“Eravamo lì in silenzio seduti tutti e quattro attorno ad un tavolino senza che nessuno avesse il coraggio di parlare, la tensione nell’aria era palpabile…”
Erano le 8:30 del mattino quando ci svegliammo e la prima
cosa che ci chiedemmo era se quella fantastica scopata fatta la sera prima era stata un sogno o era accaduto realmente.
“Gianni!” esordì Marco con aria preoccupata e pensierosa “abbiamo realizzato il nostro sogno… ci pensi? ma ora chissà cosa diranno le nostre madri?”
“Marco non lo so, sono anch’io perplesso. Certo è stato stupendo e devo confessarti che non provavo nessuna gelosia mentre tu ti facevi mia madre, anzi la cosa mi eccitava tantissimo”
“Anch’io ho provato una strana sensazione, Gianni, quando ho visto mia madre nuda che ti succhiava il pisello e non ti nascondo che avrei voluto che al posto del tuo cazzo ci fosse il mio”
“Ma che maialoni che siamo! Marco stiamo parlando delle nostre madri e vogliamo scoparcele? Forse stiamo impazzendo”
“Gianni ora viene il bello… dobbiamo affrontarle”
Le nostre menti erano confuse, non sapevamo come comportarci, il dubbio di averla fatta grossa ci prendeva.
Arrivati in cucina trovammo le nostre madri che sedute al tavolo consumavano la loro colazione con i volti stravolti. Salutammo con un classico “buongiorno” e loro risposero senza guardarci.
Un clima surreale. Eravamo lì in silenzio seduti tutti e quattro attorno ad un tavolino senza che nessuno avesse il coraggio di parlare, la tensione nell’aria era palpabile.
Ad un certo punto cercai di rompere il giaccio e, facendo finta che nulla fosse accaduto la sera prima, dissi con finta ingenuità:
“Scusate, oggi non si va in spiaggia?”
Zia Elena rispose con una voce quasi roca e con la testa appoggiata sulla mano:
“Io non ne ho voglia! “
Mia madre rimase in silenzio, ed io e Marco ci guardammo negli occhi con l’espressione di chi aspetta da un momento all’altro una bastonata.
Il silenzio durò per altri cinque interminabili minuti fino a che mia madre con una voce rotta dall’emozione iniziò:
“Ragazzi… quello che è successo ieri sera è stata una cosa che non sarebbe mai dovuta succedere. eravamo tutti un pò brilli e ci siamo fatti prendere la mano. Quello che abbiamo fatto è inaudito … ma ci pensate? ci siamo scopati i nostri nipoti e l’abbiamo fatto davanti ai nostri figli… solo che ci penso mi viene da impazzire! è successo, ma spero che non ci consideriate delle… come dire… insomma, delle puttane!”
Temevamo di peggio, invece erano loro a fare l’autocritica.
“Ma no mamma, è che… “
“Gianni lasciami finire. Io e zia Elena ne abbiamo parlato. la cosa deve rimanere qui e dobbiamo dimenticare tutto”
Zia Elena non parlava e continuava a tenere lo sguardo basso. Io per difendermi dissi:
“Ma no mamma, non potremmo mai considerarvi delle put… come dici tu… è che vi abbiamo sempre visto come due donne stupende, magari un pò trascurate dai loro mariti, e non volevamo che finiste tra le braccia di qualche estraneo… così pensavamo di essere utili… scusate, scusate, sto scherzando, volevo solo farvi sorridere. il vino ci ha fatto questo scherzo. beh, facciamo conto che abbiamo fatto un sogno. non si può?”
Queste parole ebbero l’effetto di rasserenare subito il clima e di far sorridere mia madre e zia Elena, forse era la giustificazione che esse stesse andavano cercando.
“Certo Gianni, un sogno…” disse mia madre “un sogno… e, a dire la verità, è stato anche un bel sogno!”
Notavo nello sguardo di mia madre qualcosa di strano, come se l’arrabbiatura si stesse trasformando in complicità, così ne approfittai subito:
“Anche per noi è stato un sogno stupendo. Ce l’eravamo immaginato tante volte mentre ….. mentre ce lo tiravamo e voi non ci avete per nulla deluso”
“A dire il vero anche voi vi siete comportati bene… io parlo di Marco, per Gianni dovrebbe esprimersi zia Elena! ”
Lo sguardo di mia madre cercò quello di Elena la quale annuì con la testa.
Io mi alzai ed abbracciai mia madre sedendomi sulle sue ginocchia, Carlo mi seguì e fece lo stesso con sua madre.
“Allora ci perdonate? ”
“Sì sì, vi perdoniamo, ma dovete tenere la bocca chiusa con tutti!”
Io, tirando fuori una faccia tosta che meravigliò anche me stesso, dissi guardando mia madre e mia zia:
“Visto che abbiamo fatto pace perché con festeggiamo l’evento magari…”
Mia madre e mia zia mi guardarono con aria meravigliata e, con un tono di falsa indignazione, mia madre mi rispose:
“Ma guarda che faccia tosta! ma non stai mica provandoci di nuovo? ma siete due maiali… ma guarda guarda …… niente niente pensate di sostituire i vostri papà?”
