Doppia coppia 2

““Che fai, adesso? Perché te ne vai?”
“Perché offenderei me stesso se fossi violento con una troia…”

Nico non rivede la moglie prima del pomeriggio di lunedì, quando torna
a casa e la incrocia che torna dal lavoro; non è in grado di preparare la cena, anche perché si rifiuta di ‘fare la serva’, vanno in pizzeria e mangiano in silenzio tombale per tutto il tempo; sempre muti, tornano a casa; lei va a farsi una doccia e si presenta in cucina con addosso solo un accappatoio; parte all’attacco.
“Devi farmi fare tanto amore … “
“Non ti è bastato il week end libero?”
“Non ho fatto l’amore; non sono come te e lui non ti somiglia per niente; è stato solo sesso ed io te l’avevo detto che non ci sarebbe stato amore, tra noi; sei tu che hai rubato il mio amore per darlo d un’altra.”
“La signora che si sente schiava del tiranno ha per caso ancora altre disposizioni da impartire? Ti prendi la libertà di scopare, contro il mio parere; mi inganni con la favola del lavoro e vai a farti sbattere come uno straccetto; poi vieni qui e protesti perché ho risposto a modo mio; infine mi imponi di darti amore come se l’amore fosse merce da grandi magazzini e bastasse ordinarlo per farselo incartare pronto all’uso. Hai una vaga idea di cosa significhi amare?”
“Forse i termini sono sbagliati, ma il senso una persona intelligente, anzi superintelligente come te, e ti prego di credere che non c’è ironia, lo capisce e, se fa finta di non capire, è solo per spirito di vendetta, come se le tue corna dovessero pungere più di quelle che hai rifilato a me amando un’altra donna più di me!”
“Una donna che mi amasse veramente avrebbe capito da anni che non sono uno che fa sesso; ci metto amore, nelle mie cose, specialmente nei rapporti interpersonali; come potevi anche solo pensare che potessi fare sesso senza amore?”
“E’ vero; lo so che ami sempre profondamente, specialmente a letto; mi fa rabbia perché io avevo sperato, una volta tanto, di sorprenderti e di umiliarti un poco, di farti abbassare la cresta; invece mi trovo ad elemosinare un poco di quell’amore che fino all’altro ieri possedevo da regalarne in giro.”
“Insomma, cosa vuoi dire?”
“Che non ho trovato amore dove cercavo sesso; che ho bisogno, fisico, inderogabile, di un poco di amore vero, quello che solo tu puoi darmi. Ti va di amarmi stasera come se fossi ancora la tua donna?”
“La mia donna, come dici tu, innanzitutto sa che con me si è corretti, onesti, leali e chiari; tu sei disposta ad esserlo? Sei pronta a raccontarmi cosa hai fatto, come, quando, dove, con chi e soprattutto perché?
“Ti ho già detto tutto; non ho parlato chiaro prima, e questo è stato il vero unico errore, la sola colpa che puoi addebitarmi; per il resto sai bene con chi sono stata, che cosa ho fatto e perché l’ho fatto; sai anche che sono amareggiata e delusa di me stessa, perché ho aggiunto errore ad errore ed ora so che sono sul bordo di un precipizio; se ti sei innamorato di quest’altra donna, mi pare chiaro che la nostra stagione, se non è già finita, sia al temine ormai … “
“Sei dura; eppure vieni da un’educazione cattolica e dovresti sapere che la confessione, aperta, udibile chiaramente, è la condizione primaria per ricevere il perdono; tu non hai bisogno di farti perdonare un errore? E allora, confessa a voce alta, chiara e nei particolari.”
“E tu faresti altrettanto? O quello che hai fatto tu non è un errore da confessare?”
“Non chiedo mai a nessuno di fare quello che non farei io; è chiaro che confesserò di avere risposto al tuo errore con uno simile ed opposto; tu hai deciso di scopare; io ho scelto di dare amore; e l’ho fatto; se hai bisogno dei particolari, sono pronto a farlo, non appena tu avrai raccontato i tuoi.”
“Io mi vergogno … “
“Allora non chiedermi amore né perdono!”
Vanno a letto e lei cerca di accostarsi; Nico, molto freddamente, la mette supina le allarga le gambe,tira fuori il cazzo e glielo sbatte con forza in figa; lei urla di dolore
“Ma sei impazzito? Che cazzo fai?”
