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Era una gelida giornata d’inverno, la brama di fuggire da qualche parte a rilassarsi era estremamente pressante, ma il freddo non lasciava spazio a possibili passeggiate distensive.
Spulciai velocemente le fitte trame della rete e scovai un posto curioso non molto lontano da noi: la voce diceva “Stazione Tentatrice” il che mi fece sorridere. Leggendo più avanti spiegava di essere un centro benessere di nuova generazione che possedeva una serie infinita di optional tra le quali la permanenza per diversi giorni.
Non era il nostro caso, ma sembrava interessante, dovevo solo convincere Helena della possibilitĂ , era ormai pomeriggio inoltrato e il tempo stringeva. Vinsi le sue resistenze celebrandone la bellezza.
Una volta giunti a destinazione rimanemmo perplessi in quanto l’edificio era piuttosto limitato, praticamente una casetta, tuttavia ormai eravamo li e decidemmo di dare un’occhiata all’interno.
Entrammo con molta esitazione, neppure le insegne erano particolarmente curate, ma dentro ci si presentò una situazione completamente differente: Sfarzoso è un termine che non basta a raccoglie tutte le sensazioni. Palme e sabbia popolavano la hall, mentre in fondo alla piccola stanza si trovava una sorta di banco con una ragazza sorridente.
“Buonasera, prima volta qui vero?” Ci accolse.
“Allora, la struttura è completamente interrata ed è composta da diversi generi di saune, piscine e ambienti privati, vi prego di seguire attentamente le istruzioni che troverete lungo il percorso e di non preoccuparvi per la poca luminosità , è normale”. Proseguì la ragazza.
“Alle mie spalle c’è una porta rossa, questa è per le signore, mentre quella dall’altro lato, dietro a voi, è per gli uomini. Ecco, questi sono i vostri braccialetti, servono ad accedere alle aree che desiderate”.
“Mi raccomando, il braccialetto è l’unica cosa che potrete indossare, il resto lasciatelo negli spogliatoi, sarà al sicuro. Buona permanenza”.
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La presentazione ci convinse e senza esitare ci separammo, convinti di rivederci una volta fuori dagli spogliatoi.
Scesi una tortuosa scaletta a chiocciola, la luce era limitatissima, ma man mano che avanzavo scorgevo un bagliore sottostante.
Alla fine giunsi di fronte ad una porta turchese, un cartello di legno riportava una specie di motto “toglietevi tutto e non pensate a niente”, sorrisi nuovamente per la situazione, pensando a quanto era timida Helena.
Varcata la soglia mi ritrovai in un ambiente oscuro e dal forte impatto aromatico, intuii che doveva essere molto esteso dai suoni in lontananza, ma nulla si scorgeva a parte alcune piccole rientranze che dovevano essere i famosi spogliatoi. Entrai nel primo che capitò e mi spogliai, di fronte a me una cassetta di sicurezza aperta: dentro un asciugamano e una serie di boccettine che ignorai.
Uscì dalla parte opposta, iniziavo ad essere preoccupato per Helena, intuivo che tutto ciò la poteva agitare e così proseguì con passo spedito ma quasi a tentoni lungo un corridoio molto umido dove mi parve di distinguere delle docce rintanate nella roccia, e finalmente raggiunsi una sala.
Finalmente incrociai delle persone: queste, completamente nude, gironzolavano con i piedi nell’acqua lungo questa grande sala respirando lautamente un’aria che profumava di erbe aromatiche, il che rendeva il clima molto disteso e naturale.
Lateralmente notai numerose porte a vetri, oscurate e offuscate, probabilmente erano le saune, mentre in sottofondo distinsi il fruscio dell’acqua corrente. completamente ignorato dagli altri ospiti mantenni l’asciugamano alla vita e cercai di seguire quel suono, tuttavia finì per ritrovarmi di fronte all’ennesima porta, la superai e decisi di aspettare.
Venni investito da una coltre di vapore, così mi sedetti in attesa, gli occhi si abituarono abbastanza in fretta al vapore e scoprì di non essere solo, lentamente distinsi due sagome, due donne, completamente nude, decisamente attraenti, accovacciate lungo la banchina di legno.
