DUE PER UNA – Da Ape & Regina, 6

Ci prendiamo un momento di relax, poi ci spostiamo in camera da letto.
Sono stremata ma mi piace essere oggetto del desiderio. Mi preparo sul letto, distesa, mentre aspetto di capire quale uomo mi prenderĂ  per primo. L’attesa di per sĂ© mi provoca una sensazione fisica ma indescrivibile…
 – Puoi fartela se vuoi. – dice Dario – Se non ti spiace scatto qualche foto, ok? –
Francesco non ne è entusiasta, ma accetta:
– Mi fido di voi – taglia corto – però dopo togliamo quelle dove si vede il viso! Devi capirmi, ho due figlie grandi, sono nonno… – sorride, intanto ora è nudo e coinvolto in una specie di orgia.
– Te la cavi bene, però, – rompo l’atmosfera stagnante – vieni, mettilo in bocca, voglio succhiartelo per gonfiarlo…–
Dario gode, mentre l’uomo non se lo fa ripetere. Si sposta sul lato destro del letto e inizia ad imboccarmi il suo membro, ormai floscio.
Mio marito riprende la scena; man mano vedo che anche lui si eccita di nuovo; il pene si ingrossa quasi contemporaneamente a quello di Francesco, lo sento riempirmi la bocca; lo succhio senza farlo uscire.
Quando Francesco è “pronto” prende l’iniziativa, mi sale addosso e mi introduce il cazzo, nel modo canonico. Quando si è piazzato. alzo le gambe e mi tengo le ginocchia con le mani. Mi godo la penetrazione completa… senza troppi spasimi: Francesco mi ricade semplicemente sopra, con tutto il membro; lo scroto mi batte sulle labbra. E’costante nel movimento, mi piace… nĂ© forte, nĂ© piano: scopa come non dovesse smettere mai. Dario scatta varie foto, immagino che in questa posizione, ciò che vede sia incredibile.
Il vecchio continua tranquillo, sembra farlo da sempre, penso che di certo scopa così con sua moglie.
Quando riesce mi strizza i seni tra le mani aperte.
Francesco mi dice parole forti, all’orecchio:
– Ti piace, ti piace la scopata? –
– Uhm… siiii, premi… – ho la voce spezzata dal piacere.
– Dopo la prima – dice l’uomo – duro tanto di piĂą, vedrai! –
Quella confidenza intima, l’abbandono fisico e il ritmo costante mi portano lentamente all’orgasmo… lo comunico ai due, anzi, lo chiedo a Dario con voce spezzata:
– Posso… posso venire? –
Lui ne è felice; ora sussulto e roteo il bacino; il pene mi si rigira dentro come un birillo, voglio sentirmi piena. Non è grandissimo ma tiene duro, perfetto per resistere ai miei spasmi intrattenibili. Il mio amico arranca ma non molla. Ci sa fare, riesce a non uscire dalla figa e non si lascia “disarcionare”; vengo ancora e continuo a bagnarmi.
Sono in sollucchero e mi abbandono. Dario lo vede, e si masturba per tenersi pronto…
– Facci tu la ripresa – dice, dando la cam al nostro ospite.
Quando mi riprendo, si avvicina e mi gira, posizionandomi come una pecorella, le ginocchia sul letto e il bacino assai proteso. Lascio fare e aspetto, il suo pene è notevole: mi cerca il buco, comincia l’operazione.
Cambiare cazzo in così poco tempo fa sentire una donna assai puttana, a me capita così… e mi piace. Vorrei essere all’aperto, per strada… in una di quelle zone malfamate dove le prostitute la danno via per poco e in fretta.
Questo pensiero mi ha sempre sfiorata in questi frangenti, per fortuna la voglia poi mi passa, altrimenti potrei trovarmi davvero nei casini. Però adesso sono la puttana di quei due, e va bene così. Se Francesco mi pagasse non mi offenderei.
Dario mi tira per i fianchi, mi sfonda, forse vuole che Francesco veda in questi gesti il suo dominio; veda che io subisco una specie di punizione per aver goduto con l’altro… non so.
Francesco non vuole perdere l’erezione e desidera fottere ancora, me ne accorgo. Si stende sul letto, davanti a me: non mi scompongo. In attesa che mio marito si sfoghi, abbasso la testa e lo rendo felice con un altro pompino.
Siamo tutti al massimo!
Ogni botta di mio marito nelle natiche, corrisponde a una profonda penetrazione di Francesco, che scende fino in gola.
Dario non viene, però si calma; mi sfilo da lui e, voltandomi rapidamente, salgo cavalcioni su Francesco. Faccio tutto da sola, prima glielo tasto e poi me lo infilo.
Prima scendo a precipizio sul quel pene poi, dopo una serie di altalene, mi fermo e inizio a strusciarmi sopra. Amo quella posizione perchè, quando il pene è bello eretto, lo sento girare nella pancia.
Di lui non si vede più niente, è tutto dentro e lo sento mio.
Poco dopo, Dario si avvicina alle mie spalle! Avrei dovuto immaginarmelo. Promesse e accordi sono del tutto inutili; ogni cautela, ogni programma per procedere piano e con metodo, nel piacere va a farsi friggere.
Dario vuole fare tutto… porco insaziabile.
Prima temevo e aspettavo questo momento, adesso cerco il coraggio per non dire di no!
Mio marito abbassa la testa, mi lecca sotto, mi lecca dietro, però si spinge anche verso la vagina che sale e scende sul membro estraneo, lecca anche quello con tutto lo scroto… tutto, tra le natiche, diventa umido, bagnato…