“Perché lui ti sbatteva diversamente?”
“Lascia stare, Nico; lasciami stare, ti dico!”
“No, troia, adesso ti fai scopare; non ti andava di essere amata, volevi essere sbattuta; adesso ti fai scopare o vai via da questa casa, per sempre!”
“Non ci sto! Vado a dormire in salone e domani me ne vado.”
“No ti azzardare a toccare i miei conti; lascia qui le carte di credito!”
“Dove vado? Come vivo?”
“Non me ne fotte!”
“Se ti lascio fare?”
“Puoi anche restare, ma le carte te le tolgo; non voglio anche una parassita che mi dissangua oltre ad offendermi.”
“Va bene; scopami come vuoi!”
Nico si è alzato e si dirige alla porta.
“Che fai, adesso? Perché te ne vai?”
“Perché offenderei me stesso se fossi violento con una troia. Buonanotte e addio per sempre all’amore.”
Licia si rende conto di avere toccato il fondo; scontrarsi con uno così determinato è impossibile; può solo cercare di raggirarlo e farlo cornuto, se le riesce; lo raggiunge in salotto e gli si stende al fianco; prende in mano il cazzo e lo porta alla bocca; è un’artista del pompino e neppure Nico le resiste; il cazzo si gonfia anche se lui resta immobile come morto; succhia come una ventosa e alla fine lo fa sborrare.
Felice come una pasqua, gli si stende a fianco, prende una mano e se la porta sulla figa, guidando il medio a titillare il clitoride; riesce a procurarsi un orgasmo; lo prende per mano e lo guida di nuovo al letto; si va a stendere al suo posto, quando lui è steso, gli si accoccola a fianco e gli schiaccia il culo contro il ventre, di solito, non resiste e la monta con voglia; ma stavolta lui è decisamente distratto; ricorre allora all’ultima possibilità.
Gli confida che l’incontro con Vico è stata una mezza delusione; avevano programmato tutto l’inghippo e si erano trovati nella camera d’albergo come avevano organizzato; ha scoperto che ha un cazzo inferiore a quello di Nico, almeno di un terzo, che lo usa da caprone infoiato e non ha fatto altro che scoparla in figa, da tutte le angolazione; l’ha inculata più volte nel corso del week end e si è fatto succhiare infinite volte; insomma, è stata la vacanza più scopereccia che potesse immaginare.
Quando il marito le chiede se si è divertita, non può fare a meno di ammettere che sì, si è divertita molto, come d’altronde lui aveva rilevato dalle videochiamate, dai messaggi e dalle telefonate; a quel punto è lei a chiedere notizie sul suo fine settimana; Nico si rifiuta, naturalmente, di rivelare l’identità della compagna di vacanza, perché la situazione delicata in cui si sono imbarcati rende indispensabile il silenzio.
Confessa che si è innamorato di quella donna che gli ha donato la verginità anale, pur essendo sposata da anni; sono andati al mare, in motocicletta, come tanti anni prima facevano loro, prima che il rancore minasse il rapporto; che la sua struttura fisica le ha consentito di usare tutti gli accessori in casa dai costumi all’intimo, fino alle scarpe e ai vestiti; che ha quindi usato tutto quello che lei, Licia, aveva comprato per il gusto di consumare soldi e non per necessità.
Ogni frase è una stilettata e sottolinea la profonda differenza tra loro; si è accorto di innamorarsene veramente a mano a mano che la scopriva; tra la partenza dei due adulteri, il venerdì, e il rientro dal mare, la domenica sera, lui si è accorto di scivolare in un abisso di dolcezza che ne ha cambiato gli orizzonti; a mano a ano che limonavano, giocavano, scopavano, lui si sentiva sempre più tirato nel vortice dell’amore; la violazione del culo era stato il culmine del processo di innamoramento.
Le chiarisce, richiesto, che il marito è assai meno dotato, che è un talebano in casa e un caprone fuori, che lei ha bisogno di affetto, di comprensione, di amore; non esita a dichiarare che, se lei divorziasse, anche lui chiederebbe il divorzio e andrebbero a vivere insieme.
“Cristo, mi stai dicendo che hai fatto l’amore con una diretta avversaria, che rischio il divorzio perché hai perso la testa?”
