“Sono un cornuto contento? Sono solo uno stronzo, un impedito?”
Per sottrarsi all’azione insistente del polipone mia moglie non pensò di meglio che lasciarsi…”
Quel giorno avevo preso troppo sole e verso le undici di sera
lasciai la compagnia a tavola per andarmi a gettare sul letto, il sonno era la cura migliore.
Era stata una piacevole cenetta con i nostri vicini, una coppia di emiliani: lui Oscar, un quarantenne socievole e di bell’aspetto e lei, Monica, un bel caratterino, un fisico nervoso che si faceva notare e tutta precisina ed ordinata.
Io, Stefano 45 anni, ero con mia moglie Katia, una bella quarantenne piacente. Le nostre figlie alloggiavano nella dependance della villetta affitata nel Salento e conducevano vita del tutto autonoma.
Non ricordo che ora fosse quando mi risvegliai bruscamente per andare in bagno e bere dell’acqua, notai però che mia moglie non era ancora venuta a letto. Dopo il bagno, sempre al buio, raggiunsi la cucina per bere.
Nella cucina che dava sull’ampia veranda risuonava il chiacchericcio dall’esterno. Mi avvicinai silenziosamente alle persiane chiuse della grande porta finestra
e attraverso le luci spiai in veranda dove erano rimasti soli Katia e Oscar, la tavola era stata sparecchiata e loro due erano seduti sul divano proprio di fronte a me
e parlavano, chiacchieravano molto affabilmente sorridendosi e dandosi ogni tanto delle pacche sulle spalle, sembravano amici di vecchia data.
La veranda era nella penombra illuminata di riflesso dalle luci del giardino e dall’intenso chiarore lunare.
Man mano che gli occhi si abituavano a quella luce mettevo a fuoco il quadretto esterno che rilevava particolari curiosi ed intriganti che calamitavano la mia attenzione.
Non potetti non notare, da subito, le gambe accavallate di mia moglie,sprofondata nella seduta e che, in quella posizione anche per il suo corto gonnellino pastello, scopriva abbondantemente le sue cosce abbronzate e tornite, quelle che nell’intimità chiamavo “i bei coscioni” e sulla coscia più in alto Oscar poggiava la sua mano destra a palmo aperto con estrema naturalezza e con altrettanta naturalezza Katia lasciava stare quella mano su cui ogni tanto poggiava la sua in un giochino insistente che vedeva la mano di Oscar scivolare verso l’interno della coscia e verso la sua più profonda intimità e la mano di mia moglie che delicatamente la riposizionava a metà fra il ginocchio e gli slip, senza gesti di stizza e di fastidio.
Quella mano così naturalmente libera di sfiorare la pelle della coscia di mia moglie non mi lasciò indifferente, anzi mi procovò un misto di rabbia e di… eccitazione. Vedere mia moglie in quella posizione mi fece drizzare l’uccello che si eresse prepotente nel pigiama.Non erano, in verità, le belle cosce di mia moglie ad eccitarmi ma era la mano di Oscar che le blandiva e seguivo rapìto quel gioco di mani sulle cosce. Forse desideravo vedere Oscar averla vinta su mia moglie, con le sue mani che affondavano nel calore della sua figa?
Allargando la panoramica dello sguardo mi balzarono agli occhi i capezzoli di Katia, così tesi che prorompevano evidentissimi dal tessuto leggero della sua magliettina bianca, dovevano essere tanto turgidi e tesi per potersi mostrare così nettamente, e dovevano essere anche molto eccitati, eccitatissimi. Oscar era a petto nudo, con una modesta peluria, indossava solo un boxer da mare. la sua gamba destra era aderente alla gamba di mia moglie e la solleticava con un leggero dondolio della stessa, il boxer conteneva a stento la sua vistosa erezione su cui mia moglie lasciava cadere, di tanto in tanto, un’occhiata furtiva.
