“Uno dei 2 se l’è inculata facendole un pò male vista la bestia di cui era dotato, e con l’altro si davano il cambio, ogni tanto, e intanto la facevano…”
Nel corso dei mesi, e degli anni, ce ne siamo fatte di
scopate allucinanti, io e mia madre. Ogni giorno ci inventavamo cose nuove ed eccitanti. Le avevo comprato molti vestiti di 2 taglie più piccole della sua 54 e così la facevo vestire sempre da Porcona affamata di cazzo, con le sue prorompenti forme che fuoriuscivano dappertutto. I reggiseni a stento contenevano le sue calde tettone; le gonne sempre aderenti e cortissime. Molto spesso in casa , quando eravamo soli io e lei, la mia bambola personale era vestita con una minigonna fasciante che esaltava il suo rotondo culone carnoso e da sotto la quale fuoriuscivano le sue polpose e carnose cosce, sempre con taccazzi di almeno 10 cm, con un golfino attillato e scolatura a V dentro il quale esplodevano le sue tettone libere da qualsiasi reggiseno, o, in estate, con una t-shirt altrettanto scollata. Quando ci volevo giocare un po’, mi bastava abbrancarla da dietro e addossandomi alla sua schiena, la baciavo e la leccavo sul collo dietro le orecchie dove le sussurravo paroline porche e dolcissime, le mettevo le mie mani nella sua scollatura o da sotto al maglione e me ne riempivo con i suoi caldi e morbidi meloni: le accarezzavo molto le tettone facendole indurire i capezzoloni, e facendola smaniare e ansimare dall’arrapamento di donna calda, solo con le mie, non propriamente filiali, carezze.
Lei smaniava con le mie mani dentro la scolature tra i seni , o sotto la microgonna ad accarezzarle le coscione o le chiappone. Ci baciavamo molto, con intrecci vorticosi di lingua, che facevano aumentare a dismisura il nostro arrapamento. Lei si bagnava come una fontana, aveva sempre il perizoma fradicio e la ficona bollente che io mi scopavo selvaggiamente come un toro sulla sua vaccona. Mi piaceva baciarle e leccarle il collo standole sempre alle spalle, dietro di lei, le succhiavo il lobo dell’orecchio, le leccavo scendendo dalla nuca tutta la schiena continuando a palparla sulle cosce e tra i senoni. Lei si continuava a bagnare moltissimo, le facevo avere un primo orgasmo solo sprimacciandole la miciona o infilandole un dito nel culone; io, da parte mia, avevo l’uccello che, inferocito, scalpitava nei pantaloni o nei soli slip.
Molte volte, ero così bagnato che non le facevo fare neanche una pompa di preliminare, ma imbestialito da queste bollenti carezze, che vagavano su tutto il suo corpo da puttanona, le alzavo quello straccetto che lei chiamava gonnellina e la infilavo di brutto, trovandola molto scivolosa e ricettiva. La sbattevo rabbioso, come una bestia, facendola sobbalzare ad ogni colpo che le infliggevo, ad ogni affondo del mio inguine contro le chiappone, e lei mi mungeva letteralmente il cazzo in modo sublime, con i suoi muscoli vaginali, me lo spremevano fino ad ottenere la sua meritata spremuta di coglioni, che le siluravo su per l’utero facendo gridare come una pazza “Ma quanta, quantaaaaa”, mi diceva.
Poi, alle volte, continuandoci a baciarci e a manipolarci, come di solito non fanno un figlio e una madre, il mio cazzone restava ancora durissimo e ci divertivamo a sperimentare, molte posizioni da kamasutra. Me la sbattevo come non si sbatte neanche una puttana di strada, perchè lei era il più grande puttanone sexy, che io potessi immaginare. Per un periodo, poi, mi ero fissato con le spagnole; ah che goduria stare con il cazzo duro tra le sue tettone e farmelo strusciare tutto. Aveva un seno molto grosso, morbido ed eccitante, fatto apposta per spremerti il cazzo in mezzo con interminabili scivolose carezze, intervallate da leccate della cappella che sbucava su, in alto, verso la sua bocca da bocchinara. Ah, che goduriaa, che porcellona.
A parte le foto che le facevo in tutte le posizioni, con tutti gli abbigliamenti e le lingerie le più porche possibili, recitavamo anche delle scenette e ci divertivamo in altri modi: le strusciavo l’uccello duro sulle chiappone e nel solco delle stesse o sulle cosce, le mi maneggiava molto le palle e ci deva delle leccate profonde….etc etc. Era eccitante mantenere il cazzo sempre sull’orlo della sborrata, mentre lo facevo scorrere nel solco delle chiappone o me lo facevo segare con le cosce che lo stringevano come in una morsa calda, quando non ne potevo più, la innaffiavo con zaffate potenti e lunghe che la coprivano di sborra dappertutto. Così abbiamo iniziato a pensare di uscire, alle volte, in alcuni giorni , dalle mura domestiche e di farci qualche decina di Km per allontanarci dal nostro paese, per andare a mettere in pratica qualche fantasia erotica che avevamo sperimentato tra di noi, io e lei; e qualche gioco che nel frattempo ci era venuta in mente.