“Hai deciso il divorzio quando sei stata tu a perdere la testa, per un cazzo meno valido, per un uomo meno interessante, per una storia di sesso che fa nausea; io ho deciso di lasciarti quando mi sei venuta a nausea; l’incontro con una donna straordinaria e certamente più degna di essermi compagna è avvenuto dopo; quando sei partita, eravamo già separati e pronti al divorzio.”
“Non mi lasci nessuna chance di recuperare un errore?”
“Se tu non fossi arrogante e stupida, le chance te le costruiresti tu da sola, non avresti bisogno della mia generosità; ma tu sei quella che vuole sfruttarmi al massimo, spremere come un limone tutte le mie disponibilità e poi accusarmi di essere un tiranno e tradirmi per questo; non ti accorgi che è così?”
“Se anche fosse così, non hai nessun dritto di cacciarmi via … “
“Ho il diritto di reclamare la mia libertà!”
“Riesci a credere che è stata solo la follia di una volta?”
“Posso anche sforzarmi di crederlo; starà a te persuadermene. Devi essere tu a convincerti che è stato un errore, a non volerlo più ripetere e a fare in modo da dimostrarmi che davvero vuoi ristrutturare la tua condotta e tornare ad essere l’amante, la confidente, la complice, l’amica che hai saputo essere qualche volta.”
“E la tua amata sconosciuta?”
“Il problema è solo mio; sono i miei sentimenti, in gioco; non la tua condotta; tu occupati della tua realtà; io della mia; quando le confronteremo, sapremo se è il caso di tenere in vita la nostra storia.”
Come Nico temeva, la buona volontà di Licia dura pochi giorni, fino a quando lui scopre, esaminando un estratto conto, il pagamento di un soggiorno di poche ore in un albergo molto malfamato, verso la stazione; è con Lella, quando lo scopre, e ci riflettono insieme; scoprono che anche Vico, in quelle stesse ore, era chissà dove; lei decide seduta stante di rendere pan per focaccia; obbliga lui a sbarrare l’ufficio e lo spinge sul divano; si scopre di colpo una voglia e un amore infiniti.
E’ lei a prendere iniziativa; dopo anni passati a fare la brava moglie di un marito talebano in casa e donnaiolo fuori, sente il desiderio di riappropriarsi della sua femminilità; Nico le ha fatto conoscere, anzi forse solo fatto intravedere, le enormi dolcezze che il sesso può assicurare, specialmente se usato con buonsenso, con dolcezza ma soprattutto con amore, ed ora sente di voler fare suo quel mondo e viverlo al meglio.
Spinge Nico a sdraiarsi sul divano, gli apre la cintura e la patta dei pantaloni, tira fuori con qualche difficoltà il cazzo già durissimo e lo prende a due mani; ne fa scivolare una sulle palle e le raccoglie delicatamente; lancia uno sguardo severo a lui che cerca di sollevarsi a sedere e comincia una masturbazione lenta e meditata; lascia le palle ed usa la mano per infilarsela sotto la gonna, di lato allo slip e masturbarsi.
Lui pare quasi sconvolto dall’iniziativa; poi si lascia andare e si limita ad osservare lo sguardo di lei che, quasi spiritata, mentre gli fa una sega magistrale si sditalina con grande sapienza; soffoca l’urlo di un primo orgasmo per non comunicarlo all’ufficio; riprende a respirare regolarmene e si abbassa sul ventre; si sposta, da accosciata ad inginocchiata, perché le risulta più comodo, e prende in bocca la cappella; comincia una lunga e laboriosa leccata su tutta la mazza fino alla radice; poi lecca le palle.
Le prende in bocca una per volta e succhia, si sente che gode dalla salivazione che la porta a inondare tutto l’apparato; lui si abbassa pantaloni e boxer fino alle caviglie poi la lascia di nuovo alla sua iniziativa; allunga una mano e la infila nella camicetta; lei lascia fare; le tormenta e titilla un capezzolo finché sente la saliva crescere sul cazzo, segno che sta ancora sborrando, senza urlo perché il cazzo è ormai dentro fino all’ugola; sente l’orgasmo avanzare e la frena.
“Adesso ho voglia di sentirti dentro!”