Oscar comunque faceva il polipo e la sua mano si ritraeva dalla coscia e finiva con apparente non scialance sulla spalla di Katia per penzolarle sul seno e sfiorarle con le dita il capezzolo teso ed anche in questo caso con altrettanta non scialance la mano di mia moglie lo fermava delicatamente senza protestare e senza respingimenti fastidiosi. In questa situazione mia moglie, forse per il nervosismo, scavallava e riaccavallava le gambe, con un fare un pò malizioso, mostrandomi il suo perizoma viola e tirando sempre più su il suo gia minuscolo gonnellino che ora ricopriva a stento il ventre. In questi movimenti si inseriva Oscar per guadagnare centimetri verso l’oggetto del suo desiderio, con la sua mano che palpando restava spesso racchiusa fra le cosce di mia moglie e che lei pazientemente e sempre sorridendo rimetteva a posto, si fa per dire, sempre sulla coscia ma a distanza di sicurezza.
Dall’insistenza dello sguardo di Oscar era chiaro che il triangolino viola che ricopriva il pube di Katia si mostrava anche a lui. Ridendo e scherzando, ad un certo punto, la mano di Oscar ha avvolto con decisione il seno di mia moglie tastandolo intensamente e lei ha reagito respingendolo con il sorriso sulle labbra: “Dai Oscar non esagerare adesso! Fai il bravo dai! Mi fa piacere stare qui con te ma… calma e manteniamo le distanze OK!!”. Oscar però non faceva il “bravo”, anzi la sua mano si infilò sotto la leggerissima maglietta per palpare “nature” il seno di Katia ed io avevo davanti agli occhi lo spettacolo offerto da mia moglie, con il suo seno quasi denudato nelle mani di quel polipo che lo stringeva con immenso piacere. Per resistere meglio alla nuova avances Katia ha divaricato oscenamente le sue cosce, assumendo una posizione abbastanza volgare ma comunque accattivante che esponeva a tutta vista il perizomino da cui spuntavano a cornice i peletti della figa, ed anche la sua espressione si era arricchita di una venatura maliziosa e sensuale. Quelle cosce così scosciate e quel perizomino così in vista attirarono il polipo che rapido affondò la mano scivolando nell’interno coscia e raccogliendosi a cucchiaio sulla figa, per qualche secondo il triangolino viola sparì sotto la mano che raspava la figa fin quando Katia l’ha tolta facendo con l’indice di no, che non si fa. E tutto questo succedeva sempre con il sorriso sulle labbra, proprio come in un normalissimo gioco.
Pensavo fra di me: “ma che cazzo fa quella stronza!! non capisce dove conduce quel gioco… vuoi vedere che… che… cazzo e se ci sta?” e mentre pensavo iniziai a strofinarmi il mio cazzo sempre più duro. “Che cazzo – pensavo – mia moglie si fa palpeggiare da uno stronzo e a me s’intosta il cazzo. Sono un cornuto contento? Sono solo uno stronzo, un impedito?”
Per sottrarsi all’azione insistente del polipone mia moglie non pensò di meglio che lasciarsi cadere sul divano alla sua destra sussurando allegramente: “sei proprio invadente Oscar infili le mani dappertutto, stai buono dai, smettila!” così facendo allontanò le mani di oscar ma nello stesso tempo mise in bella mostra tutti i coscioni ed il suo culo, e come se non fosse sufficiente quello che metteva già in mostra ritrasse la gamba sinistra in posizione fetale verso la sua pancia mentre la sua gamba destra restava distesa. La sua coscia era tutta in mostra dal gluteo in giù incastonata nel filo del perizoma che si perdeva nel solco e dall’elastico che lo reggeva a filo di anca. Quella visione stupenda non mi sfuggì ma non sfuggì neanche ad Oscar che rimase incantato da quello che gli era sotto gli occhi per qualche istante.Si riprese subito dallo stupore palpando con fare porco quel bel coscione con la mano che dopo aver sondato il gluteo scivolò fin sotto il ginocchio per posizionarsi nell’interno coscia a stretto contatto con la figa mentre mia moglie sculettava leggermente forse per liberarsi dell’impaccio senza rendersi conto che accentuava la provocazione. Non contento di quella posizione Oscar fece aderire la sua coscia alla coscia ripiegata di Katia esclamando :” Hai proprio un gran culo, Katia, sodo stupendo è un piacere accarezzarlo, me lo mangerei e…” e questo “e” fu seguito dal suo coricarsi su Katia facendo aderire il suo bozzo di carne al solco delle sue chiappe simulando per qualche secondo la copulazione muovendo il bacino avanti e dietro mentre con la mano fra i lunghi capelli le schiacciava la testa sul divano in segno di possesso.
