““Siediti Johana!” mi dice indicandomi la poltrona di fronte a lui…”
Dove eravamo rimasti?
Ah! Sì, stava arrivando una macchina con quattro bei
giovanotti a bordo.
L’auto mi affianca e uno dei ragazzi mi chiede:”Sei tu Johana?”
“Certo” rispondo io
“50 per pompino e scopata con preservativo, 100 pompino con ingoio. Visto che siete quattro, uno è gratis”
“Fammi vedere il tuo bel culetto!” mi dice un altro.
Mi volto e tiro su la gonna e subito un paio di mani mi carezzano le chiappe.
“Mmmmm… bene, bene!” sento dire dietro di me.
Come mi volto, sono circondata dai quattro baldi giovani.
Senza darmi il tempo di dire niente, mi prendono per le braccia e mi sollevano appoggiandomi col culo sul cofano.
Due mi tengono ferme le gambe, uno mi blocca le braccia sopra la testa ed il terzo mi taglia il perizoma con un coltello e si appresta a tirare fuori il suo cazzo dai pantaloni.
Comincio a preoccuparmi e riesco appena a mormorare”Ehi! Ragazzi, andiamoci piano!”
“Ah! La puttanella comincia a piagnucolare!” dice uno dei giovani, mentre gli altri ridono e stringono ancora più forte.
“Ragazzi, vedete di trattare bene la mia zoccola!” L’uomo che ha urlato è a pochi metri da noi.
Sento il ragazzotto che mi strappato il perizoma che gli risponde: “Ah! Marco, sei tu il padrone di questa puttana!”
“Sì, Gio” gli risponde il tipo, “E farete bene a lasciarla stare ed a smammare!”
“Ok, ok, ma stai calmo e non ti incazzare” risponde quello che sembra il capo dei quattro giovanotti.
Mi lasciano le braccia e le gambe e così mi rimetto in piedi davanti alla macchina.
Guardo il nuovo venuto e capisco il perché i quattro si siano subito calmati: è un ruomo sui quarant’anni, ben piantato, con un tatuaggio che gli sporge dal colletto e dai polsini della camicia. In faccia è carino, ma l’espressione è di quella che non vorresti mai contraddire: due occhi verdi che in quel momento sembrano due pezzi di ghiaccio.
Mi sorride, mentre i quattro se ne vanno
“Eh! Johana, meno male che ti tenevo d’occhio, altrimenti mi sa che finiva male per te.”
Allora capisco che è lui l’amico che mi aveva mandato il msg su A69 ad inizio serata.
“Accidenti! Nelle foto del profilo sei bello da morire, ma dal vero direi che sei ancora meglio!”
“Grazie Johana del complimento, e devo dire che anche tu non sei niente male.
Comunque, finalmente ci siamo incontrati e sai che mi devi un favore. Vieni, ho la macchina qui vicino”
Ci incamminiamo verso una golf nera parcheggiata a pochi passi da noi. L’avevo notata anche prima, ma mi sembrava che dentro non ci fosse nessuno.
Entro in auto e mi accorgo di essere senza mutandine e che il mio cosino sbuca dalla gonna che si è alzata mentre salivo. Sembra che situazione gli piaccia perché è già bello gonfio.
Marco se ne accorge e allunga una mano per toccarmi fra le cosce.
In effetti mi sento eccitata in un modo pazzesco e cerco di allontarlo “Dai! Che così rischio di venire subito e rovinare la serata!”
Lui mi prende le mani e le porta sul suo pacco che sento bello gonfio sotto i pantaloni.
“Ok, Johana, allora vedi di darti da fare, mentre ti porto dove possiamo stare tranquilli.”
Mette in moto ed appena siamo fuori dal parcheggio, gli apro la zip dei pantaloni e scopro che è senza mutande ed il suo bel cazzo è subito fra le mie mani.
Nelle foto del profilo faceva una bella figura e dal vero certo non delude.
Lo massaggio un po’ fino a che non diventa duro e, a quel punto, non riesco a contenere il desiderio e mi chino su di lui per baciarlo sulla punta e prenderlo in bocca.
“Brava Johana!” dice Marco, mentre con una mano mi spinge la testa sul suo cazzo che sta diventando duro come il marmo.
La cappella è morbida e sento che scende verso la gola riempiendomi la bocca in un modo esagerato. Mi sento soffocare e non riesco a trattenere un conato.
Per fortuna Marco deve usare tutte e due le mani alla guida ed ho il tempo di tirarmi un po’ su e continuare ad assaporare il suo cazzo che, devo dire, ha un buon sapore. Così come l’odore è buono. Sa di pulito e di crema.