Gli dice semplicemente; si solleva in piedi, alza la gonna fino alle anche, mette le ginocchia sul divano, ai lati di lui, e si siede sul suo ventre; guida con la mano il cazzo alla figa, sposta la stoffa dello slip e si infila con naturalezza; lo sente nettamente mentre il canale vaginale si apre ad accogliere l’ospite; ormai si è andata abituando ad essere scopata, anche alla cavallerizza; eppure, forse per la location particolare, avverte quella scopata come la prima del loro amore.
Si piega lentamente sopra di lui, finché le sue labbra raggiungono quelle di lui; sente in quel bacio il sapore dolcissimo del concedersi totalmente all’uomo che ha deciso non solo di amare, ma anche di desiderare, di volere per sé; lui allunga le mani alle anche e le prende con forza, guida il corpo a sollevarsi ed abbassarsi facendo picchiare duramente la testa dell’utero sulla mazza, più volte, fino a che l’orgasmo preme dalla prostata verso il cazzo; la schiaccia su di sé e si ferma.
“Amore, mi dispiace fare il grillo parlante, ma non siamo a casa nostra; se desideri che godiamo, dobbiamo farlo prima che qualcuno bussi a quella porta stranamente chiusa … “
“Nico, il limite è stato passato; questa scopata è l’inizio vero del nostro amore; non è stato il capriccio di un momento per loro, non è stata una botta di vita per noi; ora posso dire che ti amo con tutta me stessa; tra poco tu mi darai un orgasmo che non dimenticherò più; mi spruzzerai nell’utero il tuo sperma che mi inonderà la vagina; soffocherai il mio urlo nel bacio più appassionato di cui sei capace e, da quel momento, ti cercherò ogni volta che sarà possibile e mi darai amore e piacere.”
“Ti amo, Lella, come non ho mai amato niente e nessuno.”
Mentre lo dice, lascia che lei lo monti ancora ed esplode nell’orgasmo più ricco che ricordi; afferra la testa di lei e la bacia; si accorge che davvero sta soffocando dentro la sua gola un urlo nient’affatto umano, l’esplosione di una felicità impensata; si rilassano languidi d’amore; lei prende dalla borsa alcuni fazzolettini e li sistema nello slip per tamponare la sborra che le cola dalla figa, quando lui si sfila; avvolge con altri fazzolettini anche il cazzo mentre esce dalla figa; si ricompongono.
La parte più difficile è riaprire la porta ed arieggiare il locale, dove l’odore di sesso è inconfondibile ed intenso; accendono ventilatori per far circolare l’aria e scoppiano, inevitabilmente, a ridere al pensiero della follia fatta; in realtà, la felicità è stampata sul loro viso in piena evidenza; se dovessero trovarsi ancora davanti a reiterate provocazioni, dovranno cercare altre vie per fare l’amore senza correre eccessivi rischi.
I rispettivi coniugi non mostrano nessuna voglia di porre fine alle scorribande; diventa facile intuire le occasioni in cui si inventano improbabili impegni per andare a scopare nel solito albergo; è quasi automatico decidere che useranno lo stesso metodo e, nelle stesse ore, andranno a casa di lui e faranno l’amore nel talamo nuziale; non sentono nessuna colpa a tradire proprio in quel letto una moglie sleale e impenitente.
Decidono quindi di seguirli passo passo; ogni volta che sanno che sono a letto in quell’albergaccio, si trovano a casa di lui e fanno l’amore fino allo sfinimento; molte volte, Nico la sollecita a chiedere la separazione e il divorzio; lui farà altrettanto e alla fine si costituiranno due coppie diverse e loro potranno essere felici; puntualmente, lei gli contrappone il suo senso dell’umanità che le proibisce di fare del male a un poveraccio, senza spiegare perché; lui non può che abbozzare.
Intanto, si godono il loro amore, in perfetto sincronismo coi due adulteri che non vengono neppure sfiorati da qualcosa del genere; Licia ha provato qualche volta a chiedere amore; lui l’ha sbattuta con violenza e lei ha rinunciato; addirittura, si rassegna a vederlo dormire nel letto d’emergenza nello studiolo con la banale e assolutamente incredibile storia che ha troppo lavoro da svolgere a casa; sa che è finita ma non demorde; lui aspetta che Lella decida per il divorzio.
Dopo qualche mese di andazzo, si ritrovano al bar per l’aperitivo, come un tempo succedeva assai normalmente, prima che la gelosia rancorosa li contrapponesse; di colpo, Nico tira fuori degli estratti bancari e li sottopone alla moglie.