Katia, dopo aver sottostato ,per un periodo che mi parve interminabile, a quel trattamento così spinto si risollevò dal divano, sottraendosi alla morbosità di Oscar. Si allontanò da lui per raggiungere il tavolo proprio vicino alla porta finestra dietro cui ero intento a spiare.
Ora era ad un metro da me e sentivo chiaramente tutto quello che diceva:” Oscar, non ti sembra di esagerare ora, va bene che amichevolmente mi hai sfiorato e toccato ma ora sento che cerchi qualcosa di più… insomma cominci ad andarci giù pesante e dobbiamo fermarci ed andare a dormire buoni e tranquilli. Non roviniamo la nostra bella complicità!! Sono sposata e di là c’è mio marito che dorme”. Anche Oscar ora si era avvicinato al tavolo ed erano tutti e due davanti a me. ” Scusami Katia, hai ragione ma… sei troppo bella stasera… mi sento attratto e coinvolto fisicamente dal tuo corpo così sodo…così… così disponibile… e però … anche tu… non è che sei proprio indifferente alla situazione … non è colpa mia se… se mi hai messo in bella mostra i tuoi coscioni e il tuo culo sodo e… poi… guarda… i tuoi seni parlano chiaro…!!!” E nel dire questo le sollevò, sotto il mio sguardo, la magliettina mettendo in bella mostra i due seni generosi con i capezzoli puntuti, gonfi e tesi su cui prima appoggiò le mani strizzandoli e palpandoli e poi le labbra che si attaccarono per un rapido succhiotto. “Dai smettila andiamo a dormire… certo hai ragione che anche io ma… io giocavo però ora basta se no… se no non so come va a finire e non deve… insomma non voglio che ci sia un seguito a questi amichevoli giochini!!”
Ero esterefatto a sentirla parlare così ma sempre più precipitato nello stato del marito cornuto, guardone, contento e arrapato che si segava il cazzo e sbavava impotente davanti alla moglie che civettava fra le braccia di un altro. Ma Oscar non mollava la sua presa.
Mia moglie resisteva timidamente spingendo debolmente il suo focoso polipo che le mani, lasciati i seni, le aveva portate ad acchiappare le chiappe sode di mia moglie strizzandole e palpandole con lasciva lussuria. Sentivo la voce sempre più flebile di mia moglie che sospirava:
“Ma no dai stai fermo su smettila insomma basta ohhh ma sei tremendo e no, questo adesso no ma che vuoi ohhh no dai lascia levami la mano da… uhhh leva la mano dai mi fai, mi fai uhhh… sei un porco… adesso no lasciami andare, non ho vo ohhhh mmm sei proprio uno stronzo, smettila o gri… ohhh Oscar ma che ma che fai”
La mano che Oscar doveva levare era quella che le strofinava il perizoma a tiro di figa ed io la vedevo distintamente stropicciare il tessuto con le dita che sfioravano il bordino elasticizzato e si intrufolavano sotto e quegli uhhh ed ohhh ed ehhh e mmmm che uscivano dalla bocca di mia moglie erano il risultato del dito che tintillava la passera di mia moglie constatandone gli umori e il suo tasso di eccitazione.
In un gesto estremo Katia riuscì a divincolarsi dai tentacoli del polipo e si girò verso di me, la sentivo respirare eravamo vicinissimi eppur lontani. ” ora me ne vado a dormire – disse mia moglie rivolto a lui- la serata termina qua!!!” Finalmente, pensai. In realtà aspettavo con ansia di assistere ancora a qualche scena piccante ed eccitante,ormai provavo piacere calato nella parte del guardone di quella troia di mia moglie.