Per esempio , mi ricordo bene di quella volta che mamma immaginava i camionisti come dotati di bestie da assalto, e che dopo aver recitato noi due in casa il gioco del camionista (io) che violenta la signora borghese e sexy (lei), facendola esultare per gli orgasmi spossanti, voleva far diventar realtà quelle cose.
Così un giorno di maggio, si è vestita in modo da far resuscitare un morto, con un taieur e gonna, dove sotto la giacca aveva solo un reggiseno striminzito, di 2 taglie più piccolo, che coprivano solo le areole e i capezzoli e non riuscivano a contenere le sue calde tette, mentre la gonna arrivava a metà coscia, aderente, collant bucato tra le cosce a livello delle fica e velatissimo, sandaletti estivi con 10 cm di tacchetti e occhialini da professoressa. Capelli mossi e mesciati. Sembrava una pornostar chubby, una bambolona.
Siamo andati sulla A14, dalle parti di Canosa, Area di sosta di Monterotondo, verso le 10 di mattina in cerca di ispirazione e di camionisti giusti. Quel giorno c’erano parcheggiati 2 soli TIR, con gli autisti apparentemente assenti. Probabilmente dormivano in cabina, dopo una notte di viaggio. Lei era tutta eccitata da questa nuova situazione ed emozionata. Non vedeva l’ora di provare tra le cosce dei cazzoni duri ed instancabili di rudi camionisti, soprattutto se stranieri, che la facessero urlare dal piacere. Così , dopo un po’ che eravamo li ad aspettare , lei ha cominciato a smaniare ad accarezzarsi le gambe e le cosce, e ad accarezzarmi l’uccello da sopra i jeans; ci baciavamo e le mie mani incominciavano a partire verso caldi nidi, a palparle le cosce sempre più scoperte dalla gonna attillata che le era salita fino all’inguine a scoprire il piccolo perizoma nero che le copriva la miciona. Le infilavo l’altra mano nella giacca a palparle le tettone. C’era tanta abbondanza nelle mie mani e ci sciabolavamo con le lingue come due spadaccini.
Eravamo tutti e due eccitati e ci siamo accorti che 2 camionisti, poco lontano, hanno notato il movimento dentro la nostra macchina, ben visibile in una mattinata di sole, e dandosi di gomito si erano poco alla volta avvicinati alla nostra macchina. Lei li ha guardati, le ha posato gli occhi sulle loro patte gonfie e, guardandoli in faccia, si è leccata le labbra. Ci eravamo chiusi dall’interno , per il momento, e i due giù arrapati, avevano tentavo di aprire lo sportello lato passeggero ma invano. Lei gli aveva fatto segno di aspettare , continuandosi a leccare da golosona le labbra. Poi facendo uno spettacolino dedicato a ‘sti due, mi aveva tirato fuori il cazzo gonfissimo ed era partita con una mega pompa, con grandi leccate ai miei coglioni e risucchi molto rumorosi. Io mi godevo la pompa ad occhi semichiusi con la testa reclinata all’indietro, mentre la mia mano destra le accarezzava le chiappone e la pizzicava la carne calda. Mi ha portato al culmine del piacere, con superbe e sapienti leccate e risucchi, ma ogni volta che sentiva che stavo per mollarle il mio orgasmo in bocca, si fermava, mi premeva il cazzo alla base e, contemporaneamente, dava delle occhiate per veder cosa stessero facendo i due tizi fuori della macchina. Loro, nel vedere questa troiona in azione, si erano tirati fuori delle slerpe di cazzo molto grossi in circonferenza, e se li tenevano buoni con dei colpetti di sega; intanto le dicevano “signora aprire sportello noi, che fare contenta, molto contenta”. Da lì, avevo capito che erano Rumeni, ed erano molto arrapati; non vedevano l’ora di farsela e di farla gridare.
Quando il mio dolce troione non ce l’ha più fatta ad aspettare ( tra le gambe aveva un lago e mi stava macchiando tutto il sedile con la sua sbroda), da brava mamma mi ha fatto sborrare in un orgasmo per me liberatorio, e dopo averlo mangiato tutto, ha aperto a ‘sti due lo sportello.
