“Che cosa le avrebbe fatto fare per la sua educazione …Già ormai girava nuda e aveva fatto numeri unici che non mi sarei mai aspettato, a casa nostra mi aveva…”
Sì, me la sentivo che di li a poco sarebbe arrivato un
altro ordine e così fummo in soggiorno,, la luce di là in sala da pranzo era spenta e con la coda dell’occhio intravidi in quella penombra il corpo nudo di mia moglie in movimento; sparecchiavano, erano proprio due schiave; il ticchettio dei tacchi di una e lo scalpiccio dei piedi di Clara, mi immaginavo la scena, due donne completamente nude, una inanellata e l’altra con un plug nel culo. Come scena niente male e l’eccitazione in me cresceva, e io non ne potevo più, aver visto mia moglie rompersi il culo in pubblico era stato sconvolgente, vedere quella palla forzarla lentamente e poi scomparire nel suo sfintere, mentre lei si piegava per permettere a tutti la visuale…non capivo se la lussuria avesse preso il sopravvento in lei oppure…fosse sempre stata così e quell’uomo, era riuscito a tirare fuori, e tutto quello che era dentro in lei era uscito. Sapevo che era fradicia, l’interno delle sue cosce era lucido di ciprigno e sapere che tutto era uscito dalla sua figa…quella figa che avevo trapanato più volte con il cazzo non mi andava giù. Gelosia, masochismo bello e buono si incrociavano nella mia testa, Eravamo seduti in soggiorno, ora eravamo da soli e quell’uomo senza alcuna inflessione rivolgendosi a me….
” Vedi architetto come si educano le cagne? Bisogna avere il polso fermo e imporsi; tua moglie è un ottimo animale, e devo dire che questo è un complimento da parte mia ed è anche un magnifico esemplare, lei può dare anche ottime soddisfazioni a un padrone perciò ora tu me la cedi, diciamo per alcuni mesi e per te diventerà una cagna perfetta”.
Non potevo sentire cose simili, rimasi a bocca aperta ma quell’uomo stava dicendo delle oscenità su di lei e io non reagivo che cosa mi succedeva? Sentire mia moglie paragonata a una cagna, a una schiava, anziché farmi saltare sulla sedia in sua difesa mi faceva letteralmente tirare l’uccello….Che cosa le avrebbe fatto fare per la sua educazione …Già ormai girava nuda e aveva fatto numeri unici che non mi sarei mai aspettato, a casa nostra mi aveva spompinato in pubblico e si era mostrata seminuda, si era spalmata il mio sperma sul corpo tirandoselo fuori dalla figa dove ero abbondantemente venuto… e poi rompersi il culo e annullarsi leccando il mio piacere sulla faccia di un’altra donna, la sua gelosia non esisteva più e quella scena per me era stata unica…due donne che si leccano e una che toglie dalla faccia dell’altra la sborra del marito dopo che questa gli aveva risucchiato tutto quello che aveva fino a renderlo simile a uno straccio. Ora invece eravamo lì seduti e aspettavamo…. che cosa? Sì la proposta di quel vecchio dalla barba bianca; dopo di che si alzò in piedi e andò verso il mobile del soggiorno dove prese un foglio da un cassetto e……”Questo è un contratto di cessione” continuò parlando “ma ormai credo non serva perché il nostro architetto lo vedo convinto, quando Clara la sua cara mogliettina verrà in soggiorno con l’altra schiava le daremo da leggere questo e, sono sicuro, lo firmerà……Sicuramente il marito sarà un ottimo testimone e così potremo iniziare l’educazione, a proposito, domani andremo a trovare il vostro nido; da quanto so ormai è pressoché ultimato.
Ero senza parole, annichilito, non avevo la forza di reagire, perdere mia moglie, affidarla a un altro uomo per un periodo predeterminato in modo che diventi una cagna perfetta. Se da una parte avrei voluto uccidere quell’uomo dall’altra mi affascinava e il fascino era troppo forte. Che cosa le avrebbe fatto fare? Come avrebbe passato quel tempo? C’era il lavoro, le uscite con gli amici, tutti questi pensieri turbinavano in me e non avevo il coraggio di rispondere a quell’uomo…e poi chi tace acconsente. Rimasi silenzioso, il vecchio e l’altra coppia mi guardavano, non sapevo cosa fare ne cosa dire ….Abbassai la testa, avevano vinto Io ormai non capivo più niente e proprio in quel momento le altre due donne entrarono in soggiorno, si fermarono una vicino all’altra, avevano la testa bassa, non osavano guardarci. Mia moglie era splendida, quel corpo con i seni pesanti e perfetti, il suo ventre leggermente bombato e il monte di venere che mi dava i brividi….piacere misto a rabbia, mi sentivo fradicio e anche lei lo era, si vedeva perfettamente l’interno delle sue gambe leggermente lucido, era piacere, piacere che era colato dalla sua figa per quella situazione che si era venuta a creare. Il collare spiccava, metallo lucido, una vera vacca, e io sapevo anche che il suo culo era pieno, ma in quel momento non lo potevo vedere, L’altra invece aveva il collare di cuoio e gli anelli , ma l’anello che univa le sue grandi labbra attirava il mio sguardo, era pesante e leggermente le allungava, inoltre, per farlo stare doveva tenere le gambe leggermente allargate…mostrava tutto, si mostrava, aveva gli occhi lucidi , era eccitata anche lei ….
