Gravidanze incrociate 1

“Lo fa alla meno peggio, ma sente il bisogno di farsi un bidet…”

Gravidanze incrociate

1.
La famiglie di Mauro e di Luciana, due
giovani abruzzesi sposati ed emigrati nell’hinterland milanese, abitano sulle colline del Chietino due case contigue e sono da sempre molto unite. La morte prematura e quasi simultanea della madre di lui, colpita da crisi cardiaca, e del padre di lei, vittima di un grave incidente con un trattore, ha finito per rafforzare ancor più la loro unione, tant’è che i due consuoceri, Milena e Giovanni, rispettivamente di 54 e di 58 anni, entrambi dediti alle attività agricole, fanno vita in comune, lavorano insieme i campi, hanno ristrutturato le loro abitazioni unificando le pertinenze di servizio.
Mauro è un operaio specializzato di 32 anni, lavora in un’azienda che produce elettrodomestici; Luciana, 29 anni, fa la commessa in un grande negozio di casalinghi. Tutti gli anni ad agosto tornano in Abruzzo per le ferie, passando quindici giorni al mare sulla costa adriatica ed altri quindici in campagna con i loro genitori. I figli sospettano che i due consuoceri vadano a letto insieme. Ai ragazzi la cosa non crea alcun disturbo, ma essendo i genitori fedeli alla mentalità contadina, in loro presenza non danno a vedere alcuna intimità.
Del resto in campagna le tradizioni sono tradizioni. Luciana è arrivata vergine al matrimonio, dopo la prima notte di nozze era una legge non scritta esporre le lenzuola imbrattate del sangue dell’imene. Prima di sposarsi hanno molto lavorato di lingua, la massima licenza che si sono concessi è stato un bellissimo 69. Ma per scopare veramente hanno dovuto attendere il matrimonio.
Luciana è una bella ragazza, alta circa uno e settantacinque, ha due belle cosce, snelle e ben tornite, porta una terza di seno, che sta su senza bisogno del reggiseno, veste di preferenza le gonne, ma il marito impazzisce quando la vede indossare il perizoma, il regalo che le fa più spesso. I due fanno sesso con grande soddisfazione e senza tabù, anzi cominciano a pensare al gusto proibito di qualche avventura extra, da fare insieme o anche da soli, ma tutto è rimasto allo stato della fantasia. Non hanno ancora figli, anche se pensano di mettere presto l’argomento all’ordine del giorno.
L’anno scorso hanno dovuto modificare il programma delle ferie: Cinzia, la cugina di Luciana, fidanzata da qualche anno con un rappresentante di commercio pugliese, aveva deciso di sposarsi ed aveva scelto come data di nozze il 9 agosto, quando loro sarebbero dovuti essere al mare, ed aveva organizzato lo sposalizio in una località piuttosto lontana, sul Gargano. Mauro e Luciana erano contrariati per il fatto di dover invertire le settimane di vacanza rinviando la vacanza al mare a dopo ferragosto, ed era una scocciatura arrivare sino in Puglia per la cerimonia ed il ricevimento. Ma il matrimonio è sacro e le convenzioni familiari non consentono deroghe.

