Era l’ottobre dello scorso anno e la ditta per cui lavoro aveva vinto un appalto nell’interland milanese; io e due miei colleghi ingegneri ci siamo trasferiti per 3 mesi a Monza ; era un po’ di tempo che il mio rapporto con Marta (con la quale convivevo da 4 anni) scricchiolava e i prodromi di una crisi imminente c’erano tutti ; la notizia del mio temporaneo allontanamento per lavoro se da un lato ci spaventava dall’altro ci sembrava un’opportunitĂ per prenderci un periodo di riflessione ; con i miei due colleghi (miei coetanei) c’è un bel rapporto e il vivere da soli in casa ci ha fatto riscoprire il frizzo degli anni dell’universitĂ , la voglia di fare casino, di avere sempre delle storie in fieri, insomma di tornare indietro nel tempo e di riassaporare il gusto della libertĂ e della vita avventurosa.
Uno dei miei colleghi (Mario) è sposato, mentre Francesco era stato lasciato 8 mesi prima da sua moglie e non si era ancora ripreso dalla mazzata. Le prime settimane le abbiamo trascorse in tranquillitĂ , senza quasi mai uscire ; l’incontro con Marco ci ha cambiato la vita : al progetto per il quale stavamo lavorando collaboravano parecchie ditte esterne e in una di queste lavorava un mio ex compagno di universitĂ , Marco appunto, che era anche lui in trasferta e viveva da solo a Sesto S. Giovanni : all’universitĂ era il classico che aveva risolto il dilemma dell’aut aut kierkardiano decisamente verso la scelta estetica, era sempre circondato da bellissime ragazze e conduceva quella che si può definire la classica vita dissoluta ; con la sua loquacitĂ torrenziale ci ha subito elencato i locali migliori di Milano dove poter uscire e divertirsi anche durante le serate infrasettimanali : probabilmente la figura di un trascinatore era quello che ci mancava per dare sfogo alla nostra voglia di cui dicevo sopra e infatti dal giorno successivo all’incontro abbiamo cominciato a uscire con lui quasi tutte le sere. La terza sera ci ha portati in un locale particolarissimo : un bar non troppo grosso stipato all’inverosimile dove la pista da balla era rappresentata da ogni metro quadrato, tavoli compresi. Un dj carismatico accompagnava spesso con la voce il succedersi delle canzoni, tutte da ballo scatenato ; sarĂ stato per l’inevitabile struscio con donne, spesso discinte, per la voglia di evasione che avevo dentro io, ma sta di fatto che lì dentro si respirava un clima di perdizione e di perversione che mi faceva girare la testa ; il dj oltre che a stabilire la musica stabiliva anche quando il locale dovesse rimanere al buio e a intervalli di circa dieci minuti provocava dei black out incentivando a dare sfogo alle affinitĂ elettive ; spesso alla riaccensione delle luci si notavano delle coppie che si “scollavano” sconvolte, con lo sguardo indemoniato ; in particolare, alla fine di uno dei tanti blackout a fianco a me una ragazza si è staccata da un ragazzo che sembrava in trans : lo sguardo della ragazza ha incrociato il mio, l’occhio lubrico e la bocca bagnata fino alle guance mi hanno provocato una sensazione simile al vuoto d’aria di un aereo ; si deve essere accorta del mio stato d’animo ed è venuta a ballare ancora piĂą vicina a me ; mi sentivo letteralmente calamitato verso il suo corpo fasciato da un tubino nero elastico che le lasciava nude due splendide spalle e seminudi due seni prorompenti ; mi ballava davanti girata di spalle, muovendosi come un’ossessa e strusciando il suo culo su di me. L’odore che esalava dalla sua carne era animalesco e io sentivo che la mia erezione era soffocata solo dalla fasciatura degli slip aderenti ; non poteva non aver percepito il cambiamento di dimensione del mio uccello sul suo culo e il fatto che continuasse a non staccarsi minimamente mi faceva bollire il sangue; pregavo che il dj spegnesse le luci, ma l’attesa mi sembrava interminabile ; finalmente, dopo un lasso di tempo che non sono in grado di quantificare (mi sembrava di essere in un altro spazio temporale), il buio ; lei ha subito rallentato la velocitĂ dei movimenti passando ad uno sfregamento piĂą mirato, una specie di massaggio ; io l’ho cinta da dietro mettendole una mano sulla pancia, all’altezza dell’ombelico e ho cominciato a massaggiarla lentamente come si farebbe per lenire un mal di stomaco ; ad ogni massaggino scendevo verso il basso fino ad arrivare sulla sua figa ; con la mano destra le spingevo il vestito tra le cosce massaggiandole il monte di venere e cercando la zona clitoridea ; contemporaneamente la premevo verso di me guidando il suoi culo sul mio uccello, baciandole il collo nudo.
Mentre stavo risalendo le cosce per toccarla piĂą profondamente un bagliore mi ha riportato alla realtĂ : il dj aveva riacceso le luci e ci siamo dovuti ricomporre. Ho avuto la stessa sensazione del risveglio dal sogno erotico, abbiamo continuato a ballare attaccati, ma mi sentivo un cane castrato ; le si è girata verso di me e ci scambiavamo degli sguardi scabrosi fino a quando lei, noncurante della luce mi ha infilato la lingua in bocca : oltre al suo corpo premuto contro il mio, potevo sentire tutti gli altri corpi intorno a me e l’idea di vivere una cosa così intensa in mezzo ad altra gente aggiungeva eccitazione a eccitazione ; iniziavo a temere il black out successivo perchĂ© mi rendevo conto che sia io che lei eravamo completamente fuori di senno : il dj ha cominciato un “countdown” che preludeva ad una nuova fase buia : al meno uno eravamo giĂ incollati.
Le ho tirato su la minigonna dal dietro, le ho scostato le mutandine e le ho oscenamente infilato un dito nella figa bagnatissima ; le giravo il dito a mulinello e lei mi mormorava delle porcate nell’orecchio e si strusciava sul mio uccello congestionato. Questa volta la riaccensione delle luci è stata ancora piĂą scioccante, anche perchĂ© lei si è staccata con veemenza disperdendosi tra la gente e lasciandomi solo col suo ineffabile odore tra le dita.
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