Helena probabilmente mi stava cercando, ma non potevo uscire subito, oltretutto quei corpi erano splendidi, potevano avere una quarantina d’anni, ma il loro fisico era perfetto, parevano gemelle, tanto si somigliavano. Pur mantenendo il massimo del contegno, le mie occhiate si fecero piuttosto frequenti, ma ciò non sembrava importare, tanto che una, dopo essersi più volte spostata si alzò e si stiracchiò con disinvoltura, mostrando tutto ciò che vi era di ancora celato del suo corpo, poi si voltò cingendosi all’amica distesa, parlandole in privato. Le sue cosce chinate vennero illuminate dall’unico raggio luminoso che riusciva a penetrare la coltre nebbiosa, poi tornò in piedi e avanzò verso la bacinella d’acqua. Mi fu impossibile non incrociarne lo sguardo, anche perché se avessi dovuto scostarlo mi si sarebbe certamente posto sul suo corpo, la fissai intensamente, poi un colpo di scena. La ragazza cambiò improvvisamente direzione, portandosi di fronte a me.
“Posso alzare la temperatura?” Mi chiese con tono deciso. Senza esitare risposi di si.
Mi diede nuovamente le spalle, riempì accuratamente il cucchiaio di acqua e la fece evaporare più volte.
“Grazie, sembri infreddolito” sorrise riferendosi al fatto che portavo ancora l’asciugamano.
Non feci in tempo a pensare ad una risposta che del movimento all’esterno attirò la mia attenzione: due voci maschili attraversarono l’atrio, sembravano affrettate. Forse era giunto il momento di lasciare quel piccolo harem e andare alla ricerca di Helena, riportai gli occhi nella nebbia, alla ricerca della posizione delle due donne, la prima, pur sul fianco, giaceva ancora li, mentre l’altra si era assestata alla mia altezza, di fronte a me, con il capo rivolto verso l’alto e il corpo ambiguamente coricato. Beneficiai di quella visione così lussuriosa, mi alzai e abbandonai la sauna.
Procedetti spedito fino alla piscina, una nebbiolina la sormontava, doveva essere gelata, attesi qualche secondo per riprendermi. La mia mente era offuscata dall’umidità dell’aria e dal calore dei pensieri.
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“Hey” giunse una voce. Dall’acqua sorse Helena.
“Dammi una mano a uscire” Mi disse con tono singolare, la issai sul bordo. Rimasi sorpreso dal fatto che fosse in topless.
“Andiamo, ma dove eri?”
La seguì lungo l’argine della piscina fino ad una porta a doppia anta, dalla quale fuoriusciva un’incessante coltre di vapore, la sorpassammo ritrovandoci in una camera quadrata, molto luminosa, al centro un’enorme vasca idromassaggio.
Mentre ci immergemmo le chiesi dove era finita l’altra parte del suo costume. Con uno sguardo accorto iniziò a raccontare.
“Dopo essermi cambiata sono uscita dallo spogliatoio e ho dovuto attraversare una lunga sala caldissima, c’erano tre quattro persone, non so, non si vedeva molto, pensavo che fosse la sauna principale e che in qualche modo tu arrivassi da un momento all’altro. Ho atteso qualche minuto, poi c’è stato un suono e le persone sono uscite, lasciandomi sola. Avevo tenuto il costume nonostante il regolamento, i veli erano troppo corti! Una volta sola decisi di sfilarmi il top, fu in quel momento che notai di non esserlo. Di fronte a me c’era un ragazzo, mi aveva notata da un po’ perché il suo sguardo non era sorpreso; io rimasi con il costume in mano, particolarmente imbarazzata, poi abbassai lo sguardo e scoprii che era nudo, di istinto sorrisi e mollai il costume a terra. Il mio atteggiamento fu frainteso, le sue occhiate divennero ben presto intense e non volevo andarmene per non dare l’impressione di voler essere seguita. La situazione era imbarazzante.