^ Eravamo lì in piedi, completamente nude e agghindate come avevano voluto loro; il nostro sguardo era basso, non avevamo il coraggio di guardare quelle persone, ci sentivamo realmente due oggetti. Non capivo, vedevo mio marito silenzioso, e non riuscivo a comprendere che cosa avessero detto o di che cosa avessero parlato. Non ne potevo più e nello stesso tempo quell’essere esibita mi eccitava come non mai. Il vecchio con la barba bianca mi squadrò, non sopportavo quel suo mezzo sorriso ironico, sapevo che di lì ad un attimo gli avrei risposto e lo avrei mandato a quel paese e nello stesso tempo avrei voluto sapere che cosa mi aspettava ancora….Avevo mangiato la torta ornata con il piacere di mio marito, la cosa mi aveva fatto schifo, ma l’essere trattata come una cagna mi eccitava, quella forma di esibizionismo perverso che nei miei sogni più hot faceva capolino e che io brutalmente archiviavo nei meandri più nascosti del mio io ora li stavo mettendo in pratica…..e mi bagnavo come una fontana…..Quante volte mi ero immaginata di essere una schiava o un puro buco che dà piacere …..e ora ero lì, nuda, con un collare d’acciaio attorno al collo e un tappo colorato nel culo che mi spiccava tra le natiche come un piccolo fiore . Poi le parole di lui, quasi dette sopra pensiero, le vacche portano l’anello al naso: oltre a cagna anche vacca……Questi erano i miei pensieri in quel momento e proprio quando stavo per rispondere quell’uomo mi apostrofò^:
“ Dottoressa, ora sei nuda con il collare e il culo pieno davanti a tuo marito e ai miei ospiti; come ti senti? A fianco a te c’è la mia schiava e, come puoi vedere, lei non batte ciglio”
^ Mi sfotteva il porco, volevo rispondere ma lui non mi dette il tempo:^ “ So che sei recalcitrante ma l’essere schiava e considerata un oggetto ti affascina e per questo motivo ho chiesto a tuo marito di cederti a me per un congruo periodo di educazione”
^ Ebbi un tuffo al cuore, cosa aveva fatto mio marito, l’architetto; lo volevo incenerire ma distolse lo sguardo …e lui, quell’uomo, continuò senza tregua, mi sentivo abbandonata, rifiutata; era quasi una forma di masochismo ma mi piaceva, le mie ninfe non mentivano, mi stavo eccitando e poi….^
“Bene dottoressa ora sei qui davanti a noi e ti invito a leggere e così dicendo mi diede in mano un foglio battuto a macchina o con il computer. A prima vista sembrava una lettera con tanto di indirizzo ma in verità era il mio contratto di schiavitù. Non potevo credere a una cosa simile; io schiava……rimasi con la bocca aperta e scossi la testa, mi uscì un noooo, non posso firmare una cosa del genere; ma lui fu imperturbabile, non ebbe nessuna inflessione di voce, solo i suoi occhi diventarono due fessure sottili e :
“ Ho chiesto a tuo marito di cederti per un certo periodo di tempo che come puoi vedere è evidenziato nel contratto e lui non ha fiatato, pertanto acconsente. Diventerai uno splendido animale e non ti tirerai indietro per qualunque prestazione che ti sarà chiesta da me o da altre persone, sarai un esclusivo oggetto di piacere e obbedirai a tutto. Non mi interessa che tu goda, sarai solo un buco dove scaricarsi”
^Essere trattata come l’ultima delle puttane e mio marito non fiatava, lui che un attimo prima in sala da pranzo si era fatto fare un pompino in mia presenza. Mi sentivo abbandonata, tradita, ora ero sola e poi quelle parole, quella proposta che aveva letto, mi eccitavano nonostante tutto e il mio ventre si contorceva e non mi sarei meravigliata che tra le mie gambe si fosse formata una pozza di piacere, il mio piacere dato esclusivamente da quelle parole che avevo sentito, la figa mi colava, ero al limite, non ce la facevo più , avrei voluto gridare ma quel grido, me lo sentivo, si sarebbe trasformato in un rantolo di goduria, i miei sogni si stavano per avverare ma lui non mollava, intuiva la mia titubanza e sapeva di avermi in pugno e, ad un certo punto:^
“Un assaggio di quello che ti potrà succedere; in ginocchio, vieni qui accanto a me, subito “
^ Un ordine plateale ma ne ero come ipnotizzata: fui in ginocchio davanti a tutti e mi diressi verso d lui a quattro zampe, sentivo i miei seni dondolare, mi facevano male, i miei capezzoli erano eretti e al minimo tocco sarei venuta…..Lui mi fissava, tenevo la testa bassa, non osavo alzare gli occhi, ero come in trance e i rumori mi giungevano attutiti, ero persa nelle mie sensazioni. Fui di fronte a quell’uomo e lui mi accarezzò la testa come si fa con un animale ^
“ Cagna perfetta, non vi pare?”