Mauro e Luciana partono il 2 agosto per venire in campagna dai genitori. Dopo lunghi mesi di vita in fabbrica e nei caseggiati della periferia cittadina, si godono finalmente la serenità e l’aria buona delle colline natìe. Passano due giorni di assoluto riposo e di belle mangiate, in un clima familiare molto allegro. Ma il terzo giorno Mauro incappa in un malaugurato incidente. Preso dalla voglia infantile di arrampicarsi sopra la meravigliosa pianta di fichi che c’è dietro casa, mette in fallo un piede e – bum! – cade rovinosamente a terra dall’altezza di 3 metri. Un male boia ed un grande spavento, ma se la cava relativamente bene: gli viene diagnosticata una microfrattura alla caviglia destra e gli viene praticata una ingessatura del piede ed una fasciatura ortopedica della spalla destra lussata.
A tre giorni dal matrimonio è proprio un bel casino! Luciana ha la patente ma non guida, sua madre Milena ha pure lei la patente, ma non ha dimestichezza con le macchine, se la cava meglio a guidare un trattore. Alla fine di interminabili discussioni si decide che al matrimonio Luciana sarà accompagnata dal suocero Giovanni, mentre Milena resterà a casa ad accudire il genero infortunato. Non c’è verso di convincere Giovanni ad utilizzare la Croma del figlio, che ha l’aria condizionata; no, c’è troppa elettronica, Giovanni non ci è abituato, lui ha la sua vecchia Tipo, che però per lui è affidabilissima, in dieci anni avrà fatto sì e no trentamila km.
Caricate due valigette e due portaabiti con i vestiti per la cerimonia, Luciana e il suocero partono l’8 mattina intorno a mezzogiorno, prevedono di arrivare sul Gargano per il pomeriggio inoltrato. Lei indossa una gonna nera ed una camicetta azzurra, ai piedi un paio di pratici sandali, e non appena in autostrada si mette a sonnecchiare con la testa appoggiata al finestrino. Dopo due ore di viaggio, poco prima di Pescara, Giovanni entra in un’area di servizio e interrompe il dormiveglia della nuora, chiedendole:
– Ti va di prendere qualcosa al bar? devo fare benzina.
Mentre lui fa il pieno, lei ne approfitta per andare al bagno; uscendo dalla toilette dà una involontaria sbirciatina al bagno degli uomini, dentro c’è solo Giovanni e dallo specchio alla parete lo scorge mentre si avvicina a quegli strani pisciatoi da parete, estrae il cazzo e, che cazzo!. E’ appena un flash, ma istintivamente è portata a fare un paragone con quello del marito, che pure è ben dotato, ma quello del suocero le pare più lungo e nerboruto.
Preso un caffè ed una bibita al bar della stazione di servizio, risalgono in macchina e ripartono. Luciana chiude gli occhi come per riprendere il sonnellino interrotto, ma quella sbirciatina occasionale l’ha turbata. Sarà che l’ultima scopata con Mauro risale ad una settimana, sarà l’effetto sorpresa di quella visione, ma non riesce a pensare ad altro, anzi scopre con sincera sorpresa che pensieri peccaminosi cominciano ad attraversare la sua mente. E così, quasi inconsapevolmente, accavalla le gambe scoprendo le ginocchia e qualche lembo di coscia e, lamentandosi per il gran caldo, slaccia un bottone della camicetta mettendo in bella vista le sue tette generose. Giovanni è occupato nella guida, ma non può fare a meno di allungare di tanto in tanto lo sguardo dentro quella camicetta e verso quelle gambe semiscoperte.
Il viaggio prosegue abbastanza regolarmente, nonostante il gran traffico del fine settimana. Ma l’atmosfera in macchina si fa sempre più calda e intrigante, Luciana è sempre più presa dal sottile gioco seduttivo che ha iniziato, Giovanni respira più a fatica, deglutisce, la patta dei suoi pantaloni si gonfia sempre più vistosamente, e lei la osserva di sottecchi compiaciuta.