Passai cinque minuti a guardarmi in giro, nel frattempo il mio disagio si era affievolito, rialzai gli occhi, ma lui era sparito.
Da una parte mi sentii confortata, ma dall’altra mi bruciava la figura che avevo fatto”.
“Tutto qui? Non mi nascondi nulla?” Scherzai.
“In realtà ..” continuò.
“Prima di andarmene decisi di levarmi anche lo slip che ancora indossavo sotto il velo, così distesi l’asciugamano e mi denudai, in quel momento sentì aprirsi la porta, e pochi secondi dopo il ragazzo ritornò, con un amico.
Era il momento di scappare, mi dissi, ma ero in piedi di schiena e si capiva che mi stavo sistemando, non volevo certo ripetere la figura di prima, così mi distesi con il massimo della nonchalance. Percepivo una serie di sensazioni molto riconoscibili, la prima era la rabbia, prima verso di te che mi avevi abbandonata la da sola, poi verso il mio atteggiamento, troppo emotivo, e poi una forte, fortissima eccitazione. Non ero assolutamente attratta da quei due, assolutamente, ma il fatto che fossero venuti appositamente per guardarmi mi riempiva di fervore, così decisi di rimanere. A breve non avvertì più alcun turbamento, cancellato dai loro occhi su di me.
“E poi?” Incalzai io, ma venni interrotto.
La porta della sala si spalancò, noi ci zittimmo e osservammo una serie di persone entrare e disporsi qua e la lungo la sala, l’ultima della fila era lei, la donna provocante con la quale avevo parlato in sauna.
Si fermò sull’atrio, si guardò in giro e poi si levò il telo, rimanendo completamente nuda, la cosa non sembrava turbare nessuno a parte me. Procedette lungo la stanza fino al bordo della vasca, allungò un piede per sentire la temperatura, poi si accorse di noi e con sorpresa disse: “Oh, ciao, posso?”. Risposi con un cenno del capo, si accomodò a poco da noi. Helena si voltò verso me con aria incuriosita, voleva una risposta, ma la anticipai ritornando sul discorso.
“E poi cosa è accaduto?”
“E poi sono uscita, e ho tagliato per la piscina per seminarli”.
Durante il racconto la sua mano era finita lungo il mio ventre, ora la situazione la aveva agitata ancora di piĂą, non ci mise molto a scendere piĂą in basso.
Helena ebbe un sussulto quando sentì la mia erezione, si voltò nuovamente verso di me, non poteva sapere che essa era dovuta al suo racconto e non al fatto che mi trovavo di fronte una bellissima donna completamente nuda, pur ricoperta dalle bollicine della Jacuzzi. Strinse forte la presa mentre osservava quel corpo vellutato e chissà quali pensieri liberava.
“Tu invece dove eri finito?” mi chiese facendosi sentire.
“Non mi sono divertito quanto te, ma..” Risposi per le righe, provocando un sorriso nella nostra complice.
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“Sentite, io adesso vado nella rossa, sarebbe la sauna più calda di tutte, se volete unirvi a me vi accompagno volentieri” aggiunse.
Lasciai che fosse Helena a rispondere, si alzò e acconsentì.
Uscimmo tutti e tre insieme e procedemmo per qualche metro fino a una piccola apertura nella roccia.
“Bisogna proprio infilarsi dentro, è piccola, ma molto accogliente”. Ci presentò.
Dopo essersi lentamente chinata si inserì nella stretta fessura, lasciandoci momentaneamente soli. Fissai Helena, era veramente seducente con quel strettissimo e cortissimo velo, che ne copriva limitatamente il corpo.
Entrammo.
L’impatto con la nuova realtà fu brusco: se prima si respirava a fatica, ora l’aria era talmente densa da eliminare ogni respiro superfluo.
Vidi a mala pena la donna riporre l’asciugamano lungo la panca, si sdraiò senza badare a noi, dandoci le spalle. Noi procedemmo fino in fondo e ci appoggiammo alla parete.
Helena si sedette dietro a me, appoggiando i piedi sulle mie spalle, così glieli massaggiai comodamente mentre ci abituavamo all’atmosfera. Osservò attentamente la donna, probabilmente attratta dalla sua sicurezza e sensualità , poi mi tese all’indietro facendomi appoggiare alle sue ginocchia e sospirò: “Te la vorresti scopare, vero? So che c’è stato qualcosa tra voi prima, ho visto come ti guarda” Si mise a fantasticare. Ero stupefatto da quelle parole, Helena non usava mai termini volgari.
Lasciai che le sue gambe mi cinsero fino ad abbracciarmi, a contatto con la sua pelle portai la mia mano lungo il ventre e la accarezzai dolcemente, poi scesi e la toccai piano, al tatto sul suo sesso lei tremò. Ne percepivo i bollenti umori, ma decisi di aggiungere dell’acqua e vaporizzare il luogo.
Al contrario delle tradizionali saune finlandesi, questa era buia con delle lucine che indicavano i bordi e le assi dove sdraiarsi, in più dall’alto colava frequentemente una lenta coltre di vapore, che da una parte ci dava tregua dall’afa e dall’altra velava ancor più l’ambiente.
La donna continuava a riposare sdraiata dandoci le spalle, così mi alzai e aggiunsi dell’acqua ai carboni ardenti provocando una forte vaporizzazione. Poi tornai dalla mia lei.
Mentre la nuvola cresceva circondandoci, mi disfai dell’asciugamano e mi risedetti con calma, la mia erezione era spropositata tanto da far sorridere l’eccitata Helena. Mi feci riabbracciare dal suo corpo nudo: i suoi seni si incollarono alla mia pelle, il suo sospiro cresceva, la sua bocca si incollò alla mia. Inclinandomi il capo all’indietro mi baciò sensualmente, poi scese sul mento e lungo il collo, le mie mani le accarezzavano le cosce e tentavano di raggiungere l’apice senza riuscirci, l’eccitazione cresceva.
Sentì la sua mano scendere lungo il suo corpo a contatto con la mia schiena e fermarsi alla vagina, mi voltai: Helena mi osservò mordendosi le labbra. Mentre il manto di vapore si ripeteva ci scambiammo di posto: ora ero io dietro a lei. Il mio membro, duro e caldo, le si poggiava violentemente sulla schiena, Helena si voltò di scatto.
Mi baciò in bocca con foga e subito si tolse, osservò il mio membro, lo strinse tra le mani e si chinò, prendendolo tra le labbra. Osservai il suo passionale movimento nelle tenebre più fitte e il mio pensiero non poté che andare al suo racconto, a quando rimase denudata di fronte a quei due ragazzi, e alle voglie che le provocarono.
Mentre il mio piacere cresceva il velo di vapore sfumava lentamente, lasciandomi presto preda della vista altrui. Quando il mio viso e parte del busto erano ormai distinguibili la donna si accorse che qualcosa stava accadendo dall’altra parte della stanza. A quel punto tentai di interrompere Helena, ma senza successo; gli occhi altrui si posarono su di me con crescente interesse.
“Voglio che veda quanto sei mio” disse con un filo di voce.
Socchiusi gli occhi, tentando di limitare i miei sospiri, ma quando rimisi a fuoco assistetti a qualcosa che non potevo aspettarmi.
La donna che prima ci spiava con discrezione si era ora propesa verso di noi, e ci stava osservando incuriosita, mi fisso negli occhi, poi scrutò Helena e sorrise, si sfiorò i capelli con una carezza attirando l’attenzione, poi tornò sui suoi passi e uscì. Rimasti soli ci liberammo delle ultime inibizioni, ma il caldo era troppo, così decidemmo di cercare un luogo più adatto.
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Uscimmo coprendo i nostri corpi eccitati con il limitato lenzuolo, il freddo si faceva sentire e non conoscevamo il luogo, così ci portammo nuovamente verso la Jacuzzi, confidando che fosse libera. Ma così non era.
Vi erano diverse persone appollaiate, tuttavia Helena si portò a bordo piscina, si liberò del velo e tutta nuda entrò nella folta acqua effervescente. La seguii non senza imbarazzo visto che la mia erezione era ancora semiviva, ma a nessuno sembrava importare.
Lo spazio era limitato, così ne approfittai per portarmi la ragazza a cavalcioni e fu li che mi accorsi: di fronte a noi vi erano due ragazzi, giovani, carini e molto interessati alla nudità di Helena. Che porca.. è entrata apposta per loro, per farli impazzire e ci sta riuscendo perfettamente, è suo l’unico corpo scoperto che ondeggia sulle bollicine della vasca.
Le pizzicai il sedere per comunicarle che avevo capito il gioco, ma lei non rispose, era troppo presa dalla situazione. Le altre persone lentamente abbandonarono la vasca, attratte dal suono di campanelline che probabilmente stavano ad indicare l’inizio di qualche attività . Rimanemmo in 4, io, lei, e i 2 spasimanti.
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Helena poteva ora tranquillamente scendere dalle mie ginocchia, invece mosse il ventre all’indietro, incrociando il mio membro, che più rigido non poteva essere, non ero adirato o dissuaso, ma molto, molto eccitato.
I due, presi alla sprovvista almeno quanto me dalla complicitĂ di lei distorsero lo sguardo e iniziarono a chiacchierare tra loro, muovendosi di tanto in tanto lungo il bordo.
La spinsi verso il centro della vasca con la scusa di farla giungere al getto più forte, che dalla base saliva in alto facendo sobbalzare le bollicine, così potei abbracciarla e palparla al di fuori delle occhiate altrui, che tornarono ad essere insistenti.
La issai su di me facendola vorticare come una bambina, il gesto romantico speravo servisse a far capire ai ragazzi di lasciarci soli, invece i due sorrisero fra loro e si sedettero nuovamente, ma molto piĂą rilassati.
“Non vuoi scoparmi?” disse tutta a un tratto Helena con voce vanitosa. La sentimmo tutti.
Mi fissò negli occhi e mi abbracciò di nuovo sospirando: “se no mi scopano loro..”. Il suo azzardo mi fece esplodere.
La strinsi per una natica e la portai su di me, mentre arretravo verso il bordo lei impugnò il mio membro e se lo inserì con forza, baciandomi carnalmente. Seduta su di me iniziò ad ondeggiare vogliosamente, esibendo il suo corpo nudo e posseduto ai due voyeur. Mi guardai in giro, nessuno, portai le mie mani sul suo seno e aumentai il ritmo, palpandola pubblicamente, mentre i due come risposta cominciarono a masturbarsi. Helena parve apprezzare la situazione e si lasciò sfuggire qualche gemito, poi volteggiò su di me dando le spalle ai ragazzi ma senza smettere di muoversi.
Si aggrappò alle mie spalle e con un filo di voce mi chiese “dimmi cosa fanno”.
“Ti guardano” risposi senza accontentarla.
“Parlami” insistette mentre la perforavo.
“Si toccano, godono, ti vogliono”. La feci impazzire, era al culmine del piacere, ma non era ancora il momento.
Mi guardai ancora in giro. Nessuno.
“Stanno venendo da noi” le dissi mentendo.
Helena si ritirò su di me, impaurita. Avevo toccato il limite.
La baciai con voglia e ripartimmo. Palpandole le chiappe con aggressivitĂ gliele allargai leggermente, posizionando le mie dita sul suo ano. Helena chiuse gli occhi.
“Sono dietro a te, ma non ti toccano se non vuoi” Le dissi con tono tranquillizzante.
“Oppure vuoi che ti scopino?, le confidai tutto a un tratto. Sentivo i suoi umori esplodere.
“Forse vuoi che ti lascio a loro?, vuoi che ti guardo mentre ti scopano?” azzardai nel pieno del godimento.
“Ahh”, una serie di gemiti ci sorprese nuovamente tutti, Helena venne fortemente di fronte a tutti, inclinando la schiena lasciò che l’orgasmo la penetrasse tutta come corrente elettrica e poi si accasciò su di me.
Mentre la coccolavo dolcemente, i due ragazzi si defilarono.