Oscar le si avvicinò: “Dai aspetta, non può finire così… in fondo in fondo tu non sei di ghiaccio!” “Ma che vuoi ancora Oscar ci siamo già spinti oltre il dovuto, volevi sentire la mia pelle? e te la sei palpata abbondantemente. nessuno aveva osato tanto, lo capisci! non mi mettere in difficoltà ti prego!! ti sei pure strusciato sul culo che vuoi ancora??” E lui insistente allungava le mani sul seno sempre turgido: “Lo sai che… insomma, io sono di carne. evvero la situazione si è spinta oltre ma ora non riesco a far finta di niente, mi sento troppo attratto da te e poi dai non fare la santarellina, che vuoi che voglia, voglio te, voglio – e si mise a ridere ammiccando- voglio… insomma come dire Katia! voglio inzupparmi il biscotto dentro di te, capisci??” Anche a mia moglie venne da ridere a sentire la storia del biscotto mentre io ero percorso da un brivido lungo la schiena e nelle viscere avvertivo le scariche di adrenalina che mi facevano tremare le gambe e mettevano in subbuglio le viscere, il mio cazzo però perse ogni ardore e si spense nella mia mano. E sempre ridendo vidi fare a mia moglie una cosa per me inconcepibile,come un triste presagio, allungò una mano e gli tastò i boxer lì dove più corposo era il bozzo, lo strinse tirandoselo a se dicendo, sempre ridendo:” il tuo biscottino stasera resta all’asciutto, capito???” poi quella stessa mano gli accarezzò una guancia sfiorando con le dita le labbra umide e gli voltò le spalle rimettendosi, sempre ridendo, sempre più alla mia vista. Mentre la osservavo sfiorarsi un seno, notai cadere sul pavimento i boxer di oscar, ora era tutto nudo dietro di lei. in un attimo la avvinghiò da dietro aderendo con il suo cazzo al culo ed afferandole i seni con le mani dopo aver scostato la magliettina e la sua bocca iniziò a baciarle il collo, l’orecchio, la guancia fino all’angolo della bocca. Sentivo che il respiro di entrambi si faceva più intenso. Mia moglie ora si scherniva: “Nooo basta stupido lasciami andare non…ohhh non voglio, smettila mi fai sentire sporca insomma mollami, non fare lo stronzo… così con la forza noooo non voglio ehhhh insomma uffa uhhhh” le sue mani provano a staccare quelle di oscar, il suo corpo si dimenava e sicuramente così facendo strusciava per bene il cazzo che immaginavo durissimo del polipo. Una mano di oscar scese nel perizoma dopo aver sollevato il gonnellino che ora era una minuscola fettuccina arrotolata sulla pancia lasciando scoperta Katia con il perizomino tutto in vista, e la mano sotto la strisciolina viola di tessuto tormentava piacevolmente la figa di mia moglie la cui resistenza ora era impercettibile. “laciati andare Katia, non sei sporca tu sei, tu sei solo una gran porca che vuole giocare stasera. divertiamoci solo stasera dai, abbandonati solo stasera Katia, fai la porca per me, mi piace, lo voglio!” e Katia sotto i colpi di lingua di Oscar e per l’azione delle mani che le tormentavano il seno e la figa, ma anche per il contatto del cazzo duro con la pelle del culo, cedeva e lo si capiva da come ansimava e da come farfugliava. Il suo minuscolo perizoma era sceso a metà coscia e la mano che frugava la fighetta impreziosita da un orlo di peli neri era tutta davanti a me. Se mi inginocchiavo la sua figa penetrata dalle dita di Oscar mi sbatteva in faccia e potevo sentirne il profumo e l’eccitazione; se mi sollevavo i suoi capezzoli irti si propendevano verso la mia bocca e le mie dita, avrei potuto sfiorarli anche con la lingua tanto erano vicini; in piedi avevo davanti la sua bocca che smaniava e vedevo la lingua di quel porco che le martoriava il collo facendole drizzare la pelle. Poi Oscar l’ha girata, le ha tolto la magletta lasciandola con il seno nudo che si sballottava, l’ha stretta, sempre ad un palmo dal mio naso, e le ha affondato la lingua in bocca mentre una mano le apriva la figa e l’altra le impastava