Ecco che mi monta dietro… non vedo niente ma sento cosa succede. Francesco da sotto pure capisce, sono ferma, chino i seni gonfi sul suo viso. Cerco il massimo dell’eccitazione per trovare la forza, di subire e di godere del subire.
Lui bacia dolcemente i capezzoli e mi abbraccia i fianchi, quasi volesse confortarmi. Condivide il mio giacere, doloroso, durante la prima dilatazione.
Come al solito, sono convinta di essere preparata, ma poi mi manca il fiato, quando la testa dell’asta mi apre per la prima volta.
Francesco mi stringe, è immobile; anche Dario si ferma, dandomi il tempo di abituarmi a quella pressione. Mi si rizzano i peletti sulla nuca quando, finalmente, Dario mi sfonda.
Sento i due affari serrati tra le mie pareti, sento che si toccano… quasi, dentro di me.
Quando mi sono calmata e divaricata bene, Dario impone il ritmo e iniziano a fottere insieme, all’unisono.
Mi conviene star buona e cedere tutta… sopportando il ritmo: mi preme dietro ed io vengo spinta sul palo dell’altro; rimbalzo sulla sua pancia, e torno a salire. Ma Dario è fermo e mi affonda di nuovo.
Non ho più alcun controllo sul mio corpo, l’orgasmo parte e non si ferma più; è un’altalena di continui piaceri. Il disagio è del tutto scomparso, vorrei che finissero mai. La profanazione estrema non mi provoca più alcun dolore né alcuna remora, prenderne due, contemporaneamente, adesso mi sembra del tutto naturale.
Dario non ce la fa piĂą, vuole venire, ma riesce a fermarsi… va via e mi lascia sola con l’altro.
Ne abbiamo parlato spesso in segreto: ora succede davvero!
Sono alla mercĂ© di un uomo che non conosco e lui può decidere ciò che gli pare… su di me. Un attimo di disagio mi attraversa; registro il “cambiamento” anche nell’atteggiamento di quel vecchio signore. Rallenta il ritmo, poi si ferma.
– Mamma mia – dice – riposiamo un poco, vuoi? Non sono piĂą un giovanotto… –
A malincuore smonto dal pene, adesso ha perso un poco del suo vigore. Mi chiede del bagno, ci va e socchiude la porta.
Di Dario nessuna traccia, non un rumore.
Quando l’altro torna, sapendomi sola s’impone e si mette sopra di me ma sottosopra. Adesso ce l’ha “barzotto” però me lo schiaffa in bocca ugualmente. Poi, ricambia e parte col sessantanove; mi apro al massimo è una delle cose che mi piace di più.
Dario è sparito, noi non abbiamo fretta; ci giriamo sul fianco, per non stancarci pur continuando a leccare con estrema dolcezza.
E’ un lavorio sensuale e delicato. Sento che lui si riprende; lo sento salire di giri, ricomincia per me quella sensazione di stare per esplodere come fossi un vulcano in procinto di eruttare, un piacere senza freni.
Lecca e succhia tanto forte da farmi accapponare la pelle.
Capisco il perchĂ© di tanto fervore, quando quasi mi urla: – Succhiami il cazzo, prendilo tutto! – Capisco che fa, vuole che il mio uomo senta che sta abusando di me…
– Ti piace, troia? – lo dice ad alta voce e mi spinge il pene in bocca, è tornato duro… il nostro gioco lo rende irruento.
Vorrei farmi sentire ma non posso parlare. Immagino le dolci pene di Dario che adesso sa in che mani sono finita.
La pompa dura, ma la sua erezione rimane forte. Godo nel sentire il suo membro pulsarmi in bocca.
Ancora, a voce alta, si rivolge a me (ma parla a Dario):
– Adesso devo farti il culo, dimmi che lo desideri, dai! –
– Sì – rispondo, soggiogata – va bene. –
– Ti voglio tutta mia: oggi voglio tutto da te, anche l’ano… –
– Va bene! – la voce è sottomessa perchè mi piace esserlo in quel momento e poi faccio in modo che Dario senta la mia dipendenza fisica da Francesco.
 – Anche se tuo marito non c’è… t’inculerò; non aspetto il permesso, vieni, fammi da buco, puttana! –
– Fammi come vuoi… – confermo arrendevole – ma non sarebbe meglio chiedere a mio marito se posso darti il sedere? Che ne dici, ci siamo appena conosciuti… – Adesso recito, voglio eccitarli come tori infuriati.
– No, non c’è tempo, non devi preoccuparti… ora sei mia e comando io. Lui lo sa che gli facciamo le corna! – un sorriso malefico si dipinge sul suo volto mentre si viene a mettere comodo alle mie spalle. Indossa solo la canottiera, anch’io sono solo col reggiseno ridotto a una striscia che mi sostiene i seni, gonfi, martoriati dalle continue sollecitazioni di tante manate virili. Come prevedevo, ogni scusa è stata buona per succhiare, toccare e stirare le mie tette morbide e appetitose.
Siamo entrambi sul fianco; mi accomodo meglio, la testa sul cuscino e i lunghi capelli sul viso. Mi adagio come dovessi dormire.
Il vecchio non demorde, il suo pene tiene ancora la consistenza e lui è eccitato.
Lo sento armeggiare dietro… lascio fare: l’attesa mi toglie il respiro.
Quando mi entra dietro, sento la profonda dilatazione, il disagio, ma non mi fa piĂą male… lo prendo con tutto il desiderio, fisico e mentale, di essere fatta così. Però sottolineo l’entrata con un lungo “Aaaahh!” sospirato, pieno di piacere e libidine.
