“Lei è così bella la sua lingua così dolce le venni quasi subito in bocca, ma l’uccello continuava a starmi duro come un paletto mentre Luise con gli occhi che…”
Fui molto contento quando vidi che la coppia che abitava vicino a
casa nostra era bella e simpatica, lui era un giovane architetto ed aveva sposato una bellissima ragazza franco canadese. La bellezza della ragazza mi colpì. Si chiama Luise ha un fisico prorompente anche se è piccolina, immaginammo, io ed gli amici che abitano con me, che fosse stata un’atleta perché ha delle forme sode e delle braccia muscolose, per il resto i bei capelli biondi e un viso angelico e dolce.
Dopo il primo momento di curiosità le cose andarono avanti tranquillamente e senza troppi contatti. La giovane coppia intrattene rapporti cordiali con tutti, ma non da confidenza a nessuno. Luise salutava dolcemente con un bell’accento francese.
E’ stato l’accento forse che mi ha fatto perdere la testa per lei, un bel giorno quando mi ha salutato salendo in macchina ha sorriso e mi ha chiamato per nome.
Mi sono eccitato per tutto il giorno, il suo corpo muscoloso ed atletico la sua riservatezza i suoi mille segreti, c’era di che sognare ad occhi aperti.
I miei due coinquilini ed amici ogni tanto facevano qualche commento volgare su di lei come spesso si fa sulle belle ragazze riservate, ma che lasciano trapelare un velo di mistero e di sensualità.
E’ stata un’ improvvisa nevicata a cambiare tutto. Non ero riuscito ad andare al lavoro, la città era bloccata e così mi misi a spalare la neve davanti casa. Immerso nel biancore e nella fatica vidi che anche Piergiorgio, l’architetto marito di Luise, era davanti casa imbacuccato che spalava la neve, ci salutammo più cordialmente del solito e visto che eravamo affaticati pensammo di prendere un caffè a casa sua.
Dentro casa era tutto arredato con gusto e sobrietà, Luise era gentilissima e ci preparò i caffè.
Lei indossava una tuta attillata rideva delle nostre battute sul calcio e sul tempo: “Voi uomini italiani senza il calcio non sapete stare” disse Luise, ma suo marito sempre scherzando ribatté : “Voi donne canadesi invece…” e i due risero maliziosamente.
Pensando al significato intimo di quella battuta e guardando le forme di Luise sotto la tuta attillata il cazzo mi divenne di marmo e credo che sia lei che lui se ne accorsero.
Luise disse che sarebbe andata a farsi una doccia e ci salutò.
Rimanemmo io e Piergiorgio, ci fu un attimo di silenzio.
Poi lui mi guardò e disse: “Ti piace?”
Io ero imbarazzato non era educato esibire un’ erezione come quella che invano cercavo di nascondere, però dissi.
“Si prendilo come un complimento a Luise”.
“Non ti preoccupare è bella e piace a tutti. Ci fa piacere se vieni una sera a cena ok?”
“Certo” Conclusi.
Non sapevo cosa mi stesse capitando, ma quella notte mi masturbai tre volte. L’uccello mi faceva male. Il venerdì successivo accettai l’invito di Piergiorgio e mi trovai nuovamente in loro compagnia. Lei era splendida una gonna attillata, una camicetta bianca leggermente scollata e delle scarpe eleganti. Chiacchierammo un po’. La cena l’avevano ordinata da un servizio cuttering che ci portò del sushy. Chiesi di andare a lavarmi le mani. “Ti accompagno” disse Piergiorgio.
Mentre mi lavavo le mani notai sul ripostiglio dei cosmetici una bottiglietta di lubrificante. Inutile dire che la cosa mi eccitò, non potevano esserci dubbi sull’uso di quel liquido, ma non è tutto: non avevo chiuso la porta e così Piergiorgio si accorse che avevo notato quel particolare, mi venne il sospetto che la cosa fosse organizzata ad arte.
La cena fu molto silenziosa solo ci scambiammo una serie di sguardi e dei commenti sul cibo, io ero incantato guardando le labbra di Luise mentre succhiavano il pesce dalle bacchette di legno. Bevemmo un’ottima bottiglia di vino bianco tutto sembrava molto tranquillo poi Piergiorgio con un voce strana disse.