voluttuosamente il culo facendo ballare le chiappe. Ora era ben visibile anche il cazzo duro di Oscar,più lungo e grosso del mio, che le strusciava il ventre e sul quel cazzo vidi portarsi la mano di Katia, che lo sfiorò prima delicatamente per poi avvolgerlo e stringerglielo con decisione. La presa del biscotto da parte della mano di Katia fu accompagnata da un “ohhhh!!!” misto di piacere e meraviglia sottolineato dalle parole beffarde del polipone: “Hai visto quanto sei porca e come ti piace il mio biscotto… dai stringilo, smanettalo!” e Katia stringeva e smanettava quel coso duro che era un piacere guardarla. Ormai era chiaro che quel biscotto si sarebbe inzuppato dentro Katia, bisognava aspettare per sapere come e dove si sarebbe inzuppato, ed io come un pervertito malato continuavo a guardare, meglio ad ammirare il disinibirsi di mia moglie che ora agiva senza più freni anche quando vaneggiava:” Hai visto stronzo, sei contento… mi volevi porca e sono una porca… siii una gran porca… uhhh quanto è bello il tuo cazzo quando è duro. lo voglio tutto, me lo voglio godere. cristo quanto mi piace siii adesso mi fa impazzire tenerlo nella mano!”
Ed iniziò a baciargli il collo, scivolando verso i suoi capezzoli ed accucciandosi iniziò a leccargli la pancia, l’ombelico e poi giù verso il ventre mentre il cazzo di oscar le strusciava le tette e poi il viso. La sua bocca si perse fra la peluria del basso ventre mentre lei finì completamente in ginocchio e si fermò a guardare la sua mano che stringeva il cazzo e l’altra che massaggiava i coglioni. Poi la sua bocca baciò delicatamente la punta umida del cazzo, proseguendo a sbaciucchiarlo in lungo e largo fin sotto il sacco delle palle, e quando la bocca ritornò in cima la sua lingua leccò la cappella rossa e proseguì lucidando a specchio tutta l’asta, girandole attorno per tutta la sua lunghezza e larghezza e mentre lucidava blaterava: “ohhh che gusto che dolce sapore di cazzo siii questo è il mio biscotto preferito ohhh siii di questi biscotti me ne mangerei intere scatole… oddiooo come mi piace! Ohhhh Ooooscar, che cazzo di cazzo che c’hai uhhh!”
Ero inorridito!! Incredulo!! Pensavo di essere finito in un sogno e che quello che vedevo e sentivo non era realtà ma frutto della mia immaginazione perversa, non potevo credere che quella fosse mia moglie che quella troia in calore fosse la donna con cui stavo da vent’anni!
“Ti mangeresti o ti sei già mangiato scatole di questi biscotti ehhh… porcona!” le disse ridendo beffardo il polipone mentre mia moglie continuava a leccare avidamente il cazzo per poi rispondergli: “il gusto di questi biscotti mi fa impazzire… pensa che l’altra mattina sulla spiaggia mentre quel cornutone di si arrostiva al sole, mi sono fatta una intera scatola di biscotti “togo” magnum, una scorpacciata fenomenale!” E a questo punto la cappella rossa di Oscar era finita tutta dentro la bocca di Katia che se la succhiava appassionatamente costringendo Oscar a profondi sospiri di piaceri e quando ritrasse la bocca Oscar le chiese di spiegarsi meglio: “Una scatola di biscotti “togo” magnum – disse giuliva- che mi hanno offerto nella pineta quattro ragazzi di colore che vendevano cianfrusaglie fra gli ombrelloni, quei biscotti mi hanno farcito la bocca di tanta crema da averne il viso ricoperto, hai capito? e pensa mi hanno promesso per stamattina una confezione veramente speciale. Ma ora basta a dire stronzate, chiudiamo alla grande la serata!” e fece cambiare posizione ad Oscar che ora stava piegato a 90 gradi con le braccia distese sul tavolo e le gambe divaricate e le si accovacciò sotto sulle ginocchia e la sua bocca riavvolse la cappella del cazzo che puntava verso il basso e in un lento progressivo avanti e indietro spariva fra le labbra protese di mia moglie che con una mano aveva preso a sditilarsi la figa. Tutto ciò a venti centimetri dai miei occhi!
