(Dedicato ai puri di animo la cui esistenza terrena ha avuto fine quell’11settembre a Manhattan…)
Quella mattina il giovane dagli occhi azzurri indossava pantaloni di lino rossi ed una camicia color cremisi. Prese la metropolitana delle 7.30 e come ogni mattina gli tornò alla mente la sera che aveva cambiato la sua vita: esattamente cinque mesi prima, all’inizio di un aprile insolitamente mite. Ma il ricordo era in lui così vivo da dargli l’impressione che tutto fosse accaduto appena la sera prima.
Quella sera aveva fatto tardi in ufficio a causa di un lavoro che doveva ultimare, così si era ritrovato alla stazione della metro che erano quasi le 22.00, un orario niente affatto raccomandabile per una persona da sola nelle stazioni sotterranee della metropolitana di Manhattan.
Ricordava di essersi guardato più volte in giro, quella sera, con addosso la paura di scorgere qualche delinquente pronto ad assalirlo. Poi, con le gambe che ancora gli tremavano, era salito a bordo della prima metropolitana utile, su un vagone stranamente deserto, il penultimo della fila.
In realtà , su quel vagone il giovane dagli occhi azzurri non era solo. Non si era accorto della persona seduta di spalle appena qualche sedile più avanti, intenta a leggere un giornale, la persona che di fatto avrebbe cambiato la sua vita. Fu solo quando lo sconosciuto chiuse il giornale e si voltò nella sua direzione, guardandolo negli occhi, che il giovane dagli occhi azzurri ringraziò il cielo d’aver fatto tardi quella sera in ufficio.
Per un istante aveva temuto di essersi imbattuto in qualche teppista solitario, ma la bellezza e la sincerità che trasparivano dagli occhi neri dello sconosciuto lo tranquillizzarono immediatamente. Ed ebbe la certezza d’aver incontrato un dono del cielo quando, alzandosi e andando verso di lui, quel giovane lo accarezzò sulla guancia e gli disse con voce rassicurante: ‘Don’t be afraid. Love has not sex’.
‘L’amore non ha sesso’, gli aveva dunque detto il giovane dagli occhi neri, citando una celebre frase di Prévert. Quella frase aveva catturato subito il suo cuore, facendogli capire che anche quell’altro, in un certo senso, proveniva dal suo stesso ‘pianeta’. Alla fermata successiva, il giovane dagli occhi neri era sceso dalla metropolitana. Lui, sospinto da una forza misteriosa, lo aveva seguito.
Da quella sera era iniziata la loro storia, una bella storia, fatta di passione ma anche di grande tenerezza. E lo stupore di entrambi era stato grande quando, parlando del loro lavoro, avevano scoperto di lavorare nello stesso posto senza mai essersi incontrati una sola volta!
Lavoravano entrambi in una delle due ‘Twin Towers’ del ‘World Trade Center’ di Manhattan, il giovane dagli occhi neri come programmatore professionista, l’altro come funzionario di una nota banca. Tutto sommato, non c’era poi da stupirsi che non si fossero mai visti prima: fino ad allora erano stati separati da ben 50 piani di uffici!
Il giovane dagli occhi neri aveva trovato lavoro nella torre molti anni prima, dopo aver lasciato il paesino dell’Italia meridionale dov’era nato e cresciuto. Le inclinazioni verso il suo stesso sesso le aveva scoperte a 16 anni, e subito si era confidato col parroco del piccolo paesino. ‘Devi diventare qualcuno’ – gli aveva risposto quell’acuto ministro di Dio. ‘In questo mondo, se ti piacciono gli uomini e vuoi sopravvivere dignitosamente non hai molte scelte: o diventi qualcuno o finisci col farti prete! Ma in questo caso’ vivrai nell’inferno in cui vivo io!’
