Gli slavi, amici di una sera

““Mia bella puttanona”, le dico, “sei stata splendida, non so come non ho fatta a correre in camera per unirmi a voi, ma comunque vedo che come al solito…”

Eccola qua, sempre bellissima, ancora più bella dopo una nottata di orge.
Salutati i suoi occasionali amanti, corre da me
Apre la porta della stanzetta in cui per tutto il tempo ho potuto assistere a tutto quello che ha fatto e si è fatta fare soddisfacendo le sue e le loro perversioni.
Ora è qui davanti a me e mi tende le braccia nuda e sorridente.
“Mia bella puttanona”, le dico, “sei stata splendida, non so come non ho fatta a correre in camera per unirmi a voi, ma comunque vedo che come al solito quegli uomini non ti sono bastati, ed ora hai bisogno di me”.
Intanto ripenso alla sua bocca continuamente forzata da quei grossi cazzi che le davano solo il tempo di ingoiare tutta la sborra che vomitavano fuori per poi riempirgliela nuovamente. Mi passavano davanti agli occhi le scene del suo culo spalancato e l’ano che si dilatava sempre più sotto le spinte di quegli uomini che come una puttana la riempivano di sperma da tutte le parti, le strizzavano i seni, la facevano impazzire di piacere.
Ora il suo viso, il suo corpo ancora umidi ed incrostati di sborra, emana un odore arrapante di piscia, sudore ed altro grazie a quei quattro slavi conosciuti la sera precedente in un bar sulla litoranea.
Eravamo capitati in quel locale per caso per poi dover condividere con loro il nostro tavolo non essendoci altri posti liberi.
Subito cominciarono a chiacchierare e si sprecavano i complimenti che indirizzavano alla mia Raffa che sentendosi al centro dell’attenzione dava loro corda prestandosi alle loro battute a doppio senso ed accettando, col mio consenso, di farsi sfiorare, come per caso, sui seni, sulle spalle e sulle cosce.
La situazione ci intrigava e la mia femmina aveva già cominciato a fare le fusa e li guardava con occhi da cagnetta vogliosa lasciandosi toccare ormai sena alcun ritegno mentre sorrideva e faceva di tutto per incoraggiarli.
Ad un tratto mi accorsi che il più giovane del gruppo aveva iniziato ad accarezzarle la gamba con un piede, per poi, accortosi che la cosa non le dispiaceva, farsi sempre più ardito iniziando a risalirle pian piano lungo la coscia. Vidi alla fine il suo piede infilarsi sotto la sua gonna dove ovviamente trovandola senza mutande poté facilmente raggiungerle la fica sicuramente già umida di piacere. Notai, dal movimento della gamba e dalle reazioni di Raffa che aveva iniziato a masturbarla.
La vedevo in estasi godersi quella manipolazione e lentamente scivolare sempre un po’ più giù sulla sedia per andare incontro a quel piede che rovistava nelle sue intimità, cercando sicuramente di penetrarla.
Ad un tratto quello, forse sentendo sulle dita gli spruzzi del suo piacere, disse qualcosa ai compagni che scoppiando a ridere divennero ancor più insistenti ed espliciti nei toccamenti e nei palpamenti.
Ad un tratto la vidi risollevarsi sulla sedia e spingersi verso di me per baciarmi sulla bocca mentre tra i sorrisetti degli altri mi infilava una mano nei pantaloni dicendo:”quel porco mi ha fatto venire, sono riuscita ad avere un orgasmo, sono proprio simpatici questi ragazzi ed anche molto affettuosi…” poi strizzandomi l’occhio,
“mi hanno fatto venire tanta voglia” e continuò a stringere fra le cosce quel piede mentre con l’altra mano vagava sulle patte dei pantaloni degli altri seduti attorno a lei e che andavano di tanto in tanto scambiandosi di posto.
A quel punto per far capire ai nostri occasionali conoscenti che Raffa mi apparteneva, che avrebbe fatto solo quello che io le avrei permesso mi rivolsi a lei in tono burbero dicendole in modo che anche gli altri potessero sentire: ”ora smettila di farti palpare come una cagna in calore e di comportarti da troia come tuo solito e va piuttosto in bagno ad asciugarti quella fica sempre in calore che dopo ti porto a casa”.