Dario sa! Forse adesso ci spia e vede un estraneo che si dimena dietro sua moglie.
Francesco pompa sul fianco e preme; per farsi forza si aggrappa con le mani dove può, pur di puntellarsi per entrare profondamente, tipico dei maschi.
Mi prende i seni; si attacca ai fianchi… il suo parossismo mi fa impazzire. Mi desidera troppo, si sente, vuole sfogarsi, vuole lasciarmi il segno dentro e, allo stesso tempo, prendere sensazioni, emozioni, piacere… non sa se mai gli capiterĂ  un dono “regale” come questo. Il piacergli tanto m’inebria tutta.
Adesso si sente, dietro lo sbattere ritmico, come un suono di schiaffi; penso che possa sentirlo anche mio marito; non posso evitare di masturbarmi, mentre il coso mi viaggia nel sedere.
Vengo! Non posso farci niente, appena sento che lui incalza e freme, vengo come un’educanda che a lungo s’è trattenuta.
Lui vorrebbe parlare, gridare, rendersi utile al mio orgasmo, ma non ce la fa, è sovrastato dal piacere a sua volta.
Tremiti ritmici nell’ano mi avvertono che l’anziano arriva, ecco! Viene… lo tiene giĂ  tutto dentro ma spinge di piĂą, come non gli bastasse. Eiacula nella mia parte piĂą profonda.
Continuo a venire, mi viene quasi da piangere quando sento il suo calore liquido, godo a lungo… consumata dal desiderio.
Francesco non si stacca, non vorrebbe mai uscire da quel paradiso; Dario ritorna, è eccitatissimo; si vede dal pene, lo tiene in mano; viene per guardare…
Non dice niente ma è sopraffatto dal piacere.
Credo sia per lo spettacolo offerto dal mio corpo riverso, discinto, gli sembrerò una bagascia… il trucco sfatto; le calze avvoltolate su sĂ© stesse, un vecchio che non ne vuole sapere di staccarsi dalle mie natiche, provate e sofferenti.
Dopo piĂą di cinque minuti, Francesco cede, il suo pisello non resiste piĂą, ridotto a un moccolo gli si ritira tra i coglioni.
Dal mio sedere, a fiotti rumorosi, si sversa sul letto un fiume caldo, gorgogliante di aria e sperma.
Sono sfatta, stanca, dilatata… ma felice… l’eccitazione non vuole abbandonarmi, lo stomaco è ancora contratto. Ho bisogno di rilassarmi, non mi aspettavo tutto questo, così all’improvviso. 
Francesco cerca di darsi un tono sdraiato sul letto, sfinito.
Vorrei dormire subito, ma l’igienista che è in me m’impone una fuga strategica al bagno per espletare tutta una serie di incombenze… sono piena di sperma e di umori, sudata e fin troppo sollecitata… devo correre!
Appena mi alzo do un bacio profondo e appassionato al mio amore… poi mi rendo conto che il suo cazzo è ancora in tiro… vuole venire.
 – Vuoi fare ancora? – gli chiedo, senza troppo entusiasmo.
Sorride tenero:
– Non ti preoccupare, tesoro, sei stata stupenda… vai pure, non ti preoccupare di nulla; abbiamo tutto il tempo… –
Gioisco nel poter raggiungere il bagno, sono davvero molto provata. Lo specchio mi restituisce la mia immagine… sono molti i punti in cui la mia pelle è rossa per lo sfregamento con i corpi, con le mani… è piĂą forte di me, tutto ciò che di volgare e decadente trovo sul mio essere… mi ricorda l’accaduto e mi tiene in uno stato di calore perenne.
Gli abiti estranei sparsi per casa, gli odori del piacere proibito, la promiscuitĂ  erotica, appena vissuta tra quelle mura. Tutto mi manda in estasi.
Non capita spesso, a volte passano anni, però avere questa vita segreta… appaga certe parti di me di cui a volte mi dimentico del tutto, eppure quando vengo sollecitata al momento giusto la libido esplode, cerco l’indecente, il perverso: voglio sentirmi usata, voglio che chi mi usa impazzisca per me, che si sorprenda della mia disponibilitĂ  a concedermi.
Chi tradisce il marito, chi fa le corna, avrĂ , nel bagaglio delle sue sensazioni, un certo piacere, una misteriosa rivalsa, a lasciarsi prendere da un altro; forse la gente comune riterrebbe che il mio comportamento è solo sessuale e privo del sottile piacere della segretezza… beh, si sbagliano di grosso. La presenza, la consapevolezza, il “dolore” di mio marito mi fanno raggiungere vette di piacere mai esplorate nei semplici rapporti; i pensieri che mi posso permettere nei miei momenti intimi sono talmente segreti e lubrici che mi bloccano il respiro e mi stringono la pancia: questo sesso così estremo mi coinvolge fisicamente.
Intanto che evacuo, rilassandomi del tutto, penso a “fuori”: tra non molto sarò per strada, tra la gente, tornerò da chi mi conosce come se nulla fosse accaduto. La signora tranquilla, sorniona e morigerata, riprende il suo posto nel suo tassello, mentre la puttana che è in me ritorna in un cassetto insieme alle calze stressate dalla lotta d’amore.
La mia verità verrà taciuta persino nei dialoghi con Dario, che sa tutto, naturalmente, tranne in quelle notti in cui la fantasia e la lingerie profanata servirà a scatenare tutta la forza di ciò che abbiamo sperimentato.
 