“Apriamo un’altra bottiglia che ne dite?”
Io dissi che avevo bevuto già un po’ troppo, ma lui sorrise e disse.
“Magari a te piacerebbe aprire quella bottiglietta che hai visto prima in bagno no?”
Capii subito a cosa si riferiva e guardai Luise che mi sorrise appena. Incredibile quei due volevano fare del sesso a tre.
“Spiegatemi un po meglio ragazzi” dissi sorridendo.
“Diglielo tu amore…” ripose Piergiorgio
Lei tacque un po’ imbarazzata. “Devi sapere Luca “Eisse allora Piergiorgio “che Luise, ha un problema con il cazzo, ne ha bisogno di continuo, non pensa ad altro dalla mattina alla sera. Vero amore?”. Dicendo questo le alzò il mento con un dito guardandola negli occhi. “Potevo pensare che mi rimanesse fedele? No. Però lei mi ama e vuole essermi fedele così abbiamo trovato un accordo. Lei lavora nello studio di un avvocato. Un uomo di 55 anni con un bel cazzone, ho dato all’avvocato l’autorizzazione a montarla mentre sono al lavoro e lui fino ad ora ha fatto il suo dovere mi sembra… ogni tanto la mette sotto la scrivania e si fa fare un pompino, ma più spesso le bastona la figa ed il culo con quel suo affare invidiabile. A Luise piace monto divertirsi in ufficio vero amore?”
Ancora lei non rispose.
“Allora rispondi Luise non vergognarti…” Disse con un sorriso malvagio Piergiorgio.
Lei annui con la testa ma senza parlare, era molto imbarazzata.
“Vai a prepararti troietta che ci divertiamo” concluse Piergiorgio aprendo un cassetto del mobile e tirando fuori un frustino. Le sorprese non erano certo finite. Mi chiedevo se davvero era come aveva raccontato Piergiorgio o se al contrario era lui che la obbligava a quel tipo di rapporti per assecondare la sue perversioni, sempre che la storia dell’avvocato fosse vera.
Luise si tolse la gonna e la camicia davanti a me, non portava il reggiseno e così rimase con le calze autoreggenti ed i grandi seni scoperti. Era bellissima un culo sodo e rotondo che mi faceva quasi spruzzare l’uccello dal desiderio.
“Mettiti in ginocchio amore” disse il marito e lei si inginocchiò davanti a lui mostrandomi la schiena ed il culo con una bella riga profonda. Lui le mise un collare intorno al collo, anche questo l’aveva preso dal cassetto. La fece camminare a carponi e mentre attraversava la stanza le dava dei colpi con il frustino.
Gli eventi si svilupparono presto, fui legato al letto con i polsi alla spalliera e Luise cominciò a succhiarmi l’uccello, fu allora che capii che la storia che mi aveva raccontato Piergiorgio era vera. Mentre mi succhiava il marito la scopava da dietro. Lei è così bella la sua lingua così dolce le venni quasi subito in bocca, ma l’uccello continuava a starmi duro come un paletto mentre Luise con gli occhi che quasi le lacrimavano sculettava avida e si sbatteva il mio cazzo tra le tette.
Era un fuoco.
Poi si sedette sopra di me, mi prese l’uccello e se lo fece scivolare nella figa bagnata e lucida come un’arancia, ero sempre legato con i polsi alla lettiera.
Piergiorgio si mise in piedi di fronte a lei e le sbatteva l’uccello sul viso.
“Non vedi l’ora vero puttana, succhiamelo bene dai…”
Poi Piergiorgio si mise dietro di noi, io le stavo le spingevo da sotto l’uccello tra le cosce e lei mugolava e si mordeva le labbra.
“E’ questo che vuoi vero bellezza?”
“Si Pier… sono così eccitata?”
“Tienile l’uccello ben piantato Luca che ora…”
Dicendo così si bagnò le dita e si chinò su di noi.
“Ti insegno un trucco: devi incularla senza pietà…così… così”.
Disse quasi urlando con un ghigno sadico.