Raffa mostrando quel suo visino ingenuo, che tanto mi fa arrapare mi rispose: “si caro hai ragione” e poi alzandosi si rivolse al più giovane dei quattro dicendo: ”mi fai vedere dov’è la toilette?”. Subito quello si alza dicendole: “se Leo permette ti accompagno io mentre loro ci aspettano qua”.
Faccio cenno di si e li vedo dirigersi verso il retro del bar notando che all’altezza del sedere la sua gonna è umida in maniera vistosa, sicuramente a causa degli umori riversati dalla sua fica quando quel maiale l’ha fatta venire e mentre fremo al pensiero di quello che come una zoccola da strada si farà fare chiusa in quel cesso sicuramente maleodorante, quello che l’ha fatta venire mi mette una mano sulla spalla e mi dice:doveva averne davvero bisogno, non c’è l’ha fatta a trattenersi e si è tutta bagnata.
Al tavolo, continuiamo a chiacchierare e a bere sbirciando di tanto in tanto alle nostre spalle per vedere se la mia donna ed il loro amico rientrano Loro parlano, parlano, ma il mio pensiero, come sicuramente quello degli altri andava alle porcate che quella troia stava facendo. Passa circa un quarto d’ora ed anche più, prima che quei due uscissero dal bagno.
Appena li vedemmo capii dal volto esultante di Raffa, che doveva essersi fatta sbattere alla grande. Camminava a gambe larghe come se avesse il culo che le bruciasse e la gonna e la maglietta erano tutte stropicciate e contornate da strane chiazze scure e si appoggiava a lui come a volersi reggere.
Tornata al tavolo disse ad alta voce: ”scusate ci ho messo un po’ di tempo e lui è stato così gentile da aspettarmi” e sfiorandogli le labbra con un bacio aggiunse “è stato davvero tanto carino” poi sorridendo aggiunse ”ho perso un pò di tempo ma ne è valsa la pena.”
Subito si sedette in braccio a me dicendo: “caro se sei d’accordo vorrei invitare questo simpatico giovanotto con i suoi amici a venire a bere un bicchiere a casa nostra” ed intanto mi sfiorava la bocca con le labbra che sentivo appiccicaticce di sperma. Dichiarandomi d’accordo ci alzammo per dirigerci fuori del locale e raggiungere le nostre auto. Durante il tragitto, quella zoccolona della Raffa continuava a restare indietro con quei quattro a ridere ad ogni stronzata che dicevano e farsi palpare Ci seguirono fino a casa con la loro auto mentre Raffa in macchina con me mi segava felice raccontandomi di quel cazzo duro come marmo che l’aveva fottuta nel bagno prendendola più di una volta alla pecorina appoggiata al water. “Quando sono uscita dal bagno” mi disse,
“avevo il culo in fiamme e grondava sperma lungo le cosce come se stessi pisciando” e continuando mentre le stavo venendo in bocca “ora che arriviamo preferisco questa sera essere lasciata sola con loro, tu andrai nella stanza affianco da dove potrai controllare e vedere come saprò comportarmi da porca, come saprò fremere di piacere sotto quegli sconosciuti che mi faranno venire e sborreranno dentro di me tutto lo sperma che hanno dentro i coglioni ”Sei un lurido cesso” le risposi e lei di rimando:
“Vedrai, tesoro, come ti ecciterai e sborrerai fra le mani quando quelli mi godranno e continuando a fottermi mi diranno che sono veramente brava, che sono la loro puttana, una latrina, una vera porca” Giunti a casa offrii loro da bere mentre Raffa dopo essere andata in bagno già li chiamava impaziente dalla camera da letto. In un attimo restai solo in salotto e subito mi diressi nell’altra camera dove avrei potuto ammirare tutte le sue performance
Che spettacolo fu vederla con quei cazzi che entravano ed uscivano dai suoi buchi dilatandola, sfondandolamentre lei come una pazza godeva incitandoli a darle di più… sempre di più.
Potevo sentire le loro volgarità e i suoi gemiti di piacere.
Ricordo come un flasch il momento in cui uno di quei maiali aveva cominciato a passarle le labbra sul culo per poi farle sentire la lingua che le titillava il foro anale Dio che voglia di stringerla a me in quel momento mentre gemeva:
”ohh… sii… come mi piace” per poi all’improvviso gridare senza alcun ritegno: ”lo voglio nel culo, prendetemi nel culo maiali schifosi, sfondatemi apritemi tuttaa… fatemi godere”. Che goduria vedere il cazzo di uno di quegli animali penetrare nel suo culo, sfondarla mentre gli altri si danno da fare attorno a lei che vogliosa ed esagitata mormora: ”si… sii… cosi…brav sono la vostra puttana la zoccola che si fa fottere per il suo perverso piacere e per quello del bastardo che vi ha permesso di possedermi”. Dio come stringeva sempre di più le pacche attorno a quel cazzo che continuava ad incularla fino a vomitarle nell’intestino tutto il suo piacere!