Ecco, ho fatto pure la doccia, meglio tornare di sopra a recuperare la camicetta e il resto delle mie cose, tra poco andremo via.
Dalla porta della camera sento provenire un mugolio strano. Non ho remore, adesso ci conosciamo fin troppo intimamente; la porta e socchiusa, apro…
Lo sconosciuto è sul letto, completamente nudo: tiene le braccia raccolte sotto il petto, la faccia tra i cuscini per soffocare i lamenti di piacere. Le sue gambe sono strette, intrecciate con i piedi accavallati… segno che fa del suo meglio per stringere le natiche, sono ancora sode, ma la pelle non è piĂą elastica come una volta, però ricevono, molli i potenti affondo del cazzo di Dario…
Mio marito gli è addosso, il tronco sostenuto dai gomiti, le gambe aperte circondano quelle dell’altro come se non volesse farlo scappare. Movimenti sconnessi: s’inarca sulle punte dei piedi, poi come un’ondata lo travolge e gli è di nuovo tutto addosso, di nuovo penetra fino alle palline.
L’altro soffre la spinta, si vede, ma non molla, stringe i denti e sopporta, non vuole rinunciare al “dono” finale.
Adesso c’è quasi silenzio nella stanza, tranne il ritmico colpire delle carni che si baciano. Francesco non deve aspettare molto, circa cinque minuti di “botte”; resto a guardare, ipnotizzata dalla segreta violenza di quel rapporto veloce, quasi rubato.
Dario si accascia sul vecchio e lo impala, ora, immobile, gli cola nei visceri tutto il suo piacere.
Vorrei dire qualcosa… la scena mi ha colta impreparata… tutti e tre vorremmo dire qualcosa ma, per un po’, nessuno lo fa.
Torno di sotto a finire di sistemarmi… mi rifiuto di pensare.
 