“Tu te ne intendi di amministrazione; cosa vedi di strano in questi estratti?”
“C’è una voce che ritorna spesso, riferita a soggiorni in un hotel … “
“Sai che lo ‘Splendor’ è un postaccio ad ore per prostitute, gay e travestiti? Ti risulta che io frequenti quel posto?”
“E allora?”
“Ho svolto qualche piccola indagine; ci vai col tuo amante; non hai cambiato modo di vita … “
“Nemmeno tu; sei sempre arrogante e tirannico … “
“Adesso mi costringi ad essere volgare; infatti è obbligatorio dirti che sei la solita imbecille che pensa di farmi cornuto e passa sotto le porte senza accorgersi che se le rompe ogni volta … “
“Cosa vuoi dire? Vedi ancora la tua ‘amata’?”
“Ne sono innamorato profondamente, più di quanto io stesso credevo; per questo, ho deciso che te ne vai dalla mia vita, costi quello che costi; non fai niente in casa, non abbiamo più intimità, spendi i miei soldi anche per grattarti i pruriti di figa, perché cazzo dovrei tenerti sulle spalle? In tribunale le tue malefatte saranno rese pubbliche; la separazione sarà automatica.”
“Ti farò opposizione in tutti i modi; morirò, ma riuscirò a farti male, almeno una volta!”
“Se provi ancora ad usare le mie carte finirai in galera; le ho sospese e ti ho diffidato … “
“Non lo puoi fare; sono tua moglie … “
“In regime di separazione dei beni; dimentichi questo particolare.”
“Che tu sia maledetto!”
La discussione rischia di degenerare; il sasso nello stagno lo lancia Lella.
“Sono incinta.”
Un gelo da tagliare col coltello piomba per un attimo sul tavolo del gruppo; il primo a scuotersi è Nico che va al banco, chiede una bottiglia di spumante e quattro bicchieri per brindare alla meravigliosa notizia; Licia e Vico sono rimasti interdetti; Nico e Lella si guardano perduti negli occhi; è chiaro che il figlio è suo; lei lo lasciava venire in vagina e sapeva di non essere protetta; è chiaro che aveva voluto quel figlio loro; Licia crede di gettare olio sul fuoco.
“Di chi è il bambino? Io tengo le cartelle dei colleghi; so che Vico ha sofferto di parotite da adulto e questo lo ha reso sterile; con chi l’hai fatto il bambino?”
Prontamente, è Vico ad intervenire.
“Che ti interessa? Stavamo pensando all’inseminazione artificiale o all’adozione; quel figlio adesso è mio, non mi interessa chi sia il padre naturale.”
“Caro marito sterile, hai messo in conto che il padre naturale potrebbe voler avanzare dei dritti su suo figlio?”
“Vediamo se si fa avanti … “
“Se mi faccio più avanti di così, travolgo il tavolo e la donna che amo!”
“Lella?!? E’ lei la donna che ami? Che cretina! Dovevo saperlo, potevo saperlo; solo lei poteva essere la donna dei tuoi sogni; l’hai amata da sempre, come mi hai detto; noi imbecilli abbiamo creduto di mettervi le corna e voi vi siete trovati imbrigliati nel’amore e non avete cercato di uscirne; lei sapeva della sterilità di suo marito; voleva un figlio e se l’è preso dall’uomo che le ha fatto scoprire l’amore … “
“Licia, com’è che riesci a leggere quello che mi è successo?”
“Perché è capitato a me, tanti anni fa, forse troppi; anch’io mi sono innamorata follemente di lui e avrei fatto qualsiasi cosa per legarlo a me … “
“Scusa, non sarebbero domande da fare; ma la curiosità ora è padrona. Perché non hai voluto un figlio per formare una vera famiglia, se veramente lo amavi? Perché ad un certo punto l’hai tradito così volgarmente e banalmente?”
“Nico, so che mi odierai, ma ormai è il caso di dire tutta la verità; io un figlio lo avrei sempre voluto, ma non posso averlo; sin dalla nascita, pare, le mie ovaie non erano in ordine; ho taciuto per egoismo; forse è stato il mio primo errore ma ho chiesto al ginecologo di tacere e sono stata zitta anch’io; se lo avesse saputo il prete, non poteva lasciarmi sposare perché il diritto canonico lo impedisce; come vedi, caro marito, puoi chiedere l’annullamento e l’avresti immediatamente.