^Lo disse rivolgendosi ai presenti, la sua mano continuò, tirò leggermente il collare in acciaio per farmi avvicinare, qualche movimento e poi sentii che mi soppesava i seni e leggermente con l’unghia mi strofinò i capezzoli. Fu un esplosione: il piacere partì come una bomba che mi esplose nella figa per espandersi in tutto il corpo ma sapevo che non dovevo fiatare, lui me lo aveva proibito e, al pensiero di quella sottilissima canna di bamboo che mi aveva sfiorato….. chiusi gli occhi, mi morsi la lingua, no, non dovevo godere …e non gridai. Prese ad un cero punto i miei seni e li tirò, li strinse quasi a strizzarli ma non si interessava di un eventuale dolore…..lui continuò glaciale ^
“Mammelle di vacca, vedremo di fare il possibile per avere latte….Ora girati, va a fare un pompino al nostro ospite, sei in presenza di tuo marito ma sei solo un buco, non sei più sua moglie ….Esegui cagna!”
^ Mi insultava, mi piaceva , tremavo ma non volevo dargli il gusto,. Vidi mio marito, era immobile e non fiatava, terreo……Lo conoscevo, era teso come una corda di violino ma taceva, accettava che dicessero cagna a sua moglie; in quel momento lo odiavo e nello stesso tempo ero contenta che non intervenisse . Eccitata, e lo ero, ero una cagna in cerca di un cazzo e ubbidivo ad un ordine . L’altro uomo da cui mi aveva detto di andare per fargli il servizio allargò le gambe, vedevo chiaramente la patta dei suoi pantaloni gonfia , prima mi aveva visto il culo ornato dal dildo, tutti lo avevano visto sia maschi che femmine. Fui accanto a lui, mi misi in ginocchio, i miei seni sentivo che ballavano, ero tesa, le mie mani corsero su quella patta di calzoni, lentamente, lo avevo visto fare dall’altra donna a mio marito, strofinai leggermente, sentivo sotto le mie mani che il cazzo si gonfiava e poi iniziai ad aprire i bottoni, uno alla volta, odore di urina e di piacere, il maschio era eccitato, tirai lentamente fuori il cazzo dalle mutande e lo ebbi davanti,,,,era turgido, duro, vedevo le vene azzurrognole in rilievo, era anche lui al limite, sfiorai le palle con i polpastrelli e poi mi avvicinai, soffiai leggermente, partii con una slinguata unica,. Sapore di maschio e sapore di tutto, sudore, piacere di quell’uomo, ebbi una palla in bocca, la tirai leggermente socchiudendo i denti in modo che li sentisse, lo sentii tremare e poi mollai tutto e, con un unico movimento, ingurgitai il suo cazzo fino ad oltre le tonsille. Mi guardassero pure, mi guardasse mio marito e vedesse come sua moglie si annullava…succhiai con avidità, lo volevo far godere volevo sentire il piacere di un altro uomo nella mia bocca e lo volevo fare davanti all’ARCHITETTO ….obbedire a gli ordini di un padrone, ero persa, quasi in un nirvana dato da quelle sensazioni e mentre facevo tutto questo sentii la voce di lui che dava un ordine all’atra donna: ^
“Sfila il dildo alla cagna e controlla il suo culo con il dito, sappimi dire se è abbastanza elastica o dovremo abituarla ad essere forzata….non voglio che provi troppo dolore, deve avere il culo come la figa pronto in qualunque momento ad essere forzato.”
^Quello fu troppo, sentendo quelle parole l’uomo a cui leccavo il cazzo venne copiosamente, lo sentii esplodere nella mia bocca, piacere e solo piacere, il liquido bianco lo inghiottivo anche se altre gocce colavano lungo la sua asta di carne ma io continuavo, lo volevo prosciugare, succhiavo come un indemoniata. Mi sentivo una baccante e ora il tocco di altre mani tra le mie natiche, mani di donna, me le allargò leggermente e io mi aprii senza volere, volevo che mi vedessero, e tutti mi guardavano, lo sapevo, la voce di sottofondo….” allontanati leggermente e tocca il pavimento con la testa stando in ginocchio così sarai più aperta e la tua “padrona” non faticherà….. quella mano toccò la rosetta rossa che mi sporgeva dal culo, la mosse, la girò leggermente, il mio sfintere si contrasse , ormai godevo anch’io, mi stavano forzando il culo, iniziò a tirare, lo faceva lentamente per darmi tutte le sensazioni, mi sembrava quasi mi scappasse, mi vergognavo e mi piaceva…
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