Accidenti! Un cazzo che sa di crema!
O forse è la mia golosità che me lo fa sentire così.
Sorrido al pensiero mentre continuo a leccarlo e a strusciarlo contro le mie labbra vogliose.
Lo confesso, mi sta proprio piacendo.
Vorrei fare di più, ma stretta come sono, non riesco a fare granché: mi limito a lavorare con la lingua, mentre sento Marco che comincia a mugolare.
Non passa molto tempo che sento il rumore degli pneumatici sulla ghiaia e la macchina si ferma.
“Eccoci arrivati Johana! Ora potremo divertirci in tranquillità.”
Mi alzo e vedo che siamo fermi in un piccolo giardino di una casa in aperta campagna.
Marco è già sceso ed io lo seguo traballando sui tacchi alti delle mie scarpe.
Mentre mi avvicino alla casa sento l’adrenalina che sale, perché so che sto per vivere un’esperienza unica che da tanto tempo volevo provare: una notte con un maschio bello e arrapante che fa di me quello che vuole.
La casa è isolata in piena campagna, lontano da occhi indiscreti. Quindi cammino lentamente sculettando vogliosa. Marco, mi aspetta sulla soglia di casa, tenendo la porta aperta ed invitandomi ad entrare e, dopo che sono passata davanti a lui, mi dà una manata sul culo dicendomi :”Dai, troietta che stasera ci divertiamo!”
L’appartamento è sobrio, ma elegante. Sul corridoio in cui ci troviamo, si affacciano diverse camere con quella da letto che è già aperta, di fronte a noi, e nella quale si intravvede un bel lettone pronto ad accoglierci.
“Che dici di farti una bella doccia, prima? Ti voglio sentire tutta profumata e senza l’odore degli altri maschi che ti hanno avuto stasera.” Mi dice Marco, aprendo la porta del bagno e accendendovi la luce.
“Volentieri!”, rispondo. Anche perché uno dei miei desideri proibiti è proprio quello di fare sesso sotto la doccia.
“Mi fai compagnia?” gli chiedo.
“Può darsi” mi risponde sornione. “Intanto comincia tu, poi vedo che fare” aggiunge ridendo.
La doccia è sulla parete dietro alla porta e resto sorpresa dal fatto che sia bella grande con una porta scorrevole di vetro.
Marco mi lascia sola. Mi svesto restando solo con la parrucca, tanto so che posso tenerla ancvhe sotto l’acqua. Noto un doccia-schiuma profumato al lillà e lo prendo entrando nella doccia.
Comincio a lavarmi e mentre sono con la testa sotto l’acqua rivolta verso il muro, sento la porta dietro di me che si apre. Immagino cosa sta per succedere e mi gusto questo momento tanto agognato.
Infatti sento le mani di Marco che mi afferrano i fianchi, mi accarezzano la schiena e scendono sulle chiappe. Mi sporgo col sedere all’indietro per invitarlo ad entrarmi dentro. Ed infatti, dopo un attimo, in cui Marco ha tolto le mani su di me, sento che la sua cappella si appoggia al buchetto. Poi le mani si appoggiano alle mie spalle e lo sento spingere in avanti il suo cazzo, che mi entra dentro che è una meraviglia. Ah! Come mi sento “accogliente”!. Poi, una volta che lo ha messo dentro del tutto, si appoggia col petto sulla mia schiena e, cingendomi con le braccia, afferra le mie tettine con le mani e comincia a titillarmi i capezzoli.
“Ah! Puttanella, come sei morbida e calda!” E comincia ad andare avanti e indietro mordendomi delicatamente sul collo.
Io mi appoggio con le mani al muro per aiutarlo a scoparmi con calma e fino in fondo.
L’acqua continua a scendere sulla schiena, sulla faccia, sul petto, fra le chiappe, con un massaggio caldo e assai piacevole. Poi Marco comincia a strizzarmi i capezzoli e ogni tanto, mi schiaffeggia una chiappa e il rumore dello schiaffo amplificato dall’acqua mi fa andare a mille.
Marco comincia a soffiarmi sul collo e aumenta il ritmo. Anche io comincio ad ansimare e sento che da dentro mi parte un orgasmo come prima non lo avevo mai sentito , mentre Marco urlando mi strizza le tette e mi spinge il suo cazzo più in fondo che può,
Dopo un po’ un dolce tepore pervade le mie viscere, mentre l’acqua che scroscia si confonde con la sborra che cola copiosa dal mio clitoride.