Sentivo l’uccello di Piergirogio scorrere sul mio divisi solo da un velo di seta che era la carne di Luise.
Lei gridava scuotendo la testa. Io le guardavo le labbra gonfie e lucide. Era eccitata come se la stessero impalando a morte sculettava e mi sbatteva le tette sul torace. Non avevo mai provato a montare una donna in due, per lei sembrava una tortura eppure le piaceva davvero.
“Prendi puttana…ti piace vero?”
“Siii sono pazza sono pazza…mi fate morire…”
All’improvviso Piergiorgio si fermò.
“Mia moglie ha un culo che neanche l’arcangelo Gabriele resisterebbe a lungo… ora ci trasferiamo un attimo sul divano”.
E’ stato molto bello sciogliere quella vertigine di carne e di bellezza. Luise si alzò ridendo allegra e felice, mentre la guardavamo con gli uccelli duri e umidi.
“Vado a prepararvi un po’ di spumante e a farmi una doccia prima di ricominciare vi va?”
“Certo bellezza…” Lei usci dalla camera e ci lasciò soli.
“Questo è davvero un sogno, ma quella storia dell’avvocato te la sei inventata?” chiesi.
“Luise è una donna molto fedele e romantica” mi disse Piergiorgio.
“Quando ci sposammo aveva avuto solo me, poi improvvisamente si infiammò. La sua passione sbocciò come un fiore del deserto, in una notte. Un giorno mi allontanai per un viaggio, mi chiese di regalarle uno di quegli uccelli di gomma per calmarsi un pochino.
Quando tornai aveva girato ogni giorno un filmato mentre si masturbava con quel coso.
lo applicava alla parete o sul tavolo e ci si divertiva indossando della biancheria intima provocante- Lo sai – mi disse poi – l’ho provato anche nel culo… insomma dopo un po’ divenne un problema soddisfarla hai visto come si muove no?
Così una sera abbiamo invitato l’avvocato al ristorante e mi è venuta l’idea vedendo come la guardava. Pensai che, se qualcuno l’avesse scopata durante il giorno, sarebbe stato un bene per la nostra coppia e così lasciai che la storia tra loro maturasse”.
Allora Luise Rientrò, si era spogliata completamente ed portava un vassoio con due bicchieri di spumante, si chinò sorridendomi ed io guardai le due bellissime tette ondeggiare dolcemente.
“Allora amore mio…ti è piaciuto averne uno davanti ed uno dietro?”
“Dio è così…coinvolgente” Ha risposto Luise con quel suo accento francese e mordendosi le labbra mentre guardava i nostri due uccelli. Io ero eccitato per il racconto di Piergiorgio.
“Nei voi ancora vero ? Dai girati che faccio vedere una cosa a Luca.”
Luise si girò carponi, mostrandoci il culo suo marito si bagno le dita nello spumante.
“L’avvocato ha un pisellone più grosso dei nostri e di solito non ama i preliminari, la incula come una bestia è un uomo violento in amore: vedi come è morbido?” Le stava toccando il culo.
La feci appoggiare sul divano e le infilai in un colpo solo il cazzo nel buchetto più stretto.
“Ti piace puttanella vero, divertiti un po’, ma non venirci dentro va bene”. Ordinò Piergiorgio mentre lo sbattevo tra le chiappe a sua moglie.
“Luca mi stai facendo godere… sfondami di più non dargli retta vienimi in culooo…”
Era come il canto di una sirena.
“Resisti che la facciamo succhiare e le veniamo in bocca…”
I due si divertivano a sfidarmi, ma io resistetti.
Così Piergiorgio si sedette sul divano e la fece salire sul suo uccello, da dietro io le entrai ancora nel culo mentre lei si divincolava come una gazzella in trappola.
“Ha cazzo non resisto più…” disse Piergiorgio e mentre sua moglie gli sbatteva le tette in faccia e le riempì la figa di sperma.
“Vengo anch’io bastardi schifosi…” disse allora Luise ruotando piano i fianchi sui due cazzi che le correvano dentro.
“Allora prendi questa roba puttana…” gridai anch’io estenuato in preda alla follia mentre le riempivo il culo di sborra calda e lei cinguettava di piacere…
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