Forse il senso di vergogna mi ha condizionato progressivamente a provare rancore per l’uomo che mi ha sverginato dappertutto, che mi ha concesso anche quello che non sapevo ancora di desiderare, che mi ha lasciato libertà di errore per imparare; se accennavo al lesbismo, mi faceva anche provare e mi ritiravo disgustata; ero sempre disgustata, quando mi facevo sbattere da quel caprone di tuo marito; ma la tigna ha prevalso e ogni volta tornavo.”
“Scusa, non è solo curiosità; vorrei solo capire se mi potrebbe capitare la stessa cosa … “
“No; io sono frustrata da sempre; te l’ho detto, scoprire che ero sterile, che non avrei mai avuto un figlio mio mi uccideva; col tempo, ne avrei parlato a Nico e so che l’adozione gli sarebbe risultata subito la soluzione; ma la tigna mi ha portato a fargli male, e invece me ne sono fatta tanto io; tu il figlio lo hai già avuto, da un uomo che ti ama con tutte le sue forze, non hai problemi irrisolti, non sei una disperata, anzi forse sei completa, ora come ora.”
“Nico, se decidessi di rimanere con Vico e farti essere solo padre spirituale di nostro figlio, accetteresti?”
“Saresti ancora e sempre la mia amata, la donna dei miei sogni?”
“Si può parlarne; dipende dal mio attuale marito … “
“Manda qualcuno a ritirare le tue cose da casa mia; da questo momento, ti rifiuto e torno a vivere da solo.”
“Lella, stasera vieni a vivere da me, con me.”
“Nico, e io? Che sarà di me?”
“Vattene con lui … “
“Io torno single; non voglio gente tra i piedi.”
“Licia, ci staresti a vivere nella tua casa insieme a noi?”
“Anche come sguattera, anche come … come tata di vostro figlio. Potrei viverlo come mio e lasciarvi tutto il tempo per esprimere il vostro amore; si, Lella, accetterei di vivere in casa con voi, a guardare la vostra felicità e a riversare tutto l’amore di cui sono capace su quel bambino che non potrò mai avere e che è figlio dell’unico uomo che ho amato e che ho gettato via come un’imbecille.
Nico, lasciami in un angolo della tua casa e consentimi di vivere di riflesso il vostro amore e quello per tuo figlio; non cacciarmi via, ti prego; non lo faccio per il benessere ma per l’amore, perché continuo ad amarti, adesso più che mai perché so che non l’ho meritato il tuo amore; lasciami vivere; l’unica alternativa sarebbe uccidermi, per riparare a troppi errori.”
“Lella, finiamola con queste discussioni; se non ho capito male, Vico non vuole più né te né nessun’altra; il problema è suo; Licia non intende mollare un posto in casa nostra, anche a costo di ridursi ad ancella del nostro amore; tu non hai più una casa e da stasera vieni a stare da me e con me; se questi sono i termini del problema, io credo che una soluzione semplice ci sia e che non ci voglia molto a metterla in pratica.
Tu adesso vieni via con me e con Licia; stasera troveremo una sistemazione; domani io vado a comprare l’appartamento accanto al mio che è sfitto; ho abbastanza soldi da parte per prenderlo; quell’appartamento sarà tuo e di nostro figlio; ufficialmente, ci andrai ad abitare tu, per ora, con nostro figlio quando nascerà; sempre ufficialmente, Licia resterà in casa come mia moglie; in realtà, renderemo gli appartamenti comunicanti; Licia starà nell’altro, con gli amanti quando ne avrà prurito.”
“Okay; se hai questa possibilità, gli spazi si decideranno in corso d’opera. Vico, sei veramente deciso a rimanere da solo o accetteresti di venire a vivere ufficialmente nel mio appartamento e in realtà io sarò la donna del padre di mio figlio e tu, se vi accordate, continui a scoparti Licia se ne ha voglia?”
“Hai scelto lui? Vattene con lui; io non voglio fare famiglia con Licia; la mia famiglia non c’è più; se chiedi il divorzio, ti faccio la guerra solo per il gusto di andare contro il tuo amante.”