Così, il giovane dagli occhi neri aveva deciso di scegliere la prima possibilità . Aveva studiato, si era laureato ed era diventato un vero mago dell’informatica. Fino ad allora aveva vissuto con la madre – suo padre era andato via di casa quando lui non aveva ancora compiuto un anno. Quando la madre seppe delle sue inclinazioni sessuali, non lo guardò più in faccia. ‘Sarai divorato dalle fiamme dell’inferno’ – furono le uniche parole che seppe dirgli. E lui se n’era andato via, senza mai più rivederla’
Le 7.45. Carica delle centinaia di impiegati pronti ad iniziare una nuova giornata di lavoro, la metropolitana correva veloce verso la fermata del ‘World Trade Center’, quando il giovane dagli occhi azzurri ripensò alla sua verde Irlanda. Com’era bella! E chissà cosa stava facendo in quel momento la sua adorata sorella. Erano rimasti orfani da bambini, quando i loro genitori avevano trovato la morte in un attentato organizzato dall’IRA. Sua sorella sapeva tutto, era stata lei la prima persona a cui aveva confidato la sua omosessualità . ‘Ti voglio ancora più bene’ – era stata la risposta di lei, ed aveva sofferto tanto quando lui si era trasferito a Manhattan per cercare lavoro’
Quella mattina il giovane dagli occhi neri indossava una camicia bianca sotto una giacca sportiva di colore blu. Era arrivato in ufficio molto più presto del solito ed ora sedeva davanti al suo computer in attesa che arrivasse la sua unica ragione di vita. Dopo aver conosciuto il giovane dagli occhi azzurri, aveva fatto in modo di farsi trasferire nel suo stesso piano e, poi, nel suo stesso ufficio. Da qualche settimana i due lavoravano fianco a fianco e molto presto sarebbero andati a vivere sotto lo stesso tetto.
Il giovane dagli occhi azzurri in quel momento era sceso finalmente dalla metropolitana e, accantonati i ricordi, adesso non vedeva l’ora di rivederlo. Ne immaginava già il fisico asciutto e muscoloso, abbronzato come se fosse rimasto per ore ed ore sotto al sole. Ma soprattutto ne immaginava il sesso abbondante e pieno di succhi che tante volte aveva sentito crescere dentro la sua bocca. Quanto lo desiderava! Come desiderava inginocchiarsi davanti al suo grande amore e strofinare il suo viso sopra le sue palle odorose. Fu esattamente quanto fece non appena varcò la soglia del piccolo ufficio.
Il giovane dagli occhi neri si era appena alzato in piedi per accoglierlo, simile ad un dio greco dalla bellezza ineguagliabile. Fu felice di rivedere il suo amore e di stringere sul suo sesso color nocciola il viso biondo di quella che sembrava una creatura docile e indifesa. Fu felice, soprattutto, di ascoltare le sue parole.
‘Sei bellissimo, ti voglio. Voglio mangiare il tuo sesso e le tue palle’ ‘ e mentre gli diceva questo, con le mani il giovane dagli occhi azzurri aveva iniziato a sbottonargli la camicia e ad accarezzare i suoi notevoli addominali.
Il giovane dagli occhi neri lo assecondava colmo di desiderio, teneva la sua testa tra le mani aumentando ritmicamente la pressione del suo bacino. Con le dita gli stuzzicava invece le orecchie, infilandogliele dentro quasi lo stesse fottendo. Poi si rivolse al suo amore per farlo impazzire di voglia.
‘Prendilo, prendi il cazzo, continua, non fermarti. Lo so che ti piace, che lo vuoi dentro. Succhialo, succhialo con forza. Fammi sentire quanto mi desideri, fammi sentire quanto mi ami’. Erano parole quasi magiche, lo sapeva, che facevano letteralmente perdere ogni inibizione al suo compagno.
Ascoltando quelle parole il giovane dagli occhi azzurri cominciò ad ansimare. ‘Ti prego, prendimi, fammi sentire il tuo cazzo dentro, fino in fondo, non farmi più aspettare’ ‘ e mentre implorava in tal modo il suo compagno, aveva cominciato a strofinare il suo sesso sugli stinchi ben saldi di quello.
Il giovane dagli occhi neri si era tolto adesso la camicia bianca, scoprendo un torace reso perfetto da ore ed ore di palestra. Guardava rapito il giovane dagli occhi azzurri che sotto di lui, in ginocchio, mugolava e godeva come in estasi. Era proprio bello, pensava, sembrava un angelo donatogli dal paradiso.
‘Le palle, lecca bene le palle, avanti. Prendile di nuovo in bocca. Lo sai che devi farmi godere, che devi fare del tuo meglio’ ‘ e l’altro accennava di sì col capo leccando freneticamente.
