“Buonasera!”, tutti replicarono al suo saluto. Anche suo padre che con una mano faceva zapping e con l’altra palpava la figa di Ginevra chiusa già nel pigiama.
“Hey… devo parlarti”, gli si accostò la signora De Porconis con la sua vestaglia da notte.
“Sì Amalia? Dimmi pure…”.
“Non qui. Seguimi”.
I due risalirono le scale. Appena al piano di sopra Daniel percepì uno strano brusio ma non ci diede retta e la donna lo condusse nella sua camera. Sul letto Daniel vide i suoi dvd porno.
“Ho trovato questi filmati porno nella tua camera. E suppongo tu non sappia spiegarmi cosa ci facevano lì, vero?”
“Bhe… infatti… forse li ha messi un mio amico…”, incespicò il ragazzo.
“Ascolta… anche se non sei mio figlio sto facendo il possibile per educarti bene e non voglio che tu veda certi filmati”.
“E’ solo uno svago…”.
“Ti rendi conto che poteva trovarli quell’innocente di mia figlia?”.
“Ah…”.
“Ah cosa?”.
“No niente…”.
“Del resto credo d’essere all’altezza di gran parte delle donne che ho potuto vedere in questi film hard…”.
“Bhe si… ma tu li hai visti?”.
“Tutti… sono bei film… così belli che…”, la donna si sedette sul letto ed aprì le cosce senza timore d’apparire tutta nuda… poi completò la frase: “Guarda cosa mi hanno costretta a fare…”. Gli occhi di Daniel misero a fuoco la base d’un vibratore verdastro interamente insaccato nella vagina della matrigna. L’oggetto, pur inabissato, emetteva ancora un sottile ronzio… proprio quello che Daniel aveva sentito una volta risalite le scale.
“Oh Amalia…”, il ragazzo finì sulle ginocchia a slinguazzare la figa della matrigna che sobbalzò: “uhhh… sono la compagna di tuo padre… lo dimentichi?”. “Ma altre volte…”. La lingua di Daniel favoleggiava insalivando la figa di Amalia in superfice, muovendosi sinuosa tra le labbra, tracciandone gli orli… “Shhh quelle volte lì sono un segreto…”. “Lo sarĂ anche questa…. Ti prego…”. La donna sospirò fingendo di stare acconsentendo a qualcosa cui si opponeva e poi con un dito spinse in avanti la fronte di Daniel, si sfilò il vibratore e gli diede il permesso: “E va bene!”.
Daniel prese a leccargli la figa con dedizione e destrezza mentre Amalia mise da parte quel vibratore divenuto così scintillante e vischioso. La lingua del ragazzo le colmò il caldo anfratto in un moto continuo e spavaldo che la portò a gioire di un amplesso. “Prenditi la figa… tesoro, prenditela”, Daniel si erse col mento madido degli umori della matrigna che indietreggiava sul materasso a gambe aperte. Si saziarono a vicenda, scoparono di gusto, Amalia sembrò andar giù di matto quando l’ennesimo amplesso la indusse in uno squirting che sorprese Daniel. Simile a piscio, quella gioia fulgida insozzò la pelle del ragazzo su cosce, stomaco, petto… Daniel vide la donna schiaffeggiarsi la figa come una schizofrenica e poi esigere nuovamente di essere fottuta. E lui la accontentò, la trombò, era poderoso, ci dava dentro, spingeva, spingeva, e lei non trattenne manco una vocale dello stridore perverso che si generava dentro di lei. Fu rimpinguata di cazzo e tornò a godere quando Daniel le infilò l’affare nel culo, chiudendole le cosce a lato. Una fiumana di sughi viscosi le colarono oleosi e profumati dalla figa mentre l’asta di Daniel si irrobustiva per eruttare nel culo della matrigna. Rallentò, sgranò gli occhi, un indicibile sensazione gli corrose il viso, affondò un altro colpo e così la matrigna si ritrovò il culo strapieno di sperma.
I due restarono abbracciati sul letto. “Mai più porno, va bene?”. “Va bene”, rispose il ragazzo poi fu catturato da certi rumori: “Oh ma che… che è sto rumore?”. “Che rumore?”. “Un brusio strano… ascolta… ah ecco cos’è!”. Daniel scorse il vibratore tornato a lavorare nella figa di Amalia.
Visualizzazioni: 1 360
Aggiunto: 3 anni fa
Utente: