“- Ma che bel corpicino che abbiamo qui, fa Vera, credo abbia avuto ragione Francesco dicendomi che non avevi bisogno di creme, ma al massimo di qualche…”
Il Farmacista e il massaggio
Tra le tante avventure che abbiamo
vissuto io e Nevio (a chi volesse conoscerci un pochino meglio si suggerisco di leggere il nostro primo racconto: “Tutto iniziò con una gita in barca”) ve ne è una un po’ particolare, nel senso che non era stata pianificata a tavolino o concordata – come le molte altre – attraverso siti specializzati. Anzi, questa volta ve la voglio raccontare io (magari con un aiutino da parte del mio maritino), perché è stata, almeno per me, proprio fuori della norma.
Quella primavera cominciavo a preoccuparmi per la mia linea: si avvicinava l’estate e il pensiero di avere qualche chilo o ruga in più mi metteva a disagio. Non serviva che Nevio mi dicesse che il mio corpo era perfetto, che non avrei avuto problemi a mostrarlo: non c’erano né rughe, né grinze né – soprattutto – chili di troppo. Tutto inutile, al punto che decisi di andare da Francesco, il farmacista del rione in cui vivevamo e che conoscevamo già da molti anni, a comperarmi delle pillole dimagranti e delle creme rassodanti.
Il farmacista, alla mia richiesta di pillole dimagranti, mi fece presente che, almeno da quel che poteva vedere, il mio corpo non aveva bisogno interventi:
– Gentile signora Rosalba, mi creda, il suo fisico è perfetto, parlo contro il mio interesse, a lei dimagrire non servo proprio.
– Caro dottore, lei fa presto a dire che non servono, io non mi sento pronta ad andare in spiaggia così, con un corpo che non penso sia tonico.
– A me pare più che tonico, ma come le ho detto prima, posso giudicare soltanto da quello che vedo e quello che vedo è tale che penso farà girare la testa a tutti gli uomini che incontrerà sulla spiaggia. Mi permetta – e così dicendo mi sfiora preme prima il sedere e poi il seno – No, signora Rosalba, il suo corpo per me è a posto, forse la muscolatura è lievemente sottotono. Quindi, dato che il problema non sono i chili di troppo ma la tonicità, più che pillole e creme le suggerirei un paio di sedute di massaggi rassodanti: c’è Vera, una mia carissima amica, diplomata massaggiatrice che è specializzata in questo ed è molto brava.
– Mi ha quasi convinto, dottore. Mi dia l’indirizzo; però se non funziona tornerò da lei a protestare.
Per farla breve, avuto l’indirizzo mi metto d’accordo telefonicamente con Vera per un incontro preliminare al fine di controllare bastasse veramente questo tipo di intervento.
L’incontro avviene due sere dopo. Vera, una donna sulla trentina con i capelli di un nero corvino tagliati a caschetto e indossante un camice bianco abbottonato quasi sino al collo, mi introduce in un alloggio piccolo ed elegante, quasi più un piede a terre che un ambulatorio massoterapico. C’era, sì, un lettino per massaggi e una vetrinetta con creme e flaconcini, ma anche un mobile bar e un ampio divano letto in pelle: l’ambiente aveva più l’aspetto di un nido d’amore che di un ambulatorio.
– Signora Vera, questo posto è molto grazioso, ma non pare proprio un ambulatorio.
– Cara Rosalba, lascia perdere il signora e diamoci del tu; l’arredamento particolare è voluto: le donne che vengono qui non devono sentirsi delle pazienti dalla massoterapista, ma delle amiche in casa di un’amica. Per questo è stato ridotto al minimo essenziale l’aspetto sanitario. Su, spogliati e distenditi sul lettino che vediamo cosa c’è da fare.
A questo punto mi tolgo tutto, tranne la biancheria intima, e mi distendo supina sul lettino.
– Ma che bel corpicino che abbiamo qui, fa Vera, credo abbia avuto ragione Francesco dicendomi che non avevi bisogno di creme, ma al massimo di qualche massaggino rassodante. Togliamo il reggiseno per vedere come cadono queste tettine e se hanno bisogno di essere aggiustate.
E così dicendo Vera mi sfila il reggipetto e inizia un breve massaggio circolare sui seni, dapprima quello destro e poi quello sinistro, massaggio che mi provoca un inturgidimento dei capezzoli che mi imbarazza un po’: non è che io sia timida (ne ho passate di tutti i colori con Nevio e gli amici), ma non immaginavo che i massaggi potessero provocarmi queste sensazioni.
– Ora Rosalba girati a pancia in giù che vediamo come stanno di casa i glutei.
E così dicendo mi gira sfilandomi contemporaneamente le mutandine.
– Cara Rosalba hai un culetto perfetto, mi dice iniziando un leggero massaggio, ci metteremo sopra un po’ d’olio balsamico per aiutare la massoterapia.
Le mani di Vera, dopo aver spalmato un po’ d’olio profumato e picchettato ben bene i miei glutei sino a farli diventare rossi, scendono poi verso l’attaccatura delle gambe che vengono allargate un po’ mettendo bene in mostra la mia patatina.
– Ma che bel fiorellino che abbiamo qui, lo sai Rosalba che la tonicità del corpo è legata anche al rilassamento di questo organo ben nascosto ma molto ricercato? Le terminazioni nervose che partono dalle piccole e grandi labbra ma soprattutto dal clitoride influenzano la tonicità di tutta la muscolatura e tramettono il benessere o il malessere a tutto il corpo.
– No, non lo sapevo, anche se devo dire che dopo aver scopato mi sento sempre rilassata e beata. Ma vuoi forse dire che più che si fa all’amore con un uomo, più il corpo è tonico?
– Quasi, quasi. Perché il rapporto amoroso non deve forzatamente essere legato ad un uomo, ma deve essere qualcosa che coinvolga soprattutto il cervello: qui non c’entra l’uomo, è la stimolazione, l’eccitazione sessuale, l’impulso fisico che viene irradiato in tutto il corpo ciò che conta, e questo può essere anche fatto da una donna. Stai a vedere.
E così dicendo inizia un massaggio alle parti interne, più molli, delle cosce finendo con lo sfiorare la mia patatina. Sotto il suo tocco delicato io mi rilasso e mi lascio andare, ma il rilassamento viene ben presto sostituito da un principio di eccitazione quando le dita di Vera sfiorano il mio bottoncino.
– Vera ma così mi fai eccitare, fa parte anche questo del massaggio?
– Certamente, il massaggio deve provocare una sensazione di benessere che si diffonda per tutto il corpo, anzi girati a pancia in su così lavoriamo meglio.
Obbediente e ormai sull’orlo di un orgasmo mi giro distendendomi sulla schiena, le gambe unite, anche se forse ero un po’ tesa. Vera, dopo essersi slacciata un paio di bottoni del camice (scoprendo in parte un florido seno) per lavorare più comoda, inizia un massaggio che dai piedi sale lentamente lungo e gambe sino ad arrivare all’inguine.
– Cara Rosalba rilassati, allenta la tensione: hai tutta la muscolatura del ventre contratta.
– E’ facile per te, Vera, ma mi sento un pochino imbarazzata.
– Non devi esserlo, come ti ho detto devi rilassarti e lasciarti andare, permetti al tuo corpo di abbandonare per questo momento preoccupazioni, timori e vergogne. Se pensi che per essere alla pari, per metterti a tuo agio debba spogliarmi anch’io basta dirlo, non ci sono problemi.
E così dicendo prosegue il massaggio sfiorando più volte la passerina, ma senza mai toccarla.
A questo punto io sono ormai rilassata ed anche un po’ su di giri: il massaggio all’interno delle cosce mi ha fatto provare sensazioni nuove, mai provate con un uomo, pur con tutta l’esperienza vissuta nelle varie avventure con Nevio. Non ho mai avuto un incontro con una lesbica e l’esperienza potrebbe essere interessante.
– Va bene Vera, spogliati anche tu, a questo punto mi pare giusto continuare in due.
In pochi istanti il camice di Vera è a terra, sotto non aveva nulla, se non una fica contornata da un boschetto nero come i capelli, un culo che i maschi definirebbero da sballo e due belle tettone con i capezzoli già eretti.
Ora non servono parole: Vera inizia a baciarmi l’ombelico, salendo lentamente ai miei seni da dove, dopo avermi mordicchiato i capezzoli, scende sino ai piedi, risalendo con la lingua lungo le gambe sino alla fica che mi lecca con gusto. A questo punto sono più che eccitata e la faccio salire su di me dando il via ad un famelico sessantanove: andavo matta per i pompini, ma anche la fica non è male!.
