Ricordo ancora le parole del mio professore di Italiano. Studiare serve sempre ma poi devi avere la faccia tosta di importi sugli altri se vuoi avere successo nella vita.
Parole che , quando avevo 18 anni, sembravano al vento e mi scorrevano attorno senza che io le dessi la dovuta importanza. Ma oggi che di anni ne ho 23 e mi sono appena laureata ritornano alla mia memoria ogni volta che mi presento ad un colloquio di lavoro.
Io poi sono una ragazza timida ed anche se non faccio certo cattiva figura fisicamente, non ho certo l’impressione di una ragazza spavalda.
Premetto che quello che sto per raccontarvi è successo proprio durante uno dei miei tanti colloqui di lavoro. Uno di quei giorni che ha cambiato la mia vita e,soprattutto, il mio modo di vedere le cose e di giudicare le persone.
Avevo da poco finito di frequentare un corso di perfezionamento del mio inglese. Lo studio da diversi anni ma volevo conseguire un attestato che mi desse possibilità in più da un punto di vista lavorativo.
Eccomi quindi a presentare diversi curricula . Magari un’azienda della mia città sarebbe potuta essere interessata al mio profilo. Ma le prime due settimane neanche una chiamata e nessuna email ricevuta. Ma fino ad un mercoledì pomeriggio. Erano le dieci del mattino e mi arriva la chiamata di un signore che si presenta come il responsabile del personale di una banca popolare con diversi sportelli attivi anche nella mia città . Mi comunicava che il mio profilo era risultato interessante e potevo fissare un appuntamento con lui se avessi voluto sostenere un colloquio.
Gli risposi che sarei stata felice ed abbiamo concertato per il giovedì seguente, sempre nella prima mattinata. Non stavo più nella pelle. Per una ragazza neo laureata avere l’opportunità di iniziare a lavorare in banca, in questo periodo di crisi, era una gran bella opportunità .
Ed eccomi pronta ed elegantissima all’appuntamento in centro , nella sede principale della banca. Avevo indossato un paio di pantaloni scuri molto attillati , di quelli che mettono in evidenza le mie curve , ed una camicetta bianca. Volevo fare buon impressione e le mie tette sode mi avrebbero certamente aiutata. Lo so che una donna non dovrebbe fare leva sul suo fisico per fare carriera o per trovare lavoro ma io ero una bella ragazza e non trovano nulla di male a mostrarmi in maniera sexy.
Ho salito le scale che conducono al piano degli uffici amministrativi della banca e raggiungo la porta della stanza del capo del personale con cui avevo parlato qualche giorno prima. Un gran bell’uomo sulla quarantina, moro ed elegantissimo. Uno di quei manager d’azienda molto sicuri di se e , con alle spalle, una serie di corsi di auto-motivazione che lo avevano reso molto sicuro di se e gentile con le persone. Mi diede subito del tu ed abbiamo iniziato a conversare in maniera molto confidenziale. Più che un colloquio di lavoro mi sentivo ad un aperitivo con un amico. Penso di aver fatto colpo su di lui e , dopo un paio di minuti, mi sono ritrovata assunta come stagista in prova.
Ed eccomi il giorno dopo tutti in ghingheri a lavorare a fianco proprio del responsabile al personale. Lui non aveva che occhi per me. Con la scusa di dovermi trasferire tutte le informazioni a me utili per eseguire i miei compiti non smetteva di starmi addosso. Abbiamo cominciato a stare assieme tutto il giorno ed anche nelle pause pranzo lui ne approfittava per offrirmi il caffè . Quell’uomo così sicuro di se e sempre elegantissimo fecero breccia nel cuore di una ragazza ancora molto inesperta. Quello che poteva succedere da un momento all’altro successo una mattina di luglio. Lui mi aveva convocata per una riunione a due proprio alla fine della giornata lavorativa. Io entrai nella sua stanza e lui mi fece segno di venirmi a sedere accanto a lui. Con il suo solito sorriso mi fece vedere un foglio in cui c’erano i termini del mio contratto a tempo indeterminato. Mentre lo faceva mi mise una mano sulla gamba . Io ero contentissima di quella notizia e quella mano sulla mia coscia sembrò essere il giusto prezzo per tanta disponibilità nei miei confronti. Lo feci fare e quella mano diventò via via sempre più audace. Prima sulle tette e poi scivolava già fino ad arrivare sul mio culo. Una mano curiosa e molto porcella. Con un dito mi entro dentro il buco del culo e con l’altra mano aveva già preso confidenza con la mia fica.
Io non riscivo a capire nulla . Avevo cominciato a sudare ed un caldo asfissiante mi aveva pervasa tutta. Mi ha scopata come si scopa una donna vera. Io ero nella sua stanza , con le mutandine calate e coricata sulla sua scrivania. Lo sentivo entrare dentro di me con il cazzo grosso. Una sensazione unica. Scopare con il mio capo nella stessa scrivania in cui era appoggiato il mio primo contratto di lavoro a tempo stabile. Ma che importava. Stavo godendo con un uomo maturo che sapeva scopare bene . Non ho fatto nulla per fermarlo e mi sono goduta il momento fino a quando lui non si liberato sopra di me, sulla mia gonna scura.
Oggi continuo a lavorare per la banca e non ho più visto quel direttore del personale così elegante. Sono stata trasferita in una agenzia del nord e vivo la mia vita da single in cerca del suo uomo per la vita. Ma quella esperienza di sesso occasionale mi ha cambiato molto.