Marco è rimasto appoggiato a me e mentre il suo cazzo si affloscia ed esce da me, mi sussurra in un orecchio “E’ stato breve , ma intenso. Il giusto aperitivo per quello che ci aspetta stanotte.”
Io mi volto e lo bacio appassionatamente. Poi, mi stacco e mi accuccio fino a quando non mi trovo con la bocca davanti al suo cazzo, sul quale scorre ancora copiosa l’acqua, come se stesse pisciando. Lo lecco, lo bacio e lo prendo in bocca tenendolo massaggiato con la lingua. Non ci vuole molto e sento che riprende vigore, ma Marco, mi ferma dicendomi :”Calma Johana, la notte è ancora lunga e abbiamo tanto da fare”. Poi si stacca da me ed esce dalla doccia.
Mi do un’ultima risciacquata ed esco dalla doccia. Marco mi aspetta con un telo in mano. Penso me lo allunghi perché mi asciughi, invece lo fa lui, massaggiandomi con il telo le spalle, le tette, la schiena e …..
Io, alzo le braccia e mi godo il massaggio chee trovo molto piacevole.
Quando ha finito, gli ricambio il favore e giunta all’altezza del cazzo, non riesco a trattenermi e lo riprendo in bocca perché ho voglia di finire il lavoro che avevo cominciato sotto la doccia.
Marco stavolta mi lascia fare, anche perché il suo cazzo reagisce e diventa sempre più duro. Mi diverto a leccarlo, scendere fino alla palle, risalire e proseguire sul ventre fino ad arrivare ai suoi capezzoli che mordicchio leggermente. Marco ha un bel fisico, ancora scolpito e tonico. Lo bacio, lo tocco dappertutto. Poi scendo di nuovo fino all’incavo delle cosce e passo a succhiargli le palle, risalgo e strofino la sua cappella sulle mia labbra umide. Poi lo riprendo in bocca e vado giù, giù, fino a che non lo sento riempirmi la bocca. Risalgo e con le labbra gli strizzo il glande mentre con una mano gli massaggio l’asta. Vado avanti così fino a quando lo sento ansimare e la bocca si riempie del suo seme. Allora lui mi alza e mi bacia.
Stiamo un momento così, abbracciati e abbandonati al piacere di sentire i nostri battiti del cuore in comune che piano, piano si calmano fino a tornare normali.
Allora Marco si stacca da me e mi dice: ”Brava Johana! Un aperitivo perfetto!
Ora asciugati i capelli mentre vado a preparare qualcosa.”
Mi indica dove trovare il phon ed esce dalla stanza da bagno.
Una volta che sono asciugata, mi rifaccio il trucco con le cose che ho portato con me nella borsetta, poi mi rimetto le calze, il perizoma di ricambio, il reggiseno a balconcino, la collana di perle, il collarino nero e mi metto le scarpe. Così acconciata esco dal bagno con la borsetta a tracolla ed entro nel salotto dove Marco mi sta aspettando seduto sulla poltrona, tutto nudo, come mamma l’ha fatto.
Lo guardo sorridendo e mi avvicino a lui ancheggiando. Davvero è un gran pezzo d’uomo: anche se non più giovanissimo è ancora tonico e muscoloso, il volto da maschio dominante e due occhi verdi nei quali perdersi per me è inevitabile.
“Siediti Johana!” mi dice indicandomi la poltrona di fronte a lui.
Avrei preferito mi indicasse il divano e, forse, tradisco questa piccola delusione perché subito mi rassicura: “Tranquilla! Avremo tutta la notte per divertirci ancora. Di là c’è un bel lettone che ci aspetta!
Intanto facciamo un bel brindisi a questo incontro.
Cameriere, champagne!”
E così dicendo, con un sorriso enigmatico e intrigante, mi allunga una coppa in cui ogni bollicina è una promessa d’amore.
“Cin, cin!” facciamo all’unisono.
Lo spumante è buono e va giù che è un piacere, ma sarà l’ora o che sono praticamente digiuna, fatto sta che dopo un po’ mi sento girare la testa e la visuale si annebbia. Faccio appena in tempo ad appoggiarmi allo schienale della poltrona che si fa tutto buio e precipito nell’incoscienza.
“Johana! Troietta mia, ci sei?”
Queste parole, accompagnate da un bruciore alla chiappa sinistra, mi riportano alla realtà.
Ma non riesco ancora a muovermi e stranamente mi trovo distesa sul letto.
Poi, capisco del perché sono immobile: quattro manette incatenano polsi e caviglie alle testiere del letto ……
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.