I due camionisti l’hanno fatta scendere con grazia ma fatta inginocchiata in modi bruschi e rudi, le hanno schiaffato i due cazzoni in bocca ingozzandola veramente. Le dicevano di tutto “ tieni signora , baciami cazzone, avanti puttanona, dai, succhia mio cazzo, oh, che bocca signora, sei dolcissima,ahhh, che lingua signora, volevi cazzoh ecco due cazzi da leccare “. La tiravano per i capelli, la scopavano in bocca prendendola per le orecchie, la stavano quasi soffocando con le loro bestie scalpitanti, la davano delle gran manate tra le tettone e sul culone riempendosene le mani e impastandola tutta.. Mamma boccheggiava, quando sollevava la bocca da un uccellone per posarle sull’altro, e cercava di prendere aria. Intanto, per fortuna in questa Area di sosta non arrivava nessuno e noi ci eravamo messi sulla sinistra coperti da una parte dalla vegetazione e dall’altro da uno dei loro TIR. Però se avessero continuato ancora così, rischiavamo che sarebbe arrivata qualche macchina o qualche altro TIR.
I 2 camionisti , come m’avessero letto nel pensiero, ad un certo punto hanno aumentato il ritmo e l’hanno sborrata in bocca e sulla faccia. L’hanno riempita di crema come un bignè inondandola dappertutto. Mamma aveva ingoiato la prima delle 2 sborrate e si era presa la seconda in faccia e tra i capelli; le era colata molta sborra sulla giacca aperta del taieur e tra i polposi tettoni.
Essendosi sfogati tutto l’arrapamento che la zoccolona gli aveva fato venire esibendosi in auto con me, i due l’hanno invitata a salire su uno dei due TIR che era vuoto, per meglio scoparsela “ Viene con noi Signora che ora con calma fare molto godere come meriti, fare noi gridare , we want fuck you very hard, venire signora, venire con noi” .
Io li ho fermati , dicendo che dovevo assistere anche io per controllare l’incolumità della troia e loro “ nessun problema ragazzo, vieni a vedere la monta della signora”. Siamo saliti sul TIR DOVE L’HANNO INFILZATA UNO DA DIETRO ALLA PECORINA, E L’ALTRO DAVANTI IN BOCCA COMA MESSA ALLO SPIEDO, come una porchetta. Erano 2 tori, inferociti dalle provocazione che la troia li aveva sottoposti da dentro la macchina con loro fuori, e adesso si vendicavano con gli interessi. La vaccona era tutta un brodo e si gustava ogni affondo di cazzone nel suo copro , qualunque fosse il buco impiegato a fotterla.
Io ,ogni tanto, mi intromettevo per frenare la loro foga nello scoparla perché erano veramente incazzati ‘ste due bestie, o per partecipare anche io che nel frattempo le ho sborrato anche nel culo. Uno dei 2 se l’è inculata facendole un pò male vista la bestia di cui era dotato, e con l’altro si davano il cambio, ogni tanto, e intanto la facevano veramente strillare. L’hanno chiavata alla grande in tutte le posizioni sborrando tre volte ciascuno come dei cavalli impazziti. Le strusciavano il cazzo su ogni centimetro della pelle soprattutto tra le minne e sulle cosce. La chiavavano di brutto come fossero dei martelli pneumatici sollevandola di peso con i loro bestioni. Mamma godeva, ansimava, strillava, si godeva tutto il gusto di queste chiavate come fosse in trans agonistica, tuta sudata. Non so quanti orgasmi ha avuto mamma e quante sborrate si è bevuta, ma alla fine era distrutta. Aveva tracce di sborra dappertutto, tra i capelli, sulle cosce, tra le tettone, in faccia; aveva i collanti completamente a brandelli e persino nei sandali era tutto un bagno di sborra. Inutile dire che, anche se distrutta, l’avevano sfiancata. Lei dopo mesi di mie scopate di tutti i tipi era abituata bene, ma quei due rumeni se la sono gustata in tutti i buchi e in tutti i modi possibili e mamma era finalmente appagata; la vacca finalmente era stata placata dai 2 tori .
Loro hanno voluto il suo perizoma come ricordo e le hanno dato un numero di telefono della ditta per la quale lavoravano dicendoli di chiamarli li e di lasciare loro un messaggio in codice quando voleva essere scopata selvaggiamente, che l’avrebbero affogata nella sborra. Siamo tornati verso la nostra macchina con lei barcollante sui tacchi dei sandaletti, con la gonna arrotolata in vita, con le coscione e il culone scoperti e sborra dappertutto. “Oh che goduria ‘sti camionisti” ha detto la mamma mentre si puliva e si asciugava tra le cosce e tra le tettone. ” Ci dobbiamo tornare ancora qui”, mi ha ordinato. Siamo tornati a casa verso le 13,30 e per il resto della giornata la vacca da monta era in uno stato quasi comatoso.
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