia e sotto la tuta si intravedeva che aveva il cazzo duro e alla fine non ha più resistito.
_ “Senta è tutta la mattina che mi tormenta se non ha soldi mi paghi in natura” ha sbottato passandosi una mano sull’inguine.
Mi sono alzata e senza dire niente sono andata verso la camera da letto sbottonandomi la gonna e prima di entrare in camera l’ho lasciata cadere a terra facendogli vedere il mio bel fondo schiena, mi sono tolta anche la camicetta e mi sono coricata nuda sul letto. Giuseppe è arrivato quasi subito già completamente nudo, aveva un fisico minuto ma una bella proboscide e bella dura, si è subito inginocchiato tra le mie gambe e con la bocca si è tuffato sulla mia figa, me l’ha aperta con le mani e con la lingua ha raccolto i miei umori, poi è venuto sopra di me mi ha alzato le gambe sulle sue spalle e mi ha penetrata, io mi sono fatta sfuggire un gridolino di piacere mentre venivo penetrata, aveva un bel cazzo e dopo alcuni affondi nella mia figa ho raggiunto l’orgasmo, lui vedendomi godere si è ringalluzzito e mi ha scopata con talmente tanta foga che dopo un po’ ho raggiunto un altro orgasmo e questa volta ho urlato mentre godevo.
Non finiva più di scoparmi e io di godere poi ho sentito lo sperma dentro di me ma lui non si è fermato ha continuato a scoparmi e io a godere, sentivo lo sperma che mi usciva dalla vagina e scendeva sullo sfintere, Giuseppe non finiva più di martellarmi mentre io avevo un multi orgasmo, poi è nuovamente partito aggiungendo altro sperma nella mia vagina, infine è crollato sfinito sul letto accanto a me, io mi sono inginocchiata su di lui prendendogli il cazzo in bocca e mettendo la mia figa che colava sperma vicino alla sua faccia, lui mi ha presa per i fianchi, mi ha attirata verso la sua bocca e me l’ha leccata tutta ripulendola dal suo sperma, mentre io con la testa tra le sue gambe ripulivo e ingoiavo il suo cazzo.
Ci siamo alzati e siamo andati in cucina, erano le 13, ho messo su una pentola per fare due spaghetti, eravamo tutti e due completamente nudi.
_ “Potevi metterti il preservativo, le due sborrate in figa ti costeranno molto care”.
_ “Ne è valsa la pena, scopare con te è una favola, non ne ho mai trovate donne così calde”.
Sculettando davanti a lui ho preparato il tavolo ed abbiamo mangiato due spaghetti e poi lui se ne è andato malvolentieri, avrebbe voluto fare ancora sesso, ma io l’ho mandato via.
_ “Domani pomeriggio vengo con il piastrellista e finiamo il lavoro”.
Tra di me ho pensato che l’indomani me ne sarei fatta due, ho fatto una doccia e sono uscita a fare la spesa. L’indomani alle 14 è arrivato con il piastrellista, un omone grande e grosso che in mezz’ora ha fatto il lavoro e se ne è andato, io sono rimasta un molto delusa, mi aspettavo delle proposte da tutti e due, peccato, ho preparato il caffè, e dopo averlo bevuto mi sono avvicinata a Giuseppe che era seduto sul sofà, gli ho tirato fuori il cazzo e l’ho preso in bocca, sapeva un po’ di pipì e i suoi peli puzzavano di sudore, gli ho leccato bene la cappella fregandomela attorno alle labbra perché mi restasse l’odore di pipì. Mi sono spogliata nuda e gli sono andata a cavalcioni, mi sono infilata il cazzo in figa e mi sono scopata su di lui e dopo pochissimo ho raggiunto l’orgasmo mentre Giuseppe mi mordeva i capezzoli facendomi male, finito di sussultare dal piacere ho incollato le mie labbra sulle sue, restituendogli un po’ di odore, ci siamo baciati a lungo mentre lui si muoveva sotto di me e la sua cappella torturava il mio utero, e dopo alcuni minuti ho nuovamente raggiunto l’orgasmo.
Ci siamo alzati e spogliati completamente nudi, Giuseppe mi ha fatta appoggiare al tavolo a gambe larghe, si è posizionato dietro di me, mi ha allargato le natiche e mi ha fatto una lunga leccata di figa, poi la lingua è andata sul mio sfintere liscio e voglioso, mentre io mi pizzicavo i capezzoli, è stato un piacere sottile e intenso.
_ “Si può andare a fare la pipì” gli ho chiesto.
_ “Si vieni andiamo a collaudarlo”.
Arrivati in bagno l’ho fatto sedere sulla tazza, sono andata a cavalcioni sulle sue gambe e mi sono infilata la cappella in figa, ho stentato un po’ perché la posizione era scomoda, poi una volta che sono stata ben sistemata ho lasciato andare un gettito di pipì che è colata sul cazzo, finendo poi sull’inguine e sui testicoli e infine nella tazza. Mi ha preso i capezzoli tra le dita e me li ha pizzicati a sangue, io ho contratto la vagina stringendo la cappella che era dentro di me, poi un po’ per volta ho fatto tutta la pipì e una volta finita l’ho fatto alzare in piedi e gli ho leccato il cazzo e i testicoli.
Siamo andati in camera da letto e io mi sono appoggiata con la pancia sulla sponda del letto e le gambe ben divaricate, lui mi è venuto dietro e mi ha presa alla pecorina, mi ha scopata brutalmente e io ho raggiunto un fantastico orgasmo, è rimasto piantato nella mia vagina fino a che ho smesso di sussultare, poi mi sono girata e gli ho detto:
_ “Mettimelo in culo così saldiamo il debito”.
Giuseppe è uscito dalla mia vagina con il cazzo ben lubrificato, ha fregato la cappella sullo sfintere, io mi sono allargata le natiche e lui ha spinto e mi è entrato dentro, si è subito fermato mentre il mio ano si contraeva dal piacere, poi ha spinto ed è entrato tutto dentro di me, mi ha subito inculata brutalmente, io tenevo le natiche ben aperte perché entrasse proprio tutto, i suoi testicoli sbattevano contro la mia figa mentre io godevo e quando ho sentito lo sperma inondarmi l’intestino ho raggiunto anche io l’orgasmo. Ma lui non si è fermato, ha continuato a incularmi, e sentendo che mi lamentavo, mi ha messo le mani sulla schiena tenendomi ferma, ad un certo punto lo sfintere ha iniziato veramente a bruciarmi un pochino, io ho lasciato le natiche e con le dita mi sono pizzicata i capezzoli e poi lui spingendo il cazzo più che poteva nel mio intestino ha nuovamente eiaculato.
Sono stata ferma sotto di lui fino a che il cazzo non si è ammosciato e stringendo lo sfintere l’ho fatto uscire, siamo andati a lavarci e ci siamo rivestiti in cucina dove avevamo lasciato i vestiti. Abbiamo ancora preso un caffè e poi lui se ne è andato, e sulla porta gli ho detto:
_ “Quando avrò ancora bisogno di un idraulico ti chiamerò, i tuoi prezzi sono veramente competitivi, per adesso grazie”.
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