“Il ritmo del pompino aumenta freneticamente ed entrambi accompagnamo la succhiata con gemiti, fremiti e gridolini…”
L’appuntamento era alle 24 al parcheggio del casello sulla A5. Mi presento
con 10 min. di anticipo per studiare la situazione. Ci sono una ventina di auto parcheggiate nel piazzale illuminato a giorno e penso che non ci fermeremo lì, c’,é troppa luce.
La snervante attesa è accompagnata da una colonna sonora di canzoni d’amore ed i miei occhi scrutano furtivi ogni macchina che passa vicino al piazzale alla ricerca del mio gancio.
Abbiamo convenuto un segnale di riconoscimento che consiste in un breve lampeggio con gli abbaglianti, così da non passare inosservato.
Ecco forse ci siamo: infatti un’auto si è appena fermata. Corro a controllare la chat di A69.
Niente, nessun nuovo messaggio e le due auto che si erano fermate affiancandomi, se ne sono andate. L’attesa ricomincia ed è più snervante di prima. Ho parcheggiato lasciando liberi un posto a destra ed uno a sinistra, per un contatto attraverso il finestrino e aspetto.
Finalmente una macchina si avvicina di fronte a me lampeggiando. Compie mezzo giro su se stessa e l’autista apre la portiera. Vedo comparire una gamba vestita con calza a rete ed una scarpa col tacco. Ci siamo, é arrivata. Risale, chiude la portiera e ci avviamo.
La seguo e dopo poche centinaia di metri imbocca una stradina fuori mano. Parcheggia accanto a me e scende. Indossa una guepiere nera ed un paio di collant a rete aperte sia sul davanti che dietro, cosi posso vedere chiaramente il suo membro non ancora eretto.
Ci presentiamo e ci accomodiamo sul sedile dietro. Le carezze reciproche sulle braccia e sulle cosce aumentano l’eccitazione di entrambi. Io mi abbasso I pantaloni e gli slip e prima che il mio cazzo possa far capolino é afferrato dalla sua mano che se lo porta alle labbra, baciandolo. A quello slancio di passione rispondo a mia volta prendendo in mano il suo membro e comincio a massaggiarlo delicatamente, facendo scorrere la pelle su e giù.
Anche il suo arnese prende vita e comincia a crescere tra le mie dita. Intanto P. mi stantuffa la nerchia come se non ci fosse un domani. Aspira il mio pene, ingoiandolo fino alla base, per poi sfilarlo dalla bocca lentamente e soffermarsi a leccare il prepuzio in punta di lingua, rituffandoci sopra fino a farlo sparire nuovamente.
Anche a me é venuta voglia di assaggiare il suo sapore, così gli faccio capire di mettersi A69 lungo il sedile. Il ritmo del pompino aumenta freneticamente ed entrambi accompagnamo la succhiata con gemiti, fremiti e gridolini. Mentre inarco la schiena per raggiungere con la punta del glande la sua gola, lui estrae il suo grosso cazzo dalla mia bocca, quasi completamente, per poi ricacciarmelo in fondo alla bocca a forza fino alle palle, appena io lo estraggo dalla sua. Questa tacita alternanza di movimento accresce l’eccitazione di entrambi ed ora I nostri membri sono duri e gonfi che le labbra percepiscono la pulsazione delle vene anche attraverso I preservativi.
Sento che l’orgasmo si avvicina, ma voglio godere ancora, quindi mi ritraggo, allontanando delicatamente il cazzo dal suo viso e lui mi imita facendo altrettanto. Poi mi guarda con occhi languidi e mi dice: “Ti piace il mio culetto”? Voltandosi mi piazza il culo vicino alla bocca e mi viene istintivo morderlo dolcemente. Per tutta risposta, senza farsi sfuggire nemmeno un gridolino, si prende le natiche tra le mani ed allargandole mi mostra la spaccatura aperta ed il buchino rosaceo.
“Accomodati”! L’invito alla penetrazione é esplicito ed inequivocabile. Si sistema a cavalcioni sopra di me, dandomi le spalle e, reggendosi con le mani su entrambi I braccioli delle portiere, rimane con il buco del culo leggermente sospeso sopra la punta della mia mazza dura. Poi si lascia calare lentamente su di essa, piegando le gambe e sollevando I piedi sul sedile.
“Adesso sbattimi come una troia”! Mi ordina con tono stentoreo, sollevando le braccia e appoggiando le mani sul soffitto.
Il mio cazzo é ormai sprofondato tutto nel suo culo voglioso e le mie mani vanno a cercare I suoi capezzoli che affiorano dallo scollo della guepiere.
Li palpo e il torco, strizzandoli tra le dita mentre lo scopo, ad ogni colpo di più e lui sembra gradire quel trattamento così tanto da prendermi una mano e guidarla verso la punta del suo membro.
Il suo condom é ormai asciutto, perciò avvicino la mano alla bocca e lascio cadere un po’ di saliva sul palmo e sulle dita, prima di tornare a riprendergli in mano il cazzo. Ora possiamo godere insieme. Faccio scorrere la mano aperta avanti e indietro e ad ogni sega la punta del mio indice, mentre arretra, sfiora appena la sua cappella all’altezza del filetto e quando tocca le palle può chiaramente sentire il mio palo che penetra centimetro dopo centimetro nel suo culo.
Sento nuovamente l’orgasmo avvicinarsi ed anche il respiro di P. si fa più affannoso, forse è giunto il momento per entrambi di liberarsi e sborrare. Senza che nessuno di noi dica una parola, aumento la stretta intorno al suo cazzo che sotto l’azione ininterrotta della mia mano, ha ripreso tutto il suo turgore e freme come se volesse prendere il volo. “Cosi, siii ancora, scopami che vengo”!
Le mie parole rompono quel silenzio quasi irreale e mentre sborro copioso nel culo di P. aumento il ritmo della mia sega e sento la punta del suo preservativo riempirsi di sperma. Siamo venuti insieme per il proprio ed il reciproco godimento. È stata una fantastica esperienza, che non vedo l’ora di ripetere e di raccontarvi.
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