“Intanto, non sei neppure in grado di distinguere tra amante e amato; io amo Nico e sono la sua donna, non la sua amante; non c’è niente di provvisorio e, stanne certo, non ho né vent’anni né colpe da scontare; sarò sua alle mia condizioni, fedeltà sempre e lealtà ad ogni costo; è il mio amore e non intendo altri discorsi. Vattene; fai anche la guerra, se vuoi; ma bada a quel che è capitato a chi la guerra ha cercato di farla; noi andiamo a costruirci la felicità con una famiglia aperta; so che possiamo.”
“Nico, allora mi riprendi con te, anche se il tuo amore è tutto per Lella?”
“Non hai sentito? Ora è la mia dea che decide tutto; tu hai avuto paura di essere dea; sì, perché il tuo rancore è nato anche dal fatto che ti adoravo come una dea; per paura di non essere all’altezza, hai scelto il rancore e l’umiliazione; ora che è la dea a decidere, spero che ti senta più serena di accettare o rifiutare. Andiamo, signore?”
Sente che le due parlottano mentre vanno verso l’auto.
“Hai trovato qualcosa di vero nella storia della dea?”
“Lella, abituati; quando il maledetto fa un’analisi, è difficile che sbagli; non ti sei ancora sentita trattata come una dea?”
“Si, ogni volta che siamo a letto e facciamo l’amore, lui mi tratta come una dea e io mi sento al di sopra di tutto, sento gli angeli, vedo il paradiso ed ho la sensazione di essere infinita, immortale … “
“Ecco! Io per anni mi sono sentita così; poi, non so perché, mi sono sorti dubbi, ho avuto paura e pensavo di parlarne con qualcuno; ma l’unico in grado di capire era lui, che era la causa del mio malessere; non so perché, decisi di sporcare la mia e la sua immagine, con le corna; sbagliai e pago con gli interessi.”
“Quanti anni sono che siete sposati?”
“Quindici.”
“Allora, fra quindici anni potrei avere lo stesso problema?”
“L’hai già detto e ripetuto; lo ami come nessun’altra l’ha mai amato, tranne me nei primi anni, quando gli consentii tutto e mi feci insegnare tutto; avrai presto un figlio vostro che sarà un cemento eterno fra voi due; sei sposata all’altro e non hai di che temere dal matrimonio; sei matura, intelligente e ragioni esattamente come lui; io scommetterei sull’eternità della vostra storia; è per me che temo forte.”
“Hai detto che parlaste anche di lesbismo e che ti fece provare; avete anche parlato di rapporto a tre, intendo con un altro maschio o con un’altra femmina?”
“Sì; io rifiutai l’idea di un altro maschio perché volevo solo lui; anche per questo, quando dichiarai guerra, cercai il maschio alternativo; con un’altra femmina ha funzionato e andò anche benissimo; poi io ebbi paura che si innamorasse dell’altra più che di me e gli chiesi di non andare oltre; prima che tu me lo chieda, gli piace fare sesso anche se preferisce dare e ricevere amore; ma anche nel sesso mette tanto amore da stordire.”
“Quindi, visto che non sono più un pericolo per te, perché già sai che nel suo amore occupo il posto della dea, potremmo anche proporgli di fare l’amore insieme, tutti e tre?”
“Te l’ho già detto che sei peggio di lui? Ti stai scoprendo a te stessa, a mano a mano; questa è la classica soluzione alla Nico; tuo marito si ritira in buon ordine; se Nico decide di farti divorziare, non ci sono santi, ma ci sono il potere e i soldi per farti avere l’annullamento; lui dimentica che è sterile e che questo è presupposto inibente per il diritto canonico; insomma, il vostro matrimonio è una farsa, per la Chiesa, e lui è colpevole; se tu e Nico decidete che devi essere libera, sarai libera in un amen.
Lui ha scelto che sarai la sua compagna di vita e che alleverete insieme vostro figlio; ha deciso anche che merito di vivere di riflesso la vostra felicità; se gli proponi di averci insieme nel suo letto, resta basito per un attimo, perché scopre che sei bella tosta; poi accetta e ci porta in paradiso; nell’unica esperienza fatta, fummo noi due a cedere stremate; sa essere immenso, quando fa l’amore.”
“Allora, preparati psicologicamente; stasera saremo in tre a letto; mi aspetto che tu mi insegni qualcosa sull’amore saffico.”
“Non sono molto preparata ma qualche rudimento l’ho appreso.”

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all’autore del racconto – Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell’autore.
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Scambio di Coppia

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