Sotto le sembianze di tenere nipotine, la bruna, la rossa e la bionda erano divenute delle vere ninfette, incontentabili e disinvolte. Diciotto anni Magda, diciannove Pamela, venti Rossana e tutte ansiose di scoprirsi donne, di liberarsi del candore e fare conoscenze del loro corpo e del sesso a tutto tondo. Non avevano tardato a confidarsi i loro divertimenti individuali col nonno, a due giorni dal suo arrivo. Pamela, farcita di sborra, era corsa a chiedere un parere a Rossana: “Senti scusa… sono preoccupata… dici che una può restare incinta di un vecchio?”. La sorella subito capì: “L’hai fatto col nonno?”. “Che c’entra questo… non ho detto questo…”. “Ma l’hai fatto?”. Pamela non rispose ma si tranquillizzò quando Rossana le confessò: “Anche io!”. “Anche tu? E quando?”. “Prima!”. “Ma pure io poco fa!”. “Cazzo, nonno è proprio un porco sempre in tiro!”. “Ma te dici che sono incinta?”. “Ma no, è vecchio… però non farti venire dentro”. “Quindi sicura che non sono incinta?”. “Nooo è vecchissimo nonno!”. “Ma esattamente quanti anni ha? Settanta? Ottanta?”. In quell’istante entrò Magda: “Ho sentito bene? L’avete fatto col nonno pure voi?”. Fu così che tutto venne alla luce, tra stupore e bisbiglii. Poi Pamela mostrò la sborra del nonno che gli usciva dalla figa… Rossana e Magda sbalordirono: “Sei matta, vatti a lavare…”. “Ma hai detto che tanto non resto incinta!”. “Si ma è meglio se ti lavi… uff aspetta faccio io!”, la rossa si calò tra le cosce della bionda e le leccò la figa. Magda sbigottì e poi implorò: “Pure a me, Roxi pure a me!”. Fu quello il primo rapporto lesbico delle tre. Insomma stavano davvero esplorando un nuovo mondo! La figa gliel’avevano data, la bocca pure e così s’erano messe in testa di fare col nonno la loro prima esperienza anale…
Bhe il nonnetto tanta gioia non l’aveva mai vissuta. Anche nella clinica i suoi approcci disinvolti alle operatrici erano sempre andati a vuoto. Solo ora riceveva l’amore che desiderava tanto. Eppure la sua mente era così fragile che solo rare volte riconosceva le dolci nipoti. Chiaramente tutto assumeva le sembianze di un sogno dove, in modo ingiustificato, le forme si distorcono, i visi sbiadiscono ed in pochi attimi si ritrovava nella casa d’accoglienza, finalmente appagato dalle ardenti infermiere.
Stava ricevendo tanto amore… una dose infinita, una dose però letale.
Accadde il giorno dopo la sfida dei pompini, nel pomeriggio. Le tre, lasciarono mutandine e reggiseni fuori, entrarono in camera sua con la solita malizia negli occhi, approfittando del fatto che i genitori fossero fuori. Spensero la tv. GiĂ nude, fissarono il vecchio e presero a sbaciucchiarsi, a scambiarsi effusioni, a tastarsi le tette, a leccarsi i capezzoli mentre le loro mani spingevano freneticamente le dita nelle loro fighe. “Nonnetto sei senza parole? Ti piace il panorama?”, domandò Rossana ironizzando. “Guarda gli è andato tutto il sangue nel cazzo…”, spasimò Magda e Pamela condivise il suo struggersi: “Non vedo l’ora di assaggiarlo!”.
Le tre salirono feline sul materasso mentre il vecchio, recuperando la dentiera dal comodino, frignò: “Ancora? Siete le mie nipoti… non si può…”. “No nonno, siamo le infermiere…”, rispose Magda accompagnata da Rossana: “Noi dobbiamo prenderci cura del tuo cazzo”. E mentre quelle due convincevano il nonno, Pamela gli abbassò i mutandoni accomodandosi sul suo inturgidimento.
Fu Rossana a sfilargli completamente l’intimo, mentre la sorella prese subito a sgroppare. Il vecchio aveva l’affanno, appariva ansante, chiudeva gli occhi e tornava ad aprirli contro le tette di Pamela e la figa di Magda che s’era messa a lato a masturbarsi a cosce aperte. Percepiva una bocca baciargli le palle, forse era quella di Rossana. Era in balia del godimento puro ma faticava a respirare, eccitato com’era. “Oh sbrigati… tocca a me! Non farlo venire!”, Magda reclamò il suo turno ed ottenne ciò che voleva prendendo il posto della sorella, lasciando pochi attimi di tregua al vecchio.
Rossana sorse alle sue spalle prendendole le tette tra le mani e sbaciucchiandole il collo mentre lei agitava in maniera scomposta il bacino. Guardò poi Pamela che a lato rosolava in una morbosa e lenta masturbazione con la figa luccicante di secrezioni. Liberò una mano e gliela portò sulla figa. La lasciò lì, a massaggiarle le labbra per qualche istante, poi, si chinò completamente spiaccicandole il viso e principiando a leccarla. Aveva perso ogni inibizione. “Ohhh, Roxi…”, fremĂ© Pamela in preda al delirio ma tutto durò poco. Un prolungato “siiii” di Magda, fece capire a Rossana che la sorella era venuta ed era quindi giunto il suo di momento. Pamela, dispiaciuta, si mordicchiò le labbra, guardando Rossana affrettarsi sul cazzo del nonno. “A te penso io…”. Magda fornì soccorso a Pamela. Le due lesbicarono strette a cucchiaio in un rovente sessantanove poi anche Rossana chiocciò il suo amplesso scuotendosi tutta.
Le sorelle si fermarono, si guardarono, si sorrisero. “Piaciuto nonnetto?”, gli chiese Magda abbandonando il suo corpo. Il vecchio non rispose, s’impastò un po’ le labbra, sentiva una stretta alla gola, aveva la vista appannata e stava sudando freddo. Percepì le sorelle dire: “E’ ancora duro?… Durissimo… Lo proviamo dietro?… Sì… Vado a prendere l’olio lubrificatore”.
Poi un infarto lo fece spirare.
Nessuna si accorse che il nonno era morto. Magda era in camera dei suoi, a prendere il lubrificante. Pamela era sotto Rossana. “Oh! Ma che fine hai fatto?”, urlò la bionda. “Non lo trovo, accidenti!”, imprecò la bruna. “Come sarebbe non lo trovi?!”, domando nervosamente la rossa. Pochi attimi dopo tutte furono felici, Magda era riapparsa in camera tutta festa col lubrificante tra le mani.
“Eccomi ragazze!!!”. Le tre esultarono colte da una frenesia fanciullesca che le porto a saltellare sul letto e mentre saltellavano si accorsero che il nonno era rigido anche alle gambe ed alle braccia che non salticchiavano con naturalezza sotto le potenti oscillazioni del materasso. Il vecchio aveva la bocca aperta, gli occhi sbarrati ed il capo chino a lato. “Oddio!… Non può essere… Nonno! Nonno!… Mamma mia… Nonno!”.
Sbigottite le tre nipoti, scoppiarono a piangere, poi la paura e lo sconcerto lasciarono spazio alla razionalità . Si rivestirono così come erano in casa quando i loro genitori erano usciti, riaccesero la tv ed organizzarono letto e camera come se nulla fosse successo. Fecero al tocco e con un po’ di disgusto Rossana dovette togliere la dentiera al nonno e riporla nel bicchiere sul comodino. Poco dopo Pamela chiamò sua madre al telefono: “Mamma… è successo che… insomma… nonno… non c’è più, è morto…”. “Ma che… che dici?”. “Sì, sono andata a portargli le pillole e… non respira più…”.
Carlo e Giovanna rientrarono il prima possibile. Contriti, scuri in volto, disposero tutto per il funerale. Carlo era il più addolorato di tutti, guardava il padre e si diceva d’aver fatto bene a portarselo in casa almeno gli ultimi giorni della sua vita. I suoi occhi volteggiavano sulle sue figlie, Rossana, Magda e Pamela, che affrante e dispiaciute, avevano preso delle sedie e s’erano messe a sedere accanto al nonno così come si trovavano vestite appena appreso del suo decesso: la rossa con un perizoma nero di pizzo ed un reggiseno nero, la bruna con un tanga dalla trama geometrica ed un toppino, la bionda con un perizoma velato, quasi trasparente, ed un reggiseno bianco. “Ragazze… verrà gente… andate a vestirvi…”. Le tre, silenti, annuirono e si alzarono avviandosi nelle loro camere, ma il padre richiamò ancora la loro attenzione: “Vi ringrazio. Siete state magnifiche in questi pochi giorni, siete rimaste sempre vicino a vostro nonno, non l’avete mai lasciato solo mostrandogli un bene immenso. Sono orgoglioso di voi”. Le ragazze sorrisero e corsero verso di lui stringendolo in un abbraccio. Fu in quel momento così tenero, al cospetto del letto col nonno morto, che Carlo notò uno strano tubetto viola sul comò. Lo fissò meglio mentre le figlie lo abbracciarono e capì ciò che era.
“Ma che cavolo… ci fa quello qui?”.
Le tre si voltarono e atterrirono davanti al lubrificante anale che avevano dimenticato di riporre.
Fortuna che in quel momento passò Giovanna. La donna, entrata in camera e seguito l’orientamento degli occhi di Carlo e delle figlie, riconobbe il tubetto, l’afferrò e, senza saperlo, salvò le figlie: “Il nonno non curioserà più in giro, ma quanto ci mancherà !“.
La bruna, la rossa e la bionda tennero sempre il loro segreto. Il culo vergine no, quello svanì poco tempo dopo.
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Aggiunto: 3 anni fa
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