Intanto, nella casa di campagna, Mauro si è levato dal letto piuttosto tardi e, con l’aiuto della stampella, si è portato alla finestra della stanza da letto, che è posta al primo piano e che si affaccia sulla distesa verde dei prati circostanti e sulle pertinenze della casa. Da lì ha salutato la moglie e suo padre in partenza e da lì, ora, vede sua suocera Milena uscire dalla stalla e avvicinarsi al pozzo. La donna appare un po’ stanca, sicuramente è sudata. Si guarda intorno e, ritenendo di essere al riparo da sguardi indiscreti, si toglie il prendisole, sotto è completamente nuda, prende il tubo dell’acqua e si innaffia tutta, dalla testa ai piedi.
Cazzo, che gnocca sua suocera! E quanto è arrapante mentre si lascia scorrere l’acqua tra le insenature del suo corpo giunonico e si lava le tettone, il culo, la fica pelosa! Mauro resta senza parole dinanzi a quell’inatteso spettacolo. La suocera è un’autentica scoperta. Sarà l’astinenza di una settimana ad agitare i suoi ormoni, ma Mauro avverte una erezione subitanea.
Terminata la doccia, la suocera prende un grande asciugamano che era tra i panni stesi al sole e scompare dalla sua vista. Temendo che possa da un omento all’altro salire a fargli visita, Mauro torna rapidamente a letto. Passa appena qualche minuto e Milena, reindossato il prendisole e tutta rinfrescata, si affaccia sull’uscio della stanza e gli chiede premurosa:
– Mauro,ì come va? Immagino quanto sia fastidioso stare a letto con questo bel tempo. Hai bisogno di qualcosa?
Anche se gli riesce difficile occultare l’imbarazzante erezione, Mauro la ringrazia e le dice che avrebbe bisogno di essere accompagnato in bagno. Mirella lo aiuta ad alzarsi, poi lo sorregge cingendogli le spalle. Sentire quel braccio attorno al suo corpo ed avvertire il tepore di quel seno schiacciato contro di lui, crea in Mauro una eccitazione ulteriore. Arrivato al bagno, lei lo incoraggia:
– Su dai, un po’ di pazienza. Ma io sono qua, e se hai bisogno …..
Mauro cerca di tirare giù la lampo, ma con la sinistra non ne è capace, ma ci prova e ci riprova per non chiederle aiuto, con quel cazzo in tiro. Lei vede il suo faticoso armeggiare con la mano sinistra, comprende la sua difficoltà, si avvicina e gli dice:
– Su lascia fare a me ….. uuhhmmm …. vedo che hai un ‘grosso’ problema.
Ridacchia, si china un pò e, aperta la lampo, tira fuori il cazzo, lo osserva e comincia a segarlo con movimenti lenti ma continui. Lui cerca di non pensare a nulla, ma averla vista nuda è come mettere benzina sul fuoco. Lei continua l’operazione e ogni tanto lo guarda sorridendo:
– Mica ti vergogni di me?! Dai, così non puoi stare, immagino che ti faccia male. Così non puoi neppure pisciare. Su dai, devi scaricare …… sfogati dai, sborra …
E il suo smanettare aumenta rapidamente. Nel preciso attimo in cui con un grugnito lui schizza la sua sborra nel lavandino, lei esclama soddisfatta:
– Bene, è fatta! Credo che ora starai meglio ….. anche se è un peccato buttare nel lavandino quel ben di dio!
Mauro resta in silenzio, sconvolto dalla disinvoltura con cui Milena aveva preso in mano (sì, proprio in mano) la situazione e da quest’ultima battuta sul seme sprecato. Ancora col suo aiuto si siede sul water per fare i suoi bisogni. Milena esce dal bagno e si raccomanda:
– Quando hai finito chiamami!
Mentre libera l’intestino, Mauro ripensa rapidamente allo spettacolo cui ha assistito dalla finestra, a quel corpo rigoglioso messo in bella mostra, ma anche alla intraprendenza ed alla schiettezza contadina della suocera. E nella sua testa si fanno strada idee intriganti: quella donna gli va a sangue, affondare la testa in quelle tettone e farsi fagocitare il cazzo da quella sorca pelosa diventa un desiderio sempre più pressante. Non sa ancora quale iniziativa assumere, ma la sua disinvoltura dovrebbe essere un elemento di facilitazione.
Intanto, finito di defecare, Mauro incontra nuovamente la difficoltà di adoperare la mano sinistra per ripulirsi. Lo fa alla meno peggio, ma sente il bisogno di farsi un bidet. Chiama a gran voce la suocera che in un batter d’occhio arriva e, dinanzi alla sua richiesta del bidet, gli risponde subito, senza alcun imbarazzo:
– Ah sì, ho capito ….. lascia fare a me …..
Lo aiuta a sedersi sul bidet, si inginocchia davanti a lui, gli passa una mano sotto le gambe e con grande destrezza comincia a lavargli il culo, indugia sapientemente sull’ano, infilandogli dentro un tantino l’indice, e poi, alludendo al suo cazzo che comincia ad inalberarsi di nuovo proprio a pochi centimetri dalla sua faccia, osserva sghignazzando:
– Ehi! sono passati manco dieci minuti e questo già si impenna daccapo! mia figlia ha sposato uno stallone! beata lei!
Stavolta Mauro trova la forza di replicare:
– Cosa vuoi, mamma? se fa così significa che tu non le sei indifferente…
Mirella continua il bidet e si sofferma stavolta sui coglioni, il suo massaggio ha l’effetto di inturgidire ulteriormente il cazzo saettante del genero, lei lo guarda quasi con orgoglio ed esclama:
– Guarda che splendore! gli manca solo la parola! che bel manico che hai, Mauro, complimenti!
E, così dicendo, avvicina la bocca e per un attimo lo bacia proprio sul prepuzio. Mauro ha un brivido ed emette un piccolo gemito, per un momento spera che la suocera continui quello che ha appena accennato, ma lei a quel punto si rialza e lo aiuta a girarsi e piegarsi per asciugargli il didietro.
– Ecco, così stai a posto! vuoi che ti riaccompagni a letto? o preferisci venire in veranda, che mi fai compagnia mentre preparo il pranzo?
Mauro opta per la seconda indicazione e, appoggiata a lei, si porta in veranda e si accomoda alla tavola. Guardando all’orizzonte pensa per un attimo a sua moglie Luciana, in viaggio con suo padre sotto la canicola agostana, ma la sua mente è ora tutta assorbita dalla suocera e dalla voglia sempre più esplicita di scoparsela.

(continua)

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