***
 
E’ sera, accompagniamo Francesco alla Stazione; si parla del più e del meno e mi suona così strano, poi lo salutiamo con molta cordialità. Io lo bacio sulle guance per un ultimo, estremo, momento di complicità.
 – Spero di rivedervi. – dice quel signore di mezz’etĂ  come stesse salutando i nipoti; penso a quanti giovani non hanno nemmeno un grammo della sua sensualitĂ  e della sua carica erotica.
 – Dipende solo dalla nostra “regina” – dice Dario, indicandomi col mento, sorride.
 – Certo… è ovvio, tutto si fa per la “divina creatura”! – condivide Francesco, serio, convinto.
Mi viene un po’ da ridere, i miei sudditi se la son goduta e adesso mi bramano. Senza promettere nulla, gli stringo ancora una volta la mano:
– Vedremo… – dico laconica, mentre lui circonda la mia mano con le sue e accenna il baciamani.
Prima di allontanarsi mi apostrofa con un sentito:
– Grazie… grazie di tutto, a tutt’e due! – si volta e poi si perde tra la folla.
 
La domenica Dario mi dedica tutta la sua attenzione, tutta la sua tenerezza… mi tratta come un raro gingillo e si preoccupa che nessun trauma mi abbia segnata. Glielo dimostro la sera, quando siamo soli nel letto di casa, e scopiamo per oltre un’ora, mentre io gli racconto ogni sensazione provata, ogni piacere sentito, compreso il fiato mozzo di quando l’ho visto fottersi quell’altro uomo, come fossero una coppia di froci clandestini.
 
EPILOGO
 
Alle sei e trenta del lunedì, una piccola Ape si precipita nel bagno, poi sorbisce una tazza di latte e caffè; truccandosi alla svelta, indossa abiti informali.
Verso le otto e trenta, marcia giĂ  nella folla, infagottata in un piumino nero, perdendosi nella massa enorme e anonima di pendolari che sciamano nella grande cittĂ … ma se qualcuno avesse il tempo e l’interesse di osservarla attentamente, si potrebbe accorgere che, nonostante tutto quel caos e il rumore assordante della folla, le sue labbra abbozzano un leggero sorriso. soddisfatto e trionfale.
Due incredibili giorni da Regina lo valgono tutto quel lungo, segretissimo, sorriso.
 
©Giovanna S. – 2014

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Aggiunto: 3 anni fa
Utente:

Cuckold

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