A questo punto, mentre sento avvicinarsi un fantastico orgasmo, sentiamo suonare il campanello. Vera va al citofono e dopo aver parlottato un po’ si rivolge a me:
– Carissima è Francesco, il farmacista, mi ero scordata che avevo un appuntamento con lui, sai a me piacciono anche gli uomini, soprattutto quelli che ci sanno fare e lui è proprio uno di quelli, te lo assicuro. Ora sta salendo, spero non ti imbarazzi farti vedere nuda da lui, tieni presente che comunque è pur sempre un dottore.
Io ero troppo eccitata per avere remore di sorta, oltretutto l’idea di farmi vedere nuda dal farmacista che conoscevo da anni mi stimolava un’ulteriore fantasia:
– Per me va bene, in fin dei conti è un medico, ma come gli spieghi di essere nuda anche tu?
– Non preoccuparti, è abituato a vedermi nuda, siamo amici da molto tempo, anzi penso che con questo potremo stuzzicarlo un po’.
Detto fatto, Vera va alla porta e fa entrare Francesco che però non sembra molto sorpreso della scena che gli si presenta davanti.
– Glielo avevo detto, signora Rosalba, che ha un corpo bellissimo e che può esibirlo senza problemi. Piuttosto spero di non aver interrotto qualcosa, pensavo che Vera avesse già finito con il suo massaggio.
– Il massaggio infatti è finito, interviene Vera, ora stavamo provando una terapia rilassante del tutto particolare. Però da quel che vedo dai tuoi pantaloni avresti bisogno anche tu di un massaggio rilassante.
In effetti un bozzo notevole sciupava la linea dei pantaloni all’altezza dell’inguine del povero Francesco: evidentemente la presenza di noi due nude, accaldate, aveva fatto il suo effetto.
– Si, è vero, ma come facciamo con la signora qui presente, fa Francesco, è un’affezionata cliente è non vorrei farle torto mettendola in imbarazzo.
Vera, che evidentemente conosce bene i suoi polli, accarezzandomi il culetto risponde:
– Non c’è problema, vero Rosalba? Possiamo continuare il nostro gioco mentre lui farà da spettatore buono buono. E così dicendo risale sul lettino e riprende il sessantanove interrotto mentre Francesco si spoglia iniziando ad accarezzarsi il grosso cazzo.
Fra una slinguata e l’altra io, che ormai ho avuto già un paio di orgasmi e che ho ben capito le intenzioni di Francesco e della sua compagna, improvvisamente mi ricordo di avere un marito sporcaccione come me, per cui chiedo se posso invitare alla festa anche Nevio:
– Cara Vera, avevi ragioni con il discorso sul rilassamento della muscolatura, ma adesso vorrei anche un po’ di cazzo, perché non invitiamo mio marito Nevio? Penso che sarà felice di dare il suo contributo a questa festa.
A Francesco queste parole illuminano gli occhi, forse è più quanto avesse immaginato e quindi risponde ridendo:
– Rosalba, se è di cazzo che hai bisogno ci sono qui io, e come vedi ben fornito, ma ben venga anche Nevio, così potremo giocare a scopa scopa in quattro.
Io telefono subito a Nevio spiegandogli come si era evoluto il massaggio rassodante e invitandolo alla festa; un quarto d’ora dopo giunge anche lui in questo appartamentino, dove trova il lettino di massaggi spostato in un angolo e il divano letto aperto con sopra io impegnata a fare un sublime pompino a Francesco. In un batter d’occhio è nudo pure lui, pronto a leccare il magnifico culo di Vera mentre lei mi sta sgrillettando.
E’ stata una serata veramente di fuoco, Vera si è dimostrata una chiavatrice fenomenale mentre Francesco ha dato prova di una resistenza invidiabile (chissà, forse proprio perché è farmacista…): non mi sono mai lamentata di Nevio, ma avere due cazzi come quelli è stato il massimo per me. Alla fine siamo rimasti talmente soddisfatti tutti e quattro al punto che in quel quartierino ci siamo ritornati ancora parecchie volte. A fare massaggi rilassanti, naturalmente!
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