‘Dimmi, dimmi dove vuoi sentirlo il mio cazzo, dove?’ Vuoi sentirlo dentro, vero?, nel culo, è nel culo che ti piace’.’.
‘Sì lo voglio, è lì che lo voglio. Adesso, ti prego, prendimi. Sbattimelo dentro’.
Il giovane dagli occhi neri sorrideva ascoltando il suo compagno implorarlo a quel modo. Gli voleva un gran bene e presto lo avrebbe fatto godere follemente. Intanto, si era tolto le scarpe e aveva fatto scivolare in terra i pantaloni, sicché il giovane dagli occhi azzurri aveva approfittato della nuova situazione per leccargli e succhiargli le gambe e le dita dei piedi. Anche lui aveva cominciato a spogliarsi: prima la camicia color cremisi, poi i pantaloni di lino rossi, ed ora tremava di piacere sentendo le mani del giovane dagli occhi neri vagare senza sosta sopra il suo corpo. Ebbe addirittura un sussulto quando ne riascoltò la voce possente.
‘Adesso ti sfonderò il culo, lo sai, proprio come piace a te. Te lo metterò dentro e ti stantufferò fino a farti urlare di piacere. Mi hai fatto diventare il cazzo davvero enorme, ti conviene insalivarti per bene il buco, se non vuoi che ti faccia morire dal dolore’.
Il giovane dagli occhi azzurri annuiva, sapeva che se non si fosse lubrificato al più presto, il suo compagno avrebbe incontrato difficoltà a farsi strada dentro di lui, e lui si sarebbe sentito poi in colpa per non avergli procurato il giusto godimento. Così prese a massaggiarsi velocemente il buco, cospargendolo di tutta la saliva che riuscì a mettere assieme. Ma l’altro lo aveva già sollevato e sistemato con l’addome sopra la grande scrivania. Aveva appoggiato l’enorme cappella del suo cazzo scuro nella fessura delle sue natiche e lì lo stava strofinando adesso con grande passione.
‘Avanti, dimmi che lo vuoi, che vuoi sentirlo subito dentro di te, grande e grosso come una mazza! Dimmelo, avanti, cosa aspetti?’
Il giovane dagli occhi azzurri aveva iniziato a mordersi le labbra per l’immenso piacere che le parole del compagno gli procuravano. Voleva le dita di lui in bocca ed il suo splendido cazzo nel culo, tutto dentro fino a sentire il calore delle palle in prossimità delle natiche.
‘Ti prego, inculami subito, con forza. Lo voglio dentro, sì, nel culo, fino in fondo. Voglio essere fottuto senza pietà . E voglio pure le tue dita, voglio succhiarle mentre mi riempi il culo senza sosta’.
Il giovane dagli occhi neri guardava il suo amore con grande fierezza. Gli piaceva sentirlo così disponibile verso di lui. In un attimo gli si chinò sopra, lo cinse col braccio destro fino a tappargli la bocca con le dita della mano e col braccio sinistro raggiunse il suo sesso, piccolo ma duro, per prendergli a coppa le palle bianche.
‘Eccomi mio splendido angelo, adesso fammi sentire le tue urla di piacere’ ‘ e con un colpo deciso introdusse la grossa cappella del suo cazzo nel piccolo buco del compagno.
Il giovane dagli occhi azzurri emise un forte gemito liberatorio, un ‘sì’ estremamente voluttuoso per via del piacere che sentiva montare dentro. ‘Cavalcami, avanti, cavalcami e non fermarti mai’.
Il giovane dagli occhi neri stava spingendo in profondità il suo cazzo nel buco del compagno sotto di lui. Gli stringeva sempre più forte le palle e lo incitava a muoversi.
‘Avanti, muoviti. Senti il mio cazzo enorme dentro di te? Ti sto cavalcando e ti strizzo le palle. Sei mio, sei il mio amore ed urlerai solo per me’.
‘Siiiiii, più forte, sbattimi con forza, strizzami le palle ed inculami fino in fondo. Sono tuo, il tuo angelo, il tuo amore’.
Il giovane dagli occhi neri sembrava uno stallone portato alla monta. Con la mano sinistra aggrappata alle palle del compagno e le dita della destra dentro alla sua bocca, aveva cominciato ad incularlo con una passione indescrivibile. Mordeva pure il giovane dagli occhi azzurri sulla nuca, proprio come fanno i migliori stalloni congiungendosi alle loro giumente’
All’improvviso, il giovane dagli occhi neri senti pulsare il sesso del suo compagno, segno che stava per venire. ‘Stai già venendo? Non resisti proprio, stai godendo come un vero porco’.
