– Mi chiamo Don Renato e tu?  Mi disse mentre stavamo entrambi bevendo un Coca e Rum, nella terrazza di una discoteca a Villasimius in Sardegna. Pensavo che scherzasse ed inizia a ridere come una matta ma dopo qualche minuto, dopo che lui stesso mi fece vedere il tesserino da prete (neanche immaginavo esistesse un tesserino da prete) e mi spiegasse che anche i preti vanno in vacanza ed amano divertirsi, compresi allora che era tutto vero. Era difficile comprendere che Renato era in realtà Don Renato, in quanto pur indossando degli abiti sobri e di color scuro , il prete non indossava nessun abito talare.
Continuammo a parlare per quasi 2 ore sempre seduti sulla terrazza della discoteca.  Don Renato non era solo un bell’uomo ma anche una persona colta ed affascinante e parlarci fu molto piacevole. Oltre a ciò l’idea che fosse un prete, mi eccitò e nel mentre che ci parlavo, pensai a come sarebbe stato  fare l’amore con lui.  Per tutta la serata Don Renato, fu molto educato, mi aveva spiegato che veniva dal nord sardegna e che era lì per trascorrere una settimana di vacanza.
Erano quasi le 2 di notte e Don Renato, mi propose di andare a bere qualcosa, nell’appartamentino dove stava alloggiando. Tanto mi sentivo rassicurata, dal figura di un prete, che non badai al fatto che sarei stata sola a casa di un uomo ed accettai così di buon grado.
Arrivati a casa, Don Renato, mi fa sedere e mi offre da bere. Indosso un completino bianco con gonna molto corta e mi sento un po’ in imbarazzo ad essere così vestita davanti ad un prete. Don Renato dopo aver chiacchierato un altro po’ con me e senza mai provare a fare il piacione o il seduttore, d’improvviso si siede di fianco a me, mi fissa negli occhi per qualche istante, quel tanto che basta per vedere che sono pronta seppur ammutolita per essere presa e così mi bacia appassionatamente mettendomi nel contempo una mano sulla mia gamba ed iniziando pian piano a muoverla su e giù. Nel mentre che continua a baciarmi, la sua mano si avvicina alle mie mutandine e il suo dito, si intrufola nel mezzo delle labbra della mia fighetta.. Scosta poi l’elastico delle mutande mettendolo da una parte e liberando così la mia patata dalle mutande.  Inizio a bagnarmi e l’eccitazione aumenta quando Don Renato mi infila un dito dentro e mi stuzzica di tanto in clitoride.
Durante la masturbazione, si appresta quindi a leccarmi i capezzoli ed i seni. Ho un seno piuttosto piccolo, una seconda scarsa ma dalla forma oserei dire perfetta. Il piacere mi assale ed inizio così a dimenarmi ed emettere strozzati gemiti di piacere. Mi piacerebbe gemere come il mio solito, ovvero senza inibizioni , ma il pensiero di farlo con un prete mi crea qualche inibizione. Don Renato, mi invita ad alzarmi e mi aiuta a togliermi il vestitino e le mutandine. Rimango  così,completamente nuda con i soli tacchi bianchi addosso.Don Renato si inginocchia a terra, mi apre le gambe ed inizia a leccare la mia fighetta (tra l’altro depilata la sera stessa). Sento la sua lingua che passa attraverso le labbra della mia patatina e poi con lentezza approda sul mio clitoride. Ah che bello sentire la sua lingua morbida che si concentra proprio lì, i miei sospiri aumentano e quando Don Renato inizia come a mangiarmi la figa all’altezza del clitoride pressandoci la bocca e dimenando il viso su e giù come se mi stesse per scopare con la stessa bocca, ho un fantastico orgasmo. Nessuno mi aveva mai fatto godere così, soltanto leccandomi.
Ho voglia di contraccambiare il piacere ricevuto. Mi alzo in piedi e bacio il prete, così come una ragazza bacia per la prima volta un ragazzo del quale è pazzamente innamorata. Lo faccio sedere sul divano, e mi metto a quattro zampe tutta nuda davanti al suo cazzo. Non ha un gran cazzo, anzi direi che è piuttosto piccolo, ma non mi importa ed anzi, penso che così potrò dargli forse più piacere, riuscendolo a prenderlo tutto in bocca. Inizio lentamente ad andare su e giù sulla sua asta del pene, senza toccargli la cappella e stimolandogli nel frattempo con le mani le palle. Poi con la punta della lingua arrivo alla cappella e lentamente  la lecco tutta intorno. Faccio uscire dalla mia bocca una gran quantità di saliva fino a bagnargli bene tutto il cazzo e con la bocca riscendo all’altezza dell’attaccatura delle palle e le lecco tutte,  mentre con la mano gli sego il cazzo tutto insalivato. Salgo nuovamente con la bocca all’altezza della cappella ed inizio ad andare su dalla punta fino all’attaccatura delle palle con l’asta ad un ritmo né troppo veloce né troppo lento ma a velocità costante. Don Renato aumenta l’intensità dei suoi sospiri ed inizia a gemere. Sta  per venire ed io voglio il suo sperma in bocca. Sento la sborra che a sale su dalle sue palle verso la sua cappella e continuo a spomparlo fin quando la mia bocca non si trova piena di sperma caldo.  Trattengo la sborra dentro la bocca e raccolgo con la lingua quella fuori uscita e quindi la ingoio tutta. Il peccato era stato compiuto, ma era stato un peccato bellissimo.