Io, notando nel suo dire una certa aria di complicità, dissi:
“Beh, e cosa ci sarebbe di male a risognare? in fin dei conti è piaciuto sia a noi che a voi”
Mia madre e zia Elena si guardarono negli occhi e accennarono ad un sorriso; io infilai una mano nel pigiama di mia madre e le toccai un seno, lei mi guardò e, con uno sguardo languido, mi chiese:
“Ma sei proprio un depravato! Dopo la zia non vorrai mica scoparti anche la mamma? se si risogna si risogna. vuol dire che, come ieri sera, ognuna col proprio nipote, col figlio non si può!”
Carlo, che intanto anche lui aveva preso a toccare il seno di sua madre, disse:
“Dai zia Giuliana, e che sarà mai? sarà un nostro segreto!”
Le due donne si guardarono nuovamente negli occhi, si scambiarono un piccolo sorriso ironico, poi ci indicarono la strada della camera da letto e ci avviammo abbracciati, ognuno di noi palpeggiando oscenamente il culo della propria madre.
In camera da letto la zia e la mamma si spogliarono e si stesero sul letto una vicina all’altra, i nostri cazzi che ormai non stavano più nel prepuzio, ci posizionammo tra le loro gambe iniziando a leccare le due fiche nere, mentre loro gemevano e ci toccavano i capelli. Dopo cinque minuti ci mettemmo nella posizione classica del 69. Provai una sensazione mai provata nel vedere mia madre che mi succhiava il cazzo mentre io le lappavo la fica che sbrodolava.
Zia Elena nel frattempo si dava da fare con il figlio Marco e sembrava che volesse ingoiargli il pene per la foga con cui glielo succhiava, facendolo esultare per la goduria.
Mi staccai dalla presa e, guardando mia madre con aria da gran maiale, le dissi che non ce la facevo a resistere più, volevo chiavarla nella figona. Accondiscese docilmente, la feci mettere a pecorina e la penetrai da dietro con tutta la mia forza.
Marco mi imitava in tutto e fece la stessa cosa con sua madre. In breve ci ritrovammo fianco a fianco a pompare le nostre madri alla pecorina che, con la faccia stravolta dal piacere, si guardavano e si complimentavano per la nostra bravura.
La febbre cresceva ed io, in preda all’eccitazione più travolgente, dissi a mia madre che volevo il suo culone. Rispose allarmaya:
“No Gianni, non esagerare! sono vergine di dietro, non l’ho mai fatto! ti prego, continua nella figa!”
Ma zia Elena mi venne in soccorso:
“Giuliana, ti sbagli, è un piacere da provare….. una volta passato il dolore iniziale, ti assicuro che è bello”
Marco fingendo meraviglia:
“Come mamma, hai il culo rotto? è stato papà?”
E lei:
“Sì, tuo padre… appena sposati”
“Beh, allora lo voglio anch’io”
Così Marco sfilò il cazzo dalla fica di sua madre e con un colpo preciso e secco la inculò. Zia Elena emise un urletto di dolore, ma subito dopo lo incitò:
“Che bello! dai marco inculami a dovere, fammi godere… che bel cazzo che hai, figlio mio!”
A queste parole anche mia madre si convinse:
“Dai Gianni, proviamoci… ma fai piano, ti prego. voglio provare qualcosa di nuovo. sì, chiava il culo a tua madre”
Tirai fuori il cazzo dalla figa e l’appoggiai vicino al foro anale, iniziai a spingere e, dopo un paio di tentativi, feci scivolare la cappella del mio glande nelle viscere materne, mi fermai per assestare l’asta nel culo e per prendere fiato, mentre mia madre, dopo un respiro liberatorio, disse:
“Dai piccolo. sei dentro… sì, ora comincia a muoverti lentamente, fai godere la mammina”
Iniziai a muovermi con ritmo blando aumentando un pò alla volta i colpi che via via si facevano sempre più violenti; ad ogni colpo mamma ansimava e si dimenava dando pieno sfogo al suo piacere:
“Uuuhmm è stupendo! cosa mi sono persa! ho il culo in fiamme ma non smettere dai, sfondami dai Gianni, sto godendoo!!”
Sborrai che sembravo un fiume in piena e Carlo mi seguì a ruota.
Eravamo andati al di là dei nostri sogni. Ci eravamo scopate le nostre madri e, addirittura, ce le eravamo inculate. E poi avevamo intrecciato una tresca perversa, scatenando la libidine repressa delle due donne.
I giorni che seguirono furono un crescendo di lussuria incestuosa. Andammo avanti per tutto il resto della vacanza con un doppio registro, comportandoci in spiaggia come una classica famigliola in vacanza e a casa facendo le porcate come mai avremmo immaginato, con chiavate di gruppo e nelle posizioni più ardite. La più arrapante fu incularle mentre le due si scatenavano in un furioso 69 lesbico.
Come tutti i sogni che muoiono all’alba, arrivò il giorno del rientro dei nostri padri e poi la fine delle vacanze.
Ma, come si sa, una volta che certe cose le si è provate, è difficile dimenticarsele. E così, anche se non ci è più capitata l’ammucchiata, in attesa della prossima estate, sia io che Carlo ci scopiamo le nostre mamme una volta alla settimana e, appena capita, ci scambiamo le visite.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.