Quelle parole innescarono violento l’orgasmo del giovane dagli occhi azzurri. Il suo seme sprizzò dappertutto e colò sopra la mano di colui che ancora lo pompava. Nell’ufficio le sue urla risuonarono liberatorie.
In quello stesso istante, il giovane dagli occhi neri aumentò la forza delle spinte e, un attimo prima di venire anche lui, tirò fuori il cazzo dal culo del compagno per spargere il suo caldo seme sulla schiena di quello.
Erano venuti entrambi, ed ancora si tenevano abbracciati scossi dagli spasmi dell’orgasmo, quando il frastuono fortissimo ed anomalo di un jumbo lì riportò alla realtà . Non ebbero il tempo di interrogarsi che un tremendo boato, accompagnato da una specie di terremoto che fece oscillare avanti e indietro l’altissima torre, li catapultò per terra. Poi fu solo terrore e panico dappertutto.
Si ricomposero alla svelta e, constatato che non erano feriti, si precipitarono nel corridoio. Tra la tanta gente che correva col terrore negli occhi, il giovane dagli occhi neri riconobbe di sfuggita la segretaria del capoufficio: stava fuggendo seminuda verso le scale di emergenza. ‘Credevo fossimo i soli a fare sesso al mattino in questo posto’ ‘ pensò tra sé un po’ perplesso. Poi udì le grida provenienti dal piano di sotto e vide il fumo e le fiamme propagarsi velocemente dappertutto.
Prese per mano il giovane dagli occhi azzurri e gli ordinò di ritornare all’interno dell’ufficio. Non c’era via di scampo, lo sapeva bene, non poteva essercene. Si richiusero all’interno e rimasero per un attimo abbracciati. Forse era stato un attentato, forse una tragica disgrazia. L’unica certezza era che, a quell’ora del mattino, una delle torri del ‘World Trade Center’ si era trasformata nell’inferno’..
L’inferno. Il giovane dagli occhi neri ripensò subito alle parole che sua madre gli aveva detto tanti anni prima: ‘Sarai divorato dalle fiamme dell’inferno’, e per un attimo senti la morte nel cuore. Ma sapeva che non poteva perdersi d’animo, doveva essere forte per lui e per il suo angelo dagli occhi azzurri.
Il giovane dagli occhi azzurri, da parte sua, guardava frattanto il compagno aspettando un ordine, un’idea geniale che li mettesse in salvo. Pensò subito all’Irlanda, a sua sorella ed ai suoi due bambini. Capì in un attimo che non li avrebbe mai più rivisti.
Le fiamme avevano raggiunto adesso la porta del piccolo ufficio. Il fumo cominciava a sostituirsi all’aria. Fu in quel momento che il giovane dagli occhi neri capì che la maledizione di sua madre non si sarebbe mai avverata, lui non l’avrebbe permesso. Aprì in tutta fretta un cassetto della scrivania e tirò fuori un paio di manette che tante volte aveva utilizzato col suo compagno per certi giochi erotici. Ne chiuse una sul suo polso e l’altra su quello del suo compagno. Poi gli strinse la mano e gli sussurrò dolcemente all’orecchio: ‘Dont’ worry. We’ll fly together in the Manhattan’s sky’. E dopo averlo baciato a lungo, con le lacrime negli occhi si avviò determinato verso la finestra’
Il giovane dagli occhi azzurri e il giovane dagli occhi neri non seppero mai quale immane tragedia si era consumata quel giorno nel cuore di Manhattan. Non videro crollare, una dopo l’altra, le due torri gemelle che da un quarto di secolo testimoniavano la potenza e l’opulenza dell’economia americana. Non piansero il sacrificio delle squadre di pompieri e non poterono vedere neppure le lacrime versate quel giorno dal resto del pianeta.
Come due angeli, volarono stretti mano nella mano nel cielo sopra Manhattan, ma non raggiunsero mai il suolo.
Scomparvero in un attimo dentro quella luce immensa e misteriosa che solo i puri di animo avvolge alla fine della vita.
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