“Con la scusa di provare il mio dolce, Inga avvicina la sedia alla mia e si china su di me…”
Dopo la sauna ci facciamo una doccia gelata per far tornare il
sangue ai capillari e per riprenderci dalla fatica sessuale. La doccia sortisce i suoi effetti e mi sento rinvigorito. Poi saliamo in camera e ci diamo appuntamento al ristorante sotto l’albergo.
Conosco Inga, la moglie di Franz, seduti al tavolo davanti allo spiedo alla bresciana e a una bottiglia di Garda Classico. Come Franz, è una teutonica DOC. Alta, bionda, dagli occhi chiari e gli zigomi alti, un sorriso aperto e gioviale. Il suo italiano è ottimo come quello del marito. Il petto prorompe dal vestito nero e non si può fare a meno di perderci la vista.
Passiamo una bella serata allegra chiacchierando di tutto e un po’, dei nostri viaggi e dei loro figli già grandi che studiano in varie scuole della Germania, mentre il mio è ancora piccolo e coccolato da genitori, nonni, zii e cugini vari.
Con la scusa di provare il mio dolce, Inga avvicina la sedia alla mia e si china su di me. Mentre una mano raggiunge il dessert, l’altra si appoggia sulla mia patta. La guardo un po’ stupito e lei mi sorride. “Buono questo Tiramisù.” e mi accarezza da sopra la stoffa. “Per la frutta sei già pronto: una banana. Ahahahaha!!!!”
Rido anch’io e ride pure Franz. Chissà se hanno concordato questo gioco mentre si preparavano per la cena oppure se è un’idea di Inga.
La sua mano si fa sempre più audace. Mi stringe l’uccello che s’è fatto duro e nel frattempo chiacchiera con noi come se niente fosse.
Con maestria mi slaccia la zip dei pantaloni e riesce a far saltar fuori il cazzo. Me lo sega lentamente, muovendo la mano fino a coprire tutta la cappella e poi tirando fino alla base quasi a farmi male.
Io cerco di restare impassibile, ma in queste condizioni mi risulta difficile. Lascio che siano i miei commensali a tenere le fila del discorso, io annuisco e rispondo a monosillabi. Per fortuna la sera volge al termine e solo pochi avventori rimangono nel locale. Il rischio più grosso è quello dei camerieri, ma anche loro cercano riposo vicino alla cassa.
“Che bel cazzone che hai!” mi dice Inga vicino al volto. “Aveva ragione mio marito che meriti un bel 10! Chissà quando lo sbatti in culo come fai godere i tuoi partner.”
Deglutisco. Ho il cervello in panne. Cerco qualcosa da dire ma tutto si focalizza sulla mano di Inga che mi mastruba in mezzo al ristorante.
“E chissà come è buona la tua sborra… Quello stupido di mio marito non l’ha bevuta, ma io lo farò, mi piace la sborra.”
Franz ride e dice che siamo proprio una bella coppia. Che anche io assomiglio molto ad un tedesco, soprattutto come mentalità. Noi italiani viviamo il sesso molto combattuti, tra quello che pensiamo sia giusto fare e quello che ci hanno sempre detto che non va assolutamente fatto. Fatichiamo a seguire le nostre passioni, a realizzare i nostri sogni per troppa pudicizia.
Io seguo il discorso come se mi trovassi dentro una nuvola di cotone, coi suoni che arrivano in ritardo e ovattati.
Inga continua a menarmi l’uccello e mi sussurra parole sconce. Mi dice che vuole farsi fottere davanti e dietro, a quattro zampe, farsi riempire di sborra tutti i buchi; che poi mi rende il favore col suo strap-on. Si scopa me e suo marito mentre noi ci succhiamo a vicenda. Dice che vuole vederci leccare il suo strap-on dopo che ce lo ha infilato nel culo. Mi riempie la testa di porcate immonde e la mia eccitazione, già elevata, raggiunge livelli stratosferici.
“Dimmi quando vieni, non farlo di sorpresa.”
Riesco solo ad annuire. Sento le palle tese e il caldo avvolgere il mio bacino. Inga continua con le sue fantasie, che saranno poi solo fantasie oppure sono già state messe in pratica? Mi dice che ha la figa in un lago di umori, che per fortuna ha messo le mutandine altrimenti avrebbe fatto la macchia sul suo vestito preferito, che non vede l’ora di sentire la mia lingua sul suo clitoride eccitato, farmi bere il suo squirt.
“Sborra, meine Liebe, sborra per me.”
“Vengo.” le dico in un sussurro strozzato e lei serra la mano intorno alla mia cappella per raccogliere tutto il mio nettare. Chiudo gli occhi e cerco di non gridare dal godimento, afferro un bicchiere e lo porto alle labbra come diversivo. Ne bevo un sorso. Sento i fiotti schizzare dalle mie palle fino alla mano di Inga, uno, due, tre, non so quanti, ma finalmente l’orgasmo si placa, solo qualche spasmo residuo percorre il mio fallo.
Inga toglie la mano e la riporta sopra il piano del tavolo, prende il bicchiere del sorbetto vuoto e ci lascia cadere il mio sperma. Franz la guarda e annuisce. Io devo ancora trovare la forza per rimettermi in ordine sotto la tovaglia. Si pulisce la mano nel tovagliolo e solleva il calice verso di me. Ne ho dato molto nonostante il 69 con Franz.
“Prosit.” dice Inga e beve il contenuto tutto in un sorso. Si lecca le labbra e appoggia il bicchiere.
“Molto gustoso.” sorride maliziosa e si alza. “Io salgo. Vi aspetto in camera.”
La guardiamo sculettare fuori dalla sala. ho il cervello che fuma dalle troppe emozioni e il cazzo che vibra dentro le mutande stropicciate. Non avrei mai pensato che un weekend di puro relax si sarebbe trasformato in una maratona di sesso con due persone così fantastiche.
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