Ora la mia femmina era li a reclamare il diritto di essere posseduta da me ancora calda e fremente dopo essersi fatta chiavare, possedere, praticamente sotto i miei occhi come una cagna da quegli sconosciuti di cui forse non saprà mai neppure i nomi e che non vedrà mai più
Fiero di lei, la accolgo fra le mie braccia . Bacio e lecco delicatamente le sue labbra screpolate che sanno di loro.
Sfioro con le dita i numerosi graffi che ha sulle spalle. Bacio sul collo i segni dei morsi, dei succhiotti ancora impregnati della loro saliva e intanto le infilo una mano fra le cosce che sento subito impiastriccia di tutto lo sperma di cui si è fatta riempire e che ancora le cola fuori dai buchi arrossati e dilatati.
“Ohhh mio caro”, mi dice stringendo fra le cosce la mia mano che fruga nella sua intimità umida e violata intrufolandosi nei suoi buchi “è stato meraviglioso, non sai quanto mi hanno fatto godere e… come erano duri e resistenti, mi hanno fatto di tutto, ma anche tu lo sai”.
Scivola intanto sul mio ventre ed inizia leccarmi i coglioni dicendo”tu lurido bastardo schifoso quante seghe ti sei sparato vedendo la tua donna montata e violentata da quelle bestie” e continuando “cosa hai provato nel vedere la mia bocca deformata dai loro cazzi e la gola continuamente riempita dal sugo dei loro coglioni. Dio che piacere perverso farlo sapendo che tu eri li a goderti lo spettacolo”.
”Puttana perversa” le urlo rovesciandola sotto di me “sei cesso, una battona”, poi tenendola schiacciata sotto di me la faccio tacere infilandole tutta la lingua in bocca e mordendole a sangue le labbra.
Il cazzo intanto scivola nel suo ficone bagnato e bollente cominciando a navigare nelle sue ovaie che ancora trattengono lo sperma di quei bastardi.
Che perversa sensazione sentire il cazzo affogare in quella melma di cui si era fatta riempire. “Dai, dai mi dice lei fottimi stronzo, forte… più forteeee… fammi vedere che sei un vero maschio, che sei capace di soddisfarmi meglio di quei maiali”.
Arrapato e sempre più eccitato dalle sue frasi le dico continuando a pomparla di brutto “gran ninfomane fottuta prendilo… prenditelo tuttoo… ti rompo tutta, ti sfondo come una vacca”
“Si… siii… cosiii…” mi fa eco lei mentre la afferro per le pacche e continuo con maggior foga a fare avanti e indietro nel suo ventre. Ad ogni colpo glielo faccio risalire come un missile fino allo stomaco per poi estrarlo quasi del tutto rientrando poi velocemente dentro lei con colpi sempre più bestiali.
Sento i coglioni sbattere con violenza contro le sue cosce e ecccolo sperma che mi risale su per l’asta. A quel punto velocemente lo estraggo da quella fogna di fica in fiamme mentre lei sentendosi orfana del mio bastone urla come un ossesso “no… nooo… stronzo…ma che fai… rimettilo dentro non puoi lasciarmi cosi proprio ora che stavo per avere un meraviglioso orgasmo.
Neppure l’ascolto e la rigiro con violenza a culo all’aria e con un colpo che la lascia senza fiato le sbatto il suppostone in culo dicendole mentre comincio a pomparla e a vomitarle dentro un fiume di lava bollente masturbandole al tempo stesso la fica con le mani: ”dai godi, vieni cesso di merda, gli altri non sono niente, solo io sono il tuo chiavatore, il tuo dio”. Continuo fino a quando l’ultima goccia di sperma non si è depositata nel suo intestino e lei non crolla sul letto sconquassata da un potente orgasmo spruzzando tutto il suo piacere.
Resto ancora dentro di lei anche io spossato mentre lei quasi semisvenuta mormora “dio quanto ti sento mio, solo tu mi dai tutto ciò che voglio”.

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Orge

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