Ma la cosa che mi lasciò esterefatto, se mai potesse accadere ancora altro, fu vedere la bocca di mia moglie ingurgitarsi quel cazzo sempre più dentro e con un estremo sforzo che le alterava le guance gonfie di cazzo e le faceva lagrimare gli occhi le sue labbra arrivarono a sfiorare i peli del pube di Oscar. IL cazzo era tutto dentro la bocca di Katia. Poi con altrettanta lentezza ritrasse la bocca fino a liberare il cazzo che svettò tutto insalivato. Mai quella porca di mia moglie mi aveva fatto una cosa del genere! Poi di nuovo Katia riavvolse fra le labbra quel gran pezzo di carne pulsante e un altra volta. e poi ancora e poi ancora un’altra volta il cazzo spariva per intero nella bocca di mia moglie fino alla sua gola. Terminato questo giochino erotico sentii Katia dire: “ed ora sborrami, sborrami, sborrami dai sborrami!!” E dette l’attacco finale al cazzo di Oscar. La sua bocca pompava la mazza rumorosamente, mentre la saliva scendeva a filamenti dalle labbra e dal mento. Mia moglie sembrava l’attricetta di un film porno. E lei pompava e pompava e pompava e si masturbava profondamente e nella mia testa rimbombavano la sciacquio delle labbra, i risucchi, i sospiri fino a quando Oscar si arrese. Convulsamente come un cavallo imbizzarito il ventre di Oscar affondò il cazzo nella bocca sbattendola furiosamente e Katia continuava imperterrita a pompare come una invasata e la sua gola inesorabilmente si deformava per deglutire, una, due, tre, quattro volte in oscena successione mentre il suo corpo era scosso da violenti fremiti.Poi la calma dopo la tempesta.
Le palle di Oscar erano state svuotate, il biscotto aveva farcito di crema la gola di quella grandissima porca di mia moglie che si gustò l’ultime gocce di sperma spremendo il cazzo e tirandone fuori ogni ultimo residuo che accumulò sulla lingua riponendola nella bocca avida.
“I tuoi pompini sono da urlo, porcona!!” ” Ti è piaciuto inzupparmi il biscotto ehhh porco, sono stata abbastanza porca per i tuoi gusti ehhh!” “Non ho mai inzuppato così bene il mio biscotto… Katia tu, tu non sei una porca, tu sei proprio una… una grandissima zoccola a cui vorrei…vorrei inzuppare tutto il biscotto nel culo!” “Vattene via ora stronzo, hai avuto quello che cercavi e vai a nanna, se capiterà mi farcirai anche il culo ma non ti fare troppe illusione non mi piace la routine, godiamoci la densa zuppa di stasera e non pensiamoci oltre… vai ora, vai maiale!!”
Si alzò, si aggiustò i capelli, dette un ultimo bacino al suo biscotto preferito e si avviò verso l’ingresso.
Rapido corsi a letto facendo finta di dormire. La sentii andare in bagno, a pulirsi pensai:” che gran porca!!”Ritornò subito nel letto e come un verme feci finta di risvegliarmi per il rumore e le chiesi cosa fosse successo toccandole le cosce:” Niente, avevo sete!!!” Rispose falsa. Feci qualche avances ma lei i disse: “Dormi! Ho sonno!” poi mi si avvicinò mi prese la testa e mi baciò sulle labbra, sapevano ancora di cazzo. Continuò infilandomi la lingua e travasandomi un fiume di saliva: “Buonanotte!”
Che grandissima porca, la sua bocca e la sua saliva sapevano ancora di cazzo e di sborra